A Milano il primo incontro degli scrittori romeni in Italia

Si è svolto lo scorso 13 dicembre a Milano il primo incontro degli scrittori romeni in Italia, un successo sia per la partecipazione che per gli spunti proposti. L'iniziativa è stata promossa da Viorel Boldis, uno dei più noti poeti romeni nella Penisola, col sostegno di George Bologan, il console generale di Milano, e in collaborazione la rivista «Orizzonti culturali italo-romeni» e il Centro Culturale Italo-Romeno di Milano. A condurre il dibattito hanno provveduto Roberto Merlo, docente di letteratura romena presso l’Università di Torino, e Alexandru Cohal, linguista e ricercatore presso l’Università di Pavia.

Hanno accolto preliminarmente il pubblico la mostra fotografica di Diana Pascu, molto vivace per i suoi colori, e i quadri di OTA, acronimo del pittore Tudor Andrei Odangiu. L'incontro prende il via con il benvenuto di Viorel Boldis, mentre il console Bologan sottolinea il fatto che la scrittura, nel momento in cui diventa pubblica, comporta un atto di responsabilità, diventa un medium, specie quando avviene oltre i confini della propria patria. Roberto Merlo, dal suo canto, ha osservato che, storicamente, le prime pubblicazioni di scrittori romeni in Italia risalgono alla metà degli anni Novanta. Inoltre, e il dato diventa molo interessante per i possibili approfondimenti, la letteratura prodotta è tendenzialmente poetica, mentre la narrativa resta ancora uno spazio poco esplorato. Occorre un nuovo Maiorescu, afferma provocatorio Alexandru Cohal, occorre che gli scrittori si uniscano. E occorre trovare la giusta sintesi tra i due mondi e culture, quella di origine e quella d’approdo. Va in tal senso il lavoro, tra l'altro, di Rediviva Edizioni, insieme al Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, grazie alla costante opera di Violeta Popescu, Ingrid B. Coman e collaboratori, come pure di «Orizzonti culturali italo-romeni», diretta da Afrodita Cionchin.

Alle riflessioni degli ospiti ha fatto seguito una lettura di poesie, ad opera degli stessi autori: Rodi Vinau, Emma Felicia Dimitru, Florentina Nita, Gherghina Tofan, Olimpia Danci, Rodica Pauna, con intermezzi musicali della chitarra di Liviu Nechita.


Irina Turcanu

Di seguito una selezione di versi di alcuni poeti presenti e immagini della mostra fotografica di Diana Pascu.


RODI VINAU

Quando scrivo

Quando scrivo, io scorro nelle parole sciolte,
nei guadi scorro e sono come un torrente.

Nel palmo
compongo parole scritte da lettere incollate
con un dolce amaro,
unghie allungate,
su ogni dito
indosso l'anello di fidanzamento,
la mano trasparente, arcuata
ha le ali,
il pensiero la trasforma.

Quando scrivo, io sono un fiume,
sono un'ala in volo, sono un ramo carico
di frutta,
sono tutto quello che potrei essere, innamorata sono
mentre scrivo.



L'autunno di chi lontano se n'è andato

Si è staccata come in un pianto
la foglia solitaria dal ramo di un albero inginocchiato,
sotto altre piogge
frammenti di sospiri tremano nei tronchi
e nell'autunno di chi lontano se n'è andato.

Non arriva, non arriva...
Dal gemito, il cuore si scuote nelle foglie
e batte nel vento aspro, estraniato.

Si dissolvono nella nebbia ombre vaganti,
tra i corpi
abbracci svuotati di colore,
spogli, i rami degli alberi pendono
proiettati sullo sfondo.

Piove,
il cielo di cobalto
è fuso nel piombo e scorre in lacrime pesanti sull'asfalto.




RODICA PAUNA

paesaggio in cui ho lasciato qualcosa di me

forse la risata ci rende diversi forse il pianto
quindi sarebbe meglio che imparassi ad oltrepassare questo ponte
nelle valli su delle colline e montagne di silenzi
c’è qualcosa che mi buca la pelle ed un nuovo sangue m’inonda
e molto lattiginoso
solo le maschere sul volto sorridono
mentre passeggio per il mondo sotto le piogge
così come ho oltrepassato tanti tramonti e come
paesaggio dopo paesaggio strappa ogni stagione
nelle mattine molto fresche
e guardo sempre indietro
verso quel paesaggio in cui ho lasciato qualcosa di me
altra strada altro bivio che appena nasce
quando sarò adorata della pagina bianca



soltanto tu così come sei

sostituisco con una pietra ogni parola tra noi
se vuoi posso immaginare le pietre nel fiume
camminando sopra
sembra che solo le partenze ti avvicinerebbero a me
ma lasciamo stare il fiume
era un ponteggio
al mattino mi svegliano gli uccelli che volano dal tuo cuore
sostituiscono ogni sorriso con delle bianche rive
le conservo
per rallentarti
sostituisco quello che c’è ancora da sostituire
ed eccoti coperto di sali e delle alghe
così come sei uscito dalle onde piene di tristezza e disperazione
soltanto tu così come sei

(traduzione italiana di Adriana Diacu)




OLIMPIA DANCI

ti porto con me
nella mia solitudine
affonda nel mio petto
il tuo autunno
il tuo solitario pensiero
sulla mia fronte ferita

lascia nell’abisso della mia anima
il tuo sguardo
la tua cauta passione

con la mia bocca schiudi
questo sogno stagionale
frantuma il remoto dolore
prima che Dio
si svegli



Amarti
ho cosi poco tempo
attraversando lunghi sentieri deserti
dove mi cercavo perduta
quando la notte scende
nella tua città
mi trovo bambina
dove il tempo rastrella
i sogni
perduta
ogni giorno
ti scrivo
il mio silenzioso delirio




FLORENTINA NITA

Sul Ponte Pietra (Verona)

Iridescenze dell’Adige – le onde
L’elmo di Augusto sembrano rispecchiare
Dai fronti al riparo fermato sulle sponde.
Il sole l’armatura rovente fa brillare.

Sul Ponte trepidando dai passi tutti uguali
Di legioni verso le frontiere in marcia
Ritornano dal tempo pensieri ancestrali:
Cercare un rifugio, fare fortezze in Dacia.



Il mio destino

Il mio destino parla una strana lingua,
Nessuno comprende la sua istanza,
Un mondo intero arriva senza tregua
Con voci soffuse a dargli sostanza.

La mia casa è l’ormeggio nel mare
Mi chiamano i ricordi dappertutto,
Nasconde sotto la polvere per durare,
Quel che resta di me, non ancora distrutto.

Il mio canto è un ritmo trovato
Con il parlare, insieme al respiro,
Nel suo ritmo a camminare ho imparato,
Pianto e riso in un unico sospiro.

La mia nostalgia è il cavallo brado
Correndo, dalle chimere per scappare,
Nella sua chioma le mani stendo
Per salire in sella, legare e domare.




EMMA FELICIA DIMITRIU

Il bacio

Un bacio...
Sulla bocca di un’insensibile,
E come una barca sul mare in tempesta.
L’amore non è giusto!
Quando preghi di essere amata sembri ridicola.
L’amore non è misericordioso.
A chiedere un bacio è ridicolo,
Forse è il colmo del ridicolo,
Baciare una bocca di un’insensibile è
Come baciare una bocca di un straniero…


        
Per sempre, Roberta

Sei andata anche te verso il cielo azzurro,
Quando l'estate maturava il frutto sui rami.
Ti ho cercato nel sole sempre vivo,
E tu, con i raggi, accarezzavi le finestre della mia casa.

Ti ho cercato nel sogno di una notte.
Ti ho cercato nel volto di una rondine,
Perfino nelle mie proprie parole,
Che bisbigliava il mio pensiero, in silenzio.

E in un solo giorno d'Estate,
Quando desideravo mi stessi vicina,
Ti ho ritrovato nel mio cuore,
Che stava per dirti: per sempre, Roberta!

Nel suo battito, dove piange il desiderio,
Di poter abbracciare il tuo orizzonte,
Il tempo mi conferma che sei immortale
Dentro di me c'e la tua anima.




   

 



(n. 1, gennaio 2015, anno V)