Un’eroina romena: Ecaterina Teodoroiu (1894-1917)

Dal primo volume di Nu se poate evada din istoria noastră, facente parte della serie Cea mai frumoasă poveste (Curtea Veche, 2013), di Adrian Cioroianu, storico, giornalista, politico e saggista, professore presso la Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest, attuale Ambasciatore della Romania presso l’UNESCO, Ida Libera Valicenti, ricercatrice in Storia della Romania, traduce in esclusiva il capitolo dedicato all’eroica figura di Ecaterina Teodoroiu (1894-1917), l’infermiera-soldato che si sacrificò con fierezza per difendere le sorti della Romania durante la Prima guerra mondiale.



Spesso si dice che la storia sia dominata solo dalle gesta di alcuni uomini. In verità, tutti gli Stati del mondo portano, nel loro passato, le effigie di alcune donne che hanno compiuto azioni eccezionali. Le righe che seguono sono dedicate a un’autentica eroina – una romena partita da un villaggio dell’Oltenia [1] che ricevette il lauro della gloria della nazione. Vi propongo, quindi, di vedere ciò che sappiamo – e soprattutto ciò che non sappiamo – dell’eroina di Jiu, Ecaterina Teodoroiu.
Ecaterina Teodoroiu nacque nel gennaio del 1894 da una famiglia di modesta estrazione originaria di un villaggio del distretto di Gorj, nel frattempo inglobato nella città di Târgu Jiu. Fino all’estate del 1914, frequentò la scuola elementare del villaggio natale, poi si trasferì in una pensione a Bucarest. Il sogno nel cassetto di Ecaterina era diventare maestra.
Ma, nell’estate del 1916, la Romania entrò nella Prima guerra mondiale. Subito, Ecaterina Teodoroiu si iscrisse nel reparto delle volontarie. Dopo l’inizio del conflitto, la sua famiglia – come altre famiglie romene – fu colpita dal dramma della guerra. Suo padre fu preso prigioniero dai tedeschi e due dei suoi fratelli morirono al fronte. Da quel momento, la giovane, all’epoca ventiduenne, ebbe un unico desiderio: vendicare la sua famiglia lottando con le armi in mano per la patria. In una lettera della primavera del 1917, conservata al Museo Nazionale Militare di Bucarest, la giovane scriveva di sentirsi presa nella lotta [contro] un nemico che mi ha distrutto la famiglia, aggiungendo di sentirsi guidata dalla purezza dei miei sentimenti di romena che vuole con le armi in mano liberare ogni angolo occupato della sua patria. Il 6 ottobre 1916, Ecaterina Teodoroiu ricevette un’altra brutta notizia: anche il suo terzo fratello era caduto in guerra. Dal giorno dopo, il 7 ottobre 1916, la giovane donna partecipò in prima persona ai combattimenti in Oltenia arruolata nel 18˚ Reggimento Gorj.
Il coraggio di Ecaterina giunse alle orecchie della regina Maria, la quale si incontrò con la giovane combattente in diverse occasioni. Presa in ostaggio dai tedeschi riuscì a fuggire eludendone la sorveglianza, ma fu ferita a un piede e a una coscia. A fianco dell’esercito partecipò anche lei al ritiro in Moldavia. Su proposta della regina Maria, Ecaterina Teodoroiu fu insignita del grado di sottotenente onorifico dell’esercito romeno.
A dire la verità, per alcuni comandanti militari la presenza di una donna tra i soldati era ritenuta indebita. Il grado di sottotenente onorifico che ricevette per volere della regina Maria non la vincolava a prendere parte alle operazioni sul fronte. Ma lei assunse il suo ruolo con serietà e continuò a partecipare volontariamente al conflitto – per vendicare i suoi fratelli e per la patria.
Nella primavera del 1917, per Alto Ordine del Ministro della Guerra, Ecaterina Teodoroiu ricevette la Medaglia Virtù Militare. Aiutata da alcuni comandanti dell’esercito, forte della simpatia della regina Maria e infrangendo tutti i pregiudizi, l’eroina si trovò spesso vicino alla linea del fronte in Moldavia. E in questo modo si consumò la sua tragica fine: la sera del 22 agosto 1917, nella battaglia sul Colle Secului-Muncel, Ecaterina fu colpita da alcune pallottole sparate dal nemico. Le sue ultime parole furono Avanti, ragazzi! Poco dopo, il generale Ernest Broșteanu annotava sul diario delle operazioni della XI Divisione: Abbiamo perso la nostra eroina, la volontaria Ecaterina Teodoroiu, che è caduta prodemente alla testa del suo plotone, spronando i soldati.
Subito dopo la morte, Ecaterina Teodoroiu fu sepolta in una valle del distretto di Vrancea. Quattro anni dopo, nel giugno del 1921, le sue spoglie attraversarono trionfali il paese, omaggiate a Bucarest e poi inumate di nuovo a Târgu Jiu. Da quel momento nacque la leggenda dell’eroina di Jiu. Tuttavia, ci sono alcuni dettagli che pochi romeni sanno. Il vero nome della nostra giovane era Cătălina Toderiu. Ma, quando era alla scuola elementare, una maestra le cambiò il nome in Ecaterina Teodoroiu, senza sapere che con ciò avrebbe scritto una leggenda.
C’è anche un altro particolare, anch’esso poco noto. Durante il periodo in cui stette tra i soldati, il comportamento di Ecaterina fu di una dignità esemplare. Tuttavia, alcuni ufficiali, probabilmente invidiosi della popolarità di Ecaterina, inviavano al comando lettere anonime in cui chiedevano che fosse allontanata. Sono state svolte alcune inchieste e la verità è venuta a galla. Ecaterina Teodoroiu rimase al fianco delle truppe fino all’ultimo battito del suo cuore.
La morale della nostra storia è che, se quelle lettere anonime fossero state accolte, saremmo stati più ricchi di pettegolezzi, ma privati di un’eroina.


A cura di Ida Libera Valicenti
(n. 3, marzo 2021, anno XI)




[1] Regione a sud-ovest della Romania. (NdT)