Oana Boşca-Mălin: «Orizzonti», ogni passo in avanti apre nuove prospettive

Nell’ambito degli studi di italianistica di Romania e di romenistica in Italia, tra gli addetti ai lavori come tra quelli che si dedicano per diletto a questi studi senza farne una professione, la rivista «Orizzonti culturali italo-romeni» rappresenta un incontro mensile atteso con impazienza e gioia, un punto fermo; un brand. Un periodico che segue con tenacia, rigore e passione il suo notevole percorso volto a stimolare e a far partecipare effettivamente alla creazione di una comunità scientifica e umana in cui professionisti e frequentatori delle due culture si incontrano, si conoscono, si riconoscono, scambiano idee e informazioni, celebrano o commemorano date e personalità di spicco, condividono brani lirici o di narrativa, trattano argomenti attuali o altri magari troppo frettolosamente archiviati nel passato. Una veloce rassegna dell’archivio della rivista evidenzia un’impressionante rosa di contributi di ermeneutica e storia letteraria, storia e storiografia, critica cinematografica, traduttologia, storia della Chiesa cattolica, sociologia, geografia culturale, in armonia con le recensioni e con le pagine di creazione in versi e prosa. Il comitato di redazione – che offre di per sé una garanzia di qualità: Smaranda Bratu Elian, Monica Fekete, Mauro Barindi, Antonio Di Gennaro, Irina Niculescu, Andreea Foanene – è coordinato dalla direttrice e fondatrice Afrodita Cionchin, un nome che molti di noi assimiliamo per antonomasia alla rivista stessa; e la rivista a lei.

«Orizzonti culturali italo-romeni» ha una propria storia e allo stesso tempo è diventata parte della storia recente dell’italianistica romena e della romenistica italiana: nell’impressionante elenco di contributori si ritrovano personalità della cultura dei due paesi (di cui alcune già passate a miglior vita e alla memoria dei posteri, come Helga Tepperberg, Marco Cugno, Onofrio Cerbone), insieme a giovani ricercatori di fresca formazione o a cultori per diletto delle lettere e delle arti.

Un’attenzione particolare va data ai database avviati per iniziativa della testata. L’elenco di traduzioni di letteratura italiana in romeno ricopre il periodo 2011-2019 e necessiterebbe di ulteriori aggiunte con la disponibilità degli autori interessati, per rendere una migliore rappresentazione della realtà. Il catalogo di traduzioni dalla letteratura romena in italiano è molto più consistente e ricopre il periodo 1903-2019. Questo comprende anche un elenco specifico delle traduzioni e degli studi dedicati all’opera di Emil Cioran in Italia, nonché un sunto degli scrittori romeni italofoni, suddivisi per autori con scritti in italiano, scrittori migranti pubblicati in volumi propri oppure in raccolte collettanee italiane o multilingui. In fine, il terzo catalogo si riferisce agli studi di italianistica, che ricopre però soltanto quanto è stato pubblicato nel 2011. Tali database sono fondamentali in quanto offrono da una parte una testimonianza complessiva della storia e della consistenza degli studi di romenistica in Italia e di italianistica in Romania, e d’altra parte un’importante fonte di informazioni per laureandi, dottorandi, ricercatori ecc. Da qui si muove la mia convinzione che la raccolta avviata dalla rivista «Orizzonti culturali» non va soltanto sostenuta con una pacca sulle spalle, ma ha bisogno dell’appoggio autentico e partecipativo degli interessati. Ogni autore, studioso, traduttore potrà trasmettere, nella cornice già esistente, dei dati per un aggiornamento costante. Ciò che è stato avviato da un esiguo gruppo di pionieri vale la pena che diventi una priorità della comunità a cui la rivista si rivolge, magari con l’accesso a una digitalizzazione che si presti a vari motori di ricerca e si adatti a una moltitudine di parole chiave. Naturalmente, per una tale impresa sarebbe auspicabile anche un giusto finanziamento.

Quando le proiezioni e i progetti culturali «off-line» a breve termine erano ancora possibili, l’Accademia di Romania in Roma con il suo direttore, prof. Rudolf Dinu, aveva ideato insieme ad Afrodita Cionchin una tavola rotonda intorno cui riunire alcuni dei collaboratori costanti della rivista, per celebrare i primi 10 anni di attività del periodico e dialogare sugli Orizzonti culturali italo-romeni passati, presenti e futuri. Fino a quando ci rivedremo, l’augurio che faccio ad Afrodita – a cui mi lega una storia di quasi due decenni di competizione e complicità professionale coronata da un’autentica amicizia – è questo: Continua a tenere aperti gli orizzonti e gli «Orizzonti» e a spostarli in avanti a ogni passo compiuto! Confido che saremo in molti a camminare al tuo fianco, al ritmo scandito da te!




Presentazione della revista alla Biblioteca Centrale Universitaria «Eugen Todoran» Timişoara 2012


Oana Boşca-Mălin
(n. 5, maggio 2020, anno X)