|
|
Intervista all’artista Achille Quadrini, a cura Maurizio Vitiello
Achille Quadrini nasce a Frosinone dove vive e lavora. Personalità eclettica, si interessa oltre che di pittura anche di scultura, fotografia e restauro. La sua mano conquista tessiture e orditi di panorami reali, ma anche immaginati, e visioni si sospendono, tra sogno ed emozione. Il ‘focus’ dell’azione pittorica dell’artista prende spunto da vene intimistiche per calare, poi, il suo interesse sulle odierne umane vicende, tangendo una chiave più vicina all’astrazione. A Milano è nel gruppo «Post Spazialista», di cui è fondatore insieme allo scultore Umberto Esposti; partecipa alla 54a Biennale di Venezia. Troviamo le sue opere in luoghi privati, nazionali ed esteri, e in luoghi di esposizione prestigiosi quali Ambasciate, Musei e in Vaticano. Animano le sue tele i giochi vibranti di luci e texture, prospettive inedite e cangianti. Protagoniste dell’opera Le trame custodiscono antichi segni, memorie e testimonianze di vita.
Puoi segnalare tutto il tuo percorso di studi?
Ho frequentato l’Istituto Industriale e, successivamente, la Facoltà di Medicina Veterinaria.
Puoi definire e sintetizzare i desideri iniziali?
Ho realizzato il desiderio di viaggiare e arricchirmi sempre di nuove esperienze.
Puoi segnalare i sentieri operativi che avevi intenzione di seguire?
Ho sempre cercato di far conciliare l’attività lavorativa con la passione per l'arte.
Quando è iniziata la voglia di affrontare l’ambiente artistico e quando la voglia di ‘produrre arte’?
Fin da bambino ho manifestato l’interesse per l'arte e da ragazzo ho iniziato a produrre le mie prime opere.
Mi puoi indicare gli artisti bravi che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente ‘a quattro mani’?
Nel corso degli anni ho avuto modo di frequentare bravi artisti tra i quali ricordo Piero De Bernardis, Fernando Rea, Mario Palma, Ettore Scalpellino (El Grande), Gino Majello, Pippo Cosenza, Umberto Esposti con cui ho fondato il gruppo “Post Spazialista” di Milano; seguito contemporaneo dello Spazialismo di Lucio Fontana.
Quali sono le tue personali da ricordare?
Tra le più significative, ricordo l’esposizione in Vaticano con la personale Las moradas del hombre con la prolusione del Cardinale Poupard e a cura dell’ambasciatore della Colombia Guillermo Leon Escobar; la personale curata dall' Ambasciata della Colombia presso il Consolato Latino-americano e l'I.L.A. di Roma; l’esposizione nel Palazzo della Ragione di Anagni e la partecipazione alla 54a Biennale d’arte Contemporanea di Viterbo, curata da Vittorio Sgarbi.
Puoi definire i temi che hai trattato in pittura? Ma dentro c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché?
Le mie opere sono il riflesso di stati d’animo e delle percezioni che ho riguardo al mondo che ci circonda. Tra le tematiche che ho affrontato sin dagli esordi ci sono l'attenzione per le sorti del pianeta, l'ambiente e la sua sostenibilità, l'utilizzo consapevole dei materiali.
L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? Il Lazio, il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese cosa offrono adesso?
Attualmente espongo e collaboro con il gruppo «Spazio 121» a Perugia. Nelle Marche sono membro del gruppo «Casa degli artisti» nel Passo del Furlo, poi sono spesso attivo nel Gargano con il gruppo «Nuova Vico in arte» e più in generale nelle province della Campania.
Quali piste e tracce di maestri della pittura hai seguito?
Sento vicini i linguaggi dello spazialista Lucio Fontana e le sintetizzazioni geometriche di Piet Mondrian e Victor Vasarely.
Pensi di avere una visibilità congrua?
No, non abbastanza.
Quanti “addetti ai lavori” ti seguono come artista?
Le associazioni di artisti con le quali collaboro mi seguono nelle varie esposizioni.
Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro nel campo della pittura?
Sto lavorando con materiali di riciclo e, momentaneamente, sto realizzando delle sculture.
Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo te, riescono a saper ‘leggere’ l’arte contemporanea e a districarsi tra le ‘mistificazioni’ e le ‘provocazioni’?
L'arte è una visione soggettiva del mondo, alcune volte l'arte contemporanea può incuriosire, smarrire, provocare, ma si avvicina sempre generando emozione in chi la osserva.
I social ti appoggiano, ne fai uso?
Utilizzo poco i social, tuttavia ho amici che mi seguono.
Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico, artista, gallerista, art-promoter per metter su una mostra?
Sono soddisfatto delle esperienze espositive che ho realizzato finora; mi piacerebbe, comunque, relazionarmi con critici che comprendano e valorizzino le mie ricerche e, soprattutto, l'intento che voglio comunicare con l'utilizzo del materiale riciclato.
Hai mai pensato di metter su una rassegna estesa di artisti collimanti con la tua ultima produzione?
A Perugia ultimamente ho esposto insieme ad artisti in linea con le mie ultime ricerche espressive.
Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi diversi impegni?
Soprattutto per la semplicità dei materiali utilizzati e per l’originalità delle opere.
Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari?
Certamente, avvicinare i più giovani al mondo dell'arte è sempre proficuo e stimolante. Nel periodo estivo spesso tengo corsi di linguaggi espressivi ai bambini del Gargano.
Prossime mosse, a Milano, Londra, Parigi, NY ...?
Spero di esporre in futuro, sono aperto a nuove avventure artistiche.
Che futuro prevedi nell’immediato post-Covid-19?
Mi auguro che il mondo dell’arte torni a popolarsi di fervide opportunità, anche all’estero.
Achille Quadrini, Emozioni, smalti su tela, cm. 80x80, 2022
Achille Quadrini, Imbrunire, smalti su tela, cm. 80x80, 2022
Achille Quadrini, Primavera, smalti su tela, cm. 80x80, 2020
Achille Quadrini con la sua opera
A cura di Maurizio Vitiello
(n. 6, giugno 2022, anno XII)
|
|