Intervista all’artista Roberto Franchitti, a cura di Maurizio Vitiello

Questa volta scriviamo su un artista romano, ma residente in Molise, regione non molto conosciuta, ma resiliente. Roberto Franchitti è nato a Roma, il 14 luglio 1955.
Le radici molisane fanno sì che il confronto a dimensione d’uomo con la provincia rimanga una costante irrinunciabile per i rapporti e i raffronti con il territorio semplice e genuino.
Studia a Roma e si laurea in architettura dedicando la quasi esclusività della sua formazione alla sperimentazione e ricerca nell’ambito creativo spinto da un’innata curiosità per tutto ciò che sa di novità da verificare. Una matita e un supporto, a volte improvvisato, sono i compagni di strada che accompagnano la vena espressiva dalla nascita.
Fantasista di formazione spontanea, passa dai disegni dal vero di monumenti ai rilievi di strutture architettoniche, a caricature improvvisate in strada, a ipotetici cartoon e vignette satiriche, a modellazioni in argilla senza disdegnare l’uso manuale per l’incisione su legno e altro. Entra nel mondo lavorativo e collabora per molti anni con lo studio di un noto architetto romano.
Può in tal modo esercitare la creatività passando da progettazioni edilizie a studi urbanistici, allestimenti di scenografie televisive tanto interne quanto in esterni, disegno di mobili e suppellettili, allestimenti di mostre ed espositori per l’arte.
Torna nella provincia molisana per stabilirvisi come residenza di riferimento.
Inizia una vita professionale del tutto autonoma.
Tenendo sempre bene in vita una punta di autoironia e la voglia di non prendersi mai troppo sul serio, coltiva la vocazione per la fantasia intesa come soluzione ai preconcetti e alle cose precostituite.
Riveste cariche per la pubblica amministrazione.
Non da ultimo si dedica a esperienze nel campo del design realizzando mobili in legno o metallo così come gioielli e oggettistica accessoria per l’uso quotidiano.
Si accompagna alla propensione, sopita e malcelata, per la creatività che riesca a mettere in discussione pregiudizi e preconcetti cercando in altro ciò che sembra scontato essere già stabilito. Il passo verso l’arte più viscerale sembra breve quanto inevitabile.
Ciò che è vissuto non è rinnegato e proprio dall’esperienza vissuta scaturisce una visione creativa di svincolo da norme e da normative; la via percorsa ne condiziona l’espressione: ciò che si è conosciuto si riscopre sotto una diversa angolazione, decentrata e capace di osservare ciò che prima era semplicemente visto.


È difficile concretizzare opere in diverse discipline operative, oggi?

Non più difficile oggi come sempre; le opere sono l’espressione alchemica di tutto ciò che viviamo, in cui è la personale esperienza a fare la differenza e a stabilire la cifra che contraddistinguerà l’artista.

Vuoi trasferirti a Roma o a Milano?

Il sito fisico non è importante per quanto riguarda la stanzialità. Non sono interessato al trasferimento bensì al confronto. Sono nato e vissuto per 40 anni a Roma e penso che Milano possa offrire occasioni e scambi che difficilmente si riscontrano altrove.

Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024?

Mi piacerebbe provocare eventi mirati alla valorizzazione di questa trascurata branca dell’animo umano che è l’arte, relegata ancora a una troppo ristretta nicchia che lascia ai margini un popolo di gente che dichiara: «Io di arte non capisco niente». Cosa c’è da capire?!

La stampa ti ha seguito ultimamente?

Negli ultimi tempi sono stato risucchiato dal lavoro di concretizzazione e ho limitato a pochissimi rapporti con la comunicazione sociale. D’altronde si sa: se non ti mostri non ti notano.

Hai partecipato a Fiere d’Arte?

Non ho mai partecipato a Fiere d’Arte, se non per eventi benefici.

Credi che l’arte andrà avanti su altri canoni e codici?

L’arte non si ferma di fronte a nulla. I nuovi linguaggi sociali saranno lo stimolo per la ricerca di nuove forme ed espressioni dell’arte. Da molto tempo abbiamo smesso di disegnare animali magici nelle grotte!




Bipolare




Pindaro




Popolo di pezza



Recinti silenti


A cura di Maurizio Vitiello
(n. 3, marzo 2024, anno XIV)