Manlio Santanelli, «Regina Madre» e Olga Tudorache

Manlio Santanelli è, senza dubbio, uno dei più grandi drammaturghi italiani del XX secolo. Membro, con Enzo Moscato e Annibale Ruccello, della «nuova drammaturgia napoletana» e della generazione dei post-eduardiani, Santanelli è rappresentante di un superamento del mondo e delle tematiche di Eduardo De Filippo per guardare a una drammaturgia e a un teatro di orizzonte europeo e internazionale. Si tratta di una produzione che prende le mosse dal mondo dell’assurdo e, non a caso, tra i grandi apprezzatori dell’opera santanelliana vi è stato Eugen Ionescu. Il teatro di Santanelli va verso forme sperimentali, di crudeltà, di grottesco, di drammaturgia della minaccia – espressione quasi pinteriana –, non più necessariamente legata a un’immagine di Napoli theatrum mundi.

Scritta nel 1984 e considerato sin da subito da Ionescu come un capolavoro, Regina Madre è una delle opere maggiori e uno dei testi più noti e rappresentati all’estero – insieme con Uscita di emergenza e Il baciamano – del teatro di Santanelli. Una commedia ambientata ai giorni nostri che mostra un ritorno a casa e il confronto-scontro tra due personaggi: da un lato Alfredo, cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato e di un’attività giornalistica vissuta nell’anonimato; dall’altro la madre Regina, matriarca di vecchio stampo, gravemente malata. Dietro la volontà di Alfredo di rimanere in casa per curare la madre, si nasconde invece il piano cinico di raccontare il progredire della malattia sino alla morte della madre. In questo contesto, il confronto si fa scontro, i toni si fanno scuri, e i fantasmi e le bugie dei due personaggi entrano violentemente nella vita reale. E tutto dal comico iniziare si tramuta in un gioco al massacro.

Con Regina Madre, Santanelli tratteggia un personaggio femminile straordinario, iconico, da Grande Attrice. Così accade in Romania, dove il successo di Regina Madre è stato enorme e duraturo negli anni. Olga Tudorache è una sublime Regina, nella storica edizione Regina Mamă diretta da Gelu Colceag su traduzione di Florian Potra e con protagonista Marius Bodochi, andata in scena per la prima volta al Teatro Nazionale di Bucarest nel novembre del 1997, con l’ultima edizione nell’aprile del 2011 e oltre 250 repliche. A tre anni dalla scomparsa della decana del teatro romeno nel 2017, Regina Mamă è stato ritrasmesso recentemente in edizione televisiva in pieno periodo pandemico, con grandi reazioni e interesse da parte della critica. Si prendano due esempi.

In un articolo dell’ottobre 2020, Anca Bălălău, critico di Radio România, definisce Regina come la degna interpretazione finale di Tudorache, il personaggio che dà completamento al lungo e straordinario percorso artistico dell’attrice. Alina Epingeac, in un articolo per «Amfiteatru» del maggio 2020, parla espressamente di colossale personalità artistica di Turdorache nel ruolo da protagonista e descrive lo spettacolo, o meglio l’esperienza di rivedere lo spettacolo in televisione, sul filo dei ricordi e delle sensazioni vissute la prima volta a teatro di fronte a uno spettacolo e a un personaggio che sarebbero diventati storici e classici contemporanei all’interno del repertorio del Teatro Nazionale di Bucarest. Scrive Epingeac nello specifico: «Quello sguardo che perforava la superficie della percezione infiggendosi nella carne dei sentimenti mi parlava con la stessa risolutezza anche dallo schermo del televisore. Quella voce che addolciva le vocali anche quando venivano sibilate, o quando scandiva le frasi in un gioco di ritmi e sfumature, sono uno dei miei ricordi teatrali più vividi. L’incedere a passettini spediti, incespicante, la mano che tracciava in aria un gesto, i capelli bianchi e le lacrime finali sono ancora tutti lì, intatti, così come li avevo visti la prima volta».
Con Regina, Tudorache realizza un capolavoro interpretativo, di rara, anzi rarissima forza evocativa che è allo stesso tempo naturalista e grottesca, comica e tragica, tra realtà e incubo, verità e menzogna.




Olga Tudorache in «Regina Madre»
al Teatro Nazionale Bucarest




Marius Bodochi, Olga Tudorache
«Regina Madre», Teatro Nazionale Bucarest
(foto sito TNB)


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Armando Rotondi

(n. 3, marzo 2021, anno XI)