Focus sull’artista Ferdan Yusufi

Ferdan Yusufi è nata a Istanbul e si è laureata in Storia dell’Arte e Archeologia all’Università di Istanbul. È gallerista e curatrice, lavora tra Istanbul e Roma.
Nel 2009, insieme a Giorgio Bertozzi, ha fondato l’Associazione Culturale Neoartgallery e opera nel campo dell’arte organizzando fiere e mostre d’arte.
Dal 2022 si dedica anche alla creazione di opere digitali realizzate con l’intelligenza artificiale, producendo lavori innovativi. Attualmente svolge la sua attività artistica in Italia. Partecipa a fiere e mostre collaborando con Neoartgallery e Mega Art Gallery.

Esposizioni principali, dal 2022:
2022 – «Mediterraneum Exhibition» Istanbul/Turchia
2022 – «Mediterraneum Exhibition», Marseille/France 
2022 – «Mediterraneum Exhibition», Castello di Ruffo di Scilla/Reggio Calabria
2023 – «II Biennale della Murgia», Puglia
2023 – «Universo Donna», Pinacoteca Miani Perotti, Cassano delle Murge/Bari
2023 – «Arte per la Vita», Museo Crocetti, Roma
2023 – «Collettiva», Exhibition Mega Art, Museo Caravaggio, Sicilia 
2023 – «Collettiva», Exhibition Mega Art, Venezia
2024 – VerniceArtFair/EuroExpoArt/Forlì
2024 – «The Light and the Color», mostra, Mega Art, Venezia
2024 – Mostra personale «Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa», Pocket Art Studio, Roma
2025 – «Dalla Figurazione all’Astratto», mostra, Mega Art, Brera/Milano 
2025 – «Universo Donna», Miani Perotti Art Gallery, Cassano delle Murge/Bari
2025 – Genova Arte Fiera/Genova
2025 – VerniceArtFair/EuroExpoArt/Forlì 

L’attimo immaginato dalla bravissima artista Ferdan Yusufi, che conosciamo da tempo e che stimiamo per il suo ingegno creativo e per la sua operosità organizzativa, merita attenzione e una profonda analisi per il contenuto.

La composizione è un sommesso mormorio all’anima, una tenerezza a chi ha il coraggio di mostrare diversità simboliche, una nuova poesia visiva.
C’è, forse, la sacra urgenza di far esistere «altro da sé», quasi per sfuggire ai silenziatori del conformismo.
È un particolare inno, potente sulla libertà dell’essere, sul coraggio di scegliere «diversità».
Non parla al cuore questo prodotto dell’IA, bensì a quelle ragioni dell’intelletto, che indagano sull’altrove e sul differente. 

Riportiamo una dichiarazione sulla sua produzione di Ferdan Yusufi
«La capra è una figura simbolica ricorrente nella mia arte, rappresentando la purezza delle emozioni umane.
In alcune delle mie opere, raffiguro la figura femminile, la cui postura esprime una forza silenziosa e una resilienza profonda, pur lasciando trasparire una fragilità carica di emozioni. In altre, utilizzo l’uomo-capra, un simbolo potente che racconta le molteplici sfaccettature dell’animo umano, rivelandone atteggiamenti, contraddizioni e stati d’animo.
Attraverso queste figure, trasferisco le emozioni che voglio comunicare, dando forma ai sentimenti in modo viscerale e autentico. Ogni gesto, ogni espressione e ogni simbolo diventano un linguaggio visivo capace di toccare corde profonde nell’osservatore, creando un dialogo emotivo tra l’opera e chi la contempla.
Il mio obiettivo è che il pubblico attribuisca significati diversi alle mie opere in base alle proprie emozioni e vissuti personali. Questo approccio crea un legame profondo con lo spettatore, permettendogli di trovare qualcosa di sé stesso all’interno dell’opera, rendendola ancora più intensa e suggestiva.
Poiché lavoro con simboli ricorrenti, come la capra, le immagini che creo possono colpire l’inconscio dello spettatore in modi differenti. I colori, le textures e le espressioni dei personaggi possono essere interpretati diversamente a seconda della sensibilità e dell’esperienza di ciascuno ...
Tuttavia, nel momento della creazione, tutto prende forma improvvisamente, senza una pianificazione precisa: il processo è spontaneo, guidato da sentimenti e percezioni istantanee. Questo rende il mio processo creativo molto organico e autentico.
Le opere nate da queste emozioni immediate risultano spesso le più intense e coinvolgenti. Gli spettatori non sempre comprendono pienamente il significato delle mie opere, ma ne sono profondamente colpiti e spinti a interrogarsi su sé stessi. Questo dimostra che la mia arte è una porta aperta a un viaggio interiore e riflessivo.
Il fatto che lo spettatore si metta in discussione è la prova che l’opera comunica con lui. Questa interazione conferisce alla mia arte una dimensione poliedrica e senza tempo. Gli spettatori riescono a connettersi sia con il proprio vissuto personale sia con emozioni universali, rendendo il messaggio ancora più potente e accessibile a tutti».




Ferdan Yusufi, Buona Fortuna, IA digitale, stampa su tela,
unico esemplare, cm 100x100, collezione privata, Napoli



Maurizio Vitiello

(n. 6, giugno 2025, anno XV)