Fondare un giornale a Bucarest: Luigi Cazzavillan e «Universul»

L’iniziativa di stampare «Universul» si manifestò in un momento in cui l'attività editoriale di Cazzavillan registrava una linea ascendente. Le precedenti iniziative giornalistiche erano stimolanti  dal punto di vista dell’udienza e delle vendite. Incoraggiato dall’evoluzione ascendente di «Necesarul» e di «Jurnalul ilustrat al călătoriilor şi a faptelor de pe pământ şi pe mare», e perché disponeva già di una stamperia propria, Luigi Cazzavillan decise di pubblicare nel 1884 un giornale politico illustrato; il biografo Panait Macri affermava in tal senso che: «Il suo ideale era di fondare un giornale letto dalla grande massa e che tale massa gli desse fiducia, così come i cristiani ne hanno nel Vangelo». Come tutti gli inizi anche quello di «Universul» fu modesto, senza però evidenziarsi l’estensione che avrebbe avuto in seguito. Per iniziare, Cazzavillan acquistò una piccola macchina da stampa numero 6, insieme alle lettere necessarie per un giornale numero 6, che istallò in un locale in Via Dorobanţilor no. 8. Qui vide la luce della stampa, nel 1884, il primo numero del quotidiano «Universul». Nello stesso locale si trovava anche la «Tipografia Romana-italiana», che dal 5 agosto 1885 fu chiamata «TipografiaUniversul», proprietà di Luigi Cazzavillan. La redazione e l’amministrazione furono istallate a partire dal 1886 in Via Brezoianu, no. 19, dove sarebbero rimaste fino al periodo compreso tra le due grandi guerre
Perché «Universul»? Qual’era l'origine ed il significato del titolo? Cazzavillan valutava rilevante per il tipo di giornale che aveva pensato, un nome comparso già nella prima metà del XIX secolo. Tra gli anni 1845 e il 1847 c'era già stato un giornale con lo stesso nome, edito e redatto dal professore di geografia di San Sava in Bucarest, Iosif Genilie. L’idea gli sembrava affascinante non solo per il titolo, ma anche per il contenuto, il giornale di Genilie aveva le sembianze di una rivista, che pubblicava eventi di tutto il mondo, fatti geografici, astronomici ecc. Seisanu affermava in questo senso che «A Luigi Cazzavillan convenne il titolo del giornale di Genilie, perché anch'egli voleva introdurre nel suo nuovo giornale quotidiano fatti di tutto il mondo, diverse notizie dal paese e dall’estero, brevi storie interessanti ed attrattive, fatti straordinari, informazioni per tutti sull’astronomia, geografia, politica estera, politica economica, teatro, musica e moda, belle arti, medicina umana, scoperte ed invenzioni spettacolari ecc».
Uomo di spirito pratico e iniziativa, così come avevano ben osservato in senso sarcastico alcuni contemporanei, Cazzavillan non desiderava fare un giornale molto ricercato, difficile, o di atteggiamento, ma un «giornale popolare» in cui l’accento cadesse piuttosto sull'informazione sempre più diversificata, «un’unione di bollettino informativo – cronaca diversa – rivista per tutti». Il giornale si rivolgeva soprattutto alle masse e non ai partiti politici, a tutte le categorie sociali e professionali, si voleva una «rivista per tutti». All'inizio «Universul» non fu preso «sul serio» dagli altri giornalisti, la tonalità neutra del contenuto gli aveva portato commenti ironici, come disse più tardi Take Ionescu, che definì il giornale un «organo della codardia di pensiero» [1]. Nicolae Iorga considerava lo stile neutro del giornale determinato dal fatto che il suo proprietario, Cazzavillan, non aveva cittadinanza romena, e che perciò era rischioso per lui entrare nelle dispute tra i vari partiti, correnti o gruppi d’interesse. Iorga, inoltre, aveva formulato un’opinione molto pertinente sul ruolo di «Universul» nell’evoluzione della stampa romena; il noto storico considerava che, dal punto di vista culturale, del cambiamento delle abitudini politiche, dell’educazione politica del pubblico, il giornale di Cazzavillan non aveva significato niente, «non uscì dal cerchio ristretto del giornalismo informativo, senza alcun coinvolgimento nella politica», però rappresentava una vera tappa nello sviluppo della stampa romena per accessibilità e costo, aumento del numero dei lettori, e aveva contribuito allo sviluppo della pubblicità commerciale. «È indubbio che tutti i giornali politici riuniti non sono riusciti a creare negli anni la gran massa di lettori che ha creato 'Universul'» aggiungeva Iorga [2].
Il primo numero uscì lunedì, 20 agosto 1884. L’illustrazione era indicativa per il connotato ideologico e culturale che il giornale desiderava assumere: alla destra ed alla sinistra del titolo c'erano due vignette, quella a sinistra rappresentava la statua di Michele il Bravo e un dorobanţ [3] mentre quella a destra raffigurava la statua di Stefano il Grande, con sul fondo un’altro dorobanţ... Sotto le due vignette c'erano due scritte, in romeno ed italiano: a sinistra «Dreptate pentru toţi / Giustizia per tutti», e a destra «Toţi pentru dreptate / Tutti per la giustizia». La nuova pubblicazione fu subito notata dalle seguenti testate: «Românul», «Voinţa Naţională», «Naţiunea», «Telegraful», «România literară», «L’Independence Roumaine», «Le Pays», «Bukarester Tageblatt» e.a.
Già sul suo numero secondo «Universul» pubblicava una nota di ringraziamento ai giornali che l'hanno accolto favorevolmente: «La redazione di "Universul" esprime caldi ringraziamenti agli onorevoli confratelli della Capitale, che hanno annunciato e salutato con commuoventi parole la pubblicazione del nostro giornale».
L’inizio modesto, in formato piccolo no. 6 ed il fatto che si rivolgeva alle masse popolari  ha  determinato una certa mancanza di fiducia da parte di altri giornali, più importanti e rinomati, che l’hanno considerato «un volantino» senza «meta» e senza possibilità di sviluppo. All’epoca, la tipologia dei giornali era decisa in base al formato e, evidentemente, al loro colore politico. Di primo livello erano i giornali formato no. 12, come «Românul» e «România», che consideravano «volantini» i giornali formato no. 10, come «România liberă» e «Naţiunea», mentre questi ultimi consideravano semplici «volantini» le testate quotidiane o i settimanali formato no. 6. Un’altra classifica era fatta in base al colore politico ed alla qualità dei redattori principali. I giornali di formato più grande, no. 12 e no. 10, lo consideravano un «volantino», soprattutto se tra i collaboratori non c’era neppure un redattore noto. Chi avrebbe pensato allora, si chiedeva Romulus Seişanu, «che il cosiddetto “volantino” si sarebbe sviluppato così tanto e che in qualche decennio sarebbe diventato il più diffuso e importante giornale della Romania?». Dal 1891 il giornale apparve in formato più grande, rimasto costante fino al 1898. Dal 3 novembre 1898, in prima pagina «Universul» portava lo scritto: «Ultime notizie di tutto il mondo», mentre dal no. 121 del 6 maggio 1899, iniziava ad essere stampato nel formato che sarebbe stato poi mantenuto in tutto l'intervallo tra le due grandi guerre, e in quattro pagine. Dal 1913 il giornale iniziò a comparire in 6-8 pagine; al momento dell’interruzione della pubblicazione, a causa della Prima guerra mondiale, il giornale era arrivato al no. 324 del 22 novembre 1916.        

Il rapido successo della nuova testata
 
Due elementi possono spiegare il rapido successo di «Universul», secondo diverse opinioni, di data più antica o più recente: il prezzo basso e l’ora mattiniera della diffusione. All'inizio il prezzo per copia era di 5 bani nella Capitale, di 10 bani in provincia, ed il prezzo dell’abbonamento di 22 lei x anno in Bucarest, 24 lei annui in provincia; 11.50 lei per sei mesi nella Capitale, 12,50 lei in provincia; 2 lei l’abbonamento mensile. Con l’aumento della tiratura, dal 1898 il giornale uniformò il prezzo di vendita per copia, a 5 bani all'interno del Paese, e 10 bani all'estero. «Universul» era in vendita a Bucarest alle ore 7 del mattino, mentre l’edizione per la provincia era inviata coi treni per arrivare in mattinata in tutte le città. Il futuro presidente del Sindacato dei Giornalisti, Constantin Bacalbaşa riconobbe l’importanza del prezzo accessibile di «Universul»: «il giornale da 5 bani, messo nelle mani delle masse, specialmente della popolazione lontana, senza poter essere utile allo sviluppo morale ed al risveglio politico della popolazione, ha dato al grande pubblico il gusto della lettura» [4]. Il vantaggio del prezzo era speciale, se prendiamo in considerazione che ai tempi in cui «Universul» entrava sul mercato, tutti gli altri giornali si vendevano a 10 bani per copia; perché era molto più accessibile come costo, il giornale fu ricevuto dai più larghi strati della popolazione. Tra gli argomenti a favore dell'uscita di mattino, come spiegava Panait Macri, c'era, prima di tutto, il fatto che a quelle prime ore non aveva alcuna concorrenza, siccome gli altri giornali apparivano di pomeriggio. Il momento dell'apparizione poteva permettere al giornale di partire verso i lettori, molto più completo di informazioni – di tutto ciò che poteva essere di interesse pubblico, mentre per i fatti del giorno ed anche della notte c'era tempo per essere raccolti ed inseriti nelle pagine fino a tardi.
Cazzavillan tenne conto anche di un argomento d’ordine tecnico: se il giornale fosse apparso di sera, si sarebbe dovuto stampare fino alle 4 o 5 pomeridiane. Era abbastanza difficile, perché le condizioni tecniche e tipografiche non permettevano di stampare di un gran numero di fogli. Non essendoci ancora le macchine a rotazione, la tiratura era limitata a qualche centinaio di copie, in casi eccezionali mille o due mila. Privo di possibilità materiali, Cazzavillan non poteva permettersi di acquistare una macchina a rotazione; era riuscito ad acquistarne soltanto una piccola, numero 6.
Le traiettorie non sempre visibili della storia di successo di «Universul» portano verso un supporto tecnico il cui perfezionamento e ammodernamento nel tempo sono diventati evidenti anche ai lettori, tramite elementi quanto più possibili concreti, come: formato, tiratura, accessibilità del prezzo di vendita. Così, la macchina tipografica no. 6 acquistata da Cazzavillan all'inizio di «Universul», una macchina moderna ai suoi tempi, permetteva di stampare fogli di carta formato 40 x 60. Funzionava manualmente e «la mansione di rotatore spettava, a turno, sia a Cazzavillan, che a Teodora Cazzavillan, sua moglie». La macchina offriva la possibilità di stampare 600 fogli l'ora, invece di 200 quanti si stampavano di solito, ciò che era un evidente progresso. Dopo la stampa, i giornali erano preparati per essere spediti. La macchina è stata modernizzata più tardi: fu prevista di una ruota con cinghia per poter essere messa in funzione da un motore. È stata usata per circa 20 anni nell'officina di «Universul» per essere poi venduta ad un tipografo di Câmpina.
Il giornale era invece in pieno sviluppo, richiesto e letto dal pubblico, e perciò c'era bisogno di una tiratura sempre più grande, una sola macchina per stamparlo era insufficiente. Perciò fu istallata nell'officina tipografica una seconda macchina orizzontale no. 12, due volte più grande della precedente, poi una terza no. 20, quattro volte più grande di quella iniziale. Questa macchina orizzontale no. 20 «che per anni è stata l'orgoglio di Cazzavillan» era la migliore dotazione tecnica della sua tipografia. Era la più grande macchina orizzontale del Paese e offriva la possibilità di stampare simultaneamente due copie di giornale – due pagine sul recto e due sul verso. Ogni foglio passava ben due volte per la macchina e venivano impresse simultaneamente quattro pagine. «Universul» aveva quasi diecimila copie giornaliere, dunque c'era un sempre più evidente bisogno di tecnologia tipografica più rapida. Al ritmo raggiunto si imponeva la sostituzione delle macchine orizzontali con le rotative perché una macchina orizzontale permetteva di stampare al massimo mille giornali l'ora, su una sola parte, mentre con una macchina rotativa si potevano fare fino a 10.000 copie definitive. Con una simile macchina si poteva risparmiare tempo e pubblicare notizie molto più recenti «di tutto il mondo». Le prime macchine rotative erano già state costruite nel 1873, e «Universul» ne comprò una – la prima di tutta la Romania – nel 1890, prodotta dalla fabbrica Marinoni di Parigi. Solo molto tempo più tardi cominciarono anche gli altri giornali a provvedersi di macchine rotative, ad esempio il Monitorul Oficial è stato dotato di una macchina Marinoni solo nel 1927, cioè 38 anni più tardi. Il 21 novembre 1890 la macchina rotativa Marinoni comprata da Cazzavillan cominciò a lavorare. Quattro giorni più tardi, nel no. 274 del 25 novembre 1890, si faceva per la prima volta la seguente precisazione: «Il giornale è stato stampato con la macchina rotativa Marinoni, l'unica in Romania».
La nuova base tecnologica permetteva di stampare il giornale in un tempo molto breve, ciò che faceva di «Universul» un leader incontestato in materia di informazioni nuove e recenti, il giornale meglio informato, e questo condusse alla rapida crescita del numero dei lettori. L'innovazione tecnologica non si fermò qui, essa continuò nelle condizioni in cui la traettoria fortemente ascendente del giornale nel paesaggio della stampa romena si mantenne anche dopo la scomparsa di Cazzavillan. Così, dopo la prima macchina rotativa Marinoni ne furono comprate altre tre, fino al 1900, ciò che permetteva una tiratura di 40.000 copie al giorno. La seconda macchina rotativa portava il marchio della fabbrica König&Bauer di Würzburg, poi una Derié, mentre la terza era prodotta dalla fabbrica Wörner&Co di Budapest. La macchina Marinoni era stata nel frattempo trasformata e ingrandita. La sua attività era controllata dal primo macchinista capo di «Universul», Niculae Hubulea, alla cui direzione furono stampate alcune centinaia di milioni di copie del giornale. In relazione alle nuove necessità tecnologiche, tutte queste macchine, vendute ad altre stamperie di Bucarest furono poi sostituite con nuovi macchinari.
L'ingrandimento dell'udienza del giornale, l'aumento del numero dei lettori, ha imposto una costante crescita della tiratura e di conseguenza anche i cambiamenti e le innovazioni tecnologiche. Sono diventate un affare di successo, anche dopo la scomparsa di Cazzavillan e dopo la prima conflagrazione mondiale. Nel 1911, il giornale, diretto da Dumitrescu Campina, ha ordinato altre tre nuove macchine rotative prodotte dalla Maschinenfabrik Augsburg Nürnberg, ognuna capace di lavorare con due cilindri e di stampare 20.000 copie di 8 pagine x ora. La tiratura di «Universul» superava la cifra di 100.000 copie al giorno, che oltrepassava di molto alla tiratura degli altri giornali e il numero delle pagine era cresciuto da 4 a 6 e poi a 8. Finita la guerra, il giornale, a guida di Stelian Popescu, fu riorganizzato riprendendo il suo ritmo precedente di sviluppo, la tiratura superando 200.000 copie al giorno. Si rinunciava anche al numero di 8 pagine per stamparne 10, 12, 14 e persino 16. Nel 1922 fu ordinata alla fabbrica Augsburg una nuova macchina rotativa a 4 rulli, che poteva stampare giornali fino a 32 pagine, di cui 4 a più colori. Nel frattempo la richiesta di stampare giornali a colori era accresciuta e per questo motivo le macchine rotative comprate nel 1911 furono trasformate e preparate per le nuove esigenze. La grande macchina rotativa comprata nel 1922 fu trasformata radicalmente nel 1928 e divisa in altre due macchine di grandi dimensioni, ognuna con la possibilità di funzionare con 4 e persino con 5 rulli e stampare 40 pagine simultaneamente. La produzione normale di queste due grandi macchine era di 40.000 giornali l'ora, di 32 pagine, e a 4 colori. 

Una grande innovazione della tecnologia tipografica

A «Universul» del periodo di Cazzavillan si deve un'altra grande innovazione nel campo della tecnologia tipografica: si tratta dell'introduzione, nel 1902, delle prime macchine per comporre testi tipo Linotype, fabbricate a New York. Queste nuove macchine furono presentate per la prima volta all'Esposizione Universale di Parigi nel 1900 e due anni più tardi due Lynotipe furono istallate nella tipografia di «Universul». La prima non era solo di dimensione nazionale, ma europea, nelle condizioni in cui, con poche eccezioni, la maggior parte dei giornali del continente si pubblicavano con i materiali composti secondo la pratica tradizionale, cioè usando i compositori dei testi. Al momento anniversario 1933 la sala macchine disponeva di 16 macchine tipo Linotype. H. Steinberg nella sua storia tecnica di «Universul» pubblicata in quella stessa occasione anniversaria citava l'opinione del direttore generale delle fabbriche di Linotype, il quale dichiarava in occasione della sua visita del 1932 in Romania, che la sala macchine Linotype di «Universul» era «la più bella sala macchine Linotype di tutto mondo che egli ebbe l'occasione di vedere».
I chiosatori ed i biografi di Cazzavillan hanno spesso parlato del suo pragmatismo, dello spirito di iniziativa, che ha saputo trovare la via del successo e di fare dal giornalismo un affare dei più approfittevoli. Percorrendo, però, «la storia» tecnica di «Universul», il cui contributo all'affermazione del giornale è stato fondamentale, capiamo che il proprietario – direttore ha inteso l'importanza dell'investimento nell'innovazione tecnologica, ha saputo usare il vantaggio dell'industrializzazione allora in espansione e adoperare la tecnica più avanzata con cui consolidare sempre più la sua posizione sul mercato della stampa in Romania. Si deve notare che l'amministrazione e la direzione del giornale ha inteso, dopo Cazzavillan, conservare il ritmo di sviluppo sempre ascendente, rifarsi, dopo la chiusura dell'attività durante la guerra, recuperare e superare il livello di prima e mantenere «Universul» a capo dei grandi ed importanti giornali della Romania interbellica. Attraverso il modo in cui aveva gestito e sviluppato il proprio affare, Luigi Cazzavillan si era dimostrato interamente l'uomo della sua epoca. L'Europa sviluppata e industrializzata era arrivata nella sua fase di produzione di serie, fatta possibile dall'economia di successo e dall'industrializzazione, e di conseguenza la società era cominciata a diventare una società di consumo di massa. Sviluppando la tiratura dalle 5.000 copie del primo numero alle 40.000 copie verso la fine del secolo XIX, a 100.000 copie nel 1911, a 200.000 dopo la Prima guerra mondiale per poi arrivare negli anni vicini al semicentenario, nel 1933, a stamparne 40.000 l'ora con la nuova tecnologia (quante se ne imprimevano in un'intera giornata alla fine del periodo Cazzavillan!) – ecco una prestazione che certamente non era singolare, perché siamo in un periodo di sviluppo generale della stampa scritta e di crescita numerica dei lettori in tutta l'Europa e dunque anche al livello della società romena. Questo sviluppo quantitativo, sostenuto anche dal progresso della tecnica, trasformava «Universul» in un prodotto conforme all'evoluzione e ai gusti della società del tempo, diventata una società di consuma di massa.
Insieme ad altri aspetti, come ad esempio l'ora mattutina di apparizione, il prezzo ridotto, l'uso della tecnica tipografica sempre nuova, il contenuto di «Universul» è stato nella percezione dei contemporanei ma anche dei biografi di Cazzavillan e degli analisti, un'altra «chiave del successo» di questo giornale, della sua diffusione estremamente estesa a livello del pubblico. Mezzo secolo più tardi Scarlat Preajbă poteva scrivere che: «L'inizio del giornale "Universul" fu timido, egli tentò di presentarsi ai lettori, in modo simpatico; si cercava di sviluppare il gusto per la lettura in modo che il giornale non mancasse mai sul tavolo anche della più modesta persona». È stato sottolineato anche il carattere imparziale, equidistante, completamente neutro del giornale per la politica, ciò che fu valutato positivamente dai collaboratori interni; altri invece non si erano risparmiati un tono sarcastico. Nella ben ridotta presentazione di Panait Macri, il contenuto del giornale ai suoi inizi presentava, in prima pagina, un articolo di fondo, mentre tutte le altre pagine contenevano diverse informazioni dalla Capitale e dal Paese, inclusi fatti ed eventi minuti, relazioni, resoconti «assolutamente imparziali" sui dibattiti parlamentari, su riunioni politiche e su qualunque altro tipo di eventi, inclusi quelli politici, brevi informazioni su avvenimenti da tutto il mondo capaci di attirare l'attenzione del pubblico romeno, aspetto di cui Cazzavillan, nello scegliere il titolo del giornale, aveva già tenuto conto.

La politica giornalistica di «Universul»

Per le intenzioni e la politica giornalistica di «Universul» è rilevante l'articolo di fondo del primo numero, intitolato Ce voim, non firmato, che rispecchiava senza dubbio la direzione che Cazzavillan desiderava imprimere al giornale. L'ampio raggio di persone a cui si rivolgeva era indicato sin dall'inizio: «vogliamo che "Universul" sia un giornale popolare, però popolare nel vero e nel più ampio senso della parola, tanto da meritare il titolo di organo dell'opinione pubblica». Per raggiungere tale meta si proponeva di avere un carattere non partigiano: «la nostra non aderenza ad alcun gruppo sarà totale, assoluta», adottare un atteggiamento neutro di fronte ai diversi partiti o gruppi politici, senza che la neutralità degenerasse in indifferenza. «Universul» desiderava essere una coscienza e una voce attiva, attenta ai richiami della città, e ancor di più, diventare una tribuna della democrazia, accessibile a tutti. Si proponeva di essere «un libro aperto» in cui ritrovare gli aspetti e le vicende di tutti i campi di attività: commercio, industria, agricoltura, scienze, arti, lettere. Si auspicava un orientamento liberale – «propagando e diffondendo con sincerità e persino con ardore i principi liberali che professiamo»; nel sostenere tali principi non si sarebbe fatto uso di violenze di linguaggio, come succedeva frequentemente negli altri giornali. Constatiamo che per quanto riguardava il contenuto questo articolo-programmatico non aveva una consistenza ideatica troppo complessa e ferma, almeno negli anni della vita di Cazzavillan [5]. Dal punto di vista dell'imparzialità di fronte agli elementi politici, «Universul» si è mantenuto equidistante; verso la fine del periodo Cazzavillan il giornale conosceva un aumento del suo livello culturale, e nel 1900 il giornale non era più «la gazzetta dei crimini e dei feuilleton per i cocchieri» com'era stato considerato agli inizi dagli intellettuali e dai giornalisti più anziani [6]. Il numero dei lettori si era esteso nel frattempo, si era diversificato, e le attese a livello di contenuto erano sempre più esigenti.
Una presenza costante era l'articolo di fondo, talvolta firmato, e un disegno, un'immagine che evocava avvenimenti della giornata avvenuti nella Capitale, nel Paese, o nel mondo, e non in ultimo la fotografia di una personalità importante della vita politica, culturale, religiosa e.a. Anche le rubriche hanno conosciuto un'evoluzione del contenuto e una diversificazione tematica. Sin dai primi numeri, «Universul» aveva stabilito una distribuzione delle rubriche che sarebbero rimaste costanti negli gli anni, come, ad esempio la vita politica, la cronaca parlamentare, a cui hanno collaborato numerosi inviati. Sono altrettanto importanti anche le rubriche notizie, bollettino finanziario, bolletino giuridico, eventi (delle province e della Capitale), corrispondenze dal Paese, informazioni dall'estero, telegrammi dall'estero, riassunti della stampa romena. Con frequenza quasi giornaliera erano pubblicati consigli e proverbi. La rubrica Cose da tutto il mondo si caratterizzava per diversità e vi trovava la sua piena copertura, desiderata sin dall'inizio dal fondatore, il titolo e l'area tematica «universale» del giornale. A cominciare dal 1894 l'offerta di «divertimento» del giornale fu sempre più ampia guadagnando due nuove rubriche, nota satirica e lo scherzo della giornata sostenute da Marion. Di Cronaca si occupava Cornel Scurtu mentre alla rubrica Tribuna libera erano pubblicate opinioni dei collaboratori esterni del giornale. Su «Universul» furono inclusi anche gli elenchi dei viaggiatori stranieri arrivati nella Capitale e la rubrica Stato civile. Dai primi anni appariva anche una Cronaca letteraria firmata da Carol Scrob (Cros) e sotto il titolo Il libro della vita erano riprodotti pensieri e meditazioni di importanti pensatori. La rubrica intitolata Il corriere giuridico apparve ogni giorno a cominciare dal 1885. La rubrica Di tutto e da tutto il mondo ha avuto diversi sottotitoli. Apparve anche la rubrica Giochi e passatempi, dove erano pubblicati anche i nomi delle persone che si occupavano con cruciverbi. Informazioni sulla moda non mancavano mai, accolte proprio nella rubrica Moda. Si constata la pubblicazione regolata, a cominciare dal 1898, della rubrica Cronaca femminile, che ospitava materiali sulla condizione della donna e la vita di famiglia; lungo gli anni la rubrica fu curata da diverse donne che firmavano: Laura Vampa, Luisa I. Neamţu (dal 1899), Zina, Olimpia (dal 1900), Silvia, Smara, Veturia.
Le varie categorie di informazioni pubblicate insieme alla diversità delle rubriche, illustrano nell'ultima istanza una società moderna, con le sue preoccupazioni specifiche. In modo naturale ed inevitabile, la stampa è uno specchio fedele delle preoccupazioni della società. Una tematica specifica della società della fine del XIX secolo e l'inizio del XX era costituita anche dal movimento sportivo, presente per la prima volta nell'articolo di fondo di «Universul» intitolato L'educazione fisica, apparso nel 1894. Il giornale registrava le varie manifestazioni sportive, poi, a cominciare dal 1904 ebbe una pagina speciale dedicata agli sport, a cura di Neagu Boerescu. Il movimento dei boy scout presentava interesse per il giornale e fu rispecchiato in articoli scritti da George Giurgea (14 dicembre 1914), e rispettivamente da Victor Anestin (22 dicembre 1914). Nel 1890, iniziava anche la rubrica dedicata alla Cronaca scientifica, curata da vari specialisti, tra cui Victor Anestin, Traian Lalescu, Octav Onicescu, Christian Musceleanu. Della Cronaca medica si erano occupati, a cominciare dal 1899 diversi medici: Melun, M. Polingher-Iaşi, Poenaru, Eraclie Sterian, Varnali, A. Marcel. Più tardi furono pubblicate le Note mediche giornaliere; ci sono da menzionare anche altre rubriche vicine per tematica, come L'igiene, Medicina veterinaria. La Cronaca economica apparve settimanalmente a cominciare dal 1910, tenuta successivamente da Gh. Christodorescu, Ioan Şurculescu-Cernăţeanu, Haralamb Ionescu. Importanza e visibilità ebbe anche la rubrica Agricultura, presente sin dalla fondazione del giornale; successivamente apparvero anche Cronaca agricola e Pagina agricola, settimanalmente, coordinate da Ernest Grinţescu.
«Universul» ospitava informazioni e materiali riguardanti la vita dell'esercito, all'inizio a forma puramente informativa, e col passare del tempo a forma di rubriche meglio strutturate, come Cronaca militare, che poi, a cominciare dal no. 334 del 7 dicembre 1901 divenne La tribuna militare, sostenuta da collaboratori che firmavano con pseudonimi, dietro ai quali si occultavano alcuni noti generali come Gărdescu, Burileanu, Cerchez. Durante le azioni belliche apparvero bollettini giornalieri che raccontavano l'evoluzione delle ostilità. Più tardi, nel periodo interbellico, apparve La pagina militare settimanale, a cura di Romulus Seişanu. Dal 1925 fu pubblicata anche la pagina Lo scherzo della settimana, a cura di Ştefan Brăiloiu.
Tra gli argomenti maggiori, nelle pagine del giornale c'erano numerosi materiali riguardanti il processo ai Memorandisti romeni di Transilvania. «Universul» ha seguito assiduamente il suo svolgimento nell'anno 1894. Tanto prima, quanto dopo la morte di Cazzavillan, avvenuta nel 1903, furono trattati costantemente numerosi problemi sociali e di tipo educativo, aspetti relativi all'educazione, affrontati da prospettiva morale, religiosa, patriottica, intellettuale dovuti all'attenzione di molti suoi collaboratori. Anche la Chiesa Ortodossa era presente con numerosi materiali riguardanti la sua attività e missione.

Articoli di argomento artistico-letterario

Le manifestazioni in campo musicale vi erano sempre accolte con cura. Dal 1898 apparve la Cronaca musicale, firmata da M. Cohen-Linaru, da Silviu dal 1913, da Marcel Botez dal 1920, e poi, successivamente, da Romulus Seişanu, Sym-Simionescu-Râmniceanu, R. Al. Romeo Alexandrescu. Non mancava una Cronaca teatrale, firmata all'inizio da Cronicar (1895). Successivamente, dal 2 dicembre 1898 questa cronaca fu sostenuta da Ion Gorun (Alexandru Hodoş), da George Ranetti – dal 1903, da Alexandrescu Dorna dal 1909, e poi, successivamente da Victor Eftimiu, Cornel Moldovanu, Emil Nicolau, A. Bran (Al. Bălăceanu), M. Negru, M. Mora, Romulus Seişanu. 
Della Cronaca di belle arti si erano occupati lungo gli anni autori che firmavano con nomi come Smara, Leontin Iliescu, M. Negru, B. Cecropide. Dal 1915, le colonne riguardanti le belle arti furono a cura di V. Bilciurescu; a queste si aggiungevano le rubriche dedicate al movimento culturale, letterario, bibliografico, alle conferenze, atenei, riunioni, teatri, spettacoli di teatro e cinema, mostre ecc. Si può menzionare una serie de rubriche di questo tipo che lungo gli anni hanno avuto diverse denominazioni: La tribuna libera (dal 1898), Cronache facili, da G. Ranetti (1909), Gli incanti dell'inverno, Le cronache giornaliere di Leontin Iliescu dal 1909, e di Tiberiu Constant dal 1910, Impressioni e opinioni realizzata dallo stesso Tiberiu Constant nell'intervallo 1910-1911, la rubrica Film, la rubrica su argomenti di astronomia curata da Victor Anestin, Appunti e cronache, di Adrian Sulcină (dal 1911), la rubrica Miste a cura di Emil Nicolau (1916), La Cronaca del tempo, realizzata da I. Greculescu (che firmava anche con lo pseudonimo di Popic) e.a. Dopo il 1918 apparvero nuove rubriche come, ad esempio: Film, I miei appunti, Note, Diverse, Taccuini, Pezzetti di vita, Note pedagogiche, Ogni giorno, Da oggi a domani e. a.
Certo, non potevano mancare dalle sue pagine articoli di argomento letterario, poesia e narrativa firmati da numerosi autori: Carol Scrob, Ana Ciupagea, Gr. H. Handrea, Alex. I. Şonţu, Paula Vrăbiescu, George Murnu, Gh. Cândea; prosa letteraria hanno firmato Gh. Missail, Gr. H. Grandea, Dumitru Stăncescu; dall'autunno del 1896 vi cominciava a pubblicare D. Teleor cronache settimanali, poi narrativa breve; Dumitru Stănescu e A. Vântul hanno collaborato con numerosi articoli. Nel 1898 anche George Coşbuc vi pubblicava una serie di articoli. «Universul» era diventato una tribuna dell'affermazione degli autori romeni di letteratura, tanto esordienti, quanto personalità già consacrate, nomi dei più importanti. Il giornale diventò così una testata di prestigio nel paesaggio della stampa centrale sin dal periodo in cui viveva Cazzavillan e riuscì a conservare il suo carattere aperto ai più svariati argomenti. Anche il livello intellettuale del giornale era cresciuto, man mano con la sua crescita di udienza presso i lettori e con la diversificazione delle loro esigenze. Pubblicare su «Universul» significava ritrovarsi sulle pagine di uno dei più letti e giornali romeni fino alla Prima guerra mondiale. Lo stesso Cazzavillan si rendeva conto, secondo le affermazioni di Pamfil Şeicaru, che il livello intellettuale del suo pubblico era cresciuto, che verso la fine del XIX secolo i lettori dei giornali non erano più solo gli abitanti delle borgate e i cocchieri, cioè le persone senza pretese intellettuali. E così, tra quelli che affidarono testi ad «Universul» furono non pochi  autori importanti della letteratura romena, nomi diventati classici. L'elenco degli autori di letteratura è molto lungo ed è riscontrabile nell'articolo firmato da Scarlat Preajbă, apparso sul numero anniversario 150 del giornale, e per questo motivo consideriamo non necessario presentarlo per esteso. Si devono però indicare i nomi che hanno costituito la elite della cultura romena prima e dopo la Prima guerra mondiale; tra questi ci sono V. A. Urechia, Ion Luca Caragiale, Alexandru Vlahuţă. Il primo materiale stampato su «Universul" di Vlahuţă è la novella Din oastea cea nouă (Dal nuovo esercito) apparsa sul no. 355 del 1908. La sua collaborazione al giornale durò fino al 1911. Tra gli anni 1909 e 1910 aveva collaborato settimanalmente anche Ion Luca Caragiale. È degna di interesse, da questo punto di vista, la corrispondenza tra Caragiale e Vlahuţă, riguardante la letteratura e la politica, la morale e l'educazione, apparsa sulle pagine di «Universul» nell'anno 1910.
Vi ritroviamo anche alcune opere di Emil Gârleanu mentre lo stesso Vlahuţă firmava una serie di articoli sul pittore Nicolae Grigorescu nel 1910. Iuliu Dragomirescu scriveva su Bogdan Petriceicu Haşdeu. Sono poi degne di essere ricordate le lettere inedite di Vasile Alecsandri, pubblicate su «Universul» da Alexandrescu Dorna, il racconto Îngerul păzitor (L'Angelo custode) di Elisabetta di Romania (Carmen Sylva), le novelle di Mihail Sadoveanu, i brevi racconti firmati da Ion Luca Caragiale. Eugen Lovinescu publicava in appendice il romanzo Aripa Morţii (L'Ala della Morte). Ritroviamo, dunque, tra quelli che hanno pubblicato poesie o opere di narrativa una vera pleiade di autori che hanno illustrato per eccellenza la grande letteratura del periodo. Oltre agli autori già citati, vi s'incontrano anche i nomi di Victor Eftimiu, Al. Macedonski (che firmava alcune Cronache letterarie), Nicolae Iorga, Camil Petrescu, Liviu Rebreanu, Nichifor Crainic, Ion Marin Sadoveanu, Cezar Petrescu, Ion Pilat, Zaharia Stancu, Emanoil Bucuţa, Gala Galaction, Petru Comarnescu, Radu Gyr, Gh. Bogdan Duică. L'elenco dei collaboratori nel campo letterario è invece molto più lungo perché «Universul» ha puntato sin dal suo primo numero sul grande potenziale di attrattività della letteratura sui lettori. La presenza continua di testi a carattere letterario faceva parte della «strategia di mercato» di Cazzavillan, se è lecito dire così, il quale desiderava un giornale non solo informativo, ma anche di divertimento per poter ottenere così un massimo impatto a livello di pubblico.

Ioan-Aurel Pop, Ion Cârja
(n. 5, maggio 2013, anno III)

NOTE

1.Pamfil Şeicaru, Istoria presei (Storia della stampa), Piteşti, Editura Paralela 45, 2007, p. 241.
2. Nicolae Iorga, Istoria presei româneşti (Storia della stampa romena), Bucarest, Ed. Muzeul Literaturii Române, pp. 194-198 passim
3. Dorobanţ, soldato professionista appartenente alla fanteria (n.d.t.).
4. Apud Alexandrina Nicolae, Intreprinzătorul Cazzavillan şi Universul (L’imprenditore Cazzavillan e Universul) în „Magazin Istoric”, 6, 36, 2002, pp. 51-55.
5. Ce voim (Cosa vogliamo), in „Universul”, I, 1884, no. 1, lunedì, 20 agosto, 1884, p. 1; riprodotto in traduzione italiana da Claudio Isopescu, La stampa periodica romeno-italiana in Romania e in Italia, Roma, Istituto per l’Europa Orientale, 1937 pp. 34-35.
6. La valutazione appartiene a C. Bacalbaşa, in Bucureştii de altădată (La Bucarest d'una volta), vol. III (1901-1910), Bucarest, Editura Albatros, 2007, p. 77.