Viorel Bătrânu, uno scultore romeno in Italia

In questo numero facciamo la conoscenza di un artista romeno, Viorel Bătrânu, di Bacău, in Moldavia, che vive nell'Italia del nord-ovest, in Piemonte, e si occupa di scultura in legno e su pietra. Ho incontrato lo scultore a casa sua, dove ha realizzato una piccola mostra delle sue opere, di fianco al suo atelier, con un giardino ben curato incastonato in un poggio tra le colline, come in una cartolina postale, dove il cielo sfuma armoniosamente nel verde dei vigneti, e sullo sfondo le case medievali e i fitti boschi. Mi accoglie nella quiete assoluta di un paese incantato di altri tempi. Il maestro Bătrânu è una persona solitaria ma di certo non gli mancano il senso di ospitalità e il calore umano. Gli piace vivere lontano dalla frenesia cittadina, a cui preferisce il silenzio della natura, là dove è più facile trovare l’ispirazione. Cerca di cogliere gli stati d’animo e di trasporli su legno o su pietra. La sua vita è pregna di esperienze interessanti, e ora, a pochi anni di distanza dall’età del pensionamento, è soddisfatto di ciò che ha realizzato. Le sue opere parlano per lui: muse, voli, animali fantastici e reali, coppie armoniose e sentimenti – tutti realizzati con una maestria fuori dal comune. Così come ci ha confessato l’artista, i suoi lavori spesso arrivano nelle mani dei collezionisti d’arte. E non sono pochi!

 

12

 

 

 

 

 

 



Il talento del maestro Viorel Bătrânu affonda le radici nella sua famiglia e si è manifestato fin da tenera età. «Avevo circa 10-11 anni, era inverno, mia nonna e sua sorella stavano filando, ma la sorella di mia nonna ha rotto il fuso ed era molto dispiaciuta. Così ho cercato un pezzo di legno adatto e l’ho rifatto. Lei è rimasta esterrefatta ma anche molto felice». Con il tempo ha coltivato le sue capacità, fino a quando ha cominciato a studiare alla Scuola Popolare d’Arte di Bacău. Ha terminato il primo corso tenuto dal maestro Ioan Tăbăcaru, noto mentore dell’arte ebanistica, con il quale ha realizzato molte opere nelle chiese. Parallelamente, Viorel Bătrânu ha anche frequentato i corsi del professor Dumitru Gârea, esimio specialista d’arte bizantina. Con il professor Gârea ha poi anche strettamente collaborato, facendo parte della sua squadra di scultori. Nel 1989 hanno realizzato insieme dieci colonne in stile brâncovenesc (lo stile romeno prettamente ispirato al barocco) per la Casa del Popolo, l’attuale palazzo del parlamento della Romania. «Eravamo tutti molto giovani, noi che facevamo parte della squadra del prof. Gârea. Allora lavoravo in fabbrica, ma ci hanno mobilitati con la forza, come molti altri scultori di altre zone della Romania, proprio nel 1989, per realizzare circa 48 colonne per la Casa del Popolo di Ceaușescu. A Bacău ci portavano nel capannone un blocco di pietra di Podeni, e noi dovevamo riprodurre un modello di colonna della chiesa di Antim. Ogni colonna era enorme, con una grande base, lo stelo tortile e il capitello barocco. Lavoravamo interamente a mano, abbiamo creato una sega improvvisata per tagliare la pietra, invece tutto il resto era eseguito con lo scalpello. Questa statua, Disperazione, l’ho scolpita quell'anno, è fatta proprio con un pezzo di pietra di Podeni, quella delle colonne di Ceaușescu. Ricordo che è stato un anno davvero difficile, la Rivoluzione ci ha sorpresi mentre lavoravamo a queste colonne»

.


3

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Viorel Bătrânu ha continuato a far parte della squadra del prof. Gârea fino al 1995, quando è ritornato alle iconostasi, un mestiere che richiede cura, ma che dà anche molte soddisfazioni. E poi nel 1997 ha preso la via dell’Italia, e a causa di una situazione familiare tumultuosa, ha deciso di separarsi dalla terra natia.
Nel corso degli anni nella Penisola ha lavorato in proprio o collaborato con altri colleghi, ha preso parte a diversi concorsi ed è stato impegnato in importanti restauri. Tra il 1998 e il 1999 ha restaurato il castello di Cortanze, Casa Forte dei Roero del XIII secolo, uno dei manieri meglio conservati della Provincia di Asti. Ci racconta di aver riportato in vita molti arredi della cappella, porte, una statua della Madonna a grandezza naturale, insieme a molti lavori originali, realizzati dal maestro, proprio per il castello. Per cinque anni ha lavorato con il parroco di Piea, località in provincia di Asti, con il quale ha realizzato molte opere di restauro, compresa la torre medievale di San Paolo.
Attualmente lo scultore lavora per Alberto Marinetto, titolare del Laboratorio del Gruppo Liturgico di San Damiano d’Asti, la più grande azienda che fornisce arredi liturgici alle chiese cattoliche di tutto il mondo. Il Gruppo Liturgico esiste da più di 50 anni. È leader mondiale nella realizzazione di arredi liturgici, altari, statue, tutte uniche e realizzate manualmente da maestri di arte sacra e ha sede in un edificio maestoso che poggia su una collina dedicata alla Madonna di Lourdes. «Il signor Marinetto è un personaggio famoso a livello internazionale. Lavora in tutta Europa e in altri continenti. È venuto una volta a farmi visita nel mio atelier, ha visto cosa faccio e abbiamo iniziato a collaborare. Grazie a lui ho imparato l’antica tecnica della doratura con la foglia d’oro. Ho imparato la tecnica a Saluzzo da Michele Bongiovanni, il migliore di tutti gli artigiani del settore, sfortunatamente è già passato a miglior vita. Mi ha insegnato e abbiamo lavorato insieme». Uomo visionario e collezionista d’arte di tutto il mondo, Alberto Marinetto vuole costruire un museo con le opere raccolte nel corso degli anni. E proprio in questo spazio ci sarà un angolo dedicato al maestro Viorel Bătrânu, le cui sculture si trovano in chiese sparse per il mondo
.



45

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





Dopo due ore buone di conversazione, non potevo lasciare lo scultore Bătrânu senza porgli la classica domanda: «Pensa di ritornare in Romania?» E lui ci ha risposto così: «Ho sempre avuto l’idea di ritornarci. Non posso dire di essermi completamente ambientato qui. Se sai lavorare, te la cavi bene e non ti devi preoccupare troppo del domani. Mi piacerebbe poter comprare una casa in patria e ritornare. Mi manca lavorare alle iconostasi, può darsi che ritornerò per passarci la vecchiaia».


 

 

 






Irina Niculescu

(n. 7-8 luglio-agosto 2019, anno IX)