A Bucarest, una Serata Ttaliana sul romanzo «La tentazione di essere felici» di Lorenzo Marone

Mercoledì, 21 novembre 2018, nonostante le inclementi condizioni atmosferiche, la libreria Humanitas Cişmigiu era piena di lettori desiderosi di partecipare a una serata speciale dedicata al giovane narratore Lorenzo Marone e al suo romanzo La tentazione di essere felici. Pubblicato in Italia nel 2015 presso la casa editrice Longanesi, il romanzo ha vinto finora numerosi premi letterari ed è già stato tradotto in moltissime lingue. Questo mese è uscito anche in romeno, pubblicato dalla casa editrice Humanitas nell’eccellente traduzione di Gabriela Lungu. La serata è stata introdotta e moderata proprio dalla direttrice della Humanitas Fiction, Denisa Comănescu, anche lei nota scrittrice e poetessa.

I partecipanti, accolti con tè caldo e dolcetti, hanno seguito in un’atmosfera rilassata e amichevole – ben adatta al libro – gli interventi degli invitati di Denisa Comănescu: Marina Constantinescu, critica teatrale, cinematografica e letteraria, direttrice artistica del Festival Nazionale di Teatro; Vlad Russo, senior editor e valente traduttore della casa editrice Humanitas, e la professoressa Smaranda Bratu Elian, nota italianista e coordinatrice delle Serate Italiane. Con le loro esposizioni gli invitati ci hanno fatto dimenticare l’avversità del clima e dei tempi parlandoci del tentativo e della tentazione del protagonista del romanzo, Cesare Annunziata, di raggiungere la felicità. Vecchio e cinico, il personaggio creato da Marone vive in un palazzo qualunque di Napoli e dopo più di settanta anni, in cui ha tentato di rifuggire il contatto delle persone, persino della propria famiglia e dei propri figli, e astenersi da ogni gesto affettuoso, si scopre assalito dai ricordi stipati nel dimenticatoio e dalle sofferenze e dai problemi degli altri. Ed è principalmente la bella e giovane vicina di appartamento, Emma, a tirarlo fuori da questa sua autoreclusione, portandolo alla fine a occuparsi e a preoccuparsi di e per lei, quando scopre che la giovane è vittima delle violenze del marito.

Tutti i relatori hanno messo in risalto la trovata geniale del titolo che invita di per sé a leggerlo e che in parte ha alimentato il successo del libro, ma hanno notato anche le qualità narratologiche del romanzo, a dimostrazione del fatto che, al di là del titolo «facile», proprio esse ne hanno decretato il legittimo consenso presso i lettori: la strutturazione in capitoli brevi e apparentemente autonomi, i dialoghi estremamente vivaci e autentici e soprattutto la fine caratterizzazione di tutti i personaggi. Smaranda Bratu Elian ha insistito anche sulla discrepanza generazionale fra l’anziano protagonista e il giovane autore del romanzo, il quale tuttavia è riuscito a radiografare in modo splendido la vecchiaia. Ha poi sottolineato il ritmo incalzante del libro che spinge il lettore a divorare capitolo dopo capitolo e a leggerlo in un fiato. Marina Constantinescu, invece, ha posto in risalto il taglio cinematografico delle scene che, per altro, hanno convinto un noto regista, Gianni Amelio, ad adattarlo, nel 2017, per il cinema, col titolo La tenerezza, un film che ha riscosso un enorme successo.

Il personaggio principale è stato descritto, in tutti gli interventi, come un vecchio e cinico rompiscatole, a volte anche cattivo, che prova ribrezzo per il proprio corpo quando lo vede riflesso allo specchio e che giudica con disincanto la vita; ciò malgrado, è capace di parlare agli altri di coraggio, di scelte e di cambiamento quando la vita ti invita a farlo o ti offre la possibilità di seguire un sogno. E benché all’inizio del libro Cesare Annunziata consideri se stesso un fallito, uno che ormai non può più recuperare un’esistenza che giudica squallida, dopo l’incontro con la misteriosa Emma e con la sua sofferenza, si dimostra capace di superare il dolore agendo in prima persona e, fatto un bilancio della propria vita, di trovare ciò che di bello e di positivo c’è in essa: gli infiniti piccoli piaceri quotidiani che, passati in rassegna, convincono il protagonista che, se si osserva la vita dalla giusta angolazione, essa svela sempre nicchie nascoste di felicità. Il romanzo di Marone non è solo la radiografia di un uomo che guarda alle spalle il proprio vissuto, ma anche un invito a scoprire la felicità inesplorata nella vita di ciascuno di noi, se noi stessi ci lasciamo convincere a scovarla. 






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Patricia Bălăreanu
(dicembre 2018, anno VIII)