Intervista all’artista astratta Carmen Novaco, a cura Maurizio Vitiello

Carmen Novaco nasce a Portici nel 1948, figlia di un ufficiale di marina e un'insegnante. Sin dalla giovane età manifesta una spiccata propensione artistica, ma preferisce indirizzare i suoi studi e la sua conseguente carriera professionale all'insegnamento, esperienza formativa la cui traccia si ritrova in un aspetto ludico fortemente presente nelle sue opere. Durante i numerosi viaggi in Europa, approfondisce il Costruttivismo russo e interiorizza con maggior coscienza la sua propensione verso l'arte di natura geometrica. 
Contemporaneamente non si placa l'esigenza di far conoscere i suoi lavori artistici. Cura il look della Geven, azienda aeronautica di famiglia. Pannelli d’alluminio e di acciaio sottoposti al taglio laser per motivi produttivi dell’azienda, reinventati e rimodulati danno luogo a opere di grande impatto estetico.
In un periodo nel quale si parla della terra dei fuochi, di rifiuti, di problematiche ambientali, proprio a Nola, nei saloni della Geven si fa dei rifiuti un'arte e la sua prima mostra prende forma.
Nel 2013 le linee guida del movimento Madì le consentono di riconoscersi in un'arte che rispetta la sua libertà interpretativa. Nel 2014 è invitata a esporre, come ospite costruttivista, alla mostra collettiva «Aspetti del Madì internazionale a Napoli» al Museo Civico del Castel Nuovo (Maschio Angioino), Sala Carlo V.
A seguire entra ufficialmente a far parte del gruppo.
La sua esigenza di conoscenza, la curiosità mai appagata e la serrata ricerca pongono l'artista in contatto con «Astractura», corrente artistica assolutamente innovativa e di cui condivide le linee guida, ma anche il concetto di gruppo, di collaborazione, di apertura che non ha rilevato in altre correnti artistiche.
Suoi lavori sono presenti al Museo Geometric e Madì di Dallas, alla Casa Museo Sartori di Mantova, alla Pinacoteca Comunale Palazzo Ducale Sanchez de Luna a Sant'Arpino (CE), al Polo Espositivo «Juana Romani» a Velletri (RM).
Sue opere risultano in permanenza in Piazza Sant’Antonino a Sorrento (Na) e al Comune di Mendicino (CS).


Puoi segnalare il tuo percorso di studi?

Diploma Magistrale.


Ci racconti i desideri iniziali che avevi intenzione di seguire?

Era mio intento proseguire gli studi iscrivendomi alla facoltà di psicologia. Unica facoltà a Roma. La mia giovane età all’epoca fu la causa dell’impossibilità di coronare il mio sogno.


Puoi precisare i sentieri seguiti, in dettaglio?


Dopo anni di insegnamento, decisi di dar vita a una piccola azienda che produceva borse in un materiale innovativo nel settore e che disegnavo personalmente.  In pochi anni la «Nova Design» ebbe un grande sviluppo; tra i clienti di maggior rilievo «El Corte Inglés», famosa catena commerciale spagnola.


Quando è iniziata la voglia di ‘produrre arte
’?

La voglia di ‘creare’ mi accompagna da sempre sotto varie forme e in vari campi quali moda, arredi, sculture... Produrre, anche con fini commerciali, ho iniziato intorno al 2000.


Mi puoi indicare gli artisti bravi che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente ‘a due mani’?

Ho conosciuto molti artisti bravi, a qualcuno ho aperto le porte del mio studio, ma ognuno ha seguito la sua idea creativa, l’una lavorava plexiglas con tecniche a caldo e io accostandolo a materiali vari come alluminio, legno e quant’altro.


Quali sono le tue personali da ricordare, precisandone i temi motivazionali? Puoi anche specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle personali che hai concretizzato?

La prima personale fu presso un’azienda aeronautica da cui mi servivo di pezzi di scarto della loro lavorazione quali alluminio e acciaio di altissima qualità. La cosa incuriosì tanto che ebbi avere il piacere e l’onore di ospitare persone autorevoli nel mondo dell’arte.
Seguì una mostra al Palazzo delle Arti-PAN, una ad Amburgo, a Villa Campolieto a Ercolano, Palazzo Reale di Portici, ecc. Avendo fatto parte, nella mia carriera artistica, di movimenti quali il Madi, Astractura, ho dato più spazio alle collettive.


Puoi citare le collettive e le rassegne importanti a cui hai partecipato?

Esporre al MACA, Castel Nuovo, Castello Aragonese di Taranto e tanti altri sicuramente mi ha inorgoglito e non poco, ma una rassegna che ha segnato il mio percorso artistico è il SyArt Sorrento Festival, a cui ho partecipato nel 2018 con la realizzazione di un importante lascito alla Città di Sorrento con l’opera Essenza, che segna un importante periodo di rinnovamento nel mio lavoro e di un segno tangibile e duraturo nel tessuto urbano della Terra delle Sirene.


Dentro la tua produzione c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché?

Sicuramente vi è traccia del mio approccio alla vita e quindi al mondo stesso, attraverso l’elemento ludico costante e che si rinnova nel tempo.


L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? La Campania, la Puglia, il Sud, la «vetrina ombelicale» milanese cosa offrono adesso?

Un momento di forte trasformazione, una ricerca interessante di nuovi media e materiali. Milano resta sicuramente la vetrina più prossima al contesto europeo, ma al Sud in particolare ritrovo un fermento artistico notevole.


Pensi di avere una visibilità congrua?

Non mi riguarda particolarmente tale aspetto, credo interessi maggiormente a chi promuova il mio lavoro.


Quanti ‘addetti ai lavori’ ti seguono?

I fedelissimi di sempre. Pochi, ma buoni!


Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro?

Sono sempre più interessata a elementi quali armonia e sintesi. Lavoro su questo.


Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo te, riescono a saper ‘leggere’ l’arte contemporanea e a districarsi tra le ‘mistificazioni’ e le ‘provocazioni?

Sicuramente aiuta il gusto e la vocazione al bello, ma bisogna studiare e approfondire ininterrottamente. L’arte la legge chi riesce a sentire ancor prima di capire.


I ‘social’ t’appoggiano, ne fai uso quotidiano?

Inizio a incuriosirmi...


Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico, artista, art-promoter per metter su una personale e/o una rassegna estesa di artisti, però, collimanti con la tua ultima produzione?

Yayoi Kusama: le sue opere mi mettono di buon umore e sono certa che insieme potremmo realizzare un progetto interessante!


Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi impegni?

Andrebbe chiesto a loro! Se un pubblico inizia a seguire con costanza il tuo lavoro vuol dire che finalmente si ha qualcosa per cui vale la pena organizzarsi.
Non è semplice nella vastità della produzione contemporanea operare scelte oculate.


Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari?

Assolutamente, sì. E questa è la parte più importante del mio lavoro. Sono stata un insegnante e attraverso il gioco ho sempre trovato la chiave per educare i ragazzi all’ascolto.


Prossime mosse, a Milano, Londra, Parigi, NY?

NY - USA, ma da buona napoletana sono scaramantica e ne parlerò più avanti!


Che futuro si prevede post-Covid-19 e post-guerra Ucraina-Russia?

Gli artisti segnano e raccontano il presente, seminando interrogativi che trovano risposte nel futuro. Credo che bisogni investire particolarmente e seriamente nella cultura in questo tempo in cui non abbiamo punti fermi a cui riferirci.




Maurizio Vitiello e Carmen Novaco




Carmen Novaco e una sua opera




Carmen Novaco e una sua opera



Carmen Novaco al centro di una sua opera




Un'opera di Carmen Novaco



A cura di Maurizio Vitiello
(n. 5, maggio 2022, anno XII)