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 |  | Bruno Mazzoni: Un motivo di gioia (in un anno infausto per il nostro presente)
 
  Senza  che ce ne rendiamo conto di primo acchito – un po’ come accade con i trent’anni  che ci separano dalla fatidica caduta dei ‘muri’, con le evoluzioni-involuzioni  della vita politica dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia – gli anni si succedono  e noi siamo spettatori più o meno partecipi di mille realtà, vicine e lontane,  di aspirazioni e progetti molteplici che tanti giovani propongono con  entusiasmo e generosità perché i legami fra i popoli e le culture si  rinsaldino, si rinnovino, crescano e maturino. 
 Una  di queste benemerite realtà, che festeggia in questo 2020 la bella cifra di  dieci anni di esistenza, è la rivista elettronica “Orizzonti culturali  italo-romeni/Orizonturi culturale italo-romane”, concepita da una coraggiosa e  intraprendente giovane italianista laureata a Universitatea de Vest di  Timisoara, che conobbi a Venezia, all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca  umanistica, in occasione di un bel convegno – dove ricordo con vivo piacere la  presenza, fra gli altri, di una eccellente studiosa e amica qual è Adriana  Babeti, tra i promotori, insieme con Cornel Ungureanu, della fertile, felice  idea che conosciamo, anche grazie ai loro importanti libri, come «A treia  Europa».
 
 Non  era certo casuale dunque che Afrodita Cionchin fosse in quegli anni in Italia,  nell’intento di analizzare e studiare l’opera del grande germanista Claudio  Magris, che per primo qui da noi aveva dissodato il terreno della finis Austriae e aperto una interessante  finestra sulle vicende, in primis letterarie e culturali, che hanno segnato nel  corso del XX secolo le variegate realtà politico-sociali di quello spazio, per  più versi strategico, all’indomani della dissoluzione del grande Impero  austro-ungarico (tutti ricordiamo l’affascinante affresco che di quel mondo Magris  ci ha offerto col libro Danubio,  giustamente tradotto anche in Romania).
 
 Il  merito precipuo che attribuirei all’iniziativa portata avanti con scrupolo e ammirevole  puntualità dall’ambizione tenace di Afrodita Cionchin è stato ed è quello di  creare ponti – anche grazie alla  doppia versione, italiana e romena, degli articoli ospitati dalla rivista – fra  due mondi culturali per tanti versi affini (ma con una penetrazione che non era  stata e non è ancora perfettamente ‘simmetrica’) eppure con centinaia e  centinaia di cose, di scrittori, di poeti, di artisti plastici, di architetti e  musicisti ancora oggi da scoprire.
 
 A  tale scopo vanno salutate con gioia l’adesione di numerosi italianisti romeni  (penso, un nome fra tutti, ai bei contributi dell’instancabile Smaranda Elian)  e di giovani romenisti italiani (anche qui un plauso speciale a Mauro Barindi,  che da un po’ di anni ci offre saggi di traduzione da opere letterarie ancora  non tradotte: quale occasione migliore per l’attività di scouting editoriale?), con articoli e saggi, nonché la  segnalazione di alcune rilevanti novità librarie.
 
 Né va  trascurata l’utilissima sezione della rivista, diligentemente aggiornata, che  offre al lettore e agli studiosi la rassegna, ordinata cronologicamente, delle  traduzioni in lingua italiana di opere romene, letterarie e non solo (e un  grazie ai redattori della rivista per avere valorizzato, per questa via, e reso  fruibile l’importante contributo offertoci dal collega Pasquale Buonincontro,  già professore all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, con l’ampio,  sistematico spoglio compreso nel volume, ormai introvabile, La presenza della Romania in Italia nel  secolo XX. Contributo bibliografico 1900-1980, De Simone Editore, Napoli  1988).
 Un augurio di lunga vita, dunque, per completare  questa espressione di collegiale apprezzamento e solidarietà, alla redazione della rivista, a  tutti i suoi collaboratori passati e presenti, e uno speciale ad Afrodita, che  da più di venti anni ha sposato questa più che lodevole missione culturale. Ad multos annos!      
    Bruno  Mazzoni
 
 
 
  
 Tavola rotonda «Orizzonti» al Salone Internazionale del Libro di Torino 2013
 
 
 
 (maggio 2020,  anno X) |  |