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 |  | L’arte di Virginia Tomescu Scrocco e la «nostalgia del giardino»
 
  Virginia Tomescu Scrocco è una protagonista emblematica della pittura della  prima metà del Novecento in Italia. L’artista è nata in Romania, a Bucarest, il  5 agosto 1886, da una famiglia di ricchi possidenti terrieri. Compie gli studi classici in Romania, dove inizia anche la sua formazione  nel campo dell’arte, per la quale ha un’attrazione irresistibile. Continua poi gli studi in Francia e in Italia, approfondendo la  sua formazione artistica. 
 All’età di 18 anni la madre l’accompagna a Parigi dove  studia per un anno e mezzo all'Académie Julian, la celebre scuola privata  d’arte fondata dal pittore francese Rodolphe Julian. Successivamente, nel corso del classico viaggio in  Italia, in compagnia della madre, rimane affascinata dal Belpaese e dall’enorme  ricchezza della sua arte, dove trova la più grande corrispondenza con il suo  mondo ideale. Decide quindi di trasferirsi all’Accademia di Belle Arti di Roma,  dove consegue il diploma al termine di due anni molto  brillanti. Inizia la sua carriera artistica sotto la guida del pittore italiano  Cesare Maccari, impegnato nella  decorazione della cupola del Santuario di Loreto. Nel 1915 conosce il giovane  medico Amedeo Scrocco con il quale si sposa e si stabilisce a Tivoli.
 
 Svolge un’intensa attività  artistica prima della Guerra e tra le due guerre, con mostre personali e  partecipazioni a mostre collettive sia in Italia sia in Romania. È tra gli anni venti e trenta che la pittrice raggiunge l’apice espressivo  e predilige il plein air alla ricerca  in studio. Viene inviata in Spagna  dal Governo romeno per eseguire copie di Velázquez da destinare a istituti e  gallerie della Romania. Nel 1929 torna in Romania per decorare un castello in  Transilvania su richiesta della regina Maria di Romania.
 Virginia  Tomescu Scrocco è influenzata  dal neoclassicismo e dall’impressionismo, tra la solida composizione figurale e  la vibrante energia della luce atmosferica. La sua arte tocca argomenti  classicheggianti. È un’artista figurativa con una solida formazione accademica.  Nella sua pittura non porta corredi simbolici e archetipi romeni. Tutto il suo  percorso artistico appare legato stilisticamente a quel bagaglio formativo che  aveva portato da Parigi a Roma, dove ha maturato le sue  scelte artistiche. Per lei il pennello ha rappresentato un mezzo verso la  scoperta della suprema bellezza del mondo. È stata un’innovatrice come George  Sand, Simone de Beauvoir, Camille Claudel, una pioniera con un cammino tortuoso,  in quanto, all’inizio del Novecento, la donna-artista era un personaggio molto  coraggioso. Visse e dipinse a Tivoli in un clima di serenità così  come Monet dipinse nella sua casa di Giverny, affascinata dalla luce chiara, dall'en plein air, dalla densità di atmosfere  mediterranee, invase da vibranti gialli. Si potrebbe dire che Virginia Tomescu  Scrocco ha dipinto sotto il segno della nostalgia del giardino. D’altronde, in  latino, il paradiso, nome di origine greca, si traduce con hortus che significa appunto «giardino». Oppure, che Virginia  Tomescu Scrocco ha avuto delle visioni preraffaellite a Tivoli. «Tivoli, città  dell’acqua», il posto dove l’imperatore Adriano ha fatto costruire Villa  Adriana, dove il cardinale Ippolito d’Este ha fatto erigere Villa d’Este, dove papa  Gregorio XVI ha fatto costruire Villa Gregoriana. Magnifico posto, riconosciuto  per la straordinaria bellezza della natura che lo circonda. Questo giardino  paradisiaco, l’Eden che la Scrocco ha trovato vicino a Roma, il posto che ha  stregato imperatori e papi, affascina tutt’oggi i turisti.
 Basta pensare all’ambiente  in cui l’artista ha dipinto i suoi quadri, per capire che non ha fatto altro  che guardare fuori dalla finestra e rendere sulla tela quello che vedeva, e che  la bellezza rappresentata nei suoi dipinti è un’eco di questa bellezza vista e  vissuta. La luce mediterranea si insinua come qualcosa di sovrannaturale, cade  in raffiche, travolge. La tranquillità di un mondo ideale, il bisogno del  fantastico che la pittura suscita in noi, la profonda complicità con il paesaggio  – tutto questo però è anche molto più di una semplice rappresentazione. È  quello che Stendhal chiama cristallizzazione.
 
 Le tele dell’artista  suscitano in noi una sensazione di irrealtà, di miracolo; è un’atmosfera che  incanta, che ci fa fantasticare sul Paradiso che si trova intorno a noi; si ha  l’impressione di trovarsi davanti a un portone, invitati ad entrare. Si può vedere  la bellezza, si avverte un incontrollabile bisogno di ammirarla, ci si  trasforma in esteti, si sente la primavera nell’inverno, si osserva la  magnificenza dello spettacolo della natura. Il fascino degli artifici d'acque  di Villa D'Este, delle proporzioni perfette dell’architettura di Villa Adriana  ha influenzato in maniera marcata l’opera pittorica di Virginia Tomescu Scrocco,  pervasa da uno sguardo edonistico e nostalgico, in sintonia con la natura.
 
 L’artista riscopre il corpo pagano, fa emergere una  dinamica iscritta nelle radici della nostra civiltà greco-romana. Cristianesimo  e paganesimo danno una diversa lettura del corpo. Il disegno neo-pagano nelle  rappresentazioni umane ha sorpreso la grazia di Dio racchiusa nella bellezza  umana. La pittrice è attratta anche dalla dimensione domestica della vita  quotidiana, dalla visione tipizzata della bellezza femminile, dalla descrizione  dei giardini, con visibili accenti sentimentali. Con l’eleganza ricercata dei  personaggi femminili, con l’enigmatica allusione al ménage familiare, Virginia  Tomescu Scrocco descrive la famiglia come pilastro dell’identità umana. La  donna è rappresentata da un mondo femminile fatto di mamme, zie, bambine, nonne  che vivono con autentica devozione il mistero della nascita.
 Virginia Tomescu Scrooco è vissuta a Tivoli, ma ha sviluppato un rapporto di  grande amore anche con la terra d’origine del marito, Buonalbergo, dove era  fortemente affascinata dal paesaggio, dal mondo contadino, dal lavoro dei  campi. Infatti, ha dipinto quadri con le figure angelicali del mondo contadino –  soprattutto le donne e i contadini con figure monumentali, mitiche, solide e  vittoriose. Questi personaggi sono vere e proprie personificazioni della forza  della natura, sono impressionanti, come i monti e le foreste.  L’attività della  pittrice si interruppe a causa di una malattia; morì a Tivoli nel 1950. Oggi,  le sue opere si trovano nelle mostre permanenti di Villa d'Este, un segno  dell’omaggio della città di Tivoli per l’artista romena. Altre opere sono alla  Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Inoltre, i suoi figli, Eolo e Marisa  Scrocco, hanno donato le sue opere custodite nella casa paterna di Buonalbergo  al Museo del Sannio di Benevento, dove esiste una mostra permanente dedicata  all'opera di Virginia Tomescu Scrocco. .    
     
 
      
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          | Autoritratto di Virginia Tomescu Scrocco | Nello studio dell’artista |  
 
 Concerto
 
 
 
 
 Claudia Mandi(n. 11,   novembre 2014,  anno IV)
 
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