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Legami culturali tra Timișoara e l'Italia nel Medioevo
Nell’ambito del progetto interdisciplinare La prezenta italiana nel Banato della nostra rivista, avviato da Afrodita Carmen Cionchin in collaborazione con lo storico Ionel Cionchin, pubblichiamo uno studio di Zsuzsanna Kopeczny dedicato ai legami culturali tra Timișoara e l’Italia nel Medioevo.
L’insediamento, anche se temporaneo, della corte regale di Caroberto o Carlo Roberto (Carlo I), il primo re della dinastia angioina sul trono dell’Ungheria, a Timișoara fra gli anni 1316-132, ha sicuramente significato la nascita di legami culturali con il paese di appartenenza del re con origini napoletane [1]. L’installazione del discendente della famiglia regale napoletana dei Angiò a Timișoara ha avuto come impatto anche la menzione della località (in questo momento Timișoara non aveva ancora il titolo di città) da parte di Angelino Dulcerto sulla carta di navigazione realizzata da lui nel 1339.
A partire dai primi storici monografi di Timișoara è stata formulata l’ipotesi che il castello reale di Timișoara sia stato costruito da artigiani italiani, provenienti dalla zona dell’Adriatico, come detto da Jenő Szentkláray [2]. L’attività degli artigiani di origine italiana a Timișoara riscontrabile sulla base della tecnica di costruzione dei muri su pilastri di legno, così come era stato osservato all’inizio del XX secolo, nei lavori di ristrutturazione dell'attuale Castello Huniade, sede al Museo di Banato, che si sovrappone con il castello medievale di Timișoara. In realtà, non abbiamo informazioni certe su questo. La presenza di personaggi con origini italiane nella prossimità del re è più che sicura, senza pero poter parlare di numerosi gruppi di colonnisti e quanto meno, di artigiani che avrebbero potuto partecipare alla costruzione della nuova residenza nel periodo in cui la posizione del re non era molto stabile [3].
Con lo spostamento della residenza regale a Visegrád (Ungheria), Timișoara è diventata molto meno attrattiva per la politica ed economia straniera, i legami con la Penisola Italica continuarono a esistere fino alla fine del periodo medievale. Molto spesso, grazie alle conoscenze acquisite nel paese natale, gli italiani occupavano diverse funzioni legate all’economia e alle finanze del regno ungherese. Alcuni di questi sono poi diventati personalità importanti nella storia medievale, come Filippo Scolari (1369-1426), la cui presenza e attività a Timișoara sono ben note.
Nell'immagine sopra vediamo Filippo Scolari in un affresco realizzato da Andrea del Castagno, 1450 ca.
I mercanti italiani rappresentavano un elemento importante nella vita commerciale di Timișoara, e possono essere riconosciuti nelle fonti scritte come ragusani, assieme a mercanti croati e slavi [4], godendo di privilegi commerciali da parte dei re. È così che, nel 1349, il re Ludovico I, figlio di Carlo Roberto, diede ai mercanti genovesi il diritto di attraversare la rotta commerciale dal Danubio a Buda, tramite Timișoara, senza essere costretti a pagare alcuna tassa o dogana. Di privilegi simili ebbero parte anche i veneziani e fiorentini in Ungheria, dai tempi di Carlo Roberto [5]. Tramite questi mercanti, diversa merce di lusso destinata all'élite, raggiunse la nostra zona. Per esempio, parliamo di vasellame in vetro proveniente dai centri di produzione e da botteghe specializzate nel territorio italiano, come Venezia.
Murano è stato un importante centro di produzione del vetro, la cui merce veniva distribuita a grande scala fin dall’inizio del XIV secolo [6]. La merce di vetro di origine italiana ha raggiunto persino l'Inghilterra. I vasi dipinti a mano sono conosciuti tanto quanto i vasi più semplici. A causa della loro fragilità, i vasi si sono conservati in uno stato precario. Possono essere recuperate solo grazie a un’attenta ricerca e particolare attenzione, perché possono fornire, anche se trovate in cattivo stato, informazioni utili riguardo alla vita quotidiana nel Medioevo. Vasi di vetro come questi sono stati scoperti anche al Castello di Huniade in Timișoara, risalenti al XIV secolo. Sono stati scoperti frammenti di bicchieri dipinti o decorati in rilievo, ma anche bottiglie utilizzate per servire bevande. Il vetro veneziano si distingue per la qualità del materiale e dell’esecuzione, ma anche per l’elegante forma dei bicchieri, ornati spesso con elementi decorativi plastici estremamente fini. Nella pittura rinascimentale è spesso rappresentata anche questa figura del bicchiere di vetro.
Influenze nella vita religiosa e culturale
Le influenze si manifestarono anche in altri settori, come la vita religiosa. Nella Timișoara medievale esisteva anche una chiesa dedicata a San Eligio. Anche se la chiesa compare per la prima volta nei documenti medievali, nel 1394, molto probabilmente fu fondata molto prima, nel periodo del re Carlo Roberto di Angiò oppure di Ludovico I. Questo santo era molto popolare nell’Europa occidentale, specie in Francia, ma anche a Napoli, dove è esistito un ospedale con il suo stesso nome [7]. La chiesa di Timișoara è l’unica chiesa di culto medievale che si trovava sul territorio del regno ungherese dedicata a San Eligio. La diffusione del culto è legata alle riforme monetarie e minerarie introdotte da Carlo Roberto, che hanno portato a un aumento del numero di orafi e altri artigiani che riconobbero Eligio come loro patrono.
Le grandi università straniere rappresentavano, anche nel Medioevo, un’attrazione per i giovani più ambiziosi, ma erano anche molto spesso inaccessibili a causa dei costi elevati. Le università più frequentate dai giovani di Timișoara, erano quelle di Vienna e Cracovia, per le distanze ridotte. C’erano anche dei personaggi che studiarono in famose università italiane come quelle di Padova, Napoli e Bologna [8]. Si supponeva che Csanád Telegdi, discendente della stirpa di Cenad, vescovo di Cenad e arcivescovo di Esztergom, abbia studiato, tra gli anni1296-1299, godendo del supporto permanente di Carlo Roberto di Angiò, presso un'università italiana. Molto dopo, nel 1468, Ladislau Socol, figlio del conte di Timis, Pietro Socol, si laureò in arte a Ferrara, dopo aver concluso i suoi studi con un baccalaureato di arte a Vienna [9].
Sempre rimanendo nel campo della scienza e della cultura, dobbiamo ricordare anche Paulus Sanctinus Ducensis (originario di Duccio, come tradisce il suo nome), un tecnico militare italiano al servizio del re Sigismondo di Lussemburgo. Egli scrisse un trattato di tecnica militare e di macchine da guerra (Codex Latinus Parisinus) alla fine del XIV secolo, apparentemente nel periodo in cui il corteo reale si trovava a Timișoara per prepararsi alla crociata anti-ottomana. L'opera contiene anche una mappa dell'area dei Carpazi e dei Balcani, che mostra le importanti fortezze della zona, tra cui probabilmente Timișoara, punto di partenza della campagna militare. Subito dopo, troveremo Sanctinus anche al servizio di Ioan di Hunedoara, che a sua volta da giovane trascorse molto tempo in Italia, anche alla corte del principe milanese Filippo Maria Visconti. Il nome di Sanctinus è anche legato nella storiografia alla ricostruzione del castello di Timișoara sotto Ioan di Hunedoara, gravemente danneggiato nel 1443 da un terremoto di cui parlano i commentatori dell'epoca. Anche in questo caso, non abbiamo dati storici o archeologici precisi a sostegno di questa affermazione.
Abbiamo, tuttavia, dati sulle attività di ricostruzione della fortezza e del castello di Timișoara riguardanti Filippo Scolari, il comitato di Timiș e il comitato della salina. Pippo Spano, come lo chiamavano gli italiani, proveniva da una famiglia di mercanti fiorentini e, entrato al servizio del re Sigismondo di Lussemburgo, ebbe una carriera eccezionale nell'amministrazione del regno. Per non divagare troppo, non entreremo nei dettagli della personalità forse più rilevante di origine italiana che ha lasciato il segno non solo a Timișoara, ma anche nell'intera area del Banato, poiché i suoi sforzi si concentrarono sulla fortificazione della linea del Danubio per difendere il confine sud-orientale del regno dagli Ottomani [10].
È noto anche il contributo di re Mattia alla diffusione della cultura umanistica nel suo regno, ovviamente sul modello del Rinascimento italiano. Il suo biografo fu proprio un poeta e umanista italiano, Antonio Bonfinius, che nella sua cronaca Rerum Hungaricum Decades cita Timișoara come «una città piacevole, bella, con una forte fortezza, ornata di begli edifici e di pomposi palazzi». A metà del secolo XVI, alla vigilia degli attacchi ottomani per la conquista di Timișoara e dintorni, sono stati chiamati diversi costruttori militari per aiutare a fortificare Timișoara. Martino de Spazio e Francesco Puteo erano già presenti a Timișoara nel 1548. Nel 1551, prima del primo assedio ottomano che avvenne a ottobre, Sigismondo de Pretta da Pisa stava lavorando per rinforzare i sobborghi, e poi il re Ferdinando mandò Andrea de Treviso a Timișoara, colui che fu il capomastro di tutti i capomastri e scalpellini della Transilvania, così come lo chiamavano le fonti di quel tempo, con lo scopo di ispezionare i danni causati dall’assedio [11].
Sfortunatamente, ai difensori di Timișoara non rimase tanto tempo a disposizione per rifare le fortificazioni, poiché nell’estate del 1552, dopo una lotta dura, gli ottomani riuscirono a conquistare Timișoara, trasformandola in capitale del Vilayet.
I legami culturali, non solo di Timișoara, ma dell’intera regione, con la zona d’Italia hanno sempre fluttuato a seconda dell’evoluzione dei rapporti politico-diplomatici dei sovrani. Ci sono stati momenti di intenso «assorbimento» delle influenze artistiche e culturale in genere, ma anche di assunzione di alcune conoscenze nel dominio tecnologico e militare, così come abbiamo visto anche per Timișoara nei secoli XIV-XV. La comparsa sulla scena storica di alcune personalità carismatiche di origine straniera ha sempre significato un’interferenza culturale. Anche i mercanti hanno svolto un ruolo importante nella diffusione delle informazioni, in cui gli scambi commerciali erano anche degli scambi culturali.
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Carlo Roberto d'Angiò nella Cronaca dipinta di Vienna (prima metà del XIV secolo) |
Il sotterraneo medievale di Timișoara,
parte del castello reale
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Frammenti di vasi in vetro (importazione veneziana): vetro dipinto e frammento di bicchiere con decorazione dipinta
e a rilievo
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Bottiglie di vetro nella scena della Natività della Vergine Maria, dipinta da Paolo Uccello tra il 1435-1440 |
La fortezza di Timișoara nella mappa di Sanctinus
(fine del XIV secolo) |
Zsuzsanna Kopeczny
Traduzione di Astrid Oprişa, III anno, Università dell’Ovest di Timişoara
A cura del prof. Lorenzo Marmiroli
(n. 9, settembre 2024, anno XIV)
NOTE
1. In realtà, Carlo Roberto e, in linea paterna, un discendente anche della dinastia arpadiana (nipote del re Stefano V), e da parte della madre, Clementia di Asburgo, e discendente anche di questa famiglia dinastica.
2. Jenő Szentkláray, Temesvár város története. În Borovszky Samu, Magyarország vármegyéi és városai. Temes vármegye és Temesvár, Budapesta f. a., p. 9.
3. István Petrovics, A középkori Temesvár. Fejezetek a Bega-parti város 1552 előtti történetéből, Szeged 2008, 48.
4. Petrovics 2008, 48.
5. Gusztáv Wenczel, Magyarország bányászatának kritikai története, Budapesta 1880, 157-158.
6. H. Gyürki Katalin, Üvegek a középkori Magyarországon, Budapesta, 1991, 13, 16.
7. Petrovics, A középkori Temesvár, 71, 75.
8. Tóth Péter, A csanádi székeskáptalan kanonokjainak egyetemjárása a későközépkorban. În Magyar Egyháztörténeti Vázlatok (Essays in Church History in Hungary) 2007, 1-2, 37-58.
9. Ioan Haţegan, Timișoara medievală, Timișoara 2008, 57.
10. A chi fosse interessato segnalo il libro Filipo Scolari. Un condotier pe meleagurile dunărene del celeberrimo storico di Timișoara, Ioan Hațegan (Timișoara, 1997), con testo integrale disponibile su internet.
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