La Giornata Mondiale della Poesia all’Accademia di Romania in Roma

Il primo giorno della primavera, il 21 marzo, l’UNESCO e con esso gran parte dei paesi del mondo festeggiano la Giornata Mondiale della Poesia: data simbolica per il messaggio che trasmette quest’arte. Roma ci si è preparata con un cielo sereno, un sole brillante e alberi in fiore. E il verde più esuberante è stato di nuovo quello che circonda il bell’edificio dell’Accademia di Romania, nel tranquillo e monumentale Viale delle Belle Arti che fiancheggia il Parco di Villa Borghese. Alla tranquillità del paesaggio faceva da contrappeso il fervore dei preparativi nell’Accademia. Perché quest’anno l’Accademia di Romania in Roma detiene la presidenza di turno dell’EUNIC, la rete degli Istituti di Cultura Nazionali dell’Unione Europea in Roma, e di conseguenza coordina e organizza la maggior parte delle manifestazioni culturali della rete, fra cui anche la Giornata Mondiale della Poesia. La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea hanno concesso il patrocinio alle manifestazioni coordinate quest’anno dalla Romania.

L’evento centrale della Giornata è stata la maratona di poesia svolta nella grandiosa Sala Accademica del celebre Conservatorio «Santa Cecilia», luogo prediletto dell’EUNIC ma soprattutto luogo prediletto del connubio fra la poesia e la musica. E proprio questo connubio ha fatto da cornice al messaggio forte dell’evento: la comunione delle voci, delle lingue, delle anime, che fa delle arti l’espressione della solidarietà umana e di una convivenza pacifica e cordiale. La maratona consisteva nella lettura di poesie, nella propria lingua, fatta da dodici poeti di dodici paesi (Hans Eichhorn per l’Austria, Margarita Petkova per la Bulgaria, Antonella Anedda per l’Italia, Elisabeth Grech per Malta, Anna Frajlich per la Polonia, Pedro Mexia per il Portogallo, Dinu Flămând per la Romania, Ján Gavura per la Slovacchia, Barbara Korun per la Slovenia, Aurora Luque per la Spagna, Michelle Steinbeck per la Svizzera, Balázs Szálinger per l’Ungheria), con la traduzione italiana proiettata in simultanea su un grande schermo. L’incontro dei poeti con la lettura delle loro poesie, davanti a una sala piena, interessata e vivace, è stato moderato dal noto giornalista Marco Dotti, che ha sottolineato il messaggio di comunione artistica e umana che ne scaturisce. L’introduzione alla serata ha avuto tre momenti: il breve e sostanzioso discorso di apertura pronunciato dall’organizzatrice, la vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma, la professoressa Oana Boșca-Mălin, sul significato  del far raccontare la Poesia agli stessi poeti nel nostro mondo di oggi, dell’ ampliare la conoscenza reciproca delle culture e delle lingue nazionali europee e del creare una rete internazionale di scambi e di confronti in ambito letterario; il saluto e il benvenuto dato dalla professoressa Lea Pavarini, a nome del Conservatorio che ha ospitato la serata; poi, un sublime momento musicale quando la violinista romena Angela Turchetta e la pianista italiana Giulia Loperfido del Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, hanno interpretato Introduzione e Rondò Capriccioso di Camille Saint-Saëns. 

Però nella visione degli organizzatori romeni, la Giornata Mondiale della Poesia non doveva esaurirsi in questo evento, per quanto suggestivo e brillante. Essa doveva invece – e così è avvenuto – sollecitare e incentivare iniziative proprie negli istituti dell’EUNIC, iniziative che facessero da introduzione e diffusione capillare del significato della giornata della poesia. In questa prospettiva, la stessa Accademia di Romania in Roma ha organizzato due incontri, incitanti e diversi fra di loro, con il pubblico italiano: il ben noto poeta romeno Dinu Flămând e chi scrive, in veste di traduttrice del suo volume di poesie Ombre e falesie (Raffaelli editore, Rimini, 2018), hanno incontrato, il 19 marzo, alla Facoltà di lettere dell’Università La Sapienza di Roma, i giovani che studiano il romeno e la loro professoressa, l’insigne romenista Angela Tarantino. Si è parlato di poesia, di come l’intuizione diventa espressione, di come e quanto la traduzione può conferire un’altra veste alla stessa sostanza, dei grandi poeti italiani del Novecento e dell’appetito dei lettori e dei poeti romeni per la loro poesia, dei volumi di poesia italiana pubblicati negli ultimi tempi in Romania; e, naturalmente, si sono lette, in entrambe le lingue, le più belle poesie del volume bilingue Ombre e falesie. Reticenti e silenziosi all’inizio, gli studenti si sono poi sciolti, facendo domande e commenti.

Il giorno dopo, ossia il 20 marzo, un nuovo incontro, questa volta nell’elegante e funzionale Biblioteca Europea di Roma. Questo secondo incontro inaugurava la nuova tornata del progetto «Europa in circolo 2019. Incontri con scrittori europei contemporanei», progetto ideato e organizzato dalla Biblioteca Europea insieme all’EUNIC e giunto adesso alla seconda edizione. Nel quadro del progetto, nel periodo fra il 20 marzo 2019 e il 22 gennaio 2020, si organizzeranno incontri con scrittori o poeti contemporanei particolarmente significativi per la cultura del proprio paese, che, uno alla volta, presenteranno una loro opera già tradotta in italiano e che sarà messa a disposizione del pubblico. Il pubblico, questa volta, era costituito da persone appassionate di poesia, che si incontrano regolarmente alla biblioteca e che hanno dato vita a un sodalizio che ormai si è istituzionalizzato sotto il nome di «Circolo europeo di lettura». Lo scopo di questo secondo incontro era la presentazione del poeta Dinu Flămând e del volume già ricordato. I lettori di poesia hanno riempito l’aula non piccola della biblioteca. Una presentazione ha seguito due vie: la lettura bilingue di alcune delle più belle poesie del volume, e il dialogo libero fra il poeta e la sua traduttrice. In questo dialogo si è tentato di rivelare agli ascoltatori le tappe della vita e della creazione del poeta romeno, le sue pause poetiche dovute alle vicissitudini politiche del proprio paese e al suo riorientamento verso il giornalismo negli anni di esilio in Francia, le sue affinità con la poesia italiana, l’intima relazione con la poesia del mondo tramite il suo ostinato lavoro di traduzione, l’esperienza di traduttore di poeti italiani come Umberto Saba e Mario Luzi ecc. Meno loquaci degli studenti del giorno prima, i partecipanti, tutti lettori di poesia e in genere maturi, hanno ascoltato con evidente interesse, ma invece di interromperci quando dialogavamo, hanno preferito assalire il poeta alla fine con domande e richieste di autografi. 
Complessivamente, gli eventi dedicati alla poesia negli incantevoli ambienti romani hanno confermato la potenza della letteratura di unire le persone e la capacità dei nostri organizzatori di produrre tale unità.



Smaranda Bratu Elian
(n. 4, aprile 2019, anno IX)