Uno scrittore alternativo e un romanzo storico da spiaggia

Lo scrittore alternativo è Matteo Strukul (l'aggettivo va inteso nel senso usato per distinguere la medicina alternativa dalla medicina classica), e il romanzo storico, che non saprei definire in un altro modo se non ‘da spiaggia’, è Inquisizione, Michelangelo, pubblicato di recente presso la casa editrice romena Humanitas Fiction, nella bella traduzione di Gabriela Lungu.
Matteo Strukul è oggi uno scrittore di grande successo: i suoi romanzi storici ricevono importanti premi letterari, sono tradotti in molte lingue e hanno tirature impressionanti sia in Italia che all’estero. Chi è questa supernova della narrativa italiana e come spiegare il suo grande successo di pubblico? Cercherò di rispondere a queste domande senza temere il soggettivismo.

Strukul è, prima di tutto, un creatore poliedrico. Più precisamente: è laureato in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Padova e ha conseguito un dottorato di ricerca in diritto europeo presso l'Università degli Studi di Venezia; vive – secondo quanto dichiara – in tre luoghi: Padova, Berlino e Transilvania (dove avrebbe scoperto alcune delle sue radici familiari); è giornalista, scrittore di racconti brevi, di saggi, di romanzi (14), è sceneggiatore  e docente di sceneggiatura interattiva alla Link Campus University di Roma; è traduttore, autore di fumetti, di biografie musicali, di videogiochi, è editore e direttore di varie collane; è fondatore, insieme a Matteo Righetto, del movimento letterario Sugarpulp, direttore artistico dei festival letterari Sugarcon e Chronicae (il primo festival italiano dedicato al romanzo storico). Matteo Strukul ha solo 48 anni. La spiegazione di questa serie prodigiosa in giovane età può essere quella confessata da Gabriela Lungu, che ha avuto modo di incontrarlo personalmente al Film Festival di Cluj (TIFF): l'uomo ha uno sconfinato entusiasmo per ciascuno dei tanti progetti che gli vengono in mente. Ma la spiegazione può essere anche un’altra: che lui incarni un altro tipo di scrittore, uno scrittore alternativo, per un pubblico a sua volta sempre più alternativo.
Alcune occupazioni della serie presentata sopra possono chiarire il qualificativo e vanno dettagliate perché indicano un tipo di sperimentalismo e un tipo di autore nuovo, versatile e adattato a una nuova società, fluida e aperta a nuovi tipi di espressione e a nuovi principi operativi. Ad esempio i suoi corsi di «sceneggiatura interattiva» che hanno a che fare con i giochi e con la multimedialità – presso una facoltà (Link Campus University) la cui permissività ha oltrepassato i confini della legalità – mettono in discussione un intero sistema educativo, sia esso anche innovativo. O, ad esempio, la collaborazione per pubblicare i suoi esperimenti artistici con case editrici emergenti che mirano a incrinare i consueti confini dei generi letterari: la casa editrice Meridiano Zero, nota soprattutto per il suo repertorio pulp, dove Strukul ha fatto il suo debutto letterario con due biografie musicali (di due cantautori italiani contemporanei che intrecciano il lirismo à la De André con lo spirito del rock); la Edizioni BD, specializzata in generi pop tipo fumetti, comics americani, ecc. in cui il Nostro pubblica due traduzioni di romanzi noir; Multiplayer Edizioni, casa editrice dedicata al fantasy e agli horror ispirati ai videogiochi, o l’italo-americana La Case Books di Los Angeles che pubblica solo e-book e audiolibri – con entrambe Strukul ha pubblicato racconti, alcuni scritti a quattro mani e in versione bilingue. E non dimentichiamo Edizioni e/o con cui ha pubblicato una parte significativa della sua creazione, ovvero quella che lo ha consacrato nel genere tra noir e pulp, realizzata in parte in forma di fumetti (ricordiamo solo la celebre trilogia Mila Zago, pluripremiata, iniziata nel 2011 e tradotta in diverse lingue, o la serie Dracula). Con riferimento a questi ultimi titoli vale menzionare la vasta cultura di Strukul in questi generi e la sua abilità di travasarli nel suo Veneto natio e di utilizzarne lo strumentario letterario e cinematografico (solitamente mirante a liberare la finzione dai vincoli del reale o del verosimile), per affrontare questioni sociali e politiche di reale rilevanza. E non posso non menzionare l'attività di fondatore del movimento Sugarpulp. Questo movimento, generatore dei festival Sugarcon e Chronicle, dove Strukul è direttore artistico, è frutto di un'associazione nel vero senso della parola – cioè ha un comitato, dei membri, uno statuto (scritto in una tonalità che ricorda da vicino i manifesti del futurismo) e persino un decalogo – e si definisce un movimento vivace,  liquido, indipendente, «che si muove con un sorriso spudorato tra Alta Cultura e Entertainment», più precisamente, come «un’attitudine, uno stile, o forse un genere di generi, un genere di risulta, appunto, che abbraccia la fantascienza e l’avventura, il noir e il fantastico, la crime fiction e l’hard boiled, l’horror e il gotico e che, tuttavia, si pone come obiettivo quello di creare e diffondere nella maniera più pervasiva e capillare un nuovo concetto di fare narrativa e letteratura: popolare, non accademico, immediato, economico».
Ho insistito sulla straordinaria carriera artistica dell'autore perché essa definisce non solo la sua creazione letteraria ma anche un tipo di scrittore, che, credo io, sta per arrivare: ovvero uno scrittore animato da un populismo filtrato attraverso i nuovi strumenti e le nuove modalità di comunicazione e sincronizzato con la musica rap, con il progresso dei videogiochi, dei telefoni cellulari, della realtà aumentata ecc. Non intendo nascondere dietro questa presentazione una critica o un’affettazione accademica. Semplicemente constato una direzione culturale che ha grandi possibilità di prosperare.

Ma oltre a tutto questo, dal 2014 a oggi, Matteo Strukul pubblica circa due romanzi storici all'anno che gli assicurano un costante successo internazionale. Il debutto in questo genere l’ha fatto con il giallo storico La giostra dei fiori spezzati, finalista al Premio Scerbanenco; dopo altri due dello stesso tipo, in soli due anni, 2016 e 2017, pubblica con la Newton & Compton, la tetralogia I Medici, il cui primo volume vince nel 2017 il prestigioso premio letterario Bancarella. Nel 2018 vedono la luce altri due romanzi storici, subito tradotti in molte lingue: Giacomo Casanova, la sonata dei cuori infranti (tradotta in romeno da Gabriela Lungu, Humanitas Fiction, 2019) incentrata sulla figura del celebre avventuriero e seduttore del Settecento, e Inquisizione, Michelangelo, nominato sopra.
Quest'ultimo, più riuscito e più convincente del precedente, ha come protagonista il geniale artista Michelangelo Buonarroti, in un breve periodo della sua lunga vita, ovvero gli anni 1542 - 1547: sono anni di tormento per Michelangelo che lavora per continuare il monumento di Giulio II, scolpendo il suo famoso Mosè, ma anche gli affreschi delle stanze di Paolo III in Vaticano; sono gli stessi anni in cui il Papato affronta il movimento protestante di Lutero e prepara il Concilio di Trento che avrebbe portato alla rottura definitiva dell'unità della chiesa occidentale, gli anni in cui si riattiva l'Inquisizione romana con la caccia alle streghe e agli eretici. Per Michelangelo, già di per sé ansioso e infelice, sono anni di angoscia (perfettamente ritratti nei suoi sonetti, non citati nel romanzo) perché, sotto l'influsso di Vittoria Colonna, la poetessa dall’anima eletta, Michelangelo aderisce al gruppo degli «spirituali». Si tratta di una dissidenza all'interno del cattolicesimo, che auspicava il ritorno della Chiesa al modello di Cristo, la rinuncia all'opulenza e alla pratica delle indulgenze, il rigetto della corruzione e depravazione della curia romana. Questa adesione portò davvero alla persecuzione dell'artista e dei membri della setta e al sacrificio dei più deboli.

Prima di svelare alcune caratteristiche di quest’opera, è doveroso ricordare che il romanzo storico, sin dalla sua comparsa all'inizio dell'Ottocento, è stato ininterrottamente presente nella letteratura italiana; e che da subito esso ha creato un modello supremo, I promessi sposi, per poi diramarsi in vari orientamenti legati prevalentemente alle varie prospettive sul senso e sull’andamento della Storia. Il genere richiede immancabilmente l’accostamento di personaggi storici (con episodi di storie reali) ai personaggi di finzione usati o come motore dell'azione, o come terreno sminato per l’indagine psicologica, o per il sovrasenso del plot – caratteristiche che, fra l’altro, hanno portato anche alla proliferazione dei film storici, con sempre più frequenti tradimenti alle testimonianze storiche. Ma dal 1980, quando il romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa ha riscosso un successo mondiale strepitoso, l'Italia ha conosciuto una fioritura senza precedenti del genere e un vivo interesse da parte del pubblico. In questo senso l'opzione di Strukul per il romanzo storico comporta un rischio notevole perché la grande concorrenza rende ancora più difficile l’affermarsi di un qualsiasi nuovo arrivato. Eppure i recenti romanzi di Strukul sembrano godere di un successo travolgente, di tirature impressionanti e di continue ristampe. Dove sta il segreto di questo successo?
A mio avviso, sta in tutta l’ esperienza precedente dell'autore: per esempio, nella velocità dell’azione, il dosaggio della tensione e la costruzione di caratteri forti del ciclo di Mila Zago; nei dialoghi abbondanti e brevi dei fumetti; nella forza visiva e nell’immediatezza  delle immagini dei videogiochi; nelle scene di sesso e di violenza estrema della sua lunga e diversificata esperienza pulp; nella strutturazione cinematografica, tipo soap opera, della narrazione in capitoli brevi che alternano continuamente i fili della narrazione; nella presenza dei temi obbligatori nelle sceneggiature dei film d'azione: l'amore, il tradimento, l’inseguimento dell'innocente, l'omicidio, ecc. A questi si aggiungono il linguaggio colloquiale, a volte pedestre, e lo stile scorrevole, facile da seguire e che non richiede la consultazione del dizionario; e, ultima ma non meno importante, la dimensione amichevole del volume. Secondo me, Strukul è un grande manipolatore di tecniche narratologiche che raggiungono il risultato desiderato, cioè «una letteratura popolare, non accademica, immediata ed economica», quella che copre perfettamente la sfera dell’entertainment. Basta questo? Sì e no, perché il romanzo storico ha bisogno anche dell'altra faccia, quella della cosiddetta Alta Cultura (le maiuscole appartengono al Sugarpulp), deve cioè informare il lettore sull'episodio storico scelto, e da qui la necessità dell'autore di documentarsi a fondo sul tema.
Ma anche sotto questo aspetto Strukul offre una sua variante, alternativa alle impressionanti informazioni storiche offerte, ad esempio, da un Manzoni o da un Eco: alla fine del romanzo l'autore alternativo elenca una vasta bibliografia che richiederebbe anni di documentazione; in realtà, la sostanza storica presente nel romanzo si riduce a informazioni essenziali facilmente reperibili sulla Wikipedia italiana; la discrepanza non attesta necessariamente la mancanza di onestà dell'autore quanto il fatto che la storia non è la sostanza del romanzo ma l'ingrediente che regge l'avventura, la suspense, le tribolazioni dei personaggi, pigmentate, ovviamente, con descrizioni di luoghi, vestiti, armi, ecc., vale a dire con l’occorrente che aggiunge pittoresco e fascino. Tale ingrediente, vale a dire l’informazione storica superficiale ma operativa, aggiunge alla «letteratura popolare, non accademica, immediata ed economica», insomma all’entertainment, l'illusione dell'Alta Cultura. Il risultato è una lettura apparentemente istruttiva, sicuramente piacevole, veloce, che non richiede né sforzo né interpretazione. Una lettura – come dicevo – buona proprio per una vacanza in spiaggia!





Smaranda Bratu Elian
(n. 4, aprile 2021, anno XI)