Festlettura. VIII edizione del festival di lettura giovane

Per i lettori che forse hanno dimenticato o forse non lo conoscono, credo che prima di presentare l’edizione recentemente conclusa, è utile ricordare come è nato e che cosa propone questo progetto. Il festival è nato nel 2012 per iniziativa del lettore italiano del liceo bilingue «Dante Alighieri» di Bucarest, Giancarlo Repetto, dalla necessità di avvicinare gli studenti liceali romeni alla lettura e alla lingua italiana. All’inizio il festival era dedicato solo ai cinque licei bilingui della Romania, cioè quelli in cui l’italiano godeva di un insegnamento intensivo (i Licei «Dante Alighieri» e «Ion Neculce» di București, il liceo «Jean Louis Calderon» di Timișoara, il liceo «George Barițiu» di Cluj e il liceo tecnico «Transilvania» di Deva) e dove l’iniziativa poteva essere facilmente accolta e promossa dai singoli lettori italiani. L’iniziativa del prof. Repetto è stata subito accolta da tre italianiste dell’Università di Bucarest (oltre a chi scrive, la prof. Oana Boșca-Mălin e la drd. Cristina Gogianu) e dal prof. Federico Collesei del Collegio Nazionale «Ion Neculce» di Bucarest, che poi sarebbero diventati la squadra direttiva per tutte le edizioni. La strategia organizzativa era questa: procurare un numero sufficiente di copie di due o tre romanzi italiani contemporanei adatti agli studenti liceali e non ancora tradotti in romeno, farli leggere agli studenti interessati dei cinque licei sollecitando loro poi una recensione originale in italiano di uno dei volumi. Dopo alcuni mesi dedicati alla lettura, a una data precisa, gli allievi avrebbero mandato i propri elaborati a una giuria prestigiosa che li avrebbe valutati e ne avrebbe stabilito una graduatoria. Dopo averla comunicata a tutti i partecipanti sarebbe seguita una cerimonia di premiazione con la partecipazione dei colleghi delle varie città. Le mete di tale strategia erano di far leggere i giovani romeni in italiano, metterli in contatto diretto con la letteratura italiana, incoraggiare il loro giudizio critico, abituarli a esprimersi in italiano e anche di sentirsi, in questo sforzo individuale, in comunità e in concorrenza. Il progetto ci ha subito rivelato una serie di condizionamenti: fornirci di libri pubblicati in Italia, costituire la giuria, organizzare la cerimonia e assicurarci che i premi saranno attrattivi e adatti al progetto. Per fronteggiare tutto questo sono nate allora, e sarebbero continuate fino a oggi, due preziose collaborazioni: una, fondamentale, quella con l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, che ogni anno ci appoggia con generosità ed efficienza, l’altra con la casa editrice bucarestina Humanitas che regolarmente ci mette a disposizione dei libri da offrire ai premiati. Son nati, dunque, sin dall’inizio un concetto e un tipo di organizzazione che sono rimasti costanti e che hanno consentito e continuano a consentire lo svolgimento del progetto.

Però il progetto ha conosciuto rapidamente ampliamenti e diversificazioni: il primo ampliamento è venuto nel 2014 quando il festival-concorso è stato aperto a tutti i licei della Romania dove si insegna l’italiano e, in più, ha aggiunto una nuova sezione, quella dedicata alle università, pure queste di tutto il Paese. La nuova sezione proponeva, ovviamente, una tematica e delle richieste congruenti con la preparazione degli studenti universitari. Tale importante allargamento nella terza edizione ha partorito nuove necessità e nuove sfide: la creazione di una rete nazionale del progetto, la designazione di una giuria speciale ed equa per l’università, e un numero sensibilmente più grande di volumi da procurare e distribuire nel Paese. Ne sono scaturite allora altre due collaborazioni, che continuano anch’esse fino ad oggi: quella fra i docenti di italiano di varie città della Romania, numerosi e prima sconosciuti, – senz’altro una delle maggiori realizzazioni del progetto, e quella con la prestigiosa casa editrice Marsilio di Venezia e con il suo direttore, il compianto grande professore Cesare De Michelis, che anno dopo anno ci ha offerto gratuitamente un numero importante di volumi da distribuire ai concorrenti e ha fatto parte della giuria. Naturalmente, tali trasformazioni hanno portato anche un numero più alto di partecipanti.

Il 2017 ha portato un nuovo allargamento: per iniziativa degli stessi professori, che si sono mobilitati a vicenda, abbiamo creato una nuova sezione, dedicata alle scuole medie.  Abbiamo avuto la sorpresa di constatare che i piccoli (10-14 anni) erano più entusiasti e più numerosi dei più grandi. Da allora la presenza dei piccoli nel concorso e alla cerimonia di premiazione è «il sale e il pepe» del festival. Ovviamente ai piccoli abbiamo proposto libri e tematiche adeguate alla loro età e formazione. Questa nuova estensione ha creato una nuova collaborazione che si annuncia anch’essa costante e preziosa: quella con la casa editrice Piemme-Mondadori di Milano, che negli ultimi anni ci ha offerto anch’essa, generosamente e gratuitamente, una parte dei libri proposti alla scuola media. 

Ed eccoci arrivati nel 2019: l’ottava edizione, con tre sezioni costanti, con la collaborazione di scuole, licei e università di tutto il territorio della Romania (quest’anno di Deva, Iași, Vaslui, Bucarest, Timișoara, Bistrița, Oradea, Cluj, Constanța, Sighetu Marmației), con tre giurie formate di specialisti di varie città, e con una festività di premiazione (svoltasi il 18 maggio, presso l’Istituto Italiano di Cultura, con colleghi venuti da lontano), come sempre, bella, cordiale e incoraggiante. Le fotografie presentate qui danno solo una pallida e silenziosa idea dell’atmosfera. Potrei continuare con le lodi e le speranze. Ma siccome ogni progetto vivo è accompagnato anche da preoccupazioni e da ansie, voglio ricordare anche queste – nella speranza che i lettori potessero aiutarci con suggerimenti, critiche, prospettive nuove.

Una preoccupazione riguarda i libri proposti alla scuola media e al liceo. La scelta dei titoli spetta agli organizzatori. In base alle raccomandazioni e ai riassunti pubblicati dalle case editrici che li forniscono, noi proponiamo i libri senza però averli potuti leggere integralmente prima del bando e senza poter consultarci con i professori e con gli studenti stessi. Dunque non sempre capitiamo su tematiche, livelli linguistici, intrecci attraenti. Per raggiungere il vero scopo del progetto sarebbe invece necessario proporre ai giovani dei libri veramente adatti. E approfitto del momento per lanciare un appello a tutti i colleghi e amici del progetto che frequentano le librerie italiane di suggerirci dei libri che hanno potuto sfogliare e valutare di persona. 

Un’altra preoccupazione riguarda il volontariato di tutti i professori coinvolti nel progetto, che dedicano tempo, sforzo ed entusiasmo senza aspettarsi un riconoscimento istituzionale. Invece noi desidereremmo un maggiore riconoscimento morale a questo loro impegno: da parte dei colleghi, dei presidi, dei capidipartimento, delle istituzioni patrocinanti. Tale riconoscimento intensificherebbe la motivazione dei nostri colleghi, motivazione che, a sua volta, si ripercuoterebbe sugli studenti – vero target del progetto.

Un’ansia, invece, riguarda la proporzionalità fra i partecipanti a seconda dell’età. Mentre il numero dei più giovani è leggermente crescente, quello degli studenti universitari sta diminuendo – benché loro costituiscano l’unica sezione in cui il nostro concorso ha un’utilità immediata, in quanto propedeutica per l’esame di laurea o di master. È un genere di disinteresse dei non più adolescenti che noi constatiamo spesso anche nella nostra corrente attività didattica. Ed è un’ansia che ci tormenta perché sembra pertinente allo stesso sistema scolastico (non solo romeno) e riguarda direttamente anche noi stessi, docenti. Ma forse tale disappunto è sanabile e i miei colleghi universitari si impegneranno per sanarlo. Così che preferisco chiudere con un ottimismo che il progetto Festlettura giustifica meritatamente: perché è un progetto che ha una forza formatrice positiva reale e dunque ha senso. E perciò deve continuare e continuerà. 



                        


 

 




Smaranda Bratu Elian
(n. 6, giugno 2019, anno IX)