«In uno spazio estesamente sentimentale». Versi di Ofelia Prodan

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia pubblichiamo versi di tre poetesse romene  la cui personalità,  traiettoria artistica e produzione lirica fotografano momenti della poesia romena al femminile dalla generazione modernista degli anni ’60 fino a quella variegatissima e scossa da pulsioni e visioni nuove del 2000. Si tratta della ‘duemilista’ Ofelia Prodan (n. 1976) e delle ‘classiche’ Ileana Mălăncioiu (n. 1940) e Gabriela Melinescu (n. 1942), tre personalità artistiche diverse ed espressione di un sentire lirico personale e dirompente.
Ofelia Prodan è nata a Urziceni nel 1976 e da alcuni anni risiede stabilmente in Italia. Si distingue per stile e temi dalla folta generazione poetica duemilista che ha impresso una nuova spinta alla poesia romena moderna, sulla scia di quella modernista degli anni ’60, ’70 e ’80. Vanta numerosi volumi pubblicati in Romania e sue solligi sono state tradotte in italiano (Elegie allucinogene, 2019; Periodicamente ricicliamo cliché, 2023) e in altre lingue straniere. Qui di seguito due sue poesie inedite e quattro già edite.


Poesie inedite

in uno spazio estesamente sentimentale
una medusa-mimosa translucida,
mi colano gocce di sudore acido
il mio battito cardiaco s’accelera a ritmo spedito,
mi camuffo da Alieno, allungo le antenne,
le unisco in un’aura miasmatica

respiro come se mi fossero scoppiati
gli alveoli polmonari,
la gratitudine di essere l’unico abitante
del mio corpo mi fa levitare
di un millimetro
sopra il campo gravitazionale del Sole

potrei piantarmi
un germoglio di bambù nel cuore
mi potrebbe sbocciare un cactus
dietro l’orecchio destro
mentre mi mozzo con arte il sinistro,
sono ceduti tutti i miei argini mentali,
vengo innondata da idee caotiche

decollo alla velocità della luce, mi rintano
in un guscio di lumaca, mi frantumerò l’aura,
mi tapperò i canali di comunicazione,
il mio corpo è solo la carcassa di un animale totem,
giaccio in una capsula criogenica
con le funzioni vitali in modalità sleep

se mi svegliassi adesso mi trovereri in mezzo
a una tempesta eletromagnetica,
sogno androidi che mi assomigliano alla perfezione,
mi ruotano attorno come uccelli predatori
in attesa di sostitursi a me a un mio cenno.

 

ricevo molto più di quanto offra o meriti
le misurazioni esatte mi incitano
ad autosuperarmi, ad autoescludermi
dal club dei censori online,
l’esistenza ostentata mi fa venire la nausea,
infilo timorosa la mano nella bocca del leone virtuale

mi fanno male i capelli, le unghie tagliate
fin nella carne, sono convinta che il resto è pura empatia,
l’era dei conquistatori astrali ilari
inizia e termina con me,
mi sono calcata in testa l’elmo da capo tribù,
tiro con l’arco nella bruma sospesa in cielo al grande schermo

in un videogioco
con una lexus radioattiva come personaggio principale,
gli altri sono solo comparse,
mi colloco sempre al centro dell’azione,
ma faccio sempre fiasco in maniera grandiosa

se il Titanic colasse di nuovo a picco
sopravviverei in incognito, amo le mie paranoie,
ripeto in modo convenzionale le formule di cortesia,
quando farò ingresso nell’alta società
sbatterò il naso contro le porte tra crasse risate

sulla stessa nave che affonda
mentre danziamo eterei un valzer apocalittico,
si salvi chi può, ognuno è
il proprio personaggio principale,
tutti teniamo nascosta una lexus radioattiva in garage



Poesie edite

Elegia allucinogena 3

la bobina si mette i bigodini davanti alla specchiera
che scricchiola e cigola nervosa.
lo spazzolino da denti strofina con insistenza
la cucina a gas. uno dei fornelli fa l’occhiolino
e getta uno sguardo fugace sotto la minigonna
metallica della bobina. il tostapane incede elegante
come un dandy in mezzo ai piatti sul tavolo.
la bobina si toglie i bigodini, si dà una sistemata
davanti alla specchiera che va in pezzi per
il nervosismo. lo spazzolino da denti
raccoglie i cocci con scopa e paletta.
li getta dentro la lavatrice. la bobina si china,
il fornello lancia uno sguardo diretto sotto la gonna
e ammicca in modo perverso, la bobina accende
la lavatrice. dopo una mezz’ora,
i cocci risplendono immacolati.
lo spazzolino da denti li rimette insieme.
la bobina si mette delle ciglia ricurve
di filamenti elettrici davanti allo specchio
che la riflettono in maniera deformata e la bobina
si vede abnorme. ha una crisi isterica. piange,
strilla, si agita. si spoglia. si tagliuzza il corpo nudo
e cilindrico con le unghie di metallo. lo spazzolino
da denti tappa il fornello che sputa fuoco e fiamme
per ripicca. il tostapane si commuove ed estrae
dal taschino da dandy uno specchietto vezzoso
che mette di fronte alla bobina. la bobina
si specchia e ci si vede slanciata e bella. ride di
felicità in preda a singulti elettrici. il tostapane
galante la invita in pasticceria. la bobina accetta
e lo bacia appassionatamente. lo spazzolino
da denti gli scatta una fotografa e la pubblica su un
sito di annunci matrimoniali vicino alla fotografia
con la specchiera imbronciata e incinta al quarto
mese, agghindata nell’abito da sposa al braccio
del fornello dall’occhio dilatato per la paura che stiracchia
un sorriso impacciato vestito da sposo.



Elegia allucinogena 7 bis

sfrecciano aerei di plastica rosa fra i grattacieli. gli
uccelli migratori si accoppiano antiperiodicamente.
il rio delle amazzoni esce dal suo alveo e passeggia
nella giungla.
un nugolo di locuste asfissia la sfinge.
lo sciamano di una tribù africana danza su musiche
pop, cade in trance e vede aerei di
plastica rosa sfrecciare fra grattacieli flessibili.
una bambina con la sindrome di down si prova
il costume da spider-man. due vecchie
vestite in abiti da gala neri sfilano sul tappeto rosso
che si alza in volo fino alla Mecca.
il rabbino e l’imam si scambiano opinioni
cospirazioniste davanti a un narghilè a forma
di elefante bianco sul cui dorso siede
Buddha illuminato che sorride a Monna Lisa
la quale si incupisce e schizza un aeroplano.
un ingegnere androide dopo qualche secolo scopre
lo schizzo dell’aeroplano e lo costruisce,
ma gli fa anche l’upgrade affinché voli con
il pilota automatico nello spazio extraterrestre,
dove si scontra con un nugolo di locuste di
materiale ignifugo. il pilota automatico informa
i passeggeri di mantenere la calma, perché seguirà
l’attacco degli aerei rosa pilotati da grattacieli
in miniatura ed è molto probabile che
si schianteranno nella giungla amazzonica.
lo sciamano di una tribù indigena sta giusto
mangiando ritualmente il cervello dello sciamano
africano teletrasportato da un bambino geniale
autistico con l’aiuto di una camera frigorifica
superdotata di intelligenza artificiale.

(da Elegie allucinogene)



Equilibrium

sbatto contro l’aria tossica. si comprime in fretta,
cambia struttura molecolare
diventa un liquido incandescente –
mi impregna i pori, mi scioglie la pelle in modo
uniforme. cammino come un mammut.
imparo a parlare un linguaggio preistorico,
mangio cibo conservato.
mi riposo per una notte che dura mezzo anno.
un eschimese perfora con attrezzi resistenti
la terra ricoperta da ghiacciai.
fra vent’anni i superstiti
ristabiliranno l’equilibrio
tra le generazioni in conflitto.
sono una persona complessa, bipolare.
transito senza misure di precauzione.
l’androide Data memorizza scrupoloso
i mutamenti successivi. traccia incosciente
una linea di demarcazione discontinua
tra parassiti e uomini-ospiti.
svia la traiettoria di un destino oscuro
abbandonando le informazioni aggiornate
per decenni nel cervello di uno scienziato
inoffensivo. nelle onde cerebrali vengono
rispecchiati con precisione tutti gli snodi
di comunicazione della rete controllata
da invasori kamikaze.



Cyborg

procediamo alla rianimazione del paziente
cyborg, dopo aver bombardato il nucleo
tumorale con antiparticelle di antimateria.
sul monitor si configurano a poco a poco
elementi tipicamente premonitori.
il polso si stabilizza, iniettiamo direttamente
nell’aorta tramite un tubicino flessibile
sostanze anestetiche.
l’organismo ibrido genera resistenza,
il programma rileva corpuscoli estranei
che invadono il tessuto tumorale.
attivo la parte meccanica, gli impulsi elettrici,
la barriera protettiva.
con l’aiuto dei nanorobot impianto nel cuore
un chip che immunizza l’organismo del cyborg
incosciente.
riprendiamo la procedura. il tumore va
in necrosi, lo isoliamo, poi lo avvolgiamo
in un metallo compatibile con
la struttura interna.

in sala di rianimazione,
il cyborg guarda insieme a un gruppo
di bambini
in convalescenza
un film di disegni animati con cyborg ribelli. 

(da Periodicamente ricicliamo cliché)

Traduzione a cura di Mauro Barindi
(n. 3, marzo 2024, anno XIV)