Mauro Di Leo: Pubblico perché i giovani non dimentichino che la libertà è irrinunciabile

Mauro Di Leo dirige Atmosphere libri, editrice romana che ha in catalogo alcuni autori romeni. Il progetto di questo piccolo editore si segnala per la curiosità, la passione e l’impegno con cui cerca di promuovere la pubblicazione di narrativa straniera in Italia, andando a scoprire talenti letterari di culture diverse, esplorando mondi nuovi, per far emergere una storia, uno scrittore. In questa intervista Di Leo, presente al Salone di Torino, puntualizza tra l'altro le ragioni della scelta fatta di tradurre e pubblicare in italiano anche alcuni autori romeni.


Dottor Di Leo, Lei ha partecipato al Salone: che effetto Le ha fatto vedere la Romania quale Paese ospite e cosa Le sembra meritevole di essere sottolineato?

La Romania, nonostante sia un Paese che appartiene alla Comunità europea, è quasi del tutto sconosciuto alla maggior parte degli italiani. Benché il Paese sia stato oppresso, soprattutto negli anni precedenti la caduta del comunismo, dal presidente Nicolae Ceauşescu, ha espresso con orgoglio il proprio patrimonio letterario facendone una delle industrie più creative dell’Europa dell’Est. Il libro è un nutrimento in tutto il mondo. Senza cultura, non c’è vita, è come se l'uccello non avesse le ali. L’occasione per la Romania di far conoscere la propria cultura, il proprio nutrimento attraverso i libri alle manifestazioni internazionali, da la possibilità di sentire la Romania, conoscere la Romania e capire la Romania.

Sulla base di quali motivazioni Atmosphere libri ha deciso di aprirsi agli scrittori romeni? Quali elementi ne individuano, a suo avviso, un particolare interesse?

La letteratura romena ha una grande tradizione sebbene, forse, durante il regime comunista, è stata mortificata. Con l'avvento del post-comunismo, scrittori già affermati hanno potuto meglio esprimere i loro pensieri. L'euforia per l'avvento della democrazia ha contagiato anche la cultura, benché le ferite del periodo più duro della storia del Novecento romeno sono state avvertite anche nelle generazioni di scrittori più giovani. Atmosphere libri ha deciso di mantenere vivo il ricordo del periodo oscuro antecedente all'89 attraverso le storie di grandi autori come Gabriela Adameşteanu, Florina Iliş e, prossimamente, Stelian Tănase e Bodgan Suceavă, perché si possa capire e far capire alle generazioni nate nel periodo post-comunista che la libertà è un bene irrinunciabile.

Quali sono state le prime risposte a questa vostra iniziativa editoriale?

Abbiamo avuto un buon riscontro alla pubblicazione di scrittori romeni. I lettori più attenti, un po' spinti dalla curiosità di esplorare nuovi orizzonti, un po' attratti dalle narrazioni, hanno deciso di acquistare i loro libri. Indubbiamente, non è facile divulgare i nostri autori sia perché siamo una piccola realtà editoriale che non gode di visibilità sia perché c'è un'evidente difficoltà dei lettori a immergersi in un mondo poco conosciuto, come quello della Romania. In Italia, si parla poco di questo Paese benché faccia parte dell’Europa.

Che cosa può concretamente apportare l'edizione 2012 del Salone agli editori italiani, riguardo alla letteratura romena? Quali altre iniziative Le appaiono auspicabili?

Il Salone del libro di Torino ha fatto e potrà far molto per la letteratura romena. L'importante è che ci sia, anche nei prossimi anni, una costante presenza, altrimenti il riscontro e l'interesse dei lettori italiani inevitabilmente si affievolirà. Sono tuttavia convinto che la Romania, più di altri Paesi dell'Europa dell'Est, abbia deciso di investire nella propria cultura. Non c'è modo migliore di far conoscere un Paese, un popolo agli stranieri. Sarebbe anche auspicabile che il Ministero culturale romeno e l'Istituto culturale romeno interagiscano continuamente con le case editrici più sensibili alla letteratura romena favorendone e incentivandone la traduzione e la pubblicazione.


Intervista realizzata da Afrodita Carmen Cionchin
(n. 6, giugno 2012, anno II)