









|
|
«L’amore al profumo di mandorle amare». Poesie di Mihai Firică
Poeta affermato oggi, Mihai Firică ha esordito nel settembre del 1989 sulla rivista Ramuri, con due poesie, Messaggio e Stampa, brevi, delicate, ma che si sono rivelate passi decisivi, poiché, l’anno seguente, è tornato più volte sulle pagine della rivista con haiku diafani (Bianco, Pastello d’autunno), ma anche con versi più ampi, più tesi, ancorati al reale (Inizio di un salto mortale, Linea 1), che annunciavano la sua duplice vocazione futura: quella di poeta e quella di pubblicista impegnato.
Sono seguite collaborazioni con varie riviste letterarie e, nel 1996, il debutto editoriale con la plaquette Biografia sommaria (Aius), presentata dal rinomato e compianto critico Radu G. Țeposu. Per questa raccolta ha ricevuto il Premio per l’esordio dell’Accademia Internazionale «Mihai Eminescu». Un anno dopo, la sua seconda opera, La lingua del serpente errante, è stata insignita del Premio «Marin Sorescu» e del Premio per la Poesia dell’Unione degli Scrittori Romeni – sezione Craiova. Più tardi, questa è stata pubblicata anche in edizione bilingue (2006).
Ha proseguito con una trilogia pubblicistica (L’insettario con tarme, 2004; La dinastia dei malvagi, 2010; Romania puzzle, 2015), per poi tornare alla poesia nel 2017 con il volume Gli ultimi giorni e la vita dopo, edito da TracusArte.
Della sua opera hanno parlato personalità autorevoli come Radu G. Țeposu, Laurențiu Ulici, Ioan Moldovan, Robert Șerban e altri, ma credo valga la pena ricordare l’apprezzamento della raffinata signora Constanța Buzea nei confronti del giovane poeta Mihai Firică: «il discorso articolato, la metafora delicata, l’ipersensibilità come una malattia che appartiene al suo veicolo-anima» (România literară, 30 marzo 1994).
Parallelamente al suo percorso poetico e pubblicistico, Mihai Firică si è impegnato attivamente nella vita letteraria contemporanea, consolidando il proprio ruolo di animatore culturale. In qualità di presidente della filiale di Craiova dell’Unione degli Scrittori di Romania, ha avviato e sostenuto numerosi progetti volti a rivitalizzare lo spirito letterario regionale e a mettere in dialogo la tradizione con le nuove forme di espressione artistica. Con una visione coerente e un autentico attaccamento al valore culturale, ha dimostrato che, al di là del poema, esiste una responsabilità assunta nei confronti della parola viva, comunitaria.
Attualmente, continua su questa linea di impegno culturale nel ruolo di vicedirettore dell’Istituto Culturale Romeno di Stoccolma, dove, con la stessa discrezione elegante e con rigorosa professionalità, contribuisce a consolidare la presenza della letteratura romena nello spazio nordico, mantenendo un ponte vivo tra l’identità nazionale e il dialogo internazionale.
La selezione presente è tratta dal volume L’amore con profumo di mandorle amare (Vinea, 2023). La versione integrale in lingua italiana sarà pubblicata prossimamente da una casa editrice della penisola.
Tu sorridi solo la sera
Tu sorridi solo la sera.
Muri di cera assorbono la preghiera,
su gusci di noce sto parlando con Dio,
pronuncio e accarezzo le parole sussurrando.
I santi erano miei amici prima di essere collocati in alto,
accanto a Lui per essere utili, in fin dei conti
- mi sono diventati inutili.
Forse alcuni ritorneranno in decadenza, si nasconderanno tra le radici
bramando la luce.
Dalla città ribaltata cadono i soli.
Il tuo cuore è un animale accovacciato tra le mie braccia,
la notte è fredda, ha stelle tonde e pallide,
si scompone in decine di petali al mattino
quando non conosciamo più i nostri nomi
e perché, da quando e di chi sono tutte queste fotografie
dalle quali ci guardano volti sconosciuti.
Nuoto in una miriade di frammenti luccicanti
- un uccello ci copre con le ali spiegate
ci colpisce con il becco d'oro
non ricorderai il mio nome
quando guarderai la foto sbiadita e ingiallita.
Questo accade quando le giovani donne si tagliano i capelli
e il vento li porta da un posto all'altro.
I tuoi sneaker colorati
Dell'autunno non ho timore,
ma delle innumerevoli foglie che dipingono l’aria,
si aggrappano ai capelli,
una dopo l'altra come gli anni passati.
Qualcosa ci ha condotti in questa mattina fresca,
su vicoli vaganti solo gli alberi tacciono solitari,
sotto i rami appena toccati da qualche raggio
tengo con me un’immagine nella mano con cui
ti ho accarezzato il volto.
Tu sei così diversa da tutte le storie che ho intorno,
da tutti i particolari del mondo,
dall'inizio alla fine.
Vedi che l'autunno è arrivato e ormai non ho più paura,
Passo attraverso le foglie pallide come un’ombra sbalordita per il vetro –
sai, i tuoi sneaker colorati ci faranno scherzare sull'inverno.
Sotto il quadro contaminato con inchiostro
Van Gogh si è dimenticato di firmare,
di passare insieme a noi
da un autunno all'altro.
Febbraio solo con te
Il mare è calmo e tu mi sussurri,
le onde portano sulla spiaggia cadaveri violacei,
è l'unico scambio onesto da questo ultimo inverno,
a febbraio solo con te.
I morti si alzano sopra l'acqua e poi si schiantano,
un velo di nebbia si chiude al loro passaggio.
Respiro l'aria sparsa tra di noi.
Due sassi accarezzati da un insolito vento.
Nel profondo del mio cuore,
sta crescendo, enigmatico, l'amore per te
in un lungo silenzio indossato come una maschera.
E se vagherà dietro una nuvola,
chiederò al sole
di cercare il sorriso sul tuo viso,
trovarti un giorno,
illesa dallo strepito del mare.
Dio non dà il resto,
ci mette sotto la terra umida e fredda.
Febbraio senza te - cavallo bianco girovago per le colline.
Ho saputo il tuo nome, ma l’ho dimenticato
Una crepa aperta sopra una cicatrice.
La parte più scura della paura mi colpisce,
sento le braccia strappate dalle spalle.
Se non lascierò questa lingua, è che sei qui anche tu.
Sto seguendo una colonna perduta di sentimenti,
confuso dalla gioia di una morte rapida e ingloriosa,
Ridiamo e rotoliamoci nelle parole.
Cavalcando l'unicorno che conosce l'ultima strada
anche senza insanguinarlo.
Frantumando il dogma, abolendo il modello,
poi ho preparato il mio trapasso
così come metti la suola su un pezzo di gesso
e speri che il mondo dica che sei stato da qualche parte.
Tutto è dipinto di bianco,
non capisco i segni incisi sulla carne.
Angeli dimenticati sul cornicione,
statuette che le preghiere riporteranno in vita.
Neanche questa volta il proiettile d'argento mi ha colpito.
Amore al profumo di mandorle amare
Sei stata qui,
ti aspetto anche se non tornerai.
Raccolgo mandorle amare,
rileggo tutto,
liscio le pagine delle lettere,
lascio il diario per dopo.
Volti di bambini,
gruppi di giovani con le ali,
che hanno l’amore con loro,
in dozzine di foto ignote.
Sei stata qui,
abiti dai colori vivaci,
anelli con pietre piccole e lucenti,
collane di perle,
ovunque il fruscio dei tuoi vestiti.
Scendo nel sogno e tu sei lì,
sorridente, quella che va e viene,
così come le mattine colpiscono l'oscurità.
Ho visto cosa mi dicevano le voci,
per alcuni giorni tengo in mente il tuo nome
A cura e traduzione di Carmen Teodora Făgețeanu
(n. 10, ottobre 2025, anno XV)
|
|