In memoriam Tullio De Mauro (1932-2017)

Lo scorso 5 gennaio si è spento a Roma, all’età di 84 anni, il professor Tullio De Mauro. La notizia ha provocato grande dolore non soltanto nella comunità linguistica e culturale italiana, ma anche tra gli italianisti del mondo, che vedevano nella personalità del grande linguista, docente universitario, saggista, politico e manager culturale, un attento studioso dell’italiano nella sua dinamica, un analista disincantato delle trasformazioni nella cultura degli italiani, un sostenitore entusiasta delle più moderne tecniche digitali di insegnamento alle giovani generazioni, un instancabile riformatore del sistema dell’istruzione italiano delle cui mancanze si doleva e, non l’ultimo, un instancabile sostenitore della lettura come forma di arricchimento e di crescita interiore dei ragazzi e dei giovani.
Tullio De Mauro, mostro sacro della linguistica, era in realtà una persona gentilissima dotata di quella modestia che è propria dei grandi ingegni, uno spirito giovane e vitale, un interlocutore piacevole, un viaggiatore curioso, un intellettuale appassionato. Così lo abbiamo conosciuto nel 2009, quando si è recato in Romania per essere insignito all’Università di Bucarest del titolo di Doctor Honoris Causa. Riportiamo di seguito la Laudatio scritta all’epoca in onore del professor De Mauro, oggi elogio commosso e grato per la grande eredità che ci ha lasciato.


Di solito, una cerimonia come questa rende solenne omaggio a un’attività scientifica che viene prima accuratamente passata in rassegna a migliore conoscenza di tutti i presenti. Oggi, invece, potremmo benissimo limitarci a dire: abbiamo finalmente tra di noi il Professor Tullio De Mauro. Per gli italianisti, per i linguisti, per i semiologi, per i dialettologi, per i filosofi del linguaggio, per i teorici dell’educazione, un’asserzione come questa sarebbe sufficiente. Tutto il resto sta nelle letture che ci hanno formati come professionisti, nell’accuratezza della lingua che abbiamo acquisito, in alcune delle idee che ci hanno nutrito e nelle grandi sfide culturali cui siamo tuttora chiamati a dare una risposta. E se questo non è poco, è grazie anche al nome che oggi scende dalle copertine dei dizionari e delle storie della lingua italiana per stare tra di noi e condividere con noi  la gioia di accoglierlo come graditissimo ospite.
Pochi mesi fa ci eravamo riuniti qui per rendere omaggio a un’altra grande personalità della filologia e della linguistica italiana e romena, il Professor Lorenzo Renzi, il quale veniva insignito del titolo di Doctor honoris causa dalla nostra Università. Evochiamo qui la sua personalità per riportare le parole essenziali con cui il Professor Renzi si riferiva al suo collega e, oseremmo dire, amico: «In Italia continuano a contare molto singole personalità di studiosi. La geniale, poliedrica personalità di Tullio De Mauro, attualmente professore di Linguistica generale all'Università di Roma, ha contato e conta per la linguistica italiana, e per la cultura in generale, più di molte associazioni messe insieme».
E, infatti, è con grande emozione e soprattutto senza paura delle grandi parole che oggi elogiamo una personalità che vale una vera e propria istituzione linguistica e un pezzo di storia della cultura italiana odierna.
La docenza non è per Tullio De Mauro solo una mera professione, bensì una innegabile vocazione, di cui rendono testimonianza una lunga carriera e le innumerevoli serie di studenti romani e napoletani, salernitani e palermitani che hanno frequentato i suoi corsi di filosofia del linguaggio, glottologia o linguistica generale. Da autentico pellegrino del sapere, Tullio de Mauro, attualmente professore emerito della Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, ha tenuto conferenze e seminari o è stato visiting professor presso atenei diffusi su una ideale mappa accademica delle scienze della lingua: dalla Svezia all’Albania, dalla Spagna alla Gran Bretagna, dal Belgio al Giappone, dalla Germania all’Argentina, dalla Francia agli Stati Uniti, dall’Ungheria al Canada e dall’Olanda al Cile. D’altronde, i suoi studi e l’impegno teorico, anche marcatamente pratico nell’educazione e nell’affrontare i problemi dell’insegnamento, così come l’attenzione che ha sempre prestato alla collaborazione tra il mondo accademico e quello politico, palesano l’importanza sociale della missione didattica e la responsabilità con cui il Professor De Mauro tratta una delle più nobili professioni del mondo: quella di docente. Le ripetute testimonianze dei suoi studenti dimostrano, infatti, che per tante generazioni, Tullio De Mauro è stato non solo un docente, ma anche un illustre mentore. In fondo, grazie alla sua entusiasmante e costante presenza tra i giovani e alla capacità di cogliere e di predicare i pregi del progresso informatico e del mondo digitale, egli ha raggiunto il sogno di ogni universitario: diventare uno scienziato seguito e ascoltato, un professore conosciuto e amato.

Esattamente quarantacinque anni fa, l’allora libero docente di glottologia, pubblicava presso la prestigiosa casa editrice Laterza la sua monumentale Storia linguistica dell’Italia unita. Era una documentata, rigorosa e originalissima storia della lingua dall'Unità italiana fino a quel momento, che per la prima volta prendeva in esame i fenomeni del parlato e non più solo quelli della lingua letteraria, legittimando tutte le manifestazioni dell’oralità, dal dialetto alle varietà regionali e all’italiano comune, analizzandone l’evoluzione sotto le trasformazioni della scuola e della cultura di massa. Fu un’opera che non solo vide un numero impressionante di edizioni, diventando, generazione dopo generazione, un titolo obbligatorio nelle bibliografie di specialità, ma che conobbe anche una serie di convegni in merito.
A questo primo volume sono seguiti tanti altri studi – personali o in collaborazione – di linguistica generale, di storia linguistica italiana, di semantica, di morfologia e sintassi italiana e delle lingue classiche, di lessicologia storica e teorica, di lessicografia, dialettologia, educazione linguistica, di filosofia del linguaggio e di storia delle idee, volumi tradotti in varie lingue, alcuni dei quali tradotti anche in romeno come  l’Introduzione alla semantica nel 1978 (l’originale è del ’65) e Introduzione e commento a F. de Saussure, Corso di linguistica generale nel 2000 (l’edizione originale è del ’67). Sono titoli letti e citati dalla comunità scientifica internazionale che costituiscono un elenco bibliografico impressionante e che testimoniano la curiosità e l’entusiasmo culturale dello studioso, corroborati da una rara acribia scientifica.
Se poi vogliamo riferirci soltanto all’ultimo decennio, è impossibile non essere colpiti dalla quantità e qualità, nonché dalla versatilità delle prospettive di approccio nei dizionari della lingua italiana di cui il professore è autore: Dizionario di base della lingua italiana, Grande dizionario italiano dell’uso, Dizionario etimologico, Dizionario delle parole straniere nella lingua, Dizionario dei sinonimi e dei contrari. Ciascuno di questi titoli fondamentali è frutto di una vasta esperienza da linguista, di un pensiero organizzato, associativo, elastico e di un lavoro lessicografico lungo, costante e profondo, segnato dal rigore metodologico e dall’attenzione al dettaglio. E non è troppo dire che non esiste italianista in questo mondo che non abbia consultato e assimilato informazioni dai vocabolari De Mauro.
Bisogna rivelare, tuttavia, che la sua vasta e svariata attività scientifica è stata scandita dall’attiva partecipazione ai dibattiti specialistici in assise internazionali. Persino ora, nel cercare il Professore, lo si ritrova o a un convegno o a un seminario, a una conferenza o a una riunione di una delle tante associazioni di professionisti della lingua di cui è membro. Di altre associazioni e società, come l’Associazione Fonologica Internazionale, la Società di Linguistica Italiana, la Società di Filosofia del Linguaggio, il Professor De Mauro è socio fondatore ed è stato direttore o presidente.

Inoltre, per gli italiani, il nome di Tullio De Mauro viene correlato alle riviste per le quali ha lavorato come redattore o caporedattore, alla grande Enciclopedia Italiana per cui ha curato la parte di linguistica, alle collane che ha diretto per alcune grandi case editrici (Il Mulino, Laterza, Editori Riunti ecc.), alle Fondazioni Valla e Bembo del cui consiglio di amministrazione ha fatto parte e alla Fondazione Bellonci di cui è direttore, ai comitati scientifici di enti culturali europei di cui è stato membro, ai periodici che ha diretto, alle organizzazioni per la diffusione della cultura tra i giovani di cui è stato ed è tuttora promotore. Ed è importante sottolineare che tutte queste azioni sono sempre state accompagnate da un impegno politico che mirava a trasformare in atto la sua visione sulla formazione dei giovani e sull’evoluzione della società italiana. Ne è testimone l’assunzione del ruolo di Ministro della Pubblica Istruzione nel 2000 e l’avviamento, in questa veste, della riforma dell’insegnamento.
Un altro aspetto della sua poliedricità è la sua attività pubblicistica, costante e formativa, su grandi periodici nazionali, ossia gli innumerevoli articoli e interviste in cui ha messo il punto sulle i, rivelando onestamente intoppi, problemi e soprattutto risultati  del  processo educativo in Italia. In tutti questi interventi, la critica è sempre costruttiva e tale da mantenere viva la speranza e la voglia di cambiamento e, in quanto tale, è marchio di un sano patriottismo. Un patriottismo ben temperato dalla serietà e dall’obiettività e di chi osava per esempio reclamare, all’inizio del terzo millennio, il tasso di analfabetismo e il calo culturale del suo Paese. 
E se la lunghissima schiera di allievi, collaboratori, continuatori dell’attività del Professor Tullio De Mauro sta a testimoniare il fatto che il guanto non è stato lanciato a vuoto, il nutrito e impressionante elenco di premi e riconoscimenti da egli ottenuti o ricevuti rappresenta la giusta risposta ai suoi meriti, risposta data da enti di grande prestigio nella comunità scientifica internazionale. E basti nominare i titoli di Doctor philosophiae et litterarum honoris causa dell’Università Cattolica di Lovanio, Doctor honoris causa dell'Ecole Normale Supérieure di Lione,  Doctor honoris causa in Lettere della Waseda University di Tokyo, e di membro dell’Accademia della Crusca. Bisogna menzionare ugualmente i tre volumi che gli furono dedicati in omaggio alla sua carriera – Italia linguistica: idee, storia e strutture,  Ai limiti del linguaggio  e Tullio De Mauro: una storia linguistica – nonché altri riconoscimenti venuti dall’ambiente accademico e da varie enti culturali di grande prestigio, come l’Accademia Nazionale dei Lincei, la quale gli ha assegnato nel 2006 il premio per l'insieme delle sue attività di ricerca e studio.
Inoltre, il valore nazionale dell’attività di mezzo secolo del Professor De Mauro è confermato dalle più alte istituzioni dello Stato italiano: Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana.

Vocazione e mentorato, entusiasmo ed esperienza, curiosità scientifica e sapiente operosità. Non è mera retorica, ma semplicemente il percorso di un autentico studioso italiano, creatore e innovatore di scuola linguistica, insigne professore, finissimo lessicografo e ammiratissimo oratore. Profondamente grati della Sua presenza qui, diamo un caloroso benvenuto al Doctor Honoris Causa che oggi l’Università di Bucarest ha l’onore di confermare, nella persona dell’egregio Professor Tullio De Mauro.

Oana Boşca-Mălin
(febbraio 2017, anno VII)