«La Fine del mondo». Poesie di Gherasim Luca

L’antologia Gherasim Luca, La Fine del mondo (Poesie 1942-1991) [a cura di Alfredo Riponi, tr. it. di A. Riponi, Rita R. Florit, Giacomo Cerrai, Joker Edizioni “I Libri dell’Arca”, 2012] offre, per la prima volta al lettore italiano, la possibilità di entrare nell’universo creativo di Ghérasim Luca (1913-1994) attraverso un percorso poetico di grande suggestione, che raccoglie i testi di più forte impatto emotivo (Il sogno in azioneAl limitare d’un bosco), senza tralasciare i classici dei suoi recitals (Quarto d’ora di cultura metafisica), le prime prose poetiche surrealiste (Un lupo attraverso una lente) e quello che può essere considerato il suo manifesto poetico, inedito in volume (Il beccheggio della mia lingua). Il titolo scelto per l’antologia, La Fine del mondo, riprende quello del libro uscito nel 1969, dove si trovano testi che costituiscono, secondo le parole di G. Luca, «un’arte erotica» della poesia. Nel poema Il suo corpo leggero c’è un’unica domanda ripetuta da un capo all’altro del testo – è la fine del mondo? – che indica la fragilità dei rapporti tra l’uomo e quel che lo circonda.

Gherasim Luca (Salman Locker), nasce a Bucarest nel 1913. In una città babele linguistica, Luca sperimenterà nell’appartenere alla comunità ebraica e ad una lingua altra da quella nazionale, l’intolleranza di uno Stato autoritario. L’attività artistica e letteraria, i contatti con i surrealisti francesi, saranno allora l’unica àncora di salvezza. «Esiliato» prima in patria perché sospettato di attività rivoluzionaria, sarà definitivamente costretto a lasciare il suo paese.
«Sradicamento» e «esilio linguistico» sono i termini entro i quali è racchiusa la parabola creativa di Ghérasim Luca. Costretto all’esilio, senza patria, abiterà l’unico luogo possibile: la lingua. Rifiutandosi alla cronologia, al tempo storico, alla caduta nel tempo che la storia gli impone. Lasciando la Romania per stabilirsi a Parigi, rinuncerà definitivamente anche alla lingua materna, ma per abitare la lingua d’adozione, il francese, dovrà «re-inventarla», farsi balbuziente nella nuova lingua. «Lo scrittore è balbuziente rispetto alla lingua: fa balbettare la lingua in quanto tale». L’adozione della lingua francese non è, per Ghérasim Luca, scegliere la lingua della tradizione, ma la ʻdecisioneʼ di dare il proprio corpo, la propria voce, alla lingua, per ri-crearsi insieme alla lingua. Un atto fondativo del proprio essere, perché il linguaggio viene prima dell’io, prima del nome proprio, obliando finanche i pronomi. Come già era avvenuto per la scelta del nuovo nome, sarà solo firmando col nuovo nome, all’atto della scrittura, che il poeta assumerà la sua nuova forma, liberandosi da una pesante identità e dall’appartenenza a una comunità.
Il nome Ghérasim Luca fu suggerito al poeta, al momento di firmare un testo per una rivista, da un amico. Nome casualmente trovato in un necrologio: «Ghérasim Luca, Archimandrita del Monte Athos e linguista emerito».
Poche linee autobiografiche: «Originario di Bucarest, si scelse durante l’adolescenza un nome e uno smarrimento». Da allora non ha cessato di sentirsi un senza-patria (heimatlos), «intuendo presto – come scrive André Velter – che il suo paese è il suo corpo, la sua identità è la sua voce».
«L’apolide Ghérasim Luca rispondeva imperturbabile ai funzionari:
– Professione?
– Poeta.
– Ma non è un lavoro!
– No, è una condizione…»


Nella postfazione Ghérasim Luca: L’eco del corpo, si legge:

La poesia è un ‘silensophone’, il poema, un luogo d’operazioni, la parola è sottomessa a una serie di mutazioni sonore, ognuna delle sue sfaccettature libera la molteplicità del senso di cui si carica. (Gherasim Luca)
Al limite estremo della lacerazione, infatti, non resta più niente se non le condizioni del tempo e dello spazio (Holderlin, Note a Sofocle).
Dopo Lautréamont e Mallarmé, la più grande rivoluzione poetica del XX secolo porta il nome di Ghérasim Luca. La poesia è un uso della lingua situato nello spazio vuoto lasciato dalle lingue istituite. La voce poetica, l’eco del corpo, è l’ultimo riparo: «entre le moi de ta voix et la soie de tes doigts». Qualcosa precede la forma, è il punto in cui, nell’anamorfosi, la visione si accende. È il posto vuoto del desiderio. L’io è un punto di vista e insieme «un punto di fuga instabile». Un nuovo rapporto del soggetto col mondo si costruisce in questa dispersione, in questa disseminazione, di frammenti di parole.In che modo il suono significa, non è solo il problema della musica, ma della stessa poesia, perché la poesia appartiene alla voce piuttosto che al segno. Il codice fonetico di cui l’uomo si dota per esprimere un pensiero gli sottrae il suo corpo. Il lato oscuro della parola è quel puro suono che deve suggerire, aprendo a nuovi spazi e nuovi mondi. La poesia come interrogazione sul grado di libertà «che sta dentro» la parola, a quali costrizioni sintattiche ci rimettiamo per esprimere un eco d’essere.

Le rêve en action

la beauté de ton sourire ton sourire
en cristaux les cristaux de velours
le velours de ta voix ta voix et
ton silence ton silence absorbant
absorbant comme la neige la neige
chaude et lente lente est
ta démarche ta démarche diagonale
diagonale soif soir soie et flottante
flottante comme les plaintes les plantes
sont dans ta peau ta peau les
décoiffe elle décoiffe ton parfum
ton parfum est dans ma bouche ta bouche
est une cuisse une cuisse qui s’envole
elle s’envole vers mes dents mes dents
te dévorent je dévore ton absence
ton absence est une cuisse cuisse ou
soulier soulier que j’embrasse
j’embrasse ce soulier je l’embrasse sur
ta bouche car ta bouche est une bouche
elle n’est pas un soulier miroir que j’embrasse
de même que tes jambes de même que
tes jambes de même que tes jambes de
même que tes jambes tes jambes
jambes du soupir soupir
du vertige vertige de ton visage
j’enjambe ton image comme on enjambe
une fenêtre fenêtre de ton être et de
tes mirages ton image son corps et
son âme ton âme ton âme et ton nez
étonné je suis étonné nez de tes
cheveux ta chevelure en flamme ton âme
en flammes et en larmes comme les doigts de
tes pieds tes pieds sur ma poitrine
ma poitrine dans tes yeux tes yeux
dans la forêt la forêt liquide
liquide et en os les os de mes cris
j’écris et je crie de ma langue déchirante
je déchire tes bras tes bas
délirant je désire et déchire tes bras et tes bas
le bas et le haut de ton corps frissonnant
frissonnant et pur pur comme
l’orage comme l’orage de ton cou cou de
tes paupières les paupières de ton sang
ton sang caressant palpitant frissonnant
frissonnant et pur pur comme l’orange
orange de tes genoux de tes narines de
ton haleine de ton ventre je dis
ventre mais je pense à la nage
à la nage du nuage nuage du
secret le secret merveilleux merveilleux
comme toi-même
toi sur le toit somnambulique et nuage
nuage et diamant c’est un
diamant qui nage qui nage avec souplesse
tu nages souplement dans l’eau de la
matière de la matière de mon esprit
dans l’esprit de mon corps dans le corps
de mes rêves de mes rêves en action

[Ghérasim Luca, Héros-Limite, José Corti 1985, Le Soleil Noir 1953]




Il sogno in azione

la bellezza del tuo sorriso il tuo sorriso
di cristallo il cristallo di velluto
il velluto della tua voce la tua voce e
il tuo silenzio il tuo silenzio assorbente
assorbente come la neve la neve
calda e lenta lenta è
la tua andatura la tua andatura diagonale
diagonale sete sera seta e fluida
fluida come i pianti le piante
sono nella tua pelle la tua pelle le
spettina spettina il tuo profumo
il tuo profumo è nella mia bocca la tua bocca
è una coscia una coscia che s’invola
s’invola verso i miei denti i miei denti
ti divorano divoro la tua assenza
la tua assenza è una coscia coscia o
scarpa scarpa che bacio
bacio questa scarpa la bacio sulla
tua bocca perché la tua bocca è una bocca
non è una scarpa specchio che bacio
come le tue gambe come
le tue gambe come le tue gambe
come le tue gambe le tue gambe
gambe del sospiro sospiro
della vertigine vertigine del tuo viso
scavalco la tua immagine come si scavalca
una finestra finestra del tuo essere e dei
tuoi miraggi la tua immagine il suo corpo e
la sua anima la tua anima la tua anima e il tuo naso
sorpreso sono sorpreso naso dei tuoi
capelli la tua capigliatura in fiamme la tua anima
in fiamme e in lacrime come le dita dei
tuoi piedi i tuoi piedi sul mio petto
il mio petto nei tuoi occhi i tuoi occhi
nella foresta la foresta liquida
liquida e in ossa le ossa delle mie grida
scrivo e grido nella mia lingua lacerante
lacero le tue braccia le tue calze
delirando desidero e lacero le tue braccia e le tue calze
il basso e l’alto del tuo corpo fremente
fremente e puro puro come
il temporale come il temporale del tuo collo collo delle
tue palpebre le palpebre del tuo sangue
il tuo sangue carezzevole palpitante fremente
fremente e puro puro come l’arancia
arancia delle tue ginocchia delle tue narici del
tuo fiato del tuo ventre dico
ventre ma penso al nuoto
al nuoto della nuvola nuvola del
segreto il segreto meraviglioso meraviglioso
come te stessa
tu sul tetto sonnambolica e nuvola
nuvola e diamante è un
diamante che nuota che nuota con agilità
tu nuoti agevolmente nell’acqua della
materia della materia del mio spirito
nello spirito del mio corpo nel corpo
dei miei sogni dei miei sogni in azione

(traduzione di Alfredo Riponi e Rita R. Florit)



La fin du monde

son corps léger

Son corps léger
est-il la fin du monde?
c’est une erreur
c’est un délice glissant
entre mes lèvres
près de la glace
mais l’autre pensait :
ce n’est qu’une colombe qui respire
quoi qu’il en soit
là où je suis
il se passe quelque chose
dans une position délimitée par l’orage

*

Près de la glace c’est une erreur
là où je suis ce n’est qu’une colombe
mais l’autre pensait :
il se passe quelque chose
dans une position délimitée
glissant entre mes lèvres
est-ce la fin du monde?
c’est un délice quoi qu’il en soit
son corps léger respire par l’orage

*

Dans une position délimitée
près de la glace qui respire
son corps léger glissant entre mes lèvres
est-ce la fin du monde?
mais l’autre pensait : c’est un délice
il se passe quelque chose quoi qu’il en soit
par l’orage ce n’est qu’une colombe
là où je suis c’est une erreur

*

Est-ce la fin du monde qui respire
son corps léger? mais l’autre pensait :
là où je suis près de la glace
c’est un délice dans une position délimitée
quoi qu’il en soit c’est une erreur
il se passe quelque chose par l’orage
ce n’est qu’une colombe
glissant entre mes lèvres

*

Ce n’est qu’une colombe
dans une position délimitée
là où je suis par l’orage
mais l’autre pensait :
qui respire près de la glace
est-ce la fin du monde?
quoi qu’il en soit c’est un délice
il se passe quelque chose
c’est une erreur
glissant entre mes lèvres
son corps léger



La fine del mondo

il suo corpo leggero

Il suo corpo leggero 
è la fine del mondo? 
è un errore 
è una delizia che scivola 
tra le mie labbra 
vicino al ghiaccio 
ma l'altro pensava: 
è solo una colomba che respira 
comunque sia 
là dove sono 
accade qualcosa 
in una posizione delimitata nel temporale

*

Vicino al ghiaccio è un errore 
là dove sono è solo una colomba
ma l'altro pensava:  
accade qualcosa 
in una posizione delimitata 
che scivola tra le mie labbra 
è la fine del mondo? 
è una delizia comunque sia 
il suo corpo leggero che respira nel temporale 

*

In una posizione delimitata 
vicino al ghiaccio che respira 
il suo corpo leggero che scivola tra le mie labbra 
è la fine del mondo? 
ma l'altro pensava: è una delizia 
comunque sia accade qualcosa
è solo una colomba nel temporale
là dove sono è un errore 

*

È la fine del mondo che respira 
il suo corpo leggero? ma l'altro pensava: 
là dove sono vicino al ghiaccio 
è una delizia in una posizione delimitata 
comunque sia è un errore 
accade qualcosa nel temporale 
è solo una colomba 
che scivola tra le mie labbra 

*

È solo una colomba 
in una posizione delimitata 
là dove sono nel temporale
ma l'altro pensava: 
è la fine del mondo
che respira vicino al ghiaccio?
comunque sia è una delizia 
accade qualcosa 
è un errore 
che scivola tra le mie labbra 
il suo corpo leggero  

(traduzione di Alfredo Riponi)  



Nota bio-bibliografica

Ghérasim Luca (1913-1994). Gherasim Luca (Salman Locker) nasce a Bucarest nel 1913, da una famiglia ebrea askenazita. Entra presto in contatto con parecchie lingue, in particolare il francese, lingua della cultura letteraria, yiddish, rumeno e tedesco. Il suo interesse per il surrealismo risale alla fine degli anni trenta; entra in corrispondenza con André Breton. Nel breve periodo di libertà prima del comunismo Luca da vita a un gruppo surrealista con alcuni amici. Dispone di una tipografia e di un luogo di esposizione, e adotta la lingua francese nel suo desiderio di rompere con la lingua materna. All’avvento del comunismo, nel 1947, cerca di lasciare la Romania con l’amico Dolfi Trost, ma è catturato alla frontiera. La sola possibilità di lasciare la Romania è un visto per Israele, lo ottiene solo cinque anni dopo. Resta in Israele solo pochi mesi, qui per sfuggire al servizio militare obbligatorio vivrà recluso in una grotta illuminata solo da uno specchio che riflette i raggi del sole. Raggiunge Parigi nel 1952, città che non lascerà più. Qui pubblicherà il suo primo grande libro, Héros-Limite, con la casa editrice Soleil Noir. In Francia vivrà sempre da apolide, e finirà per accettare di essere naturalizzato francese solo a seguito di una procedura di espulsione. Questa prova susciterà in lui la memoria delle vecchie vessazioni, legate a fascismo e comunismo. Il 9 febbraio 1994 a mezzanotte, dopo aver scritto il suo ultimo messaggio, dirà di voler lasciare “questo mondo dove non c’è più posto per i poeti” e si getterà nella Senna. Tra le sue opere : Le Vampire passif, Éditions de l’Oubli, Bucarest 1945; Héros-Limite, Le Soleil Noir, Paris 1953; La Fin du monde, Editions Petitthory, Paris 1969; Le Chant de la carpe, Le Soleil Noir, Paris 1973; Paralipomènes, Le Soleil Noir, Paris 1976.




(n. 10, ottobre 2012, anno II)