In anteprima, «Versi smorti» di Ştefan Damian

È in uscita, presso la casa editrice Nemapress di Alghero-Roma, la raccolta Versi smorti di Ştefan Damian, di cui pubblichiamo una selezione in anteprima. Ştefan Damian, poeta, narratore e traduttore di letteratura italiana in romeno, è nato nel 1949 a Hodos-Bodrog; è laureato in lettere italiane e romene all'Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca, dove è attualmente docente di letteratura italiana presso il Dipartimento di Lingue Romanze. Ha pubblicato diversi romanzi e volumi di racconti, come anche numerosi saggi scientifici. Ha al suo attivo numerose traduzioni in e dall'italiano.
La casa editrice Nemapress, diretta dalla critica letteraria Neria De Giovanni, ha già pubblicato in precedenza, dello stesso autore, la raccolta Segni - versi italiani (2013, con la presentazione critica di Enzo Santese) ed il romanzo La farfalla dalle ali bruciate (2009), un libro che fa capire il dopo-comunismo (con la prefazione di Bruno Rombi).


Ogni sera

Ogni sera angeli di ghiaccio
precipitano dai quadri
mi colgono impreparato.

Non li ho pensati
l'intera giornata: per l'intera giornata
sono vissuti
la vita contorta della lumaca.

Per vendetta ora mi dedicano
il loro soave disinteresse.



Incertezza

Sei un vortice
di domande. Non so
come riesci a stare in equilibrio
sulla nuvola dentata
che non ti assolve.
Forse è solo illusione:
ti stai librando
diventi una mascherina di Chagall
essere pezze di panni che adescano sguardi.



Testimonianza

Ora posso depositare
la mia infantile testimonianza
sul tempo
che abbandona il campo
col gesto del vecchio che lascia il piatto
di cui si è servito una vita intera.



Paesi di gelo

Nei paesi di gelo
il tempo si scioglie
disperde scaglie
lungo i fossi nei boschi.

Qualche schiarita
della memoria lo spinge
negli spazi dove si muove
una felicità abbandonata.



Vestivo

Vestivo la pelliccia
ero il tuo animale
punteggiato di macchie
di tuoi profumati perfidi baci.

Aspettavo ogni giorno
il cacciatore celeste
ormai in ritardo.



Mail

Volevo mandare la mail
ad un amico che non c'era più
laddove arrivano le mail.

Mi ero poi accorto
che qualcosa mancava:
il suo ricordo si contorceva in me
scarabocchio d'una password
che il tempo amico tritava.



Nel quartiere

Nel quartiere il fiume va
non si sa in che direzione
il ritardato mentale porta il cane a spasso
o il cane lo trascina con sé?
Il vento diffonde
un'aria dall'odore spagnolo.

Alla fermata del bus
il ritardato chiede sigarette
ai viaggiatori appoggiati alle colonne di freddo
e impreca le riceve o no.
Nel frattempo il cane
alza la gamba sul muro della mescita
dove quelli che non vanno e non vengono
inghiottiscono il tempo
non più loro
e squarciano
il fumo che li disperde
non si sa da che parte.



Schegge di un ricordo

Si ricordò di aver soggiornato
nella felicità abbagliante
delle cose nei vecchi bauli
in fondo alle soffitte
i ragni tessono tele
per non sfuggire
all'effimera vita.
Spossessato di tutto
si ricordò del favo
cui avevano attinto
un intero inverno
le api sue giovani spose.
Si rese conto così
di aver conservato
la morbida cera profumata
impressa insieme dal tuo corpo
e dall'ultimo tuo ansioso desiderio.



Rinascita

Ci siamo amati sulla sponda
del fiume i ricordi
erano continuo presente
mai inghiottito dalla notte. 
Così mi sembrò quando rimase
l'impronta delle tue ginocchia
pietre di greto sul mio ventre
che vuole ancora partorirti.



Orme

Le orme esigue del futuro
il fumo del gentile passato
racchiusi in una scintilla
che vola senza sapere
quanto è stato quanto sarà.

E tu che vuoi oggi
smagliante
raggiungere l'aldilà della nostra
estrema difformità? 



Stagioni protese

Con labbra d'angeli
ci siamo amati odiati
scandendo
parole di guerra e pace.

Parole di fuoco e ghiaccio
speranze acerbe
delusioni sepolte.

Tutto
nel ritmo dimenticato
delle stagioni
sempre protese
a diventare vita.



Volevo

Volevo chiamarti amore
la notte devastante
giovinezza e maturità.
E rispondevi:
come si risponde alle ombre.
Erravi per l'Asia
insieme alle anime musulmane uccise
dalle bonbon a grappoli americane
che sbagliano il Profeta
e uccidono
solo i suoi fragili figli armati.



La nuova verità

Ci preme sapere.
Ogni momento
è debito albeggiare
sotto la nebbia
sempre più folta
dei continenti.
Si sa il nuovo ordine dei giorni.
E della vita.
E quello del mondo
imposto da forze oscure abbaglianti
addormentate nello specchio
di Cagliostro.

Si porta in giro così
la nuova verità
con la medaglia di latta appesa al collo.



Parole richieste

E chi richiede le tue parole
senza volto e anima?
Siamo trasparenti
di tanta storia personale. Frutti
di prato dimenticati al sole,
alterati dalla speranza. Manca l'ossigeno
mentre si sta decriptando per noi
il futuro dai balzi voraci.



Rimbalzi

Parole palline
rimbalzano oltre la rete.
Gioco di vite stroncate.
Dove sentii
l'ultima volta
la loro voce stonare?

Mi ricordo ancora
la lunga partita
quello che fummo
cosa siamo
mai cosa saremo.



E come…

E come concordiamo affari col futuro?

Risparmiamo audaci
pagine sconosciute
storie personali
fumo avvolto
speranze racchiuse
in gusci d'uovo
non cresce
il germe impaziente della vita?



Incertezze

Come non fossimo.
Sempre incerti sul passato
ci regge il filo sottile
della dimenticata ragnatela.
Si nutrono di vento
le speranze
come vele di navi vaganti
su cui sventola
l'arcobaleno di cui non c'è più bisogno.




(n. 10, ottobre 2015, anno V)