Cinema Orizzonti: il Gala dei Premi Gopo giunto alla XIV edizione

Inauguriamo la rubrica Cinema Orizzonti, a cura di Ioana Eliad, con una pagina speciale dedicata alla XIV edizione del Gala dei Premi Gopo, svoltasi a Bucarest il 29 giugno scorso. Ringraziamo la professoressa Manuela Cernat, critica e storica cinematografica, cui dedichiamo questa prima edizione della nostra nuova rubrica.
Le invitate di Ioana Eliad sono due membri della squadra che organizza il Gala: Simona Rădoi, responsabile Comunicazione, e Anca Macoviciuc, responsabile Strategia Digitale.
 

1. Nel 2007, in occasione del 50° anniversario della Palma d’Oro del Festival Internazionale di Film di Cannes assegnata a Ion Popescu Gopo per la sua Breve storia come miglior cortometraggio, l'Associazione per la promozione del cinema romeno ha deciso di allestire un festival cinematografico che porta il suo nome, il Gala dei Premi Gopo. Che ricordi avete della sua prima edizione?

Simona Rădoi: All’epoca ero giornalista, non facevo ancora parte della squadra Gopo e non avevo idea di quali fossero le sfide del team, in cui sarei entrata solo nel 2016. Ma ricordo l'entusiasmo generale, perché i Premi Gopo sono arrivati in un momento in cui la New Wave del cinema romeno si era appena affermata a livello internazionale: A fost sau n-a fost? (il titolo italiano è «A est di Bucarest», di Corneliu Porumboiu), vincitore del primo Trofeo Gopo come Miglior Film, da poco aveva vinto la Caméra d'Or al Festival Internazionale di Film di Cannes, e Lampa cu căciulă di Radu Jude, vincitore del Premio Gopo come Miglior Cortometraggio, aveva vinto il Premio della Giuria come Miglior Cortometraggio al Sundance International Film Festival. Finalmente avevamo un evento prestigioso, paragonabile, anche se in scala ridotta, ai Premi Goya o César. Ora, dopo aver esaminato quasi tutto il materiale d’archivio del Gala dei Premi Gopo, potrei dire che l'evento si è sviluppato enormemente, di pari passo con l'industria cinematografica nazionale, i 350 professionisti dell'industria cinematografica che formavano la giuria degli elettori alla prima edizione sono ora oltre 650 e il numero di film eleggibili o nominati aumentano di anno in anno, come pure il numero di categorie di premi. Quest'anno, ad esempio, abbiamo una nuova categoria, Il Miglior Cortometraggio Documentario, e saremmo molto felici di avere a breve una categoria dedicata ai film di animazione, ma per questo ci devono essere abbastanza film di questo genere.

Anca Macoviciuc: La prima edizione dei Premi Gopo, che si è svolta presso il Palazzo Bragadiru, è stata una altalena di emozioni non solo per gli organizzatori, ma anche per gli ospiti, e i discorsi di molti di loro lo hanno dimostrato ampiamente. Ricordo i timori e le ambizioni di quell'edizione, l'entusiasmo degli ospiti, conversare con grandi attrici con cui non avevo mai immaginato prima di poter condividere una cabina, la curiosità dei giornalisti e come gli organizzatori, in particolare Oana Giurgiu e Ionuț Lazăr, sono riusciti a trovare soluzioni rapide a qualsiasi problema che ad altri sembrava insormontabile.


2. Scurtă istorie, il cartone animato di Ion Popescu Gopo dura 10 minuti, il che mi ha ispirato il numero di domande per questa intervista. Che influenza ha avuto Gopo nella scuola del cinema romeno? 

Simona Rădoi: 10 minuti importanti nella storia del film romeno, il primo film d'animazione nazionale presentato a Cannes e premiato con una Palma d'Oro nel 1957, un concentrato di storia dell’evoluzione umana, raccontata con umorismo, ritmo e fantasia. Penso che la portata tematica delle animazioni di Gopo abbia influenzato la direzione del film d'animazione in tutto il mondo, non solo da noi. La curiosità, l'ingegno e l'innovazione di Gopo hanno ispirato generazioni di creatori a cercare nuovi significati e mezzi di espressione, ad affrontare temi e progetti in maniera più audace, a sognare. 

3. Di tutti i film vincitori finora al Gala dei Premi Gopo, quali vi sono piaciuti di più e perché?

Anca Macoviciuc: A fost sau n-a fost? (Gopo 2007) è uno dei film romeni che potrei rivedere innumerevoli volte con la stessa gioia mista alla tristezza del primo incontro, forse perché ci trovo l'ironia collettiva di un «a casa» del mio passato. C’era e c’è tuttora un invito all'universo cinematografico in continua ricerca ed espansione di un regista che vorrei ringraziare per tutti i suoi film – Corneliu Porumboiu. Mi è piaciuto anche Sieranevada (di Cristi Puiu, Gopo 2017), un indimenticabile tour de force della sceneggiatura, e Câini (di Bogdan Mirică) – un thriller atipico, raffinato e agile. I documentari che rimarranno sempre nel mio cuore sono Toto și surorile lui di Alexander Nanau (Gopo 2015) e Doar o răsuflare di Monica Lăzurean-Gorgan (Gopo 2017), per l'attenzione dedicata a personaggi, contesti e problemi così come per il modo in cui sono riusciti a bilanciare empatia e obiettività, offrendo esperienze autentiche e profonde emozioni.

Simona Rădoi: 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni (diretto da Cristian Mungiu), il miglior film al Gal Gopo 2008, per il maestro Ivanov, ma soprattutto perché mi ha aiutato a capire meglio le storie sussurrate dalle donne nelle cucine comuniste della mia infanzia, ma anche Chefu’ (di Monica Lăzurean-Gorgan), il miglior cortometraggio del 2013, perché ha suscitato gli stessi ricordi legati alle cucine. Mi piacciono le cucine, reali o metaforiche che siano, luoghi dove si mettono a cuocere discussioni e bei progetti.

4. Un aneddoto dei Premi Gopo di quest'anno?

Simona Rădoi: è raro che mi capiti di essere coinvolta in aneddoti, perché durante il Gala mi trovo sempre da qualche parte dietro le quinte per far sì che tutti i vincitori siano immortalati nella celeberrima fotografia con il trofeo in mano; da anni lotto per convincere il rappresentante di PwC Romania, l'agenzia che assicura il meccanismo di voto, a comunicarmi i nomi dei vincitori almeno qualche minuto prima che vengano annunciati sul palco, per i testi del Gala scritti in diretta dalle mie colleghe del digitale, ben nascoste fra il pubblico.

Anca Macoviciuc: Speravo che la nuvoletta di spray anti-zanzare arrivasse fino alla mia postazione, avevo persino allungato un po' il collo verso il palcoscenico, perché avevo le mani occupate con i telefonini su cui scrivevo i nomi dei vincitori...

5. Dopo la nomina dei concorrenti da parte della Giuria, la designazione dei vincitori dei trofei Gopo avviene tramite un meccanismo di voto fornito dalla società di consulenza PwC Romania. Come funzionano il processo di selezione dei film nominati e il sistema di voto?

Simona Rădoi: Ogni anno, il Comitato consultivo di Gopo, composto da tutti i produttori i cui film sono stati presentati l'anno prima, formula proposte per la composizione della giuria Gopo, composta da cinque critici cinematografici e da sei personalità del mondo del cinema, provenienti da vari settori: regia, produzione, montaggio, immagine, suono ecc. Guidata dal regolamento Gopo e dai criteri di eleggibilità, la Giuria propone e quindi vota i film nominati tra quegli iscritti; in base ai risultati di questo primo giro di votazioni, oltre 650 professionisti dell'industria cinematografica sono invitati a votare le opere preferite per la designazione dei vincitori dei trofei, attraverso il meccanismo di voto fornito da PwC Romania. La votazione si conclude la sera prima del Gala e noi scopriamo i vincitori durante il Gala, quando sul palco viene aperta la busta con il nome del vincitore. Il rappresentante della PwC è con noi dietro le quinte nel corso della serata, a fare la guardia alla valigia contenente le buste. Ho usato non so quante tecniche di persuasione amichevoli per carpire in anticipo i nomi dei fortunati vincitori almeno qualche secondo prima. Finora non ci sono riuscita.


6. Il trofeo, ispirato all'«omino» di Gopo, è stato creato dallo scultore Adrian Ilfoveanu. Lo consegnate anche a film stranieri?

Anca Macoviciuc: Esiste già per fortuna una categoria destinata ai film europei distribuiti nei cinema romeni. Per le coproduzioni delle minoranze romene (indipendentemente dalla lingua parlata nel film) sarebbe bello che ci fosse una nuova categoria, nella misura in cui siano soddisfatti tutti i criteri per un’iniziativa che metterebbe così in evidenza gli sforzi dei produttori romeni e ricorderebbe al pubblico titoli che non sempre raggiungono i cinema locali.


7. A causa della pandemia da coronavirus e delle misure di isolamento sociale da essa imposte, nel 2020 il Gala dei Premi Gopo è stato rinviato di diversi mesi. Questa è stata anche la prima edizione all'aperto e tutti gli ospiti lo hanno considerato un successo. Quali altri cambiamenti sono stati necessari nell'organizzazione del Gala rispetto alle edizioni precedenti?

Simona Rădoi: È stata sicuramente un'edizione Gopo piena di sfide, quasi tutti i reparti hanno dovuto apportare importanti cambiamenti nel loro modo di lavorare, dalla comunicazione, dalla produzione e logistica, al reparto ospiti. Dato che il Gala, originariamente previsto per marzo, è stato rinviato, abbiamo prima dovuto adattare la strategia di comunicazione, spostando l'attenzione dai film nominati per l'attuale edizione ai film nominati o vincenti nelle precedenti edizioni che potevano essere visti su varie piattaforme durante questo periodo, con lo slogan #SupportRomanianFilm, per ricordare a tutti quanto sia fragile il settore della cultura, così colpito dalla pandemia. Oltre a ciò, per quanto concerne l'evento in sé, siamo partiti con l'intenzione, e pensiamo di esserci riusciti, di organizzare una serata di gala in cui tutti i partecipanti si sentissero al sicuro, anche se è stata una novità assoluta sia per gli organizzatori che per gli ospiti.


8. 91 sono stati film romeni nominati nel Gala dei Premi Gopo di quest'anno, di cui 22 sono lungometraggi, 55 i cortometraggi e 14 i documentari. Qual è la vostra scaletta da non mancare e perché?

Simona Rădoi: Mi piacciono molto i documentari e sono contenta che quest'anno, a Gopo, ci siano state produzioni, fra lungometraggi e cortometraggi, che hanno affrontato la nostra identità e il nostro passato, che, penso, ancora non conosciamo fino in fondo e penso sia magnifico che, al di là della nostra storia presentata in maniera noiosa e falsata in alcuni libri di testo, ci siano film che parlano a tutti. Ho visto due volte Jurnalul familiei - escu (di Banerban Georgescu), ad esempio, una volta con la mia collega Anca, la seconda con mia madre, film nel quale ha praticamente rivisto tutta la propria giovinezza, e io mi sono emozionata in entrambe le occasioni. Lo stesso mi è successo con Trofeul Tinereții (di Răzvan Oprescu), che mi ha fatto provare la nostalgia per i nonni e per le terme, o El iubește ochii mei (di Enxhi Rista), che mi ha ricordato che per quanto siamo diversi socialmente, alla fine l'amore per i propri cari è uguale per tutti.


9. Il Gala dei Premi Gopo ha gli stessi sponsor ogni anno o è aperto a nuove collaborazioni?

Simona Rădoi: Nel corso degli anni sono state aggiunte nuove collaborazioni agli sponsor tradizionali e siamo felici quando vediamo che i grandi marchi rivolgono la loro attenzione all'industria cinematografica, il che contribuisce notevolmente alla posizione della Romania nel panorama culturale internazionale.
Inoltre, li ringraziamo per essere stati con noi in questa edizione speciale, che solo pochi mesi fa abbiamo immaginato in modo completamente diverso. Pertanto, siamo aperti a collaborazioni con tutti coloro che vogliono sostenere e celebrare l'industria cinematografica romena. 

10. Quale domanda vi piacerebbe fare sul Gala dei Premi Gopo e come rispondereste? 

Simona Rădoi: - Chi è l'uomo chiave nel team Gopo? – Tutta la squadra.

Anca Macoviciuc
: - Quando si svolgerà il Gala dei Premi Gopo in un nuovo spazio, dedicato alle anteprime cinematografiche, magari in un cinema all'aperto? - Certo, quando ce ne sarà uno?! 






Foto da www.premiilegopo.ro




La galleria foto dell’evento si può visualizzare sulla nostra pagina fb Orzzonti culturali italo-romeni e sul sito www.premiilegopo.ro




Intervista realizzata da Ioana Eliad
(n. 7-8, luglio-agosto 2020, anno X)