Luca Tomao e il suo debutto letterario

Luca Tomao nasce a Formia nell’estate del 1982. All’età di dodici anni inizia a danzare e due anni dopo si iscrive al liceo artistico. Compiuti venti anni si trasferisce a Roma per portare a termine la formazione da danzatore e iniziare quella professione che negli anni a seguire lo ha portato in giro per il mondo. Da tre anni Luca si divide tra palcoscenico, coreografia, insegnamento e regia, spesso lavorando per l’infanzia.
I libri e la lettura lo hanno sempre accompagnato attraverso tutto il suo percorso di crescita, trovando una foce in Battiloro, il Fabbro di Gioie, pubblicato nell’aprile del 2022 da Ali Ribelli Edizioni.

Tu sei un maestro di danza, un coreografo, un ballerino, quanto influisce la danza nel tuo essere scrittore?

Niente, con Battiloro mi sono creato, inconsapevolmente, un mondo senza danza; il mio essere fruitore di film, serie tv e cartoni animati, oltre che un avido lettore, influisce invece sicuramente sulla mia scrittura, però una lettrice ha trovato anche la danza nel romanzo, forse allora da qualche parte sicuramente c’è.
La pratico da ventotto anni, fa parte di me. Probabilmente non me ne accorgo nemmeno, è molto bello dare spazio all'occhio esterno di chi mi legge.

Parlando di serie tv e di cartoni animati, quanto li associ al tuo romanzo?

Alcune delle scene che ho scritto, le ho poi immaginate nelle atmosfere dei film di Hayao Miyazaki. La Secchia, la festa per il vino nuovo, e alcuni momenti di azione che non voglio anticipare per chi non ha ancora letto il libro; sono tutte suggestioni che vedrei benissimo rappresentate in una delle animazioni dello Studio Ghibli; anche Freaks out, un film che ho visto di recente, mi ha ricordato un episodio saliente del mio romanzo in una delle scene finali.

Che tipo di lettore sei? Che rapporto hai con i libri?

Sono un lettore onnivoro, ma come è scontato pensare, il mio genere preferito è il fantasy, oltre che i Manga. Preferisco il cartaceo perché leggere in digitale mi stanca, però ora sto leggendo Raishad, opera in digitale di Ophian worlds, sulla piattaforma Wattpad. Questo autore mi ha colpito con la sua scrittura accattivante, la stessa con la quale ha anche recensito Battiloro.

Dalle pagine del tuo libro traspare una grande attenzione verso il mondo dell'infanzia, tu lavori con i bambini, potresti parlarci del tuo rapporto con loro?

Lavoro con i bambini in diversi modi, mi occupo di Teatro Ragazzi, inoltre insegno gioco danza e propedeutica alla danza classica. Quando si lavora con i bambini in diverse parti del mondo non hai la parola a supporto, diventi un attento osservatore. Questo è uno stimolatore di empatia, i loro corpi e i loro volti dicono molto di più di tante parole; è un po’ come quando sei sordo e hai bisogno di amplificare gli altri sensi. Immagino che questo mio vissuto da performer e da insegnante sia trapelato in Battiloro.
Prima del Covid19 avevo intenzione di adottare un bambino e sono stato seguito da un avvocato specializzato in diritto di famiglia per informarmi su quali opzioni potessi avere, purtroppo le mie possibilità in Italia sono quasi a zero.

Come nasce il tuo romanzo?

Il mio romanzo nasce da uno strano sogno che ho fatto una notte e che ho subito trascritto. Ho sognato che mia madre mi parlava dei Fabbri di Gioie e di cosa fossero, ma non l’ho sognata come lei è oggi, bensì com’è nei miei ricordi di quando avevo dieci o dodici anni. Durante il periodo del confinamento del 2020 ho concluso la prima bozza e il sogno è diventato poi l'incipit del libro.

Perché le persone dovrebbero leggere Battiloro?

Immagino che se non fosse il mio romanzo lo leggerei perché è una storia che mi mette in un mondo al quale credere, verosimile, con persone che io possa pensare come reali, mostrandomi quanto di straordinario può succedere nelle vite più ordinarie.  Elio è un ragazzino anonimo, non è né ricco, né povero, non è niente di speciale, ma le sue avventure e le sue scelte lo renderanno unico.

Il tuo romanzo è stato definito femminista da alcuni lettori, rivedi la tua opera sotto questa descrizione?

Un lettore e una lettrice mi hanno fatto notare che Battiloro ha una forte identità femminista, io però non me ne ero accorto, quello che mi ha colpito è di averlo fatto inconsciamente e questo mi è piaciuto molto, perché l’ho preso come un segnale del tipo di uomo che sono, un femminista. Nonostante il mio libro sia ambientato in una società patriarcale, sono le donne a regolare tutto quello che succede, a dispetto del ruolo che verrebbe loro assegnato.

Ci sarà un seguito?

Sì, ci lavorerò nei miei ritagli di tempo, sperando di terminare entro la primavera del 2024.

 






A cura di Mariateresa Savastano
(n. 3, marzo 2023, anno XIII)