ANTOLOGIA DI POESIA ROMENA. 71 POETI DI TUTTI I TEMPI

Mihaela Albu: «Ti scrivo sempre lettere nel pensiero»

George Popescu e Simona Coleș presentano e curano la traduzione in italiano di una selezione di versi della poetessa, nonché narratrice e storica letteraria, Mihaela Albu, tratti dai suoi volumi editi fino a oggi (l’ultimo è uscito nel 2019), per un totale di sei raccolte poetiche. L’autrice è affiliata all’Unione degli Scrittori della Romania, all’Associazione dei Giornalisti Professionisti, all’Associazione di Letteratura Generale e Comparata (ALGCR), ed è docente presso l’Università di Craiova, già visiting professor dal 1999 al 2004 alla prestigiosa Columbia University di New York.



Valeriu Armeanu: «Ecco il verbo che ti perdona»

Un’ars poetica dello strazio e del pentimento, dell’umiltà e della preghiera: è quella dei versi di Valeriu Armeanu (1946-2015), autore di numerose raccolte. Le parole-chiave ricorrenti nelle sue poesie portano il marchio rovinoso di una minaccia imminente (bufera, orrore, diluvio, nevicate polari), echi di alcuni gravi elementi biografici, di une fin de partie compresa. Bellezza tragica di un discorso poetico scisso tra amore e morte, eros e thanatos, gioia di riveder le stelle e vanità del cacciatore di vento, per parafrasare il titolo di uno dei suoi libri recenti. A cura di Geo Vasile.



Anatol Emilian Baconsky: «Perpetuum mobile»

Anatol Emilian Baconsky (16 giugno 1925 - 4 marzo 1977) è un importante rappresentante del Novecento romeno. Caporedattore di «Almanahul literar» di Cluj (1953-1959), divenuto «Steaua», prese via via le distanze dalle sue prime raccolte che obbedivano ai dettami del realismo socialista: la svolta radicale nella sua poesia, con chiare implicazioni politiche, avvenne nel 1969 con Cadavre in vid (premiata dall’Unione degli Scrittori). Pubblichiamo una selezione di versi tratti dall'antologia La poesia romena del Novecento (traduzione e cura di Marco Cugno, Alessandria 1996).



Veronica Balaj: «Su un greto estraneo io conto i miei passi»

Con il titolo Su un greto estraneo io conto i miei passi, pubblichiamo in edizione bilingue una selezione di poesie di Veronica Balaj (n. 1946), poetessa, prosatrice e giornalista, «argento vivo – come qualcuno l’ha caratterizzata – della letteratura femminile del Banato». Membro dell’Unione degli Scrittori di Romania, ha pubblicato diverse raccolte poetiche e romanzi. Le poesie che qui proponiamo sono tratte dalla raccolta bilingue romeno-francese Exil de zi şi noapte / Exil de jour et de nuit (Ed. Anthropos, Timisoara, 2010) e sono tradotte in italiano da Alina Damian.



Zéno Bianu: «Poema dei gradi (Kaddish per Paul Celan)»

«Fai saltare i bacini di luce / la parola fluttuante è al crepuscolo / dal primo all’ultimo respiro / la parola non ti appartiene / ferita / ferita / d’un dio in esilio». Pubblichiamo, nella traduzione di Giovanni Rotiroti, un ampio poema di Zéno Bianu dedicato a Paul Celan e intitolato Poema dei gradi (Kaddish per Paul Celan). Zéno Bianu è uno scrittore francese di origine romena, nato a Parigi nel 1950 da madre francese e padre romeno, rifugiato politico. Il poema è tratto dal volume di Bianu, Le désespoir n’existe pas [La disperazione non esiste] (Paris, Gallimard 2010).



Lucian Blaga: «Io non schiaccio la corolla di prodigi del mondo»

Ricorrono in questo mese i 120 anni dalla nascita di Lucian Blaga (9 maggio 1895 - 6 maggio 1961), filosofo, poeta, scrittore, grande ed emblematica figura della cultura romena del Novecento. Destituito dall’insegnamento nel 1948, la sua opera venne messa all’indice, tanto che i suoi scritti sono rientrati gradualmente nel circuito editoriale solo dopo la sua morte. Pubblichiamo una selezione di versi in edizione bilingue, tratti dall'importante antologia La poesia romena del Novecento (traduzione e cura di Marco Cugno, Alessandria 1996).



Ana Blandiana, classica e contemporanea: «La mia patria A4»

L’opera poetica di Ana Blandiana (n. 1942) sta assumendo i contorni e l’autorità di un vero e proprio classico della letteratura romena contemporanea. Dal precoce debutto nel 1964 alla raccolta di versi del 2010, Patria mea A4, la sua voce lirica limpida, profonda, insieme tragica ed apollinea, ha attraversato con impareggiabile forza la storia e le stagioni della poesia romena. L'editrice Aracne ha pubblicato, nella precisissima ed empatica traduzione italiana di Mauro Barindi, La mia Patria A4. Pubblichiamo la prefazione di Dan-Octavian Cepraga e una selezione di poesie.



Ana Blandiana, «La mia patria in A4»

Si intitola Patria mea A4 l'ultimo volume di poesie di Ana Blandiana (Humanitas, Bucarest 2010), un'immagine che riflette il sentimento di una patria per così dire di carta, forse banale nella sua candida fisicità, eppure smisuratamente spirituale per ciò che essa può contenere. «Qui c’è la patria dell’inquietudine: / Riuscirò un giorno / A decifrare le orme che non si vedono, / Ma che io so che esistono e che attendono / Che io le passi in bella copia / Nella mia patria in A4?». Spazio di ricerca e apertura, la patria della poetessa, non torre d'avorio. Presentazione e traduzione di Mauro Barindi.



Ana Blandiana: «Orologiul fără ore», il tempo dell'anima

Con il volume di poesie Orologiul fără ore (Humanitas, Bucarest 2016) e contenente 56 componimenti, Ana Blandiana torna ad emozionarci con versi carichi dei suoi temi portanti e ricorrenti di raccolta in raccolta - la Natura e l’uomo, il mistero della morte e del tempo, il bene e il male, il rapporto con Dio -, riecheggianti con immutata profondità e pertinacia, quasi con ossessiva urgenza, attraverso la fremente, insaziabile e personalissima visione di una poetessa di grandezza europea, anzi, universale per iconicità lirica, come Ana Blandiana. A cura di Mauro Barindi.



Iurie Bojoncă, poeta di Bessarabia autoesiliatosi in Italia

Poeta per vocazione, portatore di fresche sonorità nella lirica bessaraba e lontano dai club dei letterati, Iurie Bojoncă vive il destino poetico a modo suo. Nato nel 1961, si è laureato alla Facoltà di Filologia dell’Università Pedagogica «Ion Creangă» di Chişinău. Autoesiliatosi in Italia, abita a Mogliano Veneto da circa quattordici anni: Ha pubblicato il volume Il fiume Zero e il pioppo dispari (2007) e la raccolta bilingue Din puşcăriile paradisului / Dalle prigioni del paradiso (Art Press, Timişoara 2010, traduzione di Viorica Balteanu), dalla quale proponiamo una selezione di versi.



Ani Bradea, verità e dono di una poesia sincera: «Poemi dal muro»

«Arrivano ancora carovane con aromi e spezie / dal deserto verde. / perfidi i commercianti bussano alla porta / sanno che non li posso rifiutare. / la nostra giornata d’amore, / la notte ancora non arrivata…». Ha il dono vivido delle immagini e il pregio non ovvio della sincerità la poesia di Ani Bradea (studi universitari di scienze umanistiche e psicologia), qui al suo esordio poetico con il volume Poeme din zid (Brumar, Timişoara 2016), ora disponibile anche in italiano col titolo Poemi dal muro (Tribuna, Cluj-Napoca). Ne proponiamo una selezione a cura del traduttore, Stefan Damian.



Emil Brumaru: «E così passarono i miei anni luminosi»

Il 5 gennaio 2019 si è spento, all’età di 80 anni, Emil Brumaru, uno dei più importanti poeti romeni contemporanei. Nato nel 1939 a Bahmutea (Tighina, Bessarabia), si laureò in Medicina nel 1963, anno in cui esordì anche come poeta su «Luceafărul». Medico fino al 1975 nel villaggio di Dolhasca, nord della Moldavia, al confine con l’ex Unione Sovietica, si dedicò poi interamente alla scrittura. In edizione bilingue, proponiamo i versi di questo poeta pubblicati nell'antologia La poesia romena del Novecento (traduzione e cura di Marco Cugno, Alessandria 1996).



Ruxandra Cesereanu e la sua poesia: «Sophia Romania»

Giovanni Magliocco, docente di romeno all’Università di Bari, presenta in traduzione alcune poesie della silloge Sophia Romania (Max Blecher, 2021) di Ruxandra Cesereanu (n. 1963), scrittrice, poetessa e professoressa di Letteratura comparata all’Università di Cluj. Sono «ballate postumane» che «attraverso un immaginario cibernetico e un linguaggio techno» riprendono suggestioni contenute in sue raccolte precedenti, e dove, «come in un upgrade», viene usato un linguaggio «costellato di anglicismi, di termini tecnologici e scientifici».



Ruxandra Cesereanu e la sua «Venezia dalle vene viola»

Venezia dalle vene viola. Lettere di una cortigiana di Ruxandra Cesereanu (Aracne 2015) ci fa intravedere non solo una Venezia decadente, onirica e gotica, ma soprattutto una Venezia interiorizzata, un «odore archetipico», un’«Atlantide rovesciata». «È incredibile – scrive il traduttore Giovanni Magliocco – come una poetessa romena abbia avuto questa sensibilità di percepire quello che anche per me è l’essenza più profonda di questa città, essenza che di rado mi è capitato di ritrovare in altri testi». Presentiamo il volume con una intervista di Cristina Gogianu e alcune poesie.



Nicolae Coande: «Un tetto sopra la testa»

Proponiamo una selezione di versi dalle raccolte poetiche di Nicolae Coande, membro dell’Unione degli scrittori di Romania e segretario letterario del Teatro Nazionale di Craiova. Nato nel 1962, Coande ha debuttato nel 1995, ottenendo diversi riconoscimenti e premi letterari, tra i quali il Premio per la poesia della rivista «Ramuri» (1988, 2006), il Premio per la saggistica della rivista «Argeș» (2013), il Premio della rivista «Hyperion» (2013). Le sue poesie sono presenti in antologie pubblicate in Romania e in vari altri Paesi. Traduzione di Marin Budică e cura di Mauro Barindi.



Denisa Comănescu e la sua creazione poetica: «Ritorno dall’esilio»

Denisa Comănescu (n. 1954) è una delle più importanti poetesse romene viventi. È stata editore e direttore editoriale di due grandi case editrici in Romania, dal 2007 ricopre la carica di direttore generale della casa editrice Humanitas Fiction. Nel 2006 vi ha avviato la collana di libri personalizzata «Raftul Denisei», dedicata alla narrativa straniera. Le sue poesie sono state pubblicate in oltre 15 paesi. Qui pubblichiamo una selezione di versi estratti dall’antologia poetica Ritorno dall’esilio, traduzione di Bruno Mazzoni e Mihail Banciu, Transeuropa Edizioni, 2015.



Dumitru Crudu: da «Ora cinque e sette minuti»

Dumitru Crudu (n. 1967) è prosatore, drammaturgo e poeta della Repubblica di Moldavia, autore di pièce, romanzi e racconti che hanno attirato l’attenzione della critica, venendo nominato a importanti premi letterari, vincitore con la raccolta di prose brevi Salutări lui Troțki del Premio «Ion Creangă». Clara Mitola ci presenta qui in anteprima due brani estratti dal suo ultimo libro di racconti, Ora cinque e sette minuti, del 2022, incentrati «sulla guerra, sullo spirito e sulle conseguenze della guerra», testi che risaltano come un «grande racconto corale» tagliente e asciutto.



Gabriel Daliş, «Mi sono raggrumato in me». Poesie inedite

Gabriel Daliș (n. 1978) è una delle voci liriche più peculiari e originali dell’ultima generazione di giovani poeti romeni. Dotato di un linguaggio asciutto, scarno, quasi crudo e ridotto all’essenziale, ma ricco di una conturbante e profonda pregnanza lirica, Daliș ha la capacità di colpire il lettore creando piani e combinazioni espressivi che incidono per la loro enigmatica e intima qualità. Offriamo, per la prima volta in traduzione italiana, le cinque poesie che aprono la sua ultima antologia :până mereu, insieme ad otto nuove poesie. Presentazione e traduzione di Mauro Barindi.



Dan Dănilă: «Conquistare il bastione delle palpebre»

Con il titolo Conquistare il bastione delle palpebre, pubblichiamo una selezione di poesie di Dan Dănilă (n. 1954), poeta, traduttore e pittore che dal 1990 vive a Leonberg (Germania). Le sue poesie, racconti, traduzioni, lavori di grafica sono stati pubblicati da importanti riviste letterarie in Romania, Germania, Danimarca, Canada e negli Stati Uniti. Ha pubblicato diversi libri di poesie in romeno e sempre in romeno ha tradotto François Villon, Rainer Maria Rilke, Wolf von Aichelburg e Georg Scherg. È membro dell'Unione degli Scrittori della Romania e dell’Exil PEN Germania.



Dan Dănilă: «Nessuna patria è al di sopra»

Con il titolo Nessuna patria è al di sopra, pubblichiamo in edizione bilingue una selezione di poesie di Dan Dănilă, poeta, traduttore e artista plastico, nato a Sibiu nel 1954. Dănilă è presente in numerose antologie e sulla stampa letteraria romena e internazionale con poemi propri, traduzioni dal tedesco, inglese e francese, saggi e opere di pittura e grafica. Membro dell’Unione degli Scrittori Romeni e dell’Exil PEN, dal 1990 vive in Germania. Le poesie sono estratte dalla raccolta Atlantida există (Atlantide esiste, 2011) e tradotte da Francesca Paşcalău e Laszlo Alexandru.



Mihai Eminescu, una nuova traduzione del poema «Lucifero»

Una nuova versione in italiano del celebre poema di Mihai Eminescu (15 gennaio 1850 - 15 giugno 1889) è sempre un piccolo evento, in cui ha voluto cimentarsi questa volta lo scrittore Viorel Boldiș in occasione dell’anniversario del sommo poeta di Ipotești. La sua traduzione è l’ultima di una non foltissima, a dire il vero, ma prestigiosa pleiade che raccoglie i nomi di Ramiro Ortiz, il primo a traslarlo in italiano (1927), Mario De Micheli/Dragoș Vrânceanu (1984), Marin Mincu/Sauro Albisani, Geo Vasile (entrambi nel 1989), Marco Cugno e Fiammetta Ricci (entrambi nel 1990).



Mihai Eminescu, «La steaua». Tradurre poesia

Il traduttore di poesia – ma anche di prosa – è come uno scalatore di montagne: se troppo impavido, finisce per perdere la presa e si sfracella. Se, invece, è l’incertezza ad attanagliarlo, si abbarbicherà più forte alla roccia ma finirà sfracellato ugualmente. Questa è l’indovinata immagine che Alessio Colarizi Graziani utilizza all’interno del suo intervento per spiegare l’approccio del traduttore alla poesia di Mihai Eminescu, «assoluta» e proprio per questo difficile da tradurre rispettandone la «musicalità». Come La steaua, di cui ci offre la sua personale versione italiana.


Dinu Flămând. In anteprima, un florilegio poetico

Dinu Flămând (n. 1947), intellettuale di poliedrica attività, è anche un affermato e apprezzato poeta. In Italia sono state pubblicate due sue raccolte liriche: La luce delle pietre (Palomar, Bari 2009), antologia della sua lirica scritta fra il 1998 e il 2009, a cura di Giovanni Magliocco, e Ombre e falesie (Raffaelli, Rimini 2018), a cura di Smaranda Bratu Elian. La stessa curatrice presenta ora in anteprima per la nostra rivista alcune poesie da una antologia di prossima pubblicazione, nelle quali l’autore riversa impressioni di viaggio, inoltrandosi anche in più intimi meandri della propria vita.



Dinu Flămând, «Sogno con Sinisgalli»

Leonardo Sinisgalli (1908-1981) è stato un intellettuale del ’900, nato in Basilicata, dalle mille sfaccettature, una sorta di genio aperto al mondo come lo era stato il suo omonimo. Una meritoria e necessaria opera di recupero del suo nome culminerà in Italia con un mondadoriano Meridiani dedicato alla sua opera poetica. Smaranda Bratu Elian traduce una poesia «dedicatagli» da un altro poeta, Dinu Flamând, che sta preparando una raccolta dei suoi versi tradotti per il pubblico romeno che potrà così avvicinarsi a questo autore straordinario ancora sconosciuto in Romania.



Dinu Flămând e Savina Tarsitano, fantasmagoria di parole e immagini

Dinu Flămând, poeta romeno e traduttore di fama internazionale, e Savina Tarsitano, artista di Catanzaro attiva in fotografia, grafica e pittura, sono gli artefici di un progetto artistico itinerante di respiro internazionale, denominato «Le luci delle pietre». Il progetto, ispirato all’omonimo volume di Flămând (con illustrazioni di Tarsitano), mette in opera un dialogo fra poesia e arte, facendo interagire linguaggi diversi. Prendendo spunto da un evento cui i due autori hanno dato vita a Catanzaro, Smaranda Bratu Elian presenta storia e profilo di questo singolare progetto italo-romeno.



Benjamin Fondane: «Il Salmo del lebbroso»

Pubblicato nel 1920 e ora tradotto in italiano da Irma Carannante, questo straordinario componimento di Benjamin Fondane (1898-1944) ripropone il tema della teodicea giobbica, una «supplica invocativa» in cui risuona l’antica domanda biblica sul senso della sofferenza del giusto e sulla giustificazione del male nel mondo. Apparente parodia della preghiera con intenti distruttivi e blasfemi, in realtà è il riconoscimento del mistero abissale che circonda la parola del Totalmente Altro, nell'indissolubile legame etico del dolore con l’amore. Presentazione di Giovanni Rotiroti.



Ela Iakab: «I fanciulli della terra vulcanica»

Sotto il titolo I fanciulli della terra vulcanica pubblichiamo una selezione di liriche della poetessa Ela Iakab (n. 1976), nonché professoressa di lingua e letteratura romena nel liceo della sua città, Lugoj, e critica letteraria. Scrive poesia dal 2013 e ha già al suo attivo due raccolte poetiche: Cartea lui Athanasios/Il libro di Athanasios (ed. Grinta, 2017), insignita di due premi nazionali per la poesia, e I poemi di Aethris (ed. Eurostampa, 2020) contenente versi già premiati come inediti con la Menzione d’Onore «Il sigillo di Dante» (2020), Società Dante Alighieri della Spezia.



Cezar Ivănescu: «Non sarà tempo di uccidere il tuo essere»

Cezar Ivănescu (1941-2008) è un punto di riferimento della poesia romena contemporanea. I suoi versi sono un flusso ininterrotto in cui si intersecano registri sonori distinti, espressioni e sostanze polifoniche del suo vissuto orfico. «Morte» è la parola chiave di quasi tutta la sua produzione letteraria, che ci offre la cifra della sua avventura metafisica, impresa gnostica e insieme poetica. Pubblichiamo una selezione di versi estratti dal volume di saggi e testi poetici in romeno e italiano Sogno Suono Segno a cura di Geo Vasile (Il Foglio, Piombino 2014).



Mircea Ivănescu: Altre poesie scelte (1968-1976)

Laura Capra presenta il volume Altre poesie scelte (1968-1976), l’antologia poetica di Mircea Ivănescu (1931-2011) curata da Federico Donatiello, con testo romeno a fronte (Criterion Editrice, 2020) da cui propone anche alcuni componimenti. Nell’articolo l’autrice lo descrive come «il poeta dei ricordi che prendono forma nell’inquietudine», che «si installano tra le righe, popolandosi di presenze e scene, laddove la morte diviene collante della desiderosa possibilità di vita». Fascinosa silloge questa di Mircea Ivănescu, dai versi dolcemente dissonanti, abissi di psicologia.



Mircea Ivănescu, 90 anni dalla nascita: «Non roviniamo il gioco»

Il 26 marzo del 1931 nasceva a Bucarest Mircea Ivănescu (scomparso a Sibiu nel 2011), uno dei più grandi poeti del ’900 romeno, e miglior modo per celebrare i novant’anni dalla sua nascita non poteva essere che l’uscita dell’antologia Altre poesie scelte (1968-1976) (testo romeno a fronte, Criterion Editrice, Milano, 2020) che raccoglie, per la prima volta in Italia, un’ampia selezione delle sue liriche, nella smagliante traduzione di Federico Donatiello, docente di Lingua e letteratura romena all’Università di Padova, estensore anche dell’Introduzione. Buona lettura!



Mircea Ivănescu, oltre il modernismo. «La poesia è qualcos’altro?»

Mircea Ivănescu (1931-2011) rappresenta una voce distinta nella poesia romena contemporanea. Se la lirica degli anni ’60 (dal modernismo di Nichita Stănescu fino allo sperimentalismo del circolo onirico) è declamativa e visionaria, immaginifica e piena di entusiasmo creativo, la formula personale di Ivănescu può essere definita (molti hanno avuto la tentazione di farlo) post-modernista, oltre il modernismo. Per Ivănescu la parola poetica deve diventare strumento di autentificazione esistenziale, punto di equilibrio tra vita reale e letteraria, tra identità e maschera. A cura di Clara Mitola.



Vasile Leac: «Monoideale», un «luogo di speranze e piaceri»

Nella sua presentazione, Clara Mitola ci introduce alla voce poetica del transilvano Vasile Leac, autore che, rifuggendo dall’essere incasellato nella generazione poetica dei «duemilisti», preferisce stare ai margini, proponendo perciò liriche che puntano non all’«assurdo ludico del realismo miserabilista» della prima sfornata di poeti del 2000, ma allo «scherzo» e al «gioco letterario». Oltre a questa sua specificità stilistica, il poeta osserva anche la cruda realtà circostante, colta usando un linguaggio che sa abbandonarsi a venature di documentaristica obbiettività, fredde e tecniche.



Gherasim Luca: per il centenario, poesie inedite in italiano

Il 2013 è l'anno centenario della nascita di Gherasim Luca (23 luglio 1913 - 9 febbraio 1994). Le sue prime poesie, che pubblichiamo per la prima volta in italiano tradotte da Maria Schiavone, sono uscite tra il 1930 e il 1931 sulla rivista «Alge». Barbară, Pătrundere, Developări, Femeia Domenica d’Aguistti presentano, retroattivamente, aspetti di fondamentale interesse per la grande questione, che mai abbandonerà il nostro autore, del desiderio e del suo oggetto, dell’amore e della donna che non esiste, anche se da qualche parte c’è. Presentazione di Giovanni Rotiroti.



Gherasim Luca: «La Fine del mondo»

L’antologia Gherasim Luca, La Fine del mondo (Poesie 1942-1991), a cura di Alfredo Riponi (tr. it. di A. Riponi, Rita R. Florit, Giacomo Cerrai, Joker, Novi Ligure 2012) offre, per la prima volta al lettore italiano, la possibilità di entrare nell’universo creativo di Ghérasim Luca attraverso un percorso poetico di grande suggestione, che raccoglie i testi di più forte impatto emotivo, senza tralasciare i classici dei suoi recitals, le prime prose poetiche e quello che può essere considerato il suo manifesto poetico, inedito in volume. Qui un saggio poetico bilingue, francese e italiano.



Alexandru Macedonski, l'innovatore della poesia romena moderna

Nel 2014 ricorrono 160 anni dalla nascita del poeta Alexandru Macedonski (1854-1920), grande innovatore della poesia romena moderna, e non solo sotto l'aspetto formale, e paladino del simbolismo, che aveva visto nascere in Francia e Belgio. Nei raffinati versi delle raccolte Poezii (1882), Excelsior (1895), Flori sacre («Fiori sacri», 1912), Poema rondelurilor («Il poema dei rondelli», postumo, 1927), Macedonski ha cantato la sorte infelice del genio, le ingiustizie del mondo, ma anche le bellezze esotiche e la prorompente forza vitale. Selezione di versi in edizione bilingue.



Riri Sylvia Manor: «La mia anima screziata»

Riri Sylvia Manor, nata in Romania nel 1935 e stabilitasi in Israele dal 1960, è medico oftalmologo e poetessa che scrive in romeno e in ebraico. Membro dell’Unione degli Scrittori d’Israele e di quella romena, dà corpo alla sua attività scientifica e letteraria in entrambi i Paesi. Ha anche fondato recentemente un’organizzazione non a scopo di lucro al fine di promuovere i reciproci rapporti tra la letteratura israeliana e quella romena. Con il titolo La mia anima screziata, presentiamo una selezione di sue poesie in versione bilingue, romena e italiana, a cura e traduzione di Mauro Barindi.



Riri Sylvia Manor: «Ciò che sono stata non è finito ancora»

Un soffio straripante di vita, sentimenti, emozioni nei nuovi versi di Riri Sylvia Manor: amore, tristezza, gioia di vivere, ricordi, vecchiaia fra passato, presente e futuro. Con trentotto composizioni inedite, nella sua nuova silloge poetica intitolata Încă (Tracus Arte, 2013) ritorna a incantarci la magia lirica dei versi della Manor, uniti da un filo che sembra voler tessere tutta un’esistenza sviscerata attraverso i ricordi, il presente, il continuo divenire e rinascere nonostante l’incalzare biologico dell’età, l’erotismo rivendicato e brandito come diritto e necessità vitali. A cura di Mauro Barindi.



Daniel D. Marin: «Il mondo di Madama Civetta»

Traspare un mondo quasi da fiaba inquietante – sospeso tra spensierato allegorismo e sfrenata fantasia – nelle quattro poesie di Daniel D. Marin (n. 1981), giovane e intraprendente esponente della nuova poesia romena, rese qui in italiano da Giulia Ambrosi, che hanno per protagonista Madama Civetta e il suo mondo, tratte dalla sua ultima raccolta di versi, Poeme cu ochelari (Poesie con gli occhiali), Tracus Arte, 2014. Daniel D. Marin vive in Italia, a Sassari, e sempre in Sardegna, fra l’altro, ha selezionato le poesie romene per la rassegna Poesia a Strappo Alghero del 2013-2016.



Mariana Marin, la «poetessa in jeans». Traduzioni inedite

Mariana Marin (1956-2003) appartiene alla generazione degli anni ’80 – la «generazione in jeans» – impegnata a ripensare il rapporto tra poesia e realtà. In questa visione, la poesia è in strada, è sociale, incarnata in tutte le cose del reale. I versi che pubblichiamo fanno parte della penultima raccolta della Marin, scomparsa prematuramente nel 2003: Mutilarea artistului la tinereţe (La mutilazione dell’artista in gioventù), del 1999. Un’interiorità ripiegata su se stessa, autentica fino all’ossessione, sincera fino al sarcasmo. Presentazione e traduzione di Clara Mitola.



Virgil Mazilescu: «Siamo felici come i giunchi»

Pur muovendosi nel tardo-surrealista (onirismo) degli anni ’70, Virgil Mazilescu (1942-1984) rappresenta una sorta di anello di congiunzione tra gli anni ’60 e gli anni ’80 della poesia romena. Già solo questo, la cronologia della sua attività, lascia immaginare la misura della complessità poetica di quest’autore, poco prolifico ma dotato di eccezionale accuratezza e intelligenza compositiva, capace di correggere per anni interi un singolo verso che inevitabilmente imparava a memoria, nell’ossessiva ripetizione della cura formale. Pubblichiamo qui alcuni suoi poemi tradotti da Clara Mitola.



Ciprian Măceșaru, le nuove poesie in bianco e nero

Un sottile sottofondo di autoironia si insinua nell’ottavo volume (il primo è del 2007) di poesie Corpuri de întunecat (Casa de pariuri literare, Bucarest 2020) di Ciprian Măceșaru. Ma ci sono anche il bianco e il nero delle foto che lo impreziosiscono, frutto dell’estro fotografico dell’autore stesso, ossia il lato soffuso di quieta luce della sua dimensione più intima e il lato oscuro da cui è circondato. Sembrerebbe questo il mondo dualistico di Ciprian Măceșaru, ora scabro e angosciato, ora vitale e scalpitante come un ritmo rock scandito dal pulsare di una adrenalinica batteria.



Victoria Milescu: «Sono ancora proprietà di Dio»

«Sono ancora / proprietà di Dio / Dove correre? / Sono lo scriba terrorizzato dalle parole / Mi hai inviato perché sto in silenzio / mordendo la terra. / Dove correre quando a correre è la terra stessa? / Atterriti siamo da un’unica parola, / presto si farà sentire, / sarà tuono o brezza. / La dirai tu, la sussurrerò io. / Sono ancora la prediletta di Dio, / dove e perché correre...». Pubblichiamo una selezione di versi di Victoria Milescu (n. 1952), poetessa e traduttrice di lingua inglese, membro dell'Unione degli Scrittori della Romania. Traduzione italiana a cura di Alexandru Calciu.



Ioan Moldovan: «L’oro fra le rughe»

Debutta nel 1980, ma prende un cammino diverso da quello degli «ottantisti». Ioan Moldovan (n. 1952), poeta della quête della suprema finzione, di vena confessiva, tanto lucido quanto ludico, tagliente e lirico, conosce registri teneri e sofisticati, lapidari e impetuosi. Le sue raccolte poetiche sono state pluripremiate e tradotte in ungherese, inglese, tedesco, albanese, francese e ceco. Insomnii lîngă munți (Insonnie ai piedi del monte) è la raccolta in cui più si avverte una chiara vicinanza tra Moldovan e Montale, persino nel ritmo e nella sintassi. A cura di Anca-Domnica Ilea.



Ion Mureşan, «Il poema sulla poesia». Tra metafora e voluttà

Un riflessivo che possiede la scienza dell’immagine e l’insolenza metaforica. Indole discreta, a volte solitaria, seppur infaticabile bon viveur, Ion Mureşan (n. 1955) vive la poesia furiosamente e con infinita voluttà. Trae le sue origini dal surrealismo onirico e oracolare di Gellu Naum e Virgil Mazilescu ma, consapevole del proprio valore, è creatore di un universo immaginario e discorsivo consono alla propria visione poetica, uno stato di grazia naturale ironica e pietosa. A gennaio di quest’anno ha vinto il Premio Nazionale di Poesia «Mihai Eminescu». A cura e traduzione di Geo Vasile.



Gellu Naum, un grande surrealista europeo a cento anni dalla nascita

Il mese di agosto segna la ricorrenza della nascita di Gellu Naum, uno dei più grandi poeti surrealisti europei (1 agosto 1915 - 29 settembre 2001). Esordisce come poeta nel 1931, quindi nel 1938 è a Parigi per studi di specializzazione in filosofia. Rientrato in Romania dopo lo scoppio della guerra, fa parte del «gruppo surrealista di Bucarest» (1941-1947) con Virgil Teodorescu, Paul Păun, Gherasim Luca e Trost. Pubblichiamo una selezione di versi tratti dall'antologia La poesia romena del Novecento (traduzione e cura di Marco Cugno).



Octavian Paler: «La poesia è anzitutto una forma di speranza»

Octavian Paler (1926-2007), personalità di spicco della cultura romena, è noto prevalentemente come scrittore e saggista, ma la sua opera conosce anche il linguaggio della poesia. Magda Arhip ne traduce per noi alcuni passaggi, mentre Giovanni Rotiroti ci segnala che in questa poesia «vengono a raccogliersi suggestioni memoriali, segni culturali, allusioni sentimentali, che racchiudono l’ostinata ricerca di una forma mitica, di un’immagine appropriata che, oltre a rinviare a se stessa, riproduce l’idea, la raffigurazione di verità che il sacro tradizionalmente contiene».



Anton Pann, colui che musicò l'inno nazionale romeno. E scrisse adagi

Poeta, compositore, traduttore dallo slavone, dal greco e dal turco, Anton Pann (1790-1854), autore straordinariamente erudito, è uno dei meno frequentati e più sottovalutati della letteratura romena classica. Eppure, oltre ad aver messo in musica l'attuale inno nazionale della Romania, Pann ha fatto transitare per primo la lingua del popolo dalla grande porta della poesia. Sebbene si tratti di un autore difficile da trasporre in un’altra lingua, Anca-Domnica Ilea si è cimentata nel rendere in italiano uno dei suoi funambolici «adagi». Brillante e ironico come sempre.



Dora Pavel: «Human Alert», La destrutturazione drammatica del Sé

Giovanni Magliocco presenta il nuovo volume di poesie di Dora Pavel (n. 1946), Human Alert, uscito nel 2021 per l’editrice Casa de pariuri literare. Come sottolineato dall’autore, la scrittrice clujana ritorna alla poesia, dopo una pausa di oltre un ventennio, in cui si è dedicata esclusivamente al romanzo, con una silloge composta d’impeto, durante la pandemia. In essa ritroviamo gli echi borderline che caratterizzano i suoi romanzi «neuro-gotici», tanto che la si potrebbe leggere come una loro trasposizione in versi, tra i più suggestivi pubblicati ultimamente in Romania.



Horia Pătraşcu: «La tua carezza di cotone»

«La tua carezza di cotone al 100% / Senza neanche un po’ di poliestere,/ Tutta terra ed etere/ Mi entrava in corpo come un’ispirazione». Pubblichiamo una selezione di poesie a firma di Horia Pătrașcu, tradotte in italiano da Amelia Natalia Bulboacă. Classe 1976, Horia Pătrașcu ha conseguito nel 2009 il dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università «Al. I. Cuza» di Iași e nel 2013 il post-dottorato presso la stessa Università. È autore di cinque libri e in Romania è conosciuto anche per la sua intensa attività pubblicistica.



Marta Petreu: «Portate i verbi»

Presentiamo una selezione di versi in edizione bilingue di Marta Petreu, scrittrice, saggista e storico della filosofia romena. Marta Petreu è lo pseudonimo letterario di Rodica Marta Crișan, nata nel 1955 a Jucu de Jos (Cluj). Laureata in filosofia all’Università di Cluj, dal 1990 insegna nella medesima università. Collabora a «România Literară» e dirige la rivista «Apostrof». In Romania ha al suo attivo diverse raccolte poetiche e saggi critici. I versi che proponiamo sono tratti dall'antologia La poesia romena del Novecento, traduzione e a cura di Marco Cugno (Edizioni dell’Orso, Alessandria 1996).



Ioan Es. Pop: «Ieud senza uscita». Versi in edizione bilingue

Ioan Es. Pop (n. 1958) è un noto poeta romeno contemporaneo. Il suo esordio avviene nel 1996 con la raccolta Ieudul fără ieşire (Ieud senza uscita). Mentre l’immaginario nazionale si apre al rinnovamento, o alla speranza di rinnovamento, la sua opera rappresenta l’altra faccia del post-comunismo, dell’esistenza umana indebolita e soffocata, che si affanna alla ricerca di un’uscita, di speranza ma anche priva di speranza, come travolta a rallentatore da un reale spaventoso, affermato e negato allo stesso tempo. Clara Mitola lo presenta e ne traduce alcuni versi.



Spiridon Popescu: «Mi fu fatta la proposta di nascere uccello»

È stata recentemente pubblicata, presso la Rediviva Edizioni di Milano, la silloge bilingue Supplemento di esistenza di Spiridon Popescu, a cura di Mirela Tingire. «Spiridon Popescu è un poeta particolare, con delle peculiarità alquanto rare. Per coloro che lo conoscono da vicino egli è il poeta che, attraverso il suo lirismo naturale, riesce a svelare ogni momento prosaico della vita. D'altronde la sua vita è un poema unico, un modo di essere interiore, fino ad arrivare all'estasi che solo la poesia riesce a creare» (Ion Hirghiduş). Pubblichiamo una selezione di versi.



Radmila Popovici: «Mi prendo gli occhi nei palmi»

La poetessa moldava Radmila Popovici (n. 1972) sarà questo mese in Italia (a Milano e a Padova fra il 21 e 23 di febbraio) per promuovere il volume di versi in italiano Unica (Edizioni Unu, Chișinău 2019), nella traduzione di Daniela Barda. Le rassegne letterarie saranno organizzate con l'aiuto della comunità moldava in Italia, in collaborazione con l'Associazione Culturale Busuiocul (il Basilico) coordinata da Lilia Tusa. Nel dialogo con Irina Niculescu la poetessa ci svela come è nata l’idea di far tradurre le sue nuove poesie al centro delle quali domina l’universo femminile.



«Premi Sofia Nădejde»: Deniz Otay e Gabriella Eftimie

Intitolati a un’autrice (1856-1946) progressista e femminista, i Premi Sofia Nădejde, alla loro terza edizione e il cui gala si è tenuto a Bucarest il 24 settembre 2020, promuovono la letteratura scritta dalle donne. Quest’anno i premi sono andati a: Deniz Otay (per il debutto in poesia) – Fotocrom Paradise (Ed. OMG, 2020), Ema Stere (per il debutto in prosa) – I figli di Marcel (Polirom, 2020), Gabriella Eftimie (categoria poesia) – Sputnik in giardino (Ed. OMG, 2020), Lavinia Braniște (categoria prosa) – Sonia alza la mano (Polirom, 2019). A cura e traduzione di Clara Mitola.



Ofelia Prodan: «Dentro una vespa vive una vecchia ramazza»

Ofelia Prodan (n. 1976) rientra nella cosiddetta «generazione duemillista», quella fucina di nuovi poeti (e di prosatori) che hanno segnato un momento di svolta nel modo di fare poesia nel panorama letterario romeno degli anni 2000. Di lei è stato scritto che potrebbe inaugurare «una nuova estetica» (Grațiela Benga, Rețeaua. Poezia românească a anilor 2000, 2016) e questo suo nuovo e personalissimo approccio stilistico si riflette ecletticamente nel volume Elegie allucinogene (Edizioni Forme Libere, 2019) uscito recentemente in italiano. Presentazione di Mauro Barindi.



Ofelia Prodan: «Vagando cautamente dentro me stessa»

Ofelia Prodan è una delle poetesse oggi più apprezzate in Romania. Ha esordito nel 2007 e ha vinto numerosi premi letterari nazionali. In Italia ha vinto il Premio Internazionale di Poesia e Prosa «Napoli Cultural Classic», VIII edizione, 2013, classificandosi al primo posto nella sezione Poesia in lingua straniera. I suoi componimenti sono tradotti in italiano, spagnolo, portoghese, inglese, francese, ungherese e olandese. Pubblichiamo una selezione di versi dell'ultima raccolta, Călăuza (Cartea românească, 2012), con la traduzione di Răzvan Purdel e la presentazione del critico Ion Pop.



Dieter Schlesak, «Purificazione del ricordo». Versi in edizione bilingue

«Dieter Schlesak (1934-2019) è il poeta della patria negata. Ma dal senso d’estraniamento da viandante schubertiano che ovunque lo accompagna, egli riceve in cambio un maggiore angolo visuale, non limitato a particolarismi nazionali». Così Stefano Busellato nell'introduzione all'antologia Settanta volte sete (Edizioni ETS 2006), di cui pubblichiamo una selezione bilingue. «Venendomi alla bocca il dialetto mi riporta a casa./E mi dice ghe me fa mal. Mare./ Ampia la prospettiva. Gli occhiali qui sulla frase./ Dimmi, ti suona ancora bene, in tedesco?».



Dieter Schlesak e Vivetta Valacca: «La luce dell’anima»

La luce dell’anima è una raccolta di versi composta a quattro mani da Dieter Schlesak, noto poeta e scrittore di origine romena, e Vivetta Valacca, saggista e poetessa ligure. «Un unico tema attraversa l’intera silloge: quello dell’amore come ragione profonda e senso dell’esistenza umana. Ci troviamo di fronte ad un confronto/dialogo tra due esperienze circa il mistero, la bellezza e l’ineffabilità del sentimento amoroso. Una voce femminile ed una maschile si alternano a poetare un vissuto: quello potente ed irrazionale dell’Eros». La recensione è di Antonio Di Gennaro.



Dan Sociu: «Scrivo amore con un nodo in gola»

Dan Sociu, classe 1978, è una delle voci più interessanti della poesia romena contemporanea. Ciò che subito risalta nella sua opera è la coerenza tematica e stilistica. Sociu scrive in modo sapiente, è conscio dei propri strumenti e li utilizza al meglio, rivolgendosi al lettore in modo diretto e potente, una sorta di «épater le bourgeois» che avviene raccontando semplicemente il reale: quello del poeta. Tutti i libri di Sociu mettono insieme e rivelano progressivamente un personaggio ispirato all'autore, di cui porta il nome e manifesta i dati biografici. A cura di Clara Mitola.



Marin Sorescu. Leggere il mondo come una parodia

Nel 2016 ricorrono gli 80 anni dalla nascita e i 20 anni dalla morte di Marin Sorescu, uno dei più importanti scrittori e poeti romeni del secondo Novecento. Nato il 19 febbraio 1936 a Bulzesti, Sorescu ha pubblicato numerose raccolte poetiche, nonché diversi romanzi, saggi, drammi, traduzioni e interviste con alcuni dei maggiori poeti della scena internazionale. Tradotto a sua volta in oltre quaranta lingue, Marin Sorescu è stato vincitore di prestigiosi premi letterari, anche in Italia, e candidato al Premio Nobel. A cura di George Popescu.



Amelia Stănescu: «Se la poesia mi potesse aiutare»

Nata il 22 giugno 1974 a Costanza, laureata in filologia e legge, Amelia Stănescu ha al suo attivo numerose raccolte poetiche: debutta in poesia nel 1993 e diventa membro dell'Unione degli Scrittori di Romania nel 2000. A cura e in traduzione di Lucia Tarase, pubblichiamo una selezione di versi estratti dalla raccolta I meccanismi dell’essere (Ed. Ex Ponto, 2013), preceduti dall’inedito Un castello di sabbia, con il quale la poetessa ha partecipato nel 2013 alla finale del «Concorso internazionale di poesia Città di Gualtieri».



Nichita Stănescu a ottant’anni dalla nascita. La visione delle non-parole

Nel 2013, Nichita Stănescu (1933-1983), promotore della seconda rivoluzione del linguaggio poetico romeno dopo Mihai Eminescu, avrebbe compiuto 80 anni. Già la sua prima raccolta, Sensul iubirii (Il senso dell’amore), del 1960, testimonia un io libero di rigenerare il mondo nel linguaggio, nonostante un regime avverso alla libertà. Creatore di universi immaginari, Stănescu scarcera le parole dal loro significato convenzionale e mediante le sue non-parole crea una poesia capace di «inventare un fiore/ cui noi siamo/ il profumo». Presentazione e traduzioni poetiche di Geo Vasile.



Robert Şerban: «In alto il cuore». Versi in edizione bilingue

Le molteplici dimensioni della morte, che è fine ma anche transizione. Le ritroviamo nei versi di Robert Şerban, poeta, scrittore e giornalista, nome affermato della poesia romena contemporanea. Nato a Turnu Severin nel 1970, Robert Şerban è membro dell’Unione degli Scrittori di Romania e vincitore di importanti premi letterari. La selezione di poesie che proponiamo è tratta dalla raccolta Morte ultrafine (Moartea parafină, Ed. Cartea Românească, Bucureşti 2010), titolo che allude ai possibili significati della morte. A cura di Afrodita Carmen Cionchin.



Daniel Turcea e la poesia cristiana: «Epifania»

«Io ho scordato paura e tristezza / non mi resta che varcare il confine / della mia ombra, l’imbrunire / del mio essere. Signore, ho trovato / un principio per ciò che ha una fine». Ricorrono a luglio settant'anni dalla nascita di Daniel Turcea (1945-1979), considerato uno dei grandi poeti della letteratura cristiana romena del XX secolo. I suoi versi, scritti nel periodo dell’oppressione comunista, acquistano oggi un significato ancora maggiore. Ne pubblichiamo una selezione, dall'antologia La poesia romena del Novecento (traduzione e cura di Marco Cugno).



Floarea Țuțuianu e i suoi versi: «Non voglio invecchiare nel sonno»

Floarea Țuțuianu (n. 1953) è artista visuale di arte grafica e arte digitale, diplomatasi all’Istituto di Arti Plastiche «Nicolae Grigorescu» di Bucarest. Oltre alla sua attività nel campo artistico (negli anni 1994-2012 è stata anche grafica per l’Istituto Culturale Romeno), Floarea Țuțuianu è nota altresì per essere poetessa sensibile, autrice già di sette sillogi poetiche illustrate da lei stessa. Una di queste è stata tradotta anche in italiano a cura della prof.ssa Angela Tarantino: si tratta di Non voglio invecchiare nel sonno (Mobydick, Faenza, 2012), di cui pubblichiamo alcune poesie.



Radu Vancu, «Quattro villanelle»

Radu Vancu (n. 1978) è uno dei più significativi poeti romeni dell'ultima generazione. Ne presentiamo alcuni pregevoli e raffinati testi, scritti nella forma della villanella, canto di origine popolare napoletana, ma già passato attraverso numerose trasfigurazioni stilistiche, dal Parnasse al Novecento, da Banville a Leconte de Lisle, da Auden a Sylvia Plath a Dylan Thomas. Il fraseggio di Vancu, osservano i critici, segue una determinazione formale e una perfezione stilistica condotte all'estremo, che fanno pesare a Sade o a Poe. A cura di Matteo Veronesi.



Geo Vasile: «Il poeta è il veltro delle orme del sacro»

La silloge psico@terra.pia (Lietocolle, Faloppio 2012) raccoglie 33 poesie in romeno, riscritte in italiano dal loro autore, l'italianista Geo Vasile (n. 1942). Un viaggio spettacolare, fatto di emozioni forti e a tratti sconvolgenti, in compagnia di un Orfeo in perpetua ricerca della sua Euridice, che in realtà non trova mai, il libro ci accompagna nei meandri più impensati dell’animo del poeta, dandoci a volte l’illusione di esserci persi, per poi riprenderci per mano e riaccompagnarci verso l’uscita. La recensione di Ingrid Beatrice Coman è affiancata da una selezione di versi dell'autore.



Gilda Vălcan e la sua poesia: «Io sono ombra»

Laura Capra presenta e commenta una selezione di poesie tratte dall’ultima antologia di Gilda Vălcan, Io sono ombra (trad. a cura di Irma Carannante, Criterion Editrice, Milano 2021). Già autrice di altre sillogi in versi che la collocano ai vertici dell’attuale panorama poetico romeno, la poetessa annoda nei suoi poemi temi a lei cari, misteriosi e impenetrabili come l’ombra, la solitudine che «diviene un corpo che muta», il dialogo quale interiore «specchiarsi» nell’altro – una eco di Mariana Marin – o la concretezza della pietra, come in Marta Petreu, resa in contundenti metafore.



Gheorghe Vidican e il suo «3D», poesie 2003-2013. Il tutto dai frammenti

«Una poesia spaesante, dentro e fuori la realtà, senza mai indulgere a fatti occorsi o a riferimenti tragici, com’è per la tradizione romena, incatenando i fatti alle parole». È quella di Gheorghe Vidican (n. 1953), uno dei protagonisti della poesia romena contemporanea, nel giudizio di Laura Raineri, autrice del testo critico che qui pubblichiamo. Di Vidican, grazie ad una collaborazione multidisciplinare, è stata di recente pubblicata in italiano la raccolta 3D, poesie 2003-2013 (CFR edizioni, Sondrio 2015). Presentazione e selezione di versi a cura di Laura Rainieri.



Ion Vinea, maestro dell’avanguardia poetica romena

Ricorrono ad aprile 120 anni dalla nascita del poeta d’avanguardia Ion Vinea (17 aprile 1895- 6 luglio 1964), pseudonimo di Ioan Eugen Iovanache, figura di spicco della letteratura romena del Novecento. Scrittore, giornalista, poeta, fondò nel 1922 «Contimporanul», la più importante rivista d’avanguardia di orientamento costruttivista, che diresse per dieci anni. Pubblichiamo una selezione di versi in edizione bilingue, tratti dall'antologia La poesia romena del Novecento (traduzione e cura di Marco Cugno, Edizioni dell’Orso, Alessandria 1996).



Paul Vinicius: «Un verbo su cui salire entrambi e viaggiare»

Paul Vinicius (n. 1953), poeta, drammaturgo e giornalista, ha debuttato nel 1982 con un primo gruppo di poesie, seguite poi da numerose raccolte. Non ancora tradotto in italiano, alla sua opera hanno dedicato studi in Romania autorevoli critici, da Mircea Martin a Nicolae Manolescu, da Alex Ștefănescu a Marin Mincu, Geo Vasile, Mihai Șora ecc. Ne presentiamo, per la prima volta in italiano, alcune poesie tratte dai suoi due volumi più recenti: Liniștea de dinanintea liniștei (2011) e kemada (2013), entrambi destinatari di prestigiosi riconoscimenti in Romania. A cura di Mauro Barindi.



Matei Vişniec, poeta tra due mondi. Selezione di versi in traduzione

Matei Vişniec (n. 1956), poeta, prosatore e drammaturgo romeno, è noto in Francia, dove vive e lavora come giornalista a Radio France Internationale, in modo particolare per la sua intensa attività drammaturgica in lingua francese. In Romania, Vişniec esordisce e si afferma soprattutto come poeta, tanto da essere considerato una delle voci più originali e promettenti della generazione degli anni ’80. Dalla sua opera in versi, proponiamo una selezione in edizione bilingue, con traduzioni edite di Marco Cugno e traduzioni inedite di Roberto Merlo, che firma anche la presentazione.



Alexandru Vlahuţă: «Che struggente nostalgia di me stesso»

«Mi son ritrovato. Che struggente nostalgia ho avuto di me stesso». Con questo titolo, pubblichiamo una raccolta di versi di Alexandru Vlahuţă, uno dei più importanti poeti e scrittori romeni, nato il 5 settembre 1858 in un villaggio chiamato Pleşești (oggi Alexandru Vlahuţă). Nelle sue prime poesie si sente l’influenza di Mihai Eminescu che aveva incontrato a Bucarest e con il quale aveva stretto una profonda amicizia. Vlahuţă descrive la triste sorte dell’uomo che sembra un rematore incapace di arrivare alla riva. Presentazione e traduzione a cura di Magda Arhip.



Ilarie Voronca e lo splendore della vita

Poeta romeno d’origine ebraica, Ilarie Voronca è uno dei protagonisti dell’avanguardia poetica romena. Nato a Brăila nel 1903 e noto all’anagrafe con il nome di Eduard Marcus, ha avuto una vastissima produzione poetica, prima in romeno e poi, dopo l’espatrio avvenuto nel 1934, in francese. Giovanni Rotiroti propone un’introduzione all’opera di Voronca, riportando anche le illuminanti parole di Eugène Ionesco su questo grande poeta inventore della «pitto-poesia», morto suicida nel 1946: «Amavo molto la sua poesia: densa, ricca, sfavillante di immagini fresche e numerose».






POETI ROMENI ITALOFONI


Mihail Banciu e Mihai Cezar Popescu: scrivere poesia in italiano

È un fenomeno in crescita, che intercetta l'attenzione di critici e addetti ai lavori: non pochi romeni stabiliti in Italia, provvisoriamente o per sempre, si appropriano a tal punto della cultura e lingua italiana da servirsene per esprimere artisticamente la visione di sé e del mondo scrivendo romanzi o poesie. Smaranda Bratu Elian ci presenta il caso di Mihail Banciu e Mihai Cezar Popescu che, nelle rispettive raccolte poetiche in italiano, concretizzano a qualificati livelli artistici questo fenomeno di integrazione e insieme scambio culturale, che trova nella poesia una ospitale casa.



Otilia Borcia: «L’Italia mia»

In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, Otilia Doroteea Borcia indirizza un inno, Italia mea / L’Italia mia, al paese la cui cultura, intesa in ogni suo settore, la stimata professoressa e italianista ha posto al centro della sua formazione intellettuale, diffondendola poi attraverso il suo magistero di docente universitaria alle/ai discenti romene e romeni. È un’ode impregnata di passione e affetto sinceri per l’Italia, espressa con parole profonde e cariche di sentimento con suggestivi echi storico-culturali.



Otilia Borcia: «Parlando con te, Signore!»

Otilia Dor è il ‘nom de plume’ con cui si firma da poetessa la professoressa e italianista Otilia Doroteea Borcia di cui segnaliamo la recente raccolta di versi bilingue Parlando con te, Signore! Vorbind cu tine, Doamne! pubblicata da Eikon (Bucarest, 2022). Dalla prefazione del prof. Gheorghe Lăzărescu si può leggere: «Il monologo lirico di Otilia Dor s’iscrive “nel dialogo con il mondo intero”. È una «lirica, scritta non sulla carta, ma su fogli d’aria, metafora della creazione slegata dalla materia e data a noi lettori, invitati ad accompagnarla nel suo volo verso il “tutt’essere”».



Viorel Boldis: «Amore e sesso con le mie due patrie»

«Il mio armadio è vuoto. / Gli scheletri che là giacevano / Li ho raccolti tutti nelle mie poesie». Così Viorel Boldis, uno degli scrittori romeni italofoni più rappresentativi (vive in Italia dal 1995), nella selezione di versi in parte inediti che proponiamo. Boldis ha vinto vari premi e pubblicato diverse raccolte di poesie scritte in italiano, ma anche in romeno. Partecipa a numerosi incontri e dibattiti sul tema dell’immigrazione e della letteratura e nel 2011 è stato premiato dal Parlamento della Romania con il Diploma di eccellenza per meriti culturali e la promozione della cultura romena in Italia.



Ștefan Damian: «I pazzi scivolano su slitte immaginarie»

Ștefan Damian (1949) è docente di letteratura italiana presso l'Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca e uno dei maggiori italianisti romeni. Oltre all’attività didattica, autore di numerosi saggi scientifici, egli affianca anche quella di poeta, narratore e traduttore di letteratura italiana in romeno. Ha pubblicato diversi romanzi e volumi di racconti in italiano (ricordiamo Racconti di Transilvania, 1997, e il romanzo La farfalla dalle ali bruciati, 2009). Qui si ripropone in veste di fine lirico con una selezione di versi italiani dal titolo I pazzi scivolano su slitte immaginarie.



Ştefan Damian, «La provocazione dell'aria» è dura come il mondo

Si intitola La provocazione dell’aria l’ultima raccolta poetica di Ştefan Damian, poeta e docente universitario di Cluj-Napoca, di cui proponiamo una selezione. Come scrive Alessandro Cabianca nella prefazione, «crediamo che una poesia così essenziale possa illuminare di una luce diversa il nostro panorama poetico. Dura la lezione che ci viene dalla parola poetica di Ştefan Damian, tutto è sintetizzato in parole magiche, segrete, che il lettore ha l'obbligo di riconoscere e decifrare. La disarmonia del mondo si riflette in questi versi alla ricerca di senso, più che di musicalità e armonia».



Ştefan Damian, anteprima «Versi smorti»

È in uscita, presso la casa editrice Nemapress di Alghero-Roma, la raccolta Versi smorti di Ştefan Damian, di cui pubblichiamo in anteprima una selezione. Ştefan Damian, poeta, narratore e traduttore di letteratura italiana in romeno, è nato nel 1949 a Hodos-Bodrog; è laureato in lettere italiane e romene all'Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca, dove è attualmente docente di letteratura italiana presso il Dipartimento di Lingue Romanze. Ha pubblicato diversi romanzi e volumi di racconti, come anche numerosi saggi scientifici. Ha al suo attivo numerose traduzioni in e dall'italiano.



Eliza Macadan: «Andrò a Nord della parola»

«Andrò a Nord / della parola / nella siberia sintattica / il gelo muto / a cavallo sul pianeta veglierò / la morfologia della fine». Così i versi di Eliza Macadan, nata nel 1967 in Romania, esordio poetico sulla stampa letteraria nel 1988 e in volume nel 1994. Macadan scrive poesie in romeno, italiano e francese. «È una poesia di moto, un “andante con moto” inesorabile come il fluire dei tempi in un gorgo. L’universo oggettuale della Macadan ha un’aria di famiglia con il realismo terminale di Guido Oldani, su un versante meno profetico e più visionario» (A. Anelli). Ne pubblichiamo una selezione di versi.



Eliza Macadan: «Paradiso riassunto»

«Approssimandoci alla lettura della silloge poetica Paradiso riassunto di Eliza Macadan (prefazione di Marco Conti, Ed. Joker, Novi Ligure 2012), respiriamo una volontà di estetica minimalista che si esprime già nella copertina, semplice e sobria, una poco nota Composizione di Daniel Divrician, e nel titolo stesso. Il paradiso che Eliza Macadan tratteggia è un universo semplice, quasi crepuscolare. Soprattutto, ed è forse questa la sua più grande ricchezza, è una qualcosa di reale, che non ha niente di utopistico». Lo sostiene Lorenzo Spurio nella recensione al volume.



Lucia Ileana Pop: «Mi ha accecata la forza dell’ottimismo»

«Mi ha accecata la forza dell’ottimismo»è il titolo scelto per la selezione di poesie tratte dai volumi di versi bilingui Scântei de suflet / Scintille dell’animo (Rediviva, Milano, 2020) e Umbre și lumini / Ombre e luci (Eikon, Bucarest), di prossima pubblicazione, scritti da Lucia Ileana Pop. Nata in Maramureș, ha conseguito la laurea in Romania e Italia e da una decina d’anni è divisa tra i due paesi impegnata come docente di lingua, cultura e civiltà romena, nonché come pubblicista e traduttrice. Il suo nome è incluso nella piattaforma online di poesia Poetry Sound Library.



Lidia Popa, «Punto differente (essere)». Un debutto editoriale

«Non appartengo a me, / Sono del Mondo. / È lui il mio cuore. / I suoi battiti sono i miei. / Vivo delle sue emozioni, / Brividi di consapevolezza. / Sono uno schizzo d’acqua / In un mondo d’idee». Lidia Popa, nata nel 1964 in Romania e trasferitasi dal 2002 a Roma, è al suo esordio poetico con Punto differente (essere), pubblicato da Aletti Editore. «Questo libro è una ricerca per conoscermi e ritrovarmi dentro di me dal punto di vista emozionale – confessa l’autrice –, come una proiezione di me stessa e “punto differente” del mio “essere”». Pubblichiamo una selezione di versi.



George Popescu: «A tavola con Dio». Versi in edizione bilingue

«Questo volto non ha più una finestra/ la formica portò nella polvere estiva/ i granelli vermigli della disperazione/ della paura dell’amore della morte./ ma sul margine della carta fotografica/ salta ancora una goccia della gioia/ che stette un tempo a tavola con Dio./ come un alone con cui il mare/ non vuole più negoziare». Proponiamo un incontro con la poesia di George Popescu, italianista, poeta, traduttore e critico letterario. «Poeta post-testualista, egli insegue i residui del testo in un mondo sfigurato dai segni dell’apocalisse» (Marin Mincu). A cura di Afrodita Carmen Cionchin.



Mihai Cezar Popescu: «Una storia ciociara»

Mihai Cezar Popescu (n. 1954) ha due grandi vocazioni: la medicina e la scrittura. Dopo la specializzazione in Medicina interna all’Università di Bucarest, opera in reparti e ospedali romeni, esercitando anche l’insegnamento e la ricerca, firmando oltre 200 lavori scientifici. La passione per la poesia affiora da giovanissimo e pubblica i primi versi nel 1970. Si accosta anche alla prosa breve e al romanzo, e si è cimentato altresì nella traduzione volgendo in romeno poeti e scrittori italiani. Sotto il titolo «Una storia ciociara», presentiamo alcuni suoi versi scritti in italiano.






ANTOLOGIA DI POESIA ITALIANA

Lucianna Argentino: «Prossimi al mio dire»

«Prossimi al mio dire/ quelli senza peso, senza giusta misura/ predestinati all'indeterminazione,/ cause efficienti della frazione del pane». Pubblichiamo una selezione di versi della poetessa romana Lucianna Argentino. Dai primi anni Novanta il suo amore per la poesia l’ha portata a occuparsene come organizzatrice di rassegne, di letture pubbliche, di presentazioni di libri e con collaborazioni a varie riviste di settore. È presente con sue composizioni in numerosi blog di poesia e fa parte anche della redazione del blog letterario collettivo viadellebelledonne.



Claudia Azzola: «Cercare catene nuove». Versi in edizione bilingue

«Chi nasce con un grumo/ il piede pesante alla radice,/ non c’è nessun libero arbitrio,/ solo lottare contro il sole nero,/ chiedere voce, corpo, corpo sottile,/ per non essere confusa al mondo,/ e cercare catene nuove,/ e a essere, donna, insostanziale». Pubblichiamo una selezione di versi della poetessa milanese Claudia Azzola in edizione bilingue, con la traduzione inglese inedita di Lyndon Davies, poeta e critico britannico che vive a Powys, nel Galles. Le poesie originali sono tratte dalla raccolta Il poema incessante (2007).



Giulio Bailetti e «Letteratura Spontanea» a Monaco di Baviera

«Letteratura Spontanea» è un salotto letterario ospitato dall'Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera e frequentato non solo da italiani, ma anche da tedeschi, francesi e romeni, accomunati dal fatto di conoscere tutti la lingua italiana. Giulio Bailetti, ideatore e direttore, racconta di questa stimolante esperienza, in dialogo con Eugen Popin. «Se decidi di vivere all'estero, la lingua che prima ti univa a tutti, ora ti unisce a pochi vicini e a molti lontani. Chi vive all'estero è salvato dalla distanza. Il rumore di fondo spesso insopportabile, che in Italia impedisce di pensare, qui non c'è».



Carlo Bordini: «Sarò sempre un po’ meno di quello che sono»

Con il titolo Sarò sempre un po’ meno di quello che sono, pubblichiamo una selezione di versi editi e inediti di Carlo Bordini, poeta romano classe 1938. Ha pubblicato i seguenti volumi di poesie:Strana categoria (ciclostilato in proprio), 1975; Poesie leggere, Barbablù, 1981; Strategia, Savelli, 1981; Pericolo, Aelia Laelia, 1984; Mangiare, Empirìa, 1995; Polvere, Empirìa, 1999; Pericolo - poesie 1975-2004, Manni, 2004; Sasso, Milano, Scheiwiller, 2008. Nel 2010, l'editore romano Luca Sossella ha raccolto in un volume tutte le sue poesie, I costruttori di vulcani.



Corrado Calabrò: «Ricordati di dimenticarla»

Ricordati di dimenticarla: è il titolo che proponiamo per alcuni versi di Corrado Calabrò, qui pubblicati. Autore di numerosi volumi di liriche, Calabrò ha pubblicato nel 1999 il romanzo che dà il titolo a questa nostra selezione, romanzo finalista al Premio Strega (1999) e tradotto anche in romeno (Aminteşte-ţi să o uiţi, Ed. Augusta, Timişoara 1999, traduzione, note e prefazione di Viorica Bălteanu). Nell’edizione romena si può leggere anche la traduzione delle poesie scelte. Nel 2000, Corrado Calabrò fu insignito del titolo di Doctor Honoris Causa presso l’Università dell’Ovest di Timişoara.



Enrico DʼAngelo: «Versi esicasti»

Enrico D’Angelo, direttore della collana «I poeti della Smerilliana» delle Edizioni Di Felice, ha messo la sua nuova raccolta di poesie, Versi esicasti, sotto il segno della spiritualità ortodossa. Nella Lettera dalla Romania a un poeta italiano, Bruno Pinchard gli scrive: «Non vedo quale altra religione ti appartenga, se non quella dei poeti ed è proprio perché dal monastero sento risuonare le ore nellʼaria che vibra, che posso dirti che il tuo rito non è di convinzione, ma di perfezione; il tuo ritiro non è di contrizione, ma di assoluzione; la tua fede non è di confessione, ma di realizzazione».



Annamaria Ferramosca: «Parlare come nascere»

Con il titolo Parlare come nascere, pubblichiamo una selezione di versi della poetessa Annamaria Ferramosca in edizione bilingue, con la traduzione inglese a cura di Anamaría Crowe Serrano. Le poesie che qui vi proponiamo sono tratte dalla raccolta Other Signs, Other Circles. Poesie 1990-2009 (Chelsea Editions, New York, 2009). Tra i versi di Annamaria Ferramosca si legge: «Voce che inseguo da più notti invano/ Ne so bene l’attesa/ e l’urto lancinante e l’onda/ propagata lungo le strade a nord del cuore/ Arriva/ ed è squillo di bimba».



Fabio Franzin: immigrati e disagiati nei «Canti dell’offesa»

I «Canti dell’offesa» che ci propone Fabio Franzin spuntano dalla convinzione che «il poeta non può più limitarsi solo a scrivere dei “bei versi”, ma che deve ergersi a testimone della sua epoca, epoca travagliata che segna uno spartiacque fra la civiltà dei consumi, dell’abuso sulla natura e il paesaggio, e quella del necessario ripensamento, tanto più che si è ormai giunti, volenti o nolenti, a una sorta di resa dei conti con le istanze suddette». Con una nota di Paolo Polvani.



Tomaso Kemeny, «La veglia del suono». Versi inediti

La sezione dedicata alla poesia contemporanea ospita alcuni inediti di Tomaso Kemeny, poeta e critico italiano di origine ungherese (Budapest 1938), trasferitosi sin da bambino in Italia. Titolo degli inediti: La veglia del suono, parte di una serie in progress. «La rosa vermiglia colta nell’orto simmetrico/alla misteriosa bellezza di Afrodite offerta/ non c’è più - si vende solo la rosa globulare/ alle sentinelle dell’emicrania // Sulla frontiera del nulla e della infinita nostalgia/ vibrando, il suono precede la parola incerta,/ si condensa furtiva nella rosa rossa e smania/ simulando un sogno».



Guido Monte, un esperimento di «blending» poetico

«Questo esperimento poetico di linguistic blending, di collatio di frammenti di testi latini poi ritradotti parzialmente in tre lingue moderne, nasce da una “ricostruzione creativa” all’interno di miei vecchi studi di tecnica di contaminazione letteraria, idee che ho poi riassunto e definito come “Multilinguismo cosmopolita”. A ciò si è aggiunto l’intervento di Francesca Saieva, che ha commentato queste mie ultime rielaborazioni con sue associazioni letterario-filosofiche,  e ha poi introdotto tutto l’insieme». Così Guido Monte in apertura del suo esperimento poetico.



Ivano Mugnaini: «Per vie traverse». Raccolta inedita

Pubblichiamo i versi della raccolta inedita Per vie traverse di Ivano Mugnaini, autore di testi di poesia, prosa e saggistica. La poesia omonima che dà il titolo alla raccolta compare nel libro Il tempo salvato, pubblicato ad ottobre del 2010 per i tipi delle Edizioni Blu di Prussia, con la prefazione di Luigi Fontanella. «Distante è l’arcano dell’ombra,/ la trama di luce mima quiete antica,/ grida di fronte ad una scuola/ la pace generosa di quando/ il futuro giocava felice, ignaro/ lontano il terrore dei numeri,/ il modulo da compilare passo passo/ negli spazi prestampati».



Paolo Polvani: i disagi del viaggio

Con il titolo I disagi del viaggio, pubblichiamo una selezione di versi del poeta Paolo Polvani. «Il disagio del viaggio - scrive l'autore - è il disagio della solitudine, della marginalità, dei sentimenti d'intolleranza e di odio; sono le situazioni che viviamo ogni giorno, e riguardano tutti, non solo gli emigrati e gli extracomunitari». «Ed è per questo che, come da una sua poesia, «forse è il sorriso la maniera più saggia/ di stare al mondo». Paolo Polvani è socio fondatore dell'associazione culturale autorieditori.com, nonché fondatore e co-direttore della fanzine online Versante Ripido.



Stefano Raimondi: «La voce che non sai da che parte lasciare»

Con il titolo La voce che non sai da che parte lasciare, pubblichiamo una selezione di versi della raccolta inedita Teatro delle corsie di Stefano Raimondi (Milano, 1964), poeta e critico letterario che si interessa anche di letteratura romena, in particolare di Paul Celan e Benjamin Fondane. Di recente è uscita la sua nuova raccolta, Per restare fedeli (Transeuropa Edizioni 2013), con testi scritti in circostanze particolarissime, segnate da grande abbandono affettivo ed eventi sconvolgenti, come i fatti di Genova (G8), l'11 settembre, la Seconda guerra nel Golfo (Iraq).



Alessandro Ramberti, «Lo scanner implacabile». Versi inediti

Lo scanner implacabile si intitola il gruppo di versi inediti a firma di Alessandro Ramberti, editore, prosatore e poeta con vari riconoscimenti per le sue opere, tra cui il secondo premio al Città di Mestre 2005, il primo premio alla I edizione di Versificando 2005 (Giulio Perrone Editore, Roma), il premio Ad un passo della poesia 2005 (Tollo, Chieti), il premio Alfonso Gatto 2005 opera prima (Salerno). È tra i vincitori della rassegna «in cammino con Gesù» 2007 per la poesia Tavola mistica. Nel 2008 vince il II premio del concorso «Guerriero di Capestrano» sezione poesia inedita.



Filippo Salvatore, «Ode alla lingua italiana»

Con il titolo Ode alla lingua italiana, pubblichiamo alcune poesie di Filippo Salvatore, saggista, poeta e professore di Italianistica alla Concordia University di Montreal, che studia da decenni l’evoluzione della cultura e della letteratura italo-canadesi. Il poema Ode alla lingua italiana dà conto della composita realtà storica e sociale che l'italiano, come lingua, esprime al giorno d'oggi, mentre Fratelli d'Italia è stato scelto dalla sede centrale della Società Dante Alighieri di Roma come esempio di poesia multiculturale. La traduzione dei versi si può leggere nell’edizione romena.



Armando Santarelli, «Alla Romania». Centenario della Grande Unione

In occasione delle celebrazioni del centesimo anniversario della Grande Unione proclamata nella «Dichiarazione di Alba Iulia», con la quale il 1° dicembre del 1918 veniva sancita la formazione dello Stato nazionale romeno moderno, oggi, nel giorno della Festa nazionale della Romania che commemora da allora quel momento storico, pubblichiamo la poesia che lo scrittore Armando Santarelli ha voluto dedicare alla Romania e al popolo romeno: «Saprò di aver fatto un buon lavoro se riuscirò a suscitare un po' di gioia e un legittimo orgoglio nell'animo dei romeni che mi leggeranno».



Maria Teresa Santalucia Scibona: Omaggio alla rivoluzione romena

Dicembre 1989-dicembre 2011: ventidue anni dalla rivoluzione romena che scoppiò a Timisoara e portò al crollo del regime comunista guidato dal dittatore Nicolae Ceaușescu. In occasione di questa ricorrenza, presentiamo un omaggio poetico a firma della poetessa Maria Teresa Santalucia Scibona. «La poesia - segnala l'autrice - vuole essere un omaggio ad una terra martoriata, emblema di tutte le nazioni oppresse. Il testo Vagone blindato lo scrissi con passione e compartecipazione emotiva, per le tragiche vicende vissute in Romania».



Antonio Spagnuolo, premio all’«Iris Fashion Show»

Antonio Spagnuolo (Napoli, 1931) vanta una ricca opera in versi, a iniziare dal 1953, con oltre una trentina di volumi, con prefazioni di illustri poeti e critici (è citato da A. Asor Rosa in Dizionario della letteratura italiana del Novecento e Letteratura italiana). Continua a proporsi con immutata passione anche nell’ultima raccolta, Ricami dalle frane (Oèdipus edizioni, 2021), recente vincitore della targa-premio a Palma Campania nell’ambito della manifestazione «Iris Fashion Show». Maurizio Vitiello ne estrae alcuni poemi, esempi di una poesia «intensa, con esplodenti vertigini».



Matteo Veronesi, «Elegia a Nichita»

Matteo Veronesi propone alcune poesie dedicate al grande poeta romeno Nichita Stanescu, con introduzione di Daniela Bisagno. La figura di Stanescu, evocata sullo sfondo di una «Prahova sperduta», è un’icona che si dissemina. Quasi l’«ombra», il «fantasma», il «demone», la «fiamma» (tutte immagini dotate di una forte valenza allegorica) non fossero altro che membra disiecta, emblemi di un corpo (e di un «io») sperduto, di cui si può dire solo disseminandolo, cioè riducendolo a spoglie o, nel linguaggio alchimistico, sottoponendolo ad Aufösung (dissoluzione).








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dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

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