Serata Italiana di Bucarest: «Lezioni americane» di Italo Calvino

Il 19 aprile 2019, La Libreria Humanitas Cişmigiu ha ospitato una Serata italiana durante la quale è stato lanciato il libro Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio di Italo Calvino nella pregevole traduzione di Oana Boşca-Mălin, nota italianista e attualmente vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma. Oltre alla traduttrice, gli invitati della serata sono stati la celebre romanziera e saggista Ioana Pârvulescu, Alexandra Vrânceanu, docente presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest e Mircea Vasilescu, giornalista e professore della stessa facoltà.

Dopo aver apprezzato la creatività e la straordinaria mobilità intellettuale di Calvino, Mircea Vasilescu ha parlato del contesto delle Lezioni americane, conferenze che lo scrittore italiano avrebbe dovuto sostenere nel 1985 presso l’Università di Harvard nella serie Norton Lectures. Quindici anni prima della celebrazione del nuovo millennio e molto prima della diffusione di internet, con la sua straordinaria capacità visionaria, Calvino ha parlato del futuro e della misura in cui la letteratura avrebbe potuto evocare immagini in assenza in un mondo governato dalle immagini prefabbricate.

La professoressa Ioana Pârvulescu ha cominciato il suo intervento con una riflessione molto pertinente: una volta letti, i romanzi di Calvino non possono cadere nell’oblio perché essi hanno tutti i pregi annoverati dallo scrittore nelle sue Lezioni narrative. Per esempio, le teorie riguardanti la leggerezza, la rapidità e la visibilità sono ben illustrate dalla scena della morte della madre del Barone rampante, scena che Ioana Pârvulescu cita integralmente e che ritiene una delle pagine più belle della letteratura universale. Dato che Le lezioni americane sono allo stesso tempo un volume per specialisti, «una corazza teorica» utile a chi si occupa di letteratura ma anche «uno spiraglio verso la fiaba», la scrittrice si è soffermata poi su alcune parabole del capitolo La rapidità per far poi riferimento ad alcune opere di autori romeni (Pâlnia şi Stamate di Urmuz e Poemele într-un vers di Ion Pillat) che avrebbero potuto essere incluse nel suddetto capitolo.

Continuando il discorso precedente, Alexandra Vrânceanu ha strutturato il suo intervento «in stile calviniano» attorno a cinque idee: le Lezioni americane sono viste come un invito alla lettura in un mondo che legge sempre meno, come tentativo di strutturare la letteratura universale in modo logico e gradevole intorno a certi concetti, come spiegazione del modo in cui nasce la finzione e del modo in cui Calvino stesso produce il suo testo e infine come prova di legittimazione. Docente di letteratura universale, Alexandra Vrânceanu ha accennato al fatto che Italo Calvino era membro del gruppo OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle) che ha promosso una certa visione postmoderna della letteratura, mentre le sue Lezioni americane sono estremamente utili per capire la postmodernità palinsestica che ama i giochi e le regole del gioco creativo.

Oana Boşca-Mălin ha presentato il punto di vista del traduttore che ha faticato ma anche goduto l’esperienza nel tradurre un libro di saggi e di teoria della letteratura, il che ha comportato una costante collaborazione con il redattore Vlad Russo, con ricerche nelle biblioteche, incontri con i colleghi latinisti, germanisti, anglisti alla ricerca dei testi già tradotti, la scoperta del Fondo Calvino esistente all’Università La Sapienza.

Fra gli scrittori italiani più conosciuti al mondo, amato e tradotto in Romania già dagli anni ’70, Calvino presenta la sua ars poetica al pubblico romeno solo adesso e questo lo si deve all’eccellente traduzione firmata da Oana Boşca-Mălin.





Patricia Bălăreanu
(n. 5, maggio 2019, anno IX)