Veronica Lazar, attrice tra Romania e Italia

Nell’ambito dei rapporti cinematografici tra Romania e Italia, il nome di Veronica Lazar è imprescindibile. Nata a Bucarest nel 1938, in Italia sin dagli anni ’60, Lazar è una figura affascinante dalla lunga e ricca carriera, seppure la sua figura appaia oggi poco nota al grande pubblico.

La sua è stata una carriera che l’ha vista collaborare con alcuni dei più grandi artisti italiani come Michelangelo Antonioni – in Identificazione di una donna (1982) e Al di là delle nuvole (1995), e a lavorare in diversi generi come anche il cinema horror con il ruolo iconico della Mater Tenebrarum in Inferno (1980) di Dario Argento, per il quale reciterà anche ne La sindrome di Stendhal, o per Lucio Fulci in ...e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà (1981). E a queste si aggiungano le tante performance per Carlo Verdone (Io e mia sorella, 1997), Sergio Rubini (La bionda, 1993), Francesca Archibugi (Verso sera, 1990), Mario Martone (Il giovane favoloso, 2014), Roberto Andò (Il manoscritto del principe, 2000), Damiano Damiani (Il sole buio 1990), solo per fare qualche nome. Ricchissima la sua collaborazione con Bernardo Bertolucci da Ultimo tango a Parigi (1972) a Io e te (2012) passando per La luna (1979), Il tè nel deserto (1990) e L’assedio (1998).

Una carriera ricca, come detto, ma purtroppo troppo poco ricordata dal grande pubblico. La figura artistica e privata della grande attrice è stata, in tempi recenti, protagonista dell’onesto e sentito omaggio da parte dei figli che Lazar aveva avuto dal suo matrimonio con Adolfo Celi: Alexandra e Leonardo Celi si fanno promotori, infatti, con quest’ultimo anche co-regista con Roberto Savoca, del documentario Era la più bella di tutti noi, titolo tratto dal necrologio dell’amico Bernardo Bertolucci in occasione della scomparsa di Lazar nel giugno 2014. Quel Bertolucci che aveva voluto Lazar nei suoi film sin da Ultimo tango a Parigi (1972). Sottotitolo del documentario, presentato alla Festa del Cinema di Roma del 2020, Le molte vite di Veronica Lazar. I 52 minuti del film sono un vero atto di amore da parte dei figli che sottolineano la vita straordinaria – o le vite straordinarie – di un’attrice che nel corso della sua esistenza e della sua carriera artistica non è stata solo attrice, ma molto di più: una persona che ha lottato per questioni umanitarie, anche per conto della Farnesina, per questioni mediche, e ha cercato di creare un ponte tra paesi, in primo luogo tra Italia e Romania, e che meriterebbe di essere ricordata di più.




Le molte vite di Veronica Lazar




Armando Rotondi

(n. 3, marzo 2021, anno XI)