CO.VI.3D Gallery, un museo virtuale ai tempi d'oggi. In dialogo con Eros Di Prima

Eros Di Prima, architetto e fondatore dell'Associazione Culturale Creative Spaces in ​​Italia, ci racconta l'importanza di adattare l'arte ai cambiamenti attuali. Sviluppando, insieme a un gruppo di giovani siciliani, un progetto virtuale unico, la creazione di una galleria, CO.VI .3D Gallery, Creative Spaces invita gli spettatori a entrare in un museo che non è solo una galleria virtuale, ma un vero museo dove si svolgono attività artistiche e culturali. CO.VI .3D Gallery ovvero VIsion COntemporary nella tridimensione di una vera galleria d’arte, ha invitato artisti da tutto il mondo, inaugurando periodicamente sale espositive dedicate a diversi artisti e scrittori siciliani. Nelle settimane precedenti sono state inaugurate le prime tre sale dedicate a Gino Morici, Salvatore Quasimodo ed Emilio Greco.
Durante la mostra collettiva del 14 maggio scorso – Art HOME – realizzata in occasione dell'inaugurazione della Sala Leonardo Sciascia, insieme ad artisti italiani – Cristina Abbate, Antonio Barbieri, Teresa Letizia Bontà, Sonia Gazzelloni, Anna Giannone, Vlady e l'artista tedesca Veronika Spleiss – ha partecipato anche l'artista di Iași, Manuell Mănăstireanu.


Eros Di Prima, che cosa ci può dire sulla sua attività e sull'associazione culturale Creative Spaces?


Mi sono laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo e specializzato a Roma in Interior Design. Durante il percorso di studi ho partecipato a importanti progetti universitari come il progetto internazionale Villard13 e il progetto Erasmus. Nel 2015 la mia tesi di laurea dal titolo «Palazzo Nicosia, una tappa lungo la strada dei vini della provincia di Agrigento» è stata esposta nel padiglione Italia all'Expo di Milano 2015. Dal 2017 ho lavorato a Bucarest per quasi due anni, nel campo della progettazione di interni per attività commerciali e abitazioni private e per la produzione di mezzi per lo street food. Oggi vivo in Sicilia e mi occupo di progettazione architettonica, con particolare attenzione all’interior design; sono anche impegnato nella progettazione di allestimenti e curatela museali, di progettazione grafica, visual identity, marketing e social media di brand.
Nel 2016 mosso dal desiderio di rigenerazione del territorio in cui vivo, decido di fondare l’Associazione Culturale Creative Spaces, della quale oggi sono Presidente, ed entrano a far parte del progetto un gruppo di giovani visionari con differenti competenze e studi. Creative Spaces è un continuo laboratorio di idee che genera creatività, mobilità, immaginazione e intuizione come veicolo per lo sviluppo economico, sociale e umano. Tante le attività promosse dall’associazione in questi anni: mostre ed esposizioni d’arte, come la mostra di una collezione di opere di Salvador Dalí sulla Divina Commedia, il festival «Le Vie dei Tesori» dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale, monumentale e artistico delle città, il format «PechaKucha» di cui siamo ambasciatori, «AperiTalk» e attività culturali con numerose realtà nazionali e internazionali.

Quanto è durato il processo di creazione del museo virtuale proposto da Creative Spaces?

Un pomeriggio qualsiasi, in un’ora indefinita di uno dei tanti giorni uguali trascorsi in quarantena, è nata una frase detta così per caso, forse un pensiero o solo una volontà inconsapevole... una frase esclamata da Noemi, «perché non facciamo un museo virtuale!». Non potevo far finta di niente e ho subito esclamato «SÌ!» Mentre il mondo si chiudeva nel confinamento noi non potevamo stare fermi a guardare, dovevamo continuare a creare bellezza. Ho iniziato a pensare a come sviluppare questo progetto virtuale. Abbiamo iniziato a scrivere delle idee e ci siamo connessi via skype con tutto il gruppo. Abbiamo sviluppato l’idea generale e ne abbiamo costruito i dettagli, mettendo in campo, ognuno le sue competenze creando una squadra di lavoro. In tre settimane avevamo il progetto costruito e pronto per inaugurare la prima sala. Ognuno di noi ha lavorato 24 ore su 24, tanto eravamo in quarantena! Siamo fortunati perché abbiamo un gruppo di professionisti che ha potuto seguire il progetto e voglio presentarvi la squadra completa di questo progetto: Eros, Noemi, Carlo, Francesca, Juri, Eliezer, Alfredo, Valeria, Antonella. Oggi, dopo tanto lavoro, siamo in grado di sviluppare una sala pronta per l’inaugurazione in 15 giorni.

CO.VI.3D Gallery, un vero museo virtuale che può essere visto sia all'interno che all'esterno. Come descriverebbe l'esperienza digitale?

La nostra esperienza cerca di ridurre al minimo le distanze tra virtuale e reale, abbiamo voluto creare un museo che viva i suoi spazi sia interni che esterni, come succede in tutti i reali centri culturali. La decisione è stata quella di lavorare sulle superfici esterne dando agli artisti delle dimensioni in metri su cui realizzare i loro murales. I nostri spazi usano reali misure e quindi le sale potranno sempre accogliere un numero definito di opere. La visita al museo è un’esperienza, un gioco in 3D, ma fatto da opere reali. Stiamo lavorando per sviluppare il progetto e inserire altre attività culturali al suo interno, e daremo la possibilità ad associazioni, enti e artisti di prendere in gestione gli spazi e utilizzare la nostra piattaforma digitale per creare le loro attività. Dobbiamo allargare le nostre visioni e creare nuovi progetti perché in questo periodo difficile la tecnologia deve aiutarci a produrre cultura, sperando di tornare presto a realizzare attività reali e utilizzare la tecnologia a supporto, perché la tecnologia può essere un grande aiuto, ma non un sostituto della realtà.

Creative Spaces ha collaborato con artisti di vari paesi. Com'è stata l'esperienza con gli artisti?

Lavorare con diversi artisti da tutto il mondo è stato interessante. Un’esperienza formativa che la tecnologia ci ha permesso di avere. La tecnologia ha accorciato le distanze e in questo momento difficile ci ha resi ancora piu vicini. Devo dire che c’è stato molto entusiasmo da parte degli artisti e si è instaurato subito un rapporto di fiducia e supporto per il progetto. Con tutti abbiamo dialogato in merito ai lavori da esporre, abbiamo conosciuto artisti legati alle loro culture e tradizioni.

Pensa che le mostre virtuali possano diventare un'alternativa sostenibile alle mostre organizzate in spazi fisici?

Io credo che le mostre virtuali, se fatte bene, possono essere una buona vetrina sul mondo, perché il digitale arriva velocemente e facilmente a tutti. Sicuramente le mostre digitali possono essere un plus, un canale nuovo da utilizzare e possono anche essere una anticipazione di future mostre reali. Potrà essere un ottimo sostituto delle mostre fisiche in questo momento in cui non possiamo muoverci e inaugurare mostre.

Quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi delle mostre virtuali?

Uno dei principali vantaggi di una mostra virtuale sono i costi, perché vengono annullati i costi di allestimento, di trasporto delle opere, di stampe e altri costi minori. Si devono considerare i costi per la realizzazione del sistema virtuale, ma che sicuramente saranno inferiori ai costi di una mostra reale. Come detto prima, altro vantaggio è la diffusione, virale, di internet che permette maggiore divulgazione e visione nel mondo, di una mostra. La nascita di nuovi contatti da tutto il mondo. L’inclusione di artisti che per svariati motivi non potrebbero esporre in mostre reali. La possibilità di vendere ovunque tramite internet. Uno degli svantaggi principali è quello di non poter fruire l’opera dal vivo, che sicuramente darebbe sensazioni più profonde e una percezione migliore dell’opera. Altro svantaggio è la mancanza del contatto sociale.

In base alla sua esperienza, quali sarebbero le sfide che un artista dovrebbe affrontare nella creazione di mostre virtuali, al fine di capitalizzare le opere?

Come prima cosa, un artista dovrebbe affidarsi a realtà competenti in grado di avere piattaforme virtuali che riescano a rappresentare al meglio i lavori dell’artista. Bisogna costruire sull’artista uno spazio adatto, un allestimento adeguato a rappresentarlo. Una buona comunicazione e presentazione dell’artista e delle opere sono alla base del successo. Secondo punto, l’artista deve avere un percorso artistico valido, dimostrabile, che abbia qualcosa da raccontare e trasmettere. Credo che il talento e l’impegno venga sempre ripagato.

Ora, il museo è in progettazione e periodicamente vengono inaugurate sale espositive a cui partecipano diversi artisti di tutto il mondo. Quale sarà lo sviluppo futuro del museo, una volta completata la sua intera costruzione?

Stiamo lavorando a uno statuto del museo e lavoreremo alle future programmazioni culturali che verranno ospitate. Come dicevo, la volontà è quella di sviluppare il sistema digitale con nuove tecnologie e inserire all’interno nuove attività culturali in grado da far vivere il museo. A breve apriremo una nuova rubrica dal titolo «Intervista all’artista», attività supportata dal comune di Caltanissetta. Le collettive attualmente presenti sono mostre temporanee che verranno sostituite con altre. In futuro ospiteremo non solo mostre collettive, ma anche delle personali. Vi sarà la possibilità di prendere in gestione i nostri spazi per attività espositive e progetti culturali. Abbiamo iniziato a stringere accordi con altre realtà che utilizzeranno le nostre sale. È tutto «work in progress» e stiamo lavorando per comunicare a breve tutte le informazioni per gli artisti che vorranno collaborare con noi.





Sala Leonardo Sciascia



Intervista realizzata da Felicia Acsinte
(n. 7-8, luglio-agosto 2020, anno X)