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    Mostra «The Unpleasant Show» alla Galleria Jecza di Timişoara 
     
     La Galleria Jecza di Timişoara  presenta, dal 10 marzo al 14 luglio 2019, la mostra The Unpleasant Show nella  quale i curatori, Andrei Jecza e Simona Abagiu, esplorano i (non)limiti del  disegno, oggi, e la sua collocazione nelle pratiche artistiche contemporanee.  
         
      Ad esporre sono gli artisti: Sasha Robert Bandi,  Dan Beudean,  Mi Kafchin, Cristian Opriș, Radu Oreian, Raluca Popa, Lea  Rasovsky, Ștefan Ungureanu, Sorin Vreme. 
       
      Spesso non svelato al pubblico, il disegno è, forse, l’elemento più intimo  della pratica artistica, che mette in mostra le decisioni, le indecisioni e le  indiscrezioni di una «registrazione a voce alta». Le sue difficoltà di  definizione riflettono lo stato indefinito del processo, della sua pratica e  dei suoi oggetti. Ritroviamo il disegno come atto investigativo di ricerca,  forma di discorso sociale e politico, prefigurazione e mappa mentale, segnale  stradale, linguaggio grafico della pubblicità, istruzioni di sicurezza negli  aerei e molto altro. Questa fluidità del linguaggio visivo deve essere  sviluppata, coltivata e sollecitata uguale a qualsiasi altro mezzo di  comunicazione importante.  
      Con una storia vasta come la storia della cultura, l’atto del disegnare resta  un mezzo primordiale e fondamentale di tradurre, documentare, registrare e  analizzare il mondo abitato, sia esteriore che interiore. Allo stesso tempo,  l’atto di guardare un disegno ci permette di sperimentare la rappresentazione  grafica dell’esperienza dell’altro, la testimonianza del suo mondo che  condivide, così, con noi. Il trasferimento di idee, sia del concetto su un  supporto, sia attraverso un messaggio, significa conoscenza. Il guardare  significa conoscere, e il disegno ti insegna a guardare.  
    Per un tour virtuale della  mostra accedere al nostro link.    
      
      
          
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
       
       
                
     
    Traduzione di Serafina Pastore 
  (n. 5, maggio 2019,  anno IX) 
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