Il pittore Nicolae Tonitza raccontato dalla pronipote, Andra Tonitza

«Ho messo anche il libro Sulle orme di Nicolae Tonitza, scritto da Valentin Ciucă. Vedrai nel libro diversi elementi di cui abbiamo parlato. Tonitza si è recato in Italia molto prima, durante l'estate, in una gita scolastica, quando aveva circa 17 anni. Suo zio che lo ha aiutato molto si chiama Petre Vasiliu. Inoltre, nel libro, puoi scoprire di più sui suoi viaggi, la storia con Enrichetta Albertini e sulla loro vita a Parigi. Abbiamo anche il loro indirizzo nel quartiere di Montparnasse!» La mail inviatami da Andra Tonitza è la continuazione di varie conversazioni, le avevo detto che mi sarebbe piaciuto un tour di Tonitza per collegare le città europee a cui era legato il grande pittore romeno. All'Enoteca Abel's in Via Nicolae Tonitza a Bucarest, dove abbiamo passato un bel pomeriggio di fine settimana, c'è una targa con il nome del pittore; ho chiesto ad Andra, lei stessa piuttosto parigina, se sapesse dove Tonitza amava trascorrere i pomeriggi a Parigi.

L'idea di un quartiere di artisti romeni in stile Montparnasse proprio sulla strada che oggi porta il nome di Tonitza nel centro storico di Bucarest è legata a questa misteriosa e forse romantica amicizia con Enrichetta Albertini e alle amicizie artistiche che Tonitza ha stretto durante il suo soggiorno a Parigi. «Certamente ha incontrato Brancusi e Modigliani», avevo sottolineato questa nota, pensando di chiedere se è possibile che Nicolae ed Enrichetta – colleghi a Monaco di Baviera, in Germania, alla Königlich Bayerischen Akademie der Bildenden Künste (ora l'Accademia di Belle Arti di Monaco da Baviera), abbiano viaggiato insieme in Italia e poi in Francia –, e siano arrivati nella Toscana di Amedeo Modigliani. «I ritratti di Modigliani sono allungati, i ritratti di Tonitza sono arrotondati, ma hanno un'aria comune.», la riflessione dell'unica discendente diretta di Tonitza mi ispira a guardare con uno sguardo diverso sia i ritratti di bambini di Tonitza, sia i ritratti femminili realizzati da Modi. Se il viaggio degli studenti romeni di Archeologia in Italia, guidato nel 1903 dal professor Grigore Tocilescu, a cui partecipò il giovane Tonitza, è documentato, il periodo parigino con Enrichetta ha invece ancora misteri da svelare. Questo periodo sembra aver avuto un grande impatto sul suo stile, anche se i ritratti dei bambini sarebbero diventati più tardi uno dei temi tonitziani preferiti.

«E ora dove andiamo, avanti o indietro?», chiedo ad Andra Tonitza di guidarmi lungo la strada che prende il nome dal bisnonno. Sia nel cammino, che nel racconto. Nella Prefazione della sua tesi del master La Prima guerra mondiale vista con gli occhi di Tonitza, che Andra Tonitza ha discusso nel 2018 presso l'Università Lucian Blaga di Sibiu, l'autrice scrive: «Questa dissertazione non è per me solo un'opera di ricerca storica, ma anche il ritrovamento di uno dei miei antenati e, soprattutto, un tributo familiare.
Tonitza è famoso in Romania per i suoi dipinti, ritratti, paesaggi, scene di vita quotidiana. Il pubblico lo conosce e lo riconosce quando vede gli occhi nei suoi quadri, così speciali, pieni di bontà e mistero. Ma Tonitza era molto attivo anche in un altro campo, al quale era molto legato, quello della scrittura. Pubblicando più di 750 articoli (in quotidiani, periodici e riviste specializzate) ha coltivato, per tutta la vita, il desiderio di esprimersi anche in questo modo, e non solo attraverso il disegno e la pittura.
In quest'ottica ho voluto approfondire un periodo della sua vita che lo ha segnato e sconvolto profondamente: quello della Prima guerra mondiale. Prima giornalista, nel periodo della neutralità, poi prigioniero in Bulgaria, infine autore di cronache e pittore che ha raccontato i sentimenti durante la prigionia, questo periodo è stato per lui, dal punto di vista della creazione, intenso e fondamentale. La metodologia consisteva nell'iniziare con la rievocazione e il repertorio di tutti i testi, i disegni e i dipinti di questo periodo, di modo che in seguito fosse possibile analizzare e capire cosa fosse la Prima guerra mondiale agli occhi di Tonitza».

Gli articoli firmati sotto vari pseudonimi da Nicolae Tonitza sulla stampa dell'epoca sono spesso veementi contro la classe politica: così, in un articolo del 1916 intitolato Il popolo li segue e firmato con lo pseudonimo Nerva Teohari, Tonitza «parla del fatto che da un anno e mezzo le lotte politiche si sono infervorate, avendo come pretesto l'ideale nazionale»: «questa lotta ha portato in superficie tutto ciò che è più meschino in noi, finendo per confondere i saltimbanchi da fiera con uomini di carattere e convinzioni. Esempi di questo rovesciamento: il generale Crăiniceanu è un Napoleone, Petre Carp – un giullare venduto ai tedeschi, Take Ionescu – l'anima del movimento nazionale, Alexandru Marghiloman – un traditore, Nicolae Filipescu – il più grande romeno, Titu Maiorescu – un abile cacciatore di potere, Toma Ionescu – il simbolo del patriottismo disinteressato, Ioan I. C. Brătianu – un mascalzone, Constantin Mille – la voce giusta della nazione, Constantin Stere – un ciarlatano, il Sacerdote Lucaci – la più alta coscienza romena».
Tonitza può essere molto critico nei confronti di coloro che ammira apparentemente in modo incondizionato. Così, in un articolo pubblicato nel 1915, evoca il viaggio di Nicolae Filipescu in Russia; si parte dal fatto che costui ha attraversato il fiume Prut senza rimpianti e «non ha distolto lo sguardo, perché avrebbe visto – dal finestrino del treno di lusso – la triste pianura della Bessarabia, dove giacciono – schiacciate sotto il peso del pugno di Mosca – due milioni e mezzo di anime romene. Fu portato in treno, in una folle corsa, per il paese che ci era stato rubato nel 1878 – fu portato in treno con tale fretta che il grande romeno non ebbe il tempo di ascoltare le grida dei nostri fratelli schiavi, né le loro maledizioni, né la loro sconfitta speranza di salvezza». In un altro articolo del 1916, firmato Nerva e intitolato Prospettive parlamentari, Tonitza «descrive quanto sia difficile essere un parlamentare: non dormire quando parla il signor Victor Ionescu, non starnutire quando A.C. Cuza fa interruzioni gravissime, non tossire quando Take Ionescu dichiara che l'essere disinteressato è l'unico motore dei suoi atti politici, ascoltare con serietà quando il signor Filipescu tace ‘sui ladri del ministero della guerra’.»
Sempre del 1916 risale l'articolo Fatti e icone – Nel nostro paese come in Russia, firmato Netto Nizza, in cui Tonitza traccia un parallelo tra quanto stava accadendo in Russia e in Romania: «un soldato che si automutilava per sfuggire all'esercito era condannato a morte, mentre un generale che aveva abbandonato una delle fortezze più forti nelle mani dei tedeschi, con tutto il suo equipaggiamento militare, fu condannato a soli 15 anni di prigione; l'ex ministro russo Suhomlinov, che ha rifiutato le munizioni alleate, dicendo che la Russia ne aveva abbastanza e che la guerra sarebbe finita in pochi mesi, lasciando le truppe russe sul fronte dei Carpazi senza munizioni; la mancanza di pane in Russia, che nutre mezza Europa con il suo grano: «È colpa del governo che patrocina tutte le ruberie degli alti funzionari, interessati a questo aumento dei prezzi dei viveri».

Mobilitato nella guerra, tra il 20 e il 25 agosto del 1916 partecipò con il suo reggimento alla devastante battaglia di Turtucaia. I compagni del reggimento che non morirono al fronte furono fatti prigionieri e deportati in un estenuante viaggio in treno che percorse centinaia di chilometri fino al campo di Kardzhali (o Kîrdjali) in Bulgaria. Insieme a Tonitza, tra i prigionieri c'erano il pittore Sever Burada e lo scultore Horia Boambă.

«In cattività, non avendo i materiali necessari, l'artista ha usato bacchette e inchiostro di bronzo da lui preparati per disegnare. Dipinge i paesaggi circostanti, i compagni di sofferenza, scene del campo di filo metallico su cui giacevano gli stivali rotti e sporchi dei prigionieri. Questi disegni a inchiostro e matite colorate compaiono regolarmente nel diario di lager tenuto da Tonitza. Successivamente, i disegni furono presentati in una mostra nel 1957 e alla Retrospettiva Tonitza nel 1964. Tra l'8 settembre 1917 e il 27 febbraio 1918, Tonitza «pubblicò» una rivista di cinque numeri nel campo, che aiutò a sollevare lo spirito dei prigionieri. In un disegno si vedono soldati esausti, caduti a terra, tormentati dalla sete. In un altro, feriti e prigionieri vengono caricati su un carro. Altri vagano esausti e disorientati, appoggiandosi l'uno all'altro. Il dolore si legge sui loro volti come rivelato dalle bende cascanti. I lavori nel campo di Kirdjali costituiranno la serie chiamata Ritratti di Prigionieri. Tra questi ci sono i dipinti Prigionieri e due soldati, le incisioni Il convoglio dei prigionieri, Paesaggi dal campo, La sepoltura di un soldato romeno, Quelli senza Resurrezione», racconta Daniela Șontică in un articolo del 2018.

«Quando ha iniziato a dipingere ritratti di bambini, prima o dopo essere stato prigioniero di guerra in Bulgaria?», chiedo ad Andra Tonitza mentre guardo da vicino una mappa delle regioni vinicole e delle cantine della Romania di cui dispone l'Enoteca Abel's, ispirata a includerla nel menu. Bârlad, la città natale di Tonitza, non è lontana dalla distretto di Vrancea, famosa per la nobiltà dei suoi vini. Proprio quest'anno, un Sauvignon Blanc Riserva della Famiglia 2009 della Cantina Gârboiu ha conquistato la Medaglia d'Oro alla Competizione Mondiale di Bruxelles.

«Dopo. Intorno al 1924, quando era con la sua famiglia a Vălenii de Munte». Il 1924 è un'altra data importante nella vita e nell'opera di Nicolae Tonitza: la partecipazione alla Biennale di Venezia. «Gli piaceva anche giocare con i bambini a ‘dipingiamo a casa’». «Sorride, ha sorriso Andra di ‘Antoniță’», il cognome che diventò famoso nella sua forma italianizzata, Tonitza. Andra è fondatrice e presidente dell'Associazione I bambini di Tonitza, la cui finalità è di sostenere gli studenti romeni delle Scuole d'Arte e di promuovere il lavoro di Nicolae Tonitza in Romania e a livello internazionale. I suoi studi dedicati al giornalismo di Nicolae Tonitza e alla vita del pittore durante la guerra sono già durati diversi anni, a Parigi, Sibiu e Bucarest, durante i quali ha iniziato a costruire un vero e proprio archivio in memoria del bisnonno di parte paterna.

«Una rivista umoristica nel campo di prigionia?»

«Lo scopo di questo periodico era di confortare queste persone sfinite dalle privazioni e dalle frustrazioni che la loro condizione di prigionieri comportava. I titoli sono evocativi: Non arrenderti o Nemmeno morto. Numerosi disegni che rappresentano le donne sono presentati in questa rivista, poiché possiamo immaginare che la mancanza della presenza femminile è un argomento doloroso per la maggior parte degli uomini nel campo. Tuttavia, ciò che caratterizza la rivista è il suo tono satirico, anche sarcastico, e soprattutto l'umorismo e il surrealismo che emana. I due autori, Nicolae Tonitza e un altro artista imprigionato, Constantin Vladescu, hanno dato il tono nel primo articolo dal titolo Perché appariamo: «Non ricordiamo bene se è stato un filosofo contemporaneo o dell'antichità a scoprire una grande verità: ridere molto, vivere a lungo. Ma sappiamo per certo che, qualche decennio fa, Pasteur ha ideato la formula dello yogurt, consigliandola agli amanti della longevità. Gli ammiratori del grande scienziato hanno affermato che chi consuma yogurt prolunga la propria vita indefinitamente. Possibile. Le generazioni future dovranno appurarlo. Per ora, troviamo che qui, a Karjali, uno yogurt è più costoso di un'amante capricciosa e più diluito di un discorso di… (censurato). Siamo quindi costretti a rinunciare alla ricetta dell'illustre francese e a optare per quella del filosofo: ridere molto per vivere a lungo. Perché la risata è un ricostituente».





Nicolae Tonitza




Enrichetta Albertini e Nicolae Tonitza (1908-1911)




Andra Tonitza, Racconti inediti



Andra Tonitza, Racconti inediti



Andra Tonitza, Racconti inediti




Via Tonitza in Bucarest




Andra Tonitza a Târgu Mureş, nel 2019, alla mostra dedicata a Nicolae Tonitza





Ovidiu Ciornea, Andra Tonitza, Vlad Păunescu, Bogdan Moncea, Ioana Eliad
al Castel Film Studios di Bucarest (Snagov)

A cura di Ioana Eliad
(n. 10, ottobre 2020, anno X)