Lucrezia Lombardo, L'odore delle sere/Mireasma serilor

Sempre più di frequente le raccolte poetiche delle poete e dei poeti italiani contemporanei vengono pubblicate direttamente all'estero, in edizione bilingue. È il caso delle 27 poesie che compongono la silloge L'odore delle sere/Mireasma serilor (Eikon, 2025) di Lucrezia Lombardo, nata ad Arezzo nel 1987. I versi della poeta sono tradotti in romeno da Eliza Macadan, per la collana dedicata alla poesia italiana contemporanea.
Macadan è a sua volta autrice di diverse raccolte di poesia, perciò nel lavoro di traduzione riesce a districarsi con una certa eleganza nelle maglie delle difficoltà caratteristiche della traduzione poetica, a partire dalla corrispondenza tra suono ed emozione.
Lombardo ha una ormai consolidata dimestichezza con la sua voce personale poetica, avendo già pubblicato oltre una decina di raccolte, a partire dall'esordio nel 2017, con La visita (L'erudita). I temi ricorrenti sono quelli cari a una certa tradizione italiana (ma non solo) di ispirazione filosofica, il cui orientamento verso un lirismo classico, risultano ben radicati nello sguardo di Lombardo: dai simbolisti ai crepuscolari, da Leopardi e Pascoli, fino a Montale. Anche quando non esplicitamente dichiarato come nella raccolta Amor Mundi (Eretica, 2021), l'amore creaturale è il movente dell'ispirazione della poeta. In particolare, la formazione filosofica dell'autrice traspare soprattutto nella postura riflessiva e osservatrice della condizione umana universale.
L'afflato introspettivo ma non intimistico affine a L'infinito leopardiano si esplicita in particolare in alcuni versi:


Fango
(p. 16)

[...]
l’umano
che pure io rinnego
nel silenzio multiforme dell’erba,

laddove è altra legge
di spietato istinto.

[...]

La poeta italiana Silvia Comoglio, che scrive la prefazione alla raccolta, e che con Lombardo condivide l'approccio filosofico alla realtà, rintraccia, nell'avvicendarsi dei componimenti della silloge, «una topografia di eventi il cui grado di accessibilità, fisica e metafisica, si specchia nella nudità di un universo/labirinto concettuale e linguistico, traboccante di un io, quello di Lucrezia Lombardo, che ha saputo riconoscere il senso e il valore di essere e vivere» (p. 6). La poesia che dà il titolo alla raccolta, L'odore delle sere (p. 23), ci conduce immediatamente in un'atmosfera sensoriale e crepuscolare. Vengono riportate già in copertina le prime strofe che chiariscono la rarefazione della condizione emotiva con la quale Lombardo vuole avvolgere chi legge:


Sereno il fusto

immobile.
Gesto compiuto
in cui la morte
si diparte.

Accecano
i deserti
ogni idea d amore;
limano il pianto
e ci consegnano
all’attesa.

Ancora un mare
nel fitto del cielo
dove gli uomini svaniscono
e l estate salpa
verso lo sconosciuto.

Nella prefazione, Comoglio individua nel mare e nel pane i simboli chiave del verso libero dall'andamento materico dell'autrice. Tale immaginario ben dialoga con la letteratura cosmopolita ma allo stesso tempo radicata alla terra che è quella del potamologo Claudio Magris e del talassologo Predrag Matvejević, due scrittori di prosa, entrambi assai legati alle suggestioni dell'Est Europa e di una certa poetica senza tempo. Così come il pane è elemento vitale e originario per Edith Bruck, nelle sue narrazioni liriche sull'esperienza autobiografica. Cito autori di prosa perché Lombardo ha un'altrettanto ampia bibliografia di saggistica (si ricordano: Due saggi dirompenti, Divergenze, 2022) e narrativa (per esempio in ambito biografico: Anna Freud, Les Flâneurs, 2024).
Non è forse un caso che la raccolta di Lombardo abbia avuto risonanza in Romania, anche per la liricità antica del suo versificare. La traduzione in una lingua romanza come il romeno, con forti assonanze con l'italiano ma con altrettante maggiori asperità nella pronuncia, ben si addice alla musicalità delle poesie di Lombardo. Uno stile curato e rigoroso, che nomina tutto ciò che del creato si vede e si tocca e soprattutto si sente, consente di definirla poesia-inventario, quella categoria della poesia enumerativa che enciclopedizza il visibile attraverso le diverse percezioni sensoriali.
Se il titolo rimanda infatti all'odore, non è certo l'unico senso a essere stimolato nel corso della lettura: la vista viene stuzzicata dall'evocazione di elementi floreali noti e meno noti, ricordando Il gelsomino notturno e La digitale purpurea di Pascoli.  Ma si tratta anche di una poesia rivolta al presente e alla semplicità: per esempio, Lombardo chiama 'pisciacane' (p. 66) il tarassaco, con un gioco di registri alternati che si concretizza nella scelta di aprire la raccolta con Zelkova, nome di pianta intraducibile e dunque universale. Sempre nello stesso componimento di apertura, il verso in latino Intra te ipsum insiste a mappare una filiazione linguistica, culturale e tematica comune alle due lingue, italiano e romeno.
Si diceva dei sensi e della vista.
Riusciamo a vedere la murena e nuotare con lei in una visualizzazione quasi psichedelica:


La ferrovia abbattuta (p. 56)

[...]
Un baule di cenere
dove s
assommano gli ultimi cervi e il gioco del naufragio
è l’incessante scoperta
dell’abisso
dove sorde si muovono
murene di stelle
che ingoiano la luce.

Per quanto riguarda l'udito, esso è spesso sollecitato dal canto del gallo e dai suoni degli animali, ma anche da elementi convenzionalmente senz'anima e suono che vengono vitalizzati:


Fango
(p.16)

Questi pezzi di bosco
la lingua
che solo la natura parla -

spaccarsi del legno
sotto al peso della neve,
lamine di crepuscoli sulla pietra
viva di foglie.
[...]

Ancora: il tatto viene inevitabilmente acceso dal ruvido muschio dei muretti (p. 46), dalle parole che nascondiamo come aculei (p. 54), dalla pittura fresca sulle persiane (p. 24).
Una nota particolare meritano i destinatari, che determinano la funzione poetica di cui sembra volersi fare carico l'autrice: l'uso frequente del vocativo aulicizza la realtà, la seconda persona singolare coinvolge individualmente il lettore, la prima plurale sollecita una partecipazione della collettività al mondo intero, nelle sue espressioni materiali, naturali e sensoriali.
In questo ultimo caso, la strofa finale del componimento che chiude la raccolta, Un mondo prima di te (p. 72), sembra porsi nel solco del Non chiederci la parola di Montale: 

[...]
Così urlammo ancora
contro le porte
e le sfondammo,

catapultandoci nella vastità
senza costruzioni
della notte.

Nel complesso, L'odore delle sere mostra come il lirismo di Lombardo sia quello di una poesia soprattutto pensata e di pensiero, che accompagna il lettore nella riflessione sulla perdita, una perdita che può essere semplicemente della stagione estiva, oppure più dolorosamente di una persona cara, tormentandone con leggerezza l'interiorità, ma senza mai perturbare, accarezzando con sapienza la realtà materiale e immateriale. 


Serena Vinci
(n. 10, ottobre 2025, anno XV)