Al via con le «Operette Morali» di Leopardi la nuova serie delle Serate Italiane di Bucarest

Lo scorso lunedì 7 novembre, presso la libreria Humanitas Cișmigiu, è cominciato un nuovo ciclo delle note «Serate Italiane» e il primo appuntamento è stato dedicato al capolavoro leopardiano, le Operette Morali.  Il volume è apparso recentemente presso Humanitas nella collana «Biblioteca Italiana», nella traduzione di Oana Boșca-Mălin, docente presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bucarest, e con prefazione di una specialista di Leopardi, Novella Bellucci, docente presso «La Sapienza» di Roma.  

All’evento ha preso parte un pubblico numeroso, fra cui molti giovani interessati alla letteratura italiana, e docenti italianisti dell’Università di Bucarest, cui si sono affiancati l’editore della collana, Vlad Russo, e il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura «Vito Grasso» di Bucarest, Ezio Peraro. Gli invitati al dibattito - il cui titolo «Quel libro senza uguali: dal pessimismo del filosofo all’ironia del letterato» ha preso spunto dalla definizione data da Italo Calvino - sono stati il critico letterario Dan C. Mihăilescu, il filosofo Ștefan Vianu, e le due italianiste Smaranda Bratu Elian e Oana Boșca-Mălin.

Le Operette Morali, che rappresentano l’apogeo della creazione in prosa leopardiana, sono state pubblicate nel 1827, anno di riferimento per la letteratura italiana in quanto, allo stesso tempo, anno di pubblicazione di un altro capolavoro della letteratura italiana, I promessi sposi di Alessandro Manzoni, e in tale contesto ognuno traccia un suo particolare percorso nella lingua e letteratura italiana. Il volume comprende 24 testi in prosa, la maggior parte in forma di dialogo, su temi perenni dell’esistenza umana e sul suo significato, temi trattati in chiave filosofica e in registro spesso ironico, spinto molte volte fino al paradosso. Sono prose, più o meno estese, all’insegna dell’anticonformismo, dell’inedito, che portano in superficie la verità cupa e spietata della condizione umana, nascosta spesso dietro concezioni e convenzioni collettive.

Smaranda Bratu Elian, che ha aperto il dibattito, ha presentato i dettagli biografici più significativi di questa opera, il suo posto nella creazione leopardiana e l’epoca in cui trova collocazione. Ștefan Vianu ha quindi analizzato la dimensione filosofica del testo e in genere della visione dell’autore, rapportandola ai vari punti di vista del pensiero occidentale, mentre Dan C. Mihăilescu ha mostrato come la visione pessimistica del filosofo viene riscattata dalla sensibilità e bravura dello scrittore, e ha letto e analizzato alcuni passi rappresentativi per l’effetto paradossale di «fiducia nella sfiducia» che Leopardi esercita sul lettore. Oana Boșca-Mălin ha sottolineato quanto questo libro sia ancora attuale, contrapponendolo al carattere effimero della letteratura dei giorni nostri, e, come traduttrice, ci ha introdotti nelle profondità del processo traduttivo che fa rivivere un’opera in un’altra lingua e in un’altra epoca. La serata è proseguita con domande e commenti dal pubblico, specie da parte degli studenti italianisti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bucarest, coinvolti nell’organizzazione della Serata.



Serena Țenea
(dicembre 2016, anno VI)