«Il bambino è il maestro». La vita di Maria Montessori raccontata da Cristina De Stefano

All’inizio c’è una bambina. Se ne sta chiusa in una grande aula dai soffitti troppo alti. È il 1876 e la scuola elementare pubblica di via San Nicola da Tolentino, a Roma, è come tutte le altre del Regno d’Italia: una prigione per bambini. Si sta immobili nei banchi, si ascolta la maestra per ore, si ripete la lezione in coro. Se ci si comporta male si viene puniti. La bambina ha sei anni e detesta tutto fin dal primo giorno. In silenzio, inizia la sua rivolta personale contro l’istituzione. Una specie di sciopero dell’attenzione, che la porta in pochi mesi a essere l’ultima della classe.
«A scuola non studiavo affatto» dirà da grande. «Stavo poco attenta alle maestre organizzando in tempo di lezioni dei giochi, delle commedie». E ancora: «Non capivo le operazioni aritmetiche e per molto tempo ho scritto i risultati mettendo cifre fantastiche, le prime che mi venivano in mente». 




Questo l’incipit del libro Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori, di Cristina De Stefano, pubblicato per i tipi della Rizzoli nel 2020, a centocinquant’anni dalla sua nascita. Chi era davvero Maria Montessori? Al suo nome si lega il metodo che ha rivoluzionato la pedagogia, mettendo il bambino al centro del processo educativo e rispettando il suo io e i tempi con cui si costruisce. Una rivoluzione che poteva compiere soltanto una donna capace di decisioni controcorrente in ogni momento della sua esistenza. La sua vita è stata molto celebrata, ma mancava ancora un ritratto che provasse a delinearne, senza preconcetti e senza sconti, la personalità fortissima.
Cristina De Stefano, attraverso testimonianze dirette e carteggi inediti, ci mostra una Montessori sorprendente e poco conosciuta. Allieva in lotta contro l'istituzione scolastica, laureata in Medicina quando una donna all'università era una rarità, da giovane si divide tra la militanza femminista, il volontariato sociale e il lavoro in corsia. Poi un giorno, davanti ai bambini abbandonati in manicomio perché troppo difficili per la scuola, ha l'intuizione che il modo di guardare alla intelligenza dei piccoli vada ripensato dalle fondamenta. Il suo metodo pedagogico, applicato all'inizio in una piccola scuola nel quartiere più povero di Roma, fa in pochi anni il giro del mondo e la trasforma in una celebrità. Da allora Maria Montessori dedica tutta la sua vita alla missione di cambiare il mondo. Scienziata che illumina ogni cosa di una luce spirituale, grande sperimentatrice che crede nell'intuito, idealista eppure attenta a registrare il suo materiale con dei brevetti internazionali, idolatrata dai suoi seguaci e attaccata dai critici. Per alcuni è una profetessa di una nuova idea di umanità. Per altri un despota e un'opportunista in politica. Maria Montessori è, come tutti i geni, un personaggio difficile. Ma nessuno potrà mai negare la sua forza di carattere, l'emancipazione assoluta per i suoi tempi, la capacità di visione quasi medianica.


Quali ritiene fossero i tratti più incisivi della personalità di Maria Montessori?

Maria Montessori è una rivoluzionaria, una scienziata, una mistica, una visionaria, una donna d’affari, una leader naturale. Personaggio molto complesso e appassionante.

Maria Montessori da giovane si divide tra militanza femminista, volontariato sociale e lavoro in corsia. Quando e perché comprende di doversi dedicare alla pedagogia?

Da giovane medico, Maria Montessori si occupa degli ultimi della società, e ben presto si accorge che questi non sono le donne, come pensava inizialmente, ma i bambini. L’evento fondamentale che le fa decidere di occuparsi di bambini è poi l’ingresso nel manicomio di Roma, diretto all’epoca da un suo collega che è anche il suo amante, Giuseppe Montesano. Il manicomio era un luogo spaventoso, e qui venivano rinchiusi i bambini con qualsiasi tipo di ritardo, dall’autismo alla sordità. I bambini venivano definiti idioti incurabili e abbandonati lì dentro. Maria Montessori si ribella e inizia a studiare tutto quello che trova sull’educazione speciale, per dimostrare che sono invece curabilissimi, e che li si può fare uscire dal manicomio. Il passo dall’educazione speciale all’educazione normale avviene in un secondo momento.

Montessori è un personaggio controverso: idolatrata e, al contempo, aspramente criticata. Si può giungere a un giudizio unanime e concorde?

Maria Montessori è un genio, e come tutti i geni è una personalità complessa e non facile. Credo che il tempo abbia dimostrato la forza della sua visione, non a caso il suo è l’unico nome che resta, oggi, fra i tanti che negli stessi anni cercarono di cambiare l’educazione, fondando addirittura il movimento internazionale della Scuola Nuova. Questo le è riconosciuto anche dai critici.

In che misura Montessori offre una fotografia contemporanea della scuola italiana?

Maria Montessori bambina detesta la scuola, mi sembra un dettaglio delizioso. È piccola, e per di più donna, in un mondo che non è fatto per i piccoli. La scuola in cui studia è tradizionale, autoritaria, ripetitiva e poco stimolante. Da grande si batterà per cambiare tutto questo: non solo la scuola, la società. Diceva che bisognava creare il partito dei bambini, e avere un ministero dei bambini.







Cristina De Stefano, giornalista e scrittrice, vive a Parigi e lavora come scout letteraria. I suoi libri, Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo (Adelphi 2002), Americane avventurose (Adelphi 2007), e per Rizzoli Oriana. Una donna (2013) e Scandalose (2017), sono tradotti nelle principali lingue del mondo.


A cura di Giusy Capone
(n. 2, febbraio 2021, anno XI)