Lucia Ileana Pop: «Scrivo di più in romeno perché mi sento più libera»

In questo numero pubblichiamo un’inchiesta esclusiva sulla scrittura migrante romena in Italia, alla quale la nostra rivista dedica una sezione speciale e un database in costante aggiornamento. Abbiamo intervistato nove fra gli autori più attivi del momento, che rappresentano una realtà complessa e variegata: c’è chi scrive solo in italiano e chi scrive e pubblica in entrambe le lingue, c'è anche chi traduce libri romeni in italiano, c’è chi vive in Italia da più di vent’anni e chi è tornato a vivere in Romania dopo vent’anni oppure vive tra i due paesi. C’è chi scrive soprattutto poesia e chi predilige la narrativa. Quanto alla distribuzione di genere, la maggior parte sono donne.
I nostri ospiti sono: Ingrid Beatrice Coman-Prodan, Alexandra Firiţă, Lăcrămioara Maricica Niță, Lucia Ileana Pop, Lidia Popa, Irina Ţurcanu, Alina Monica Ţurlea, Viorel Boldiş e Cristina Stănescu, scrittrice di origini romene. Insieme a loro ci interroghiamo sui significati più profondi della scrittura in una lingua diversa da quella di origine, la lingua del paese di adozione, sulle principali tematiche affrontate e sulle peculiarità della loro creazione letteraria.
Tutti i contributi sono riuniti nel nostro spazio appositamente dedicato, consultabile qui.

Lucia Ileana Pop è nata nel 1977 a Desești, in Romania, e dal 2006 vive in Italia, ad Ardea (RM). Ha conseguito la laurea in Lettere con doppia specializzazione (Romeno-Etnologia), un master di II livello in Etnologia e Antropologia sociale in Romania; stabilitasi in Italia, si laurea in Scienze dell’Educazione presso l’Università Roma Tre e supera un Corso di perfezionamento in Didattica dell’italiano lingua straniera o lingua seconda presso l’Università per Stranieri di Perugia.
È stata docente di Lingua e letteratura romena in Romania e dal 2014 è collaboratrice dell’Istituto della Lingua Romena di Bucarest, insegnando Lingua, cultura e civiltà romena in Italia.
Ha pubblicato in Italia due libri di versi in edizione bilingue (romeno-italiano): Scântei de suflet / Scintille dell’animo (Rediviva, Milano 2020), per il quale ha ricevuto il Premio della Rivista «Marmația Literară», rivista del Festival Internazionale di Poesia di Sighetu Marmației, e Umbre și lumini / Ombre e luci (Rediviva, Milano 2022). In Romania ha pubblicato un volume di poesie per bambini, nonché un diario della pandemia. Ha anche tradotto in italiano due volumi di poesia di due autori romeni, Darie Ducan e Daniela Marchetti.
È presente in dieci volumi collettivi italiani e romeni. Collabora con diverse pubblicazioni periodiche d’Italia e di Romania, riviste cartacee o elettroniche sulle quali pubblica poesia, articoli, saggi, recensioni di libri e traduzioni dall’italiano al romeno e dal romeno all’italiano ed è editrice e collaboratrice della rivista Timpul Belgia (con sede a Bruxelles). È inoltre presente nella Poetry Sound Library.

 

Come ti definisci, scrittore/scrittrice «migrante», «italofono/a» o in un altro modo?

Sono una scrittrice migrante, tratto anche il tema della migrazione e dell’integrazione, ma nei miei scritti non è questo il tema principale; anche italofona, perché ne uso la lingua italiana per la scrittura. Ma non mi piacciono queste catalogazioni e preferirei dire che sono una scrittrice romena che vive in Italia, quindi scrive anche in italiano e anche della migrazione, ma preferisce scrivere nella sua lingua che sente più intima (anche se ama la lingua italiana quasi come la sua lingua madre) e tratta molti altri temi.

Che cosa differenzia uno scrittore «migrante» da uno «stanziale»?

Lo scrittore migrante è più ricco, forse. Lui ha questa esperienza di migrante in più, quindi può scrivere su questo tema avendo vissuto in prima persona l’esperienza e, sicuramente, diventa anche più sensibile al tema della migrazione. Credo anche che abbia come tratto specifico una nostalgia per il paese in cui ha le sue radici che lo attirano.

Quando hai cominciato a scrivere in italiano e perché?

Ho cominciato a scrivere in italiano nel momento in cui ho sentito più mia la lingua e ho iniziato a pensare anche in questa lingua di adozione. In altre parole, ho iniziato a scrivere in italiano nel momento in cui mi sono sentita più capace di farlo.

Quanti e quali libri hai finora pubblicato?

Ho pubblicato finora due volumi di poesie in edizione bilingue (romeno-italiano): Scântei de suflet/ Scintille dell’animo (Rediviva, Milano, 2020) e Umbre și lumini/Ombre e luci (Rediviva, Milano 2022).

Quali sono i temi più ricorrenti nei tuoi scritti?

Sicuramente il tema principale nei miei scritti rimane l’amore nelle sue diverse sfaccettature, intorno al quale gravita la mia intera creazione, ma anche la nostalgia per i luoghi in cui sono nata e cresciuta, per i luoghi ai quali sento ancora di appartenere, oppure il tempo, che proprio nel volume di poesia che sto curando in vista della sua pubblicazione è un tema molto presente.

È stato difficile trovare un editore in Italia?

La casa editrice con la quale ho pubblicato in Italia, Rediviva, è l’unica casa editrice romena che esiste qui, con la quale avevo avuto delle collaborazioni prima di pubblicare i miei libri, quindi ho avuto un’apertura per la pubblicazione ogni volta, per cui ringrazio la dottoressa Violeta Popescu, la responsabile della casa editrice Rediviva.

Hai partecipato a concorsi e festival letterari in Italia? Come promuovi i tuoi libri?

Faccio prima a scrivere che a partecipare ai concorsi, perché la partecipazione ai concorsi è un po’ noiosa, ti toglie del tempo. Ho partecipato a pochissimi concorsi, spinta in genere da amici e conoscenti. Così, l’anno scorso ho partecipato a un concorso in Italia, spinta da una mia amica pittrice che aveva donato una tela per la premiazione.
Sempre l’anno scorso ho partecipato anche a un festival letterario in Italia, Palabra en el mundo, essendo invitata dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia per rappresentarne la Romania.
Per quanto riguarda la promozione dei libri, non ho fatto grandi cose. Penso che uno scrittore debba scrivere. Della promozione dei suoi libri credo si dovrebbero occupare altri, ma so che il mio modo di vedere le cose è un ideale.
Il libro pubblicato in Romania dalla casa editrice Eikon è stato presentato a diversi saloni del libro lì e sono stata presente anche io a Gaudeamus a Cluj, l’anno scorso in primavera. Il primo libro pubblicato in Italia è stato promosso dall’Accademia della Romania nel progetto Il libro del week-end l’anno scorso. Essendo poi invitata a settembre anche a un festival letterario in Belgio, Terres Mythiques (IX) (dove ero stata invitata nel 2021 ma non sono riuscita ad andarci per altri impegni che avevo allora), insieme al secondo libro di poesia pubblicato in edizione bilingue, ho avuto la possibilità di promuovere anche gli altri libri pubblicati fino a quel momento. Subito dopo, ho pubblicato il libro per bambini che ho presentato ancora prima di averlo pubblicato all’IRCCU di Venezia a un incontro formativo dei professori che insegnano Lingua, cultura e civiltà romena in Italia, poi l’ho presentato ai miei alunni a scuola e a degli alunni di una scuola della Romania, vicino a Bucarest, dove sono stata invitata a fine ottobre dell’anno scorso. È molto probabile che a marzo avrò la possibilità di presentare i miei libri anche a un evento dell’Ambasciata Romena in Italia.

Hai anche tradotto libri romeni in italiano? Se sì, quali?

Sì, a parte i miei primi due libri di poesia pubblicati in edizione bilingue, ho tradotto due altri libri, sempre di poesia: Dopamină în alexandrini/ Dopamina in alessandrini di Darie Ducan (Granchiofarfalla, Torino 2020) e Quarantena conquistata/ Carantină câștigată di Daniela Marchetti (Literpress Publishing, București 2021).

Cos’è più complesso, secondo te, scrivere o tradurre in italiano?

Credo sia più semplice scrivere in italiano che tradurre. Per me lo è sicuramente. Quando scrivo utilizzo il mio vocabolario, quindi sempre parole che conosco, mentre nella traduzione bisogna conoscere il vocabolario dell’altro scrittore che può avere termini che tu non usi. È sicuramente un lavoro molto utile per il perfezionamento della lingua, molto più lento della scrittura.

Scrivi anche in romeno e pubblichi anche in Romania?

Sì. Scrivo di più in romeno perché mi sento sempre più libera e più tranquilla nell’utilizzo della mia lingua madre. Ho anche pubblicato due dei miei libri in Romania: Jurnal de departe în timp de pandemie (Eikon, București 2021) e un volume di poesie per bambini, Poezii vii pentru cei mai frumoși copii (Vatra veche, Târgu Mureș 2022).

Cosa significa per te scrivere in italiano rispetto a scrivere in romeno?

L’italiano è per me come una coperta che non ti basta mai per coprire tutti i pensieri che hanno bisogno di essere espressi. La mia lingua madre è l’unica a permettermi la libertà assoluta di esprimere tutto ciò che penso, è l’unica lingua che veste perfettamente tutti i miei pensieri. In italiano mi sento sempre non all’altezza e scrivo sicuramente con meno velocità.

Quali sono i tratti peculiari del tuo linguaggio? Inserisci nei tuoi scritti anche parole romene o voci dialettali della regione italiana in cui vivi?

Ho inserito nei miei scritti le parole romene che non possono essere tradotte in altre lingue. Non ho inserito voci dialettali della regione Lazio, la regione in cui vivo. Mi limito per ora a utilizzare la lingua italiana standard.

Pensi di tornare un giorno a vivere in Romania oppure lo hai già fatto?

Ho sposato un italiano e ora vivo qui, in Italia, ma sono sicura che, se dovessi rimanere sola un giorno, non ci penserei due volte a tornare in Romania.

Quale potrebbe essere, secondo te, il ruolo e la funzione della scrittura nel frangente storico che stiamo vivendo?

Credo che la scrittura abbia sempre avuto un ruolo in tutti i momenti storici vissuti dall’uomo, quindi lo ha anche oggi, senza ombra di dubbio. Il suo ruolo è di sensibilizzare la gente riguardo ai problemi che affrontiamo, come la guerra, la fame nel mondo, la malattia, la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Inoltre, direi che uno scrittore non è un vero scrittore se non si fa carico, a suo modo, dei problemi del mondo che lo circonda, se non prova almeno a muovere le rocce e a sciogliere i ghiacciai quando non stanno al loro posto.


Poesie inedite di Lucia Ileana Pop

Noi... tanti

Un tempo le persone
avevano una famiglia, un paese
e camminavano sulle spalle
dei loro antenati che le sorreggevano
con grande forza,
il bene e il male li affrontavano
con l’aiuto dei loro cari, dei loro affetti.
Poi si dice che abbiamo progredito,
che siamo diventati più ricchi...
Molte volte abbiamo non soltanto una,
ma più famiglie,
salvo che a ciascuna di esse manca
un pezzetto di cuore.
Abbiamo due paesi, non uno soltanto,
però nessuno per intero, ma solo a pezzi,
nessuno che ci riconosce,
ma che ci accetta soltanto,
per ragioni diverse.
Così abbiamo scoperto che a volte due è
meno di uno, in realtà.
Viviamo sempre con un piede là e uno qua,
con l’animo lì e il corpo qui.
Non ci sono più frontiere,
possiamo viaggiare non solo con il pensiero,
ma più volte, cercando un’esistenza migliore,
troviamo la morte o la mala sorte...
Nel “noi” ci sono tanti “io”,
ognuno con la sua storia,
ognuno con la mia storia tenuta nascosta dentro,
all’ombra di un sorriso bello, ma triste.

 

Poesie inedite

Dalla tristezza nasce la poesia

La mia tristezza
mutata in lacrime
porta su nel cielo
molte stelle.
La mia preoccupazione più dolorosa
fa sbocciare i fiori sul campo.
E ogni volta che mi perdo nel pensiero,
i pensieri si trasformano in parola,
le parole poi mi si incontrano
e si parlano in poesia.
Per questo, non posso non pensare
alla casualità che
è talmente umano
vivere le incompiutezze
per diventare naturalmente
la poesia dell’animo umano.

 

Sguardo verso le stagioni

Amo il canto allegro della primavera
e amo il rumore di festa dell’estate
e la doină del ricco autunno colorato mi sta nel cuore,
però ancora più caro mi diventa oggi il silenzio dell’inverno.

E poi…

E poi, se mi cercassi,
sappi che non sono mai potuta andare via,
che mi sono solo fatta un po’ da parte,
per poter guardare di nuovo il mondo da lontano,
per conoscere l’ombra del filo che ci separa.
Ma ogni volta che girerai il tuo sguardo,
una colomba mi porterà notizia
la tua nostalgia in arcobaleno si trasformerà,
e il ciglio della notte mi accarezzerà.




A cura di Afrodita Carmen Cionchin
(n. 3, marzo 2023, anno XIII)