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«Tu esisti e ti ho letto». Franco Manzoni, Soglie. Recensioni formato francobollo
In un tempo in cui la poesia viene spesso relegata ai margini del discorso culturale, Soglie. Recensioni formato francobollo (2012–2024) di Franco Manzoni si presenta come un atlante necessario, una costellazione di micro-rivelazioni critiche raccolte con pazienza e fedeltà lungo oltre un decennio di militanza. Pubblicata nel 2025 da I Quaderni del Bardo, l’opera raccoglie le recensioni poetiche apparse su la Lettura del Corriere della Sera dal 2012 al 2024: un corpus che, nella sua forma compatta e apparentemente effimera del «formato francobollo», diventa strumento d’orientamento e testimonianza.
La struttura del libro è di per sé un gesto critico e il recensore non si concede alla verticalità della monografia, né all’abbraccio dell’antologia. Sceglie invece di abitare la soglia, lo spazio breve, laterale, dove l’intuizione può lampare senza appesantimenti teorici. Ogni nota è un colpo di scalpello – precisa, sorvegliata, lirica. Ogni autore evocato – noto o marginale – viene incastonato in uno scenario più ampio, come figura attiva del presente letterario. E proprio in questa accumulazione di voci si disegna il paesaggio.
Leggiamo un po di voci: Silvia Venuti con La visione assorta ci restituisce versi come refoli, tra veglia e sogno, sulle orme di Ungaretti. Giuseppe Langella compone in La bottega dei cammei un catalogo epigrammatico del femminile, da Omero ai nostri giorni. Annalisa Macchia rievoca nel suo Interporto est l’infanzia e la perdita in un paesaggio in mutazione, mentre Carmelo Pistillo si muove tra esistenza e visione nella sua intensa Le due versioni del cielo. Elena Salibra, con Nordiche, evoca la luce estrema e l'oltre che si iberna nella memoria. Pasquale Di Palmo in Trittico del distacco riflette sulla sofferenza e sull’ineluttabilità, con accenti sbarbariani; Sonia Lambertini, con Danzeranno gli insetti, traccia un realismo metafisico della fine; Lidia Sella nel suo Strano virus il pensiero scrive aforismi lirici in dialogo con Bruno e Lucrezio. E infine Guido Zavanone, che nel poderoso Lo sciame delle parole condensa oltre mezzo secolo di ricerca, fino al punto in cui anche la preghiera si dissolve nel silenzio.
Ogni voce recensita è situata non solo nel tempo ma anche in un sistema, quello editoriale. Manzoni traccia inconsciamente una mappa di case editrici che hanno sostenuto, con alterne fortune, la poesia italiana dell’ultimo decennio. Interlinea, Aragno, Moretti & Vitali, Marco Saya, La Vita Felice, LietoColle, Puntoacapo – ognuna appare come un’isola operosa, laboratorio di ricerca e resistenza. Il gesto critico di Manzoni non è mai decorativo. È un atto di fiducia nella poesia. Il «francobollo» diventa qui non un limite, ma un simbolo, è la misura dell’attenzione, del dettaglio, della cura. Le sue recensioni non cercano di spiegare, ma di rivelare. In questo senso, Soglie è un libro che andrebbe letto come si leggono le mappe, orientandosi tra coordinate, nomi, leggende e confini, alla ricerca non della totalità, ma del passaggio.
Le micro-recensioni di Franco Manzoni assumono un nuovo statuto: non più solo gesti critici settimanali, ma una vera e propria cartografia letteraria. Ne risulta un dizionario lirico in miniatura, una collezione di voci che ci restituisce, in frammenti luminosi, lo stato della poesia contemporanea in Italia. C’è qualcosa di profondamente etico in questa costanza, nella scelta di Manzoni di scrivere ogni settimana una nota breve, autonoma, lucida, su un autore spesso ignoto al grande pubblico. Questo esercizio di prossimità è ciò che rende Soglie un documento prezioso. Una soglia che resta aperta. E forse la lezione più importante del libro è proprio questa: che la poesia non ha bisogno di clamore, ma di presenza. Di una voce che dica, brevemente e con precisione: «tu esisti e ti ho letto».
Eliza Macadan
(n. 9, settembre 2025, anno XV)
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