Ormós Zsigmond e la collezione d'arte italiana del Museo di Timişoara

Nell'ambito del progetto interdisciplinare Presenza italiana nel Banato della nostra rivista, avviato da Afrodita Carmen Cionchin in collaborazione con lo storico Ionel Cionchin, pubblichiamo uno studio di Marius Cornea dedicato alla collezione d'arte italiana del Museo di Timişoara.

La collezione d'arte europea antica del Museo di Timişoara è in gran parte dovuta a Ormós Zsigmond, nota personalità dell’Ottocento della provincia del Banato (già dell’Impero austro-ungarico, e dal 1918 territorio della Romania), la cui raccolta di dipinti, stampe e incisioni, disegni, monete, libri e documenti entra per legato testamentario del 18 settembre 1895 nel patrimonio della Società di Storia e Archeologia del Banato, il futuro Museo di Timişoara. [1]
Ormós Zsigmond è un nome di notevole rilevanza per il collezionismo nella seconda metà dell’Ottocento nella provincia del Banato. Mancano ancora, purtroppo, studi specifici sulle diverse collezioni, al di là di citazioni delle stesse. [2] Le conoscenze attuali sulla figura di Ormós si devono a Stela Radu ed Elena Miklósik, che hanno pubblicato alcuni articoli sulla vicenda umana del collezionista. [3]


Cenni biografici


Ormós Zsigmond nacque nel 1813 a Pecica, una località della provincia austriaca del Banato, da una famiglia della piccola borghesia. La fortuna di Ormós ha origine con la sua adozione da parte dello zio, un ricco funzionario. Dopo gli studi a Timişoara, Szeged e Oradea, iscrittosi all’Università di Budapest, si interessò alla giurisprudenza e alle materie umanistiche. Dal 1832, tornato nel Banato, ottenne i primi successi in ambito politico-amministrativo come deputato presso il Parlamento di Bratislava (Pozsony, Pressburg). Il 18 settembre 1849 Ormós venne imprigionato a Timişoara e condannato per 4 anni, accusato dal governo austriaco di attività rivoluzionarie. Nel carcere conobbe le future personalità Gorove István, Murányi Ignác e Vukovics Szabbasz. Dopo 9 mesi, uscito di prigione, visse a Buzias nella casa dello zio dal 1850 al 1856. In quegli anni non ottenne il riconoscimento per i suoi diritti civili: nel Natale del 1856, in seguito a un intervento con la forza da parte delle autorità austriache nella sua casa di Buzias, gli furono confiscati tutti i documenti e manoscritti e decise di vendere le sue proprietà, lasciando la carriera di avvocato per dedicarsi ai viaggi [4] e allo studio storico artistico nelle gallerie europee nel periodo 1857-1862 a Pest (Budapest), Vienna, Praga, Dresda, Lipsia, Berlino, Amburgo, Hanovra, Düsseldorf, Cologna, Mainz, Wiesbaden, Francoforte, Heildeberg, Karlsruhe, Stoccarda, Monaco di Baviera, e soprattutto in Italia.
Ormós aveva in quel momento più di 40 anni. Dalla prefazione del suo catalogo del 1888 si può leggere che l’incontro con la piazza San Marco di Venezia nel 1857 fu stato il momento nel quale decise di dedicarsi alla storia dell’arte. Da quel momento la vita di Ormós e quella dell'artista ungherese Elek Szamosy (1826-1888) saranno legate da un rapporto di stima professionale e amicizia fino alla scomparsa di quest'ultimo nel 1888; nella raccolta Ormós erano conservati 30 dipinti di Szamossy, tra cui 17 copie e derivazioni eseguite a Venezia tra il 1858 e il 1859 da originali di Bonifazio Veneziano, Giorgione, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Palma il Vecchio, Luca Giordano (attualmente nel museo di Timişoara).
Nel 1860, in seguito al miglioramento dei suoi rapporti con le autorità austriache, Ormós tornò a Timişoara per motivi di lavoro in qualità di notaio principale. Continuò a fare viaggi in Italia tra il 1865 e il 1872. Nel 1866 fu nominato prefetto secondario, in seguito nel 1871 prefetto del distretto di Timişoara fino al 1889. Dal 1875 ricoprì anche le cariche di prefetto della città libera reale di Timişoara, continuando a interessarsi alle belle arti (la mostra di Carol Popp de Szathmary a Timişoara nel 1875, il sostegno di Elek Szamossy e dell’artista romeno Nicolae Popescu, la visita all’esposizione universale di Parigi del 1878).
Il 16 giugno 1862, in occasione della sua ammissione in qualità di membro dell’Accademia delle Scienze di Budapest, Ormós pronunciò un elogio al pittore nazzareno Peter Cornelius (1783-1867), pubblicato a Berlino in tedesco quattro anni dopo: Peter von Cornelius und seine Stellug zur modernen deutschen Kunst  (1866). [5]. 

Viaggi e pubblicazioni

I numerosi viaggi europei, intrapresi principalmente per la passione di conoscere e di studiare quanto più possibile le opere d'arte, sono stati oggetto di alcuni volumi di scritti dedicati particolarmente ai musei e ad artisti europei. Nel 1859 viene dato alla stampa a Pest (Budapesta) Adatok a müveszet történetéhez (Appunti sulla storia dell’arte), una pubblicazione nella quale Ormós descrive la Galleria di Belvedere di Vienna. Nel 1864 sempre a Pest (Budapest) è stata edita A herczeg Esterházy képtár mütörténelmi leirása (La Descrizione della Galleria d’arte del principe Esterházy) [6], una pubblicazione importante per lo studio di questa raccolta che in seguito viene acquistata dallo Stato ungherese (1871) e che oggi rappresenta il nucleo del Museo di Belle Arti di Budapest.
Inoltre, curò la pubblicazione delle proprie memorie di viaggio Utazási Emlékek in 6 volumi, edite a Pest (Budapesta) tra il 1864 e il 1867. Nel 1866 vengono pubblicate periodicamente sul «Pesti Naplo»(Il Giornale di Pest/Budapest) le sue relazioni sui viaggi in Italia (feuilletons) [7].
Ormós ha scritto inoltre anche tre monografie su Raffaello (1867) [8], su Giorgione (1872) [9] e sull’artista austriaco Jan Kupetzky (1888) [10].
Nel 1875 apparve il primo numero del «Történelmi és Régészeti Ertesitö» (Bolletino di Storia ed Archeologia) a Timişoara, la pubblicazione della Società di Storia e Archeologia del Banato, tra i cui fondatori figurava anche Ormós.
Nel contesto culturale ottocentesco, Ormós frequentava allo stesso tempo l’ambiente politico (Vukovics Szabbasz, Gorove István, Murányi Ignác) e quello artistico. Mihály Munkácsy non è l’unico artista con cui Ormós s’intrattiene, ma rappresenta solo il caso più noto agli studiosi: Munkácsy mandò qualche fotografia a Ormós con dedica manoscritta del 16 maggio 1874 – si tratta dei dipinti di Munkácsy esposti in occasione del Salone di Parigi del 1874 – Episode de la guerre de Hongrie e Rondeurs de Nuit, delle fotografie eseguite de Goupil et Cie Editeurs. [11]

Nelle lettere inviate agli antiquari di Vienna (Fratelli Egger), Monaco di Baviera (Josef Anmüller), e agli artisti contemporanei, amici suoi, di Vienna, Budapest, Monaco di Baviera, Oradea, Werschetz, egli chiedeva informazioni sui dipinti e oggetti d’arte entrati sul mercato antiquario, esposti nelle mostre contemporanee oppure rimasti dopo la morte degli artisti o dei collezionisti.All’episodio rimanda una lettera del 1877, in cui Ormós chiede al prete Simion Trifunescu di Retisova informazioni sui dipinti di Nicolae Popescu (1835-1877) rimasti dopo la morte dell’artista romeno che aveva studiato a Vienna e a Roma. Già dal 1871 si trovavano nella raccolta Ormós 8 dipinti acquistati dal collezionista direttamente dall’artista di passaggio a Timişoara, che Ormós conobbe in Italia nel 1865. Popescu stava studiando a Roma grazie a uno stipendio della famiglia Mocioni della provincia del Banato. Dopo la morte dell’artista, 38 studi accademici entrano nella raccolta di Ormós tramite il prete Trifunescu. La maggior parte di questi studi sono andati perduti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il collezionista ha raccolse dati biografici con l’intenzione di fare un dizionario degli artisti della sua provincia.
Il suo Kirandulas Romániában («Viaggio in Romania») [12] riporta notizie importanti sulle raccolte d’arte di Bucarest nel 1879 (Papazzoglu, Kogâlniceanu). Il carteggio in francese (40 lettere inviate a Ormós tra il 1839-1840) [13] testimonia il rapporto di amicizia con George Cantacuzino da Bucarest, accanto ad altre personalità del Regno Romeno, August Treboniu Laurian e Dimitrie A. Sturdza; con quest’ultimo Ormós entrò in contatto per uno scambio di monete.
La ricca attività di Ormós come pubblicista termina con la pubblicazione dei tre volumi delle sue memorie Visszaemlékezések tra il 1885 ed il 1888: il primo volume su Venezia e l’arte italiana (Timişoara, 1885), il secondo con la monografia dell’artista austriaco Jan Kupetzky (1667-1740), mentre il terzo contiene il catalogo ragionato delle sue raccolte d’arte, oggi uno strumento di notevole importanza per lo studio della Galleria Europea presso il Museo d’Arte di Timişoara. 
Gravemente malato, Ormós rinunciò alle sue cariche amministrative e lasciò Timişoara per Budapest nel 1889, dove morì il 3 settembre 1894. Il monumento sepolcrale di Ormós si trovava fino agli anni Ottanta del Novecento a Timişoara, quando fu mandato demolire da un’alta «personalità locale».

Ritratto di una collezione

La vicenda umana del grande collezionista si può seguire con sufficiente chiarezza. Nel 1857 è segnalato il suo primo viaggio a Venezia, con l’intento di acquistare opere d’arte per le sue collezioni [14], consigliato dal pittore Elek Szamossy, il quale eseguì il restauro di alcuni dipinti della raccolta Ormós. Nel maggio del 1859, di ritorno dal viaggio in Italia, Ormós donò 15 dipinti al Museo Nazionale di Pest (Budapest), i quali saranno trasferiti tra il 1875 e il 1877 alla Galleria Nazionale di Budapest, fondata nel 1871. [15]
La collezione appare perfettamente elencata nel catalogo del 1888 (non si è riusciti a rintracciare la prima edizione del catalogo del 1874 nelle biblioteche della città, e nemmeno nel museo): 153 dipinti dal XV al XIX secolo, 36 acquerelli e 41 piccoli ritratti dell’Ottocento, 48 disegni e 112 incisioni, 49 porcellane, 26 oggetti di metallo, 8 di vetro, 9 arazzi, 200 fotografie, 80 titoli di libri d’arte, ciascun oggetto d’arte corredato da una scheda dettagliata – in totale 598 numeri nel catalogo. Nell’introduzione al catalogo Ormós rileva di aver utilizzato come impianto metodologico il catalogo della raccolta Conte Adolf Friedrich Schack di Monaco di Baviera (1815-1894) [16], sottolineando inoltre i principali momenti del suo percorso intellettuale.
La sua raccolta d’arte italiana era composta da 53 dipinti e da vari disegni e stampe. Gli oggetti d’arte italiana sono stati acquistati dal 1857 dalle raccolte veneziane Feretti [17], Martinengo [18], Da Mosto [19], Lorenzi [20], Montini [21], dalla raccolta fiorentina del pittore accademico Agostino Tempesti [22] e sul mercato antiquario a Venezia [23], Firenze, Roma e Napoli, Colonia [24] e Monaco di Baviera [25].
La scuola di pittura più ricca di nomi era quella veneta, con attribuzioni a Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Giorgione e Tiziano, Gregorio Lazzarini, G.B. Piazzetta e Domenico Maggiotto, Giovanni Battista Pittoni. La scuola napoletana con una presenza di prestigio: due scene con la vita di Alessandro Magno attribuite a Luca Giordano, mentre quella romana con dipinti assegnati a Pietro da Cortona, Lazzaro Baldi, Carlo Maratta e Pompeo Batoni. La pittura emiliana era rappresentata dai dipinti attribuiti ad Agostino Carracci, Guido Reni, Francesco Gessi e Marcantonio Franceschini, mentre per quella fiorentina erano presenti i nomi di Andrea Del Sarto, Perugino e Cosimo Ulivelli. Inoltre erano presenti nella raccolta copie di Raffaello, Giorgione, Tiziano, Paolo Veronese, Tintoretto, Correggio e Guido Reni. Fra gli autori dei fogli, troviamo i nomi di prestigiosi artisti italiani: da Mantegna, Tintoretto, Agostino Carracci a Giovanni Battista Piazzetta e Giovanni Battista Tiepolo. Nel catalogo i dipinti erano ordinati alfabeticamente secondo il nome dell’artista. Il progresso degli studi consente oggi di sapere che buona parte di queste attribuzioni è errata. Ormós collezionava, evidentemente, per il gusto e il piacere di farlo, e possedeva dipinti di ogni tipo, dai soggetti sacri ai paesaggi, alle nature morte, ai ritratti, alle scene di genere, mitologiche, storiche e allegoriche. Il catalogo della collezione composto da Ormós stesso ricorda minuziosamente tutti i dati dei dipinti (autore, soggetto, tecnica, misure, provenienza, biografia dell’artista, alcune considerazioni di stile). Inoltre la raccolta Ormós comprendeva dei dipinti assegnati alle scuole fiamminghe e olandesi [26], tedesche [27] e austriache [28], ungheresi [29] e francesi [30] dal Cinquecento all’Ottocento. Il catalogo del 1888 include anche fogli di Cornelius Bloemaert, Jacques Callot, Dominique Nollet e Johannes Kupetzky.

La complessa personalità di Ormós, intellettuale e fine erudito è testimoniata anche dalla sua biblioteca d’arte che viene elencata nel suo catalogo del 1888, tuttavia in gran parte collegata ai suoi interessi di ricerca e di studio: l’arte italiana. I libri che riguardano la pittura e il disegno, i musei e l’arte in generale vanno oltre gli 80 titoli, con testi fondamentali e aggiornati di Winckelmann e Burckhardt. Ormós risulta essere attento anche alle novità bibliografiche, essendo in possesso di una versione completa della storia dell’arte italiana di J.A. Crowe e C.B. Cavalcaselle in edizione tedesca, e molti testi italiani di interesse artistico: Cennino Cennini, Lodovico Dolce, Carlo Ridolfi (Le meraviglie dell’arte, Padova, seconda edizione, 1835) e la monografia di J.D. Passavant su Raffaello, J. Burckhardt (Der Cicerone e Die Kultur der Renaissance in Italien),Oskar Mothes (Geschichte der Baukunst und Malerei Venedigs, Leipzig 1860).
Inoltre nella raccolta Ormós si trovavano anche 200 fotografie eseguite dai fotografi Ponti e Naya (Venezia), Enrico Pezzana (Parma), J.B. Philpot (Firenze), Turgis Jeune (Parigi), Piloty e Loehle (Monaco di Baviera), Adam Gyula: delle fotografie con le opere di Giotto, Beato Angelico, Andrea Orcagna, Benozzo Gozzoli, Taddeo Gaddi, Massacio e Masolino, Andrea del Sarto, Dürer, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Correggio, Guido Reni, Murillo e altri artisti.
Di Ormós collezionista rimane comunque più di un ricordo nella sua provincia: i dipinti con attribuzioni certe o ancora da verificare e la raccolta di stampe e disegni, che costituiscono il nucleo della Galleria d’Arte Europea presso il Museo di Timişoara.


 

Marius Cornea
(n. 1, gennaio 2015, anno V)

NOTE

1. Per la creazione della Società di Storia ed Archeologia di Banato Ormós si era battuto per molti anni, fino all'apertura avvenuta nel 1872.
2. Elena Miklósik, Colecţii în colecţia de artă a Muzeului Banatului (cat. mostra), Timişoara 2001.
3. Stela Radu, Contribuţii muzeografice – Sigismund Ormós, in Tibiscus. Arta. Vol. I, Timişoara, 1974, pp. 3-8; Elena Miklósik, Ormós Zsigmond şi relaţiile sale cu intelectualii vremii, in Analele Banatului. Istorie, vol. VI/2, Timişoara 1996, pp. 207-216; Eadem, Două portrete de Vastagh György în colecţiile de artă ale Muzeului Banatului, in Studii şi comunicări, vol. VI, Arad 1997, pp. 214-223.
4. Il Grand Tour di Ormós tra il giugno 1857 e il settembre 1858, come si può evincere dalle sue memorie di viaggio (Ormós Zsigmond, Utazási emlékek, 6 voll., Pesta 1860-1863): vol. 1, Pesta, Emich Gustáv, Magy Akademiai Nyomdász, 1860, 313 p., Vienna (14.VI. – 25.VIII.1857); vol. 2, Pesta, Pfeifer Ferdinánd Bizománya, 1860, 280 p., Vienna (18.I. – 12.II.1858), Graz (20-26.III.), Trieste (fine maggio – inizio del giugno), Innsbruck (fine giugno), Praga (1-6.VII.1858); vol. 3, Pesta, Pfeifer Ferdinánd Bizománya, 1860, 285 p., Dresda (8 – 24.VII.1858), Leipzig (26-27.VII.1858); vol. 4, Pesta, Emich Gustáv, Magy. Akademiai Nyomdásznál, 1862, 252 p., Berlino (1-15.VIII.1858); vol. 5, Pesta, Nyomatott Emich Gustáv, Magy Akademiai Nyomdásznál, 1862, 235 p., Berlino (16-23.VIII 1858), Amburgo (24-26.VIII.1858), Hanovra (27-28.VIII), Düsseldorf (29.VIII.1858); vol. 6, Pesta Nyomatott Emich Gustáv, Magy Akademiai Nyomdásznál, 1863, 254 p., Colonia (30.VIII- 1.IX.1858), Bonn (2.IX), Mainz (3.IX), Wiesbaden (3 - 4.IX), Francoforte (4-6.IX), Heidelberg (7.IX), Karlsruhe (7.IX.), Stoccardo (8-9.IX.1858).
5. Nella collezione Ormós si trovava un ritratto di Peter Cornelius (olio su tela, cm 49 x 39) eseguito da Szamossy Elek  nel 1862.
6. Il manoscritto è conservato presso l’Archivio di Stato di Timişoara (dossier 122).
7. Si veda l’estratto di «Pestai Naplo», numero 273, dal 28 novembre 1866, conservato presso l’Archivio di Stato di Timişoara nel dossier 135.
8. Ormós Zs., Urbinoi Santi Rafael, Temesvar (Timişoara), 1867; il manoscritto di 130 pagini è conservato presso l’Archivio di Stato di Timişoara (dossier 119). Nella sua collezione c’erano 2 copie ottocentesche dagli originali di Raffaello Madonna del Cardellino e l’Autoritratto di Raffaello degli Uffizi, entrambe acquistate a Firenze il 24 ottobre 1872. Inoltre, comprendeva il terzo volume con 36 incisioni di Paolo Fidanza (1731-1790 circa) dall’originale di Raffaello Teste Scelte di personaggi illustri in lettere e in armi. Cavate già dell’antico, o dall’originale, e dipinte nel Vaticano da Raffaello d’Urbino ora esattamente disegnate, incise in rame secondo la loro grandezza e divise in cinque tomi da Paolo Fidanza pittore, e incisore Romano.  
9. Idem, Giorgione Barbarelli di Castelfranco. Történeti korrájz, Temesvar (Timişoara), 1872; il manoscritto di 318 pagini si trova nell’archivio di Timişoara, dossier 125. Nella sua raccolta erano conservate due tavole con l’assegnazione a Giorgione: Il Sacrifizio di Ifigenia (acquistata a Venezia dall’antiquario Feretti l’8 febbraio 1859 e pubblicata da Ormós nel 1888 come opera di Giorgione, ulteriormente attribuita da Roberto Longhi, com. scritta, nel 1962, a Lamberto Zustris) e l’altra con Il Giudizio di Paride alla maniera di Giorgione (comprata dal lascito del pittore accademico Lorenzi a Venezia nel 26 febbraio 1859). Per l’ultimo dipinto Ormós cita nel suo catalogo (1888) il libro di Ridolfi, dove è menzionato un dipinto di Giorgione con questo soggetto: «ed i signori Leoni da San Lorenzo conservano ed in extra tela Paride con le tre Dee in piccole figure» (Le Maraviglie dell’arte ovvero le vite degli illustri pittori veneti e dello stato descritte dal Cav. Carlo Ridolfi. Edizione seconda corretta ed arricchita d’annotazioni. Volume I, Padova. Tipografia e Fonderia Cartallier, 1835, p. 130), notando la tecnica diversa della sua tavola in confronto con la tela citata dal Ridolfi.
10. Ormós Zs, Kupeczky János mint ember és művész (1667-1740), Timişoara, 1888, 182 pp. Nella raccolta Ormós erano conservati 2 dipinti con una attribuzione a Kupetzky (Davide con la testa di Golia e Ritratto di Tobias Huth, oggi nel museo di Timişoara), un disegno con l’Autoritratto dell’artista e 95 incisioni tratte dai ritratti di Kupetzky ed eseguite da Bernard Vogel (Norimberga), Johann Christof Vogel, Valentin Daniel Preisler, Georg Martin Preisler, Johann Haid, Johann Probst tra il 1723 ed il 1738.
11. Gheorghe Vida, Contribuţii la studiul vieţii şi operei lui Munkácsy pe baza scrisorilor şi mărturisirilor rămase de la Sigismund Ormós, in: Studii şi cercetări de istoria artei, 1972, n. 2.
12. Pubblicazione edita a Timişoara nel 1880, 54 pp.
13. Archivio di Stato, Timişoara, dossier 224.
14. L’ultima visita di Ormós a Venezia è del 1883.
15. Dono Ormós per il Museo Nazionale di Pesta (Budapest) nel maggio 1859. I dipinti sono elencati con l’antica attribuzione. Ringrazio la Sig.ra Elena Miklósik (curatore, Museo d’Arte di Timişoara) per avermi fatto conoscere l’elenco scritto da Ormós di questi 15 dipinti, conservato presso l’Archivio di Stato di Timişoara (dossier 178): Sebastiano del Piombo, Ritratto femminile, olio su tela, cm 54 x 44,7 (Museo d'Arte, Budapest, inv. 1010). Bibl.: Katalog 1967, vol. 1, p. 737 (scuola veneta, XVII secolo); Francesco Albani, Nymphe und Faun, olio su tela, cm 69 x 52  (Museo d'Arte, Budapest, inv. 511 (270). Bibl.: Katalog 1871, p. 19, n. 52 (Francesco Albani); Katalog 1895, p. 120, n. 511 (Francesco Albani); Katalog 1967, vol. 1, p. 593 (scuola romana, seconda meta del XVII secolo); Scuola bolognese, Davide con la testa di Golia (oggi nel Museo d'Arte di Timişoara). Bibl.: Catalog 1873, p. 25, n. 13 (scuola bolognese); Ormós 1888 (Pompeo Batoni); Paolo Farinati, Die wunderbare Vermehrung der Brote und Fische, olio su tela, cm 59 x 137,5 (Museo d'Arte, Budapest, inv. 921). Bibl.: Katalog 1871, p. 19, n. 47 (Paolo Farinati); Katalog 1967, vol. 1, p. 475 (Girolamo Muziano); scuola fiammingo-olandese – Paesaggio; Giovanni Cariani, Madonna col Bambino e San Francesco d'Assisi, olio su tela, cm 68 x 66 (Museo d'Arte, Budapest, inv. 79 (142). Bibl.: Katalog 1895, p. 19, n. 79 (pittore veneto, secolo XVI); Katalog 1967, vol. 1, p. 395 (Lorenzo Lotto); Cima da Conegliano, Madonna col Bambino e santi Francesco e Caterina (oggi nel Museo d'Arte di Timişoara). Bibl.: Katalog 1871, p. 13, n. 2 (Cima da Conegliano); Giulio Carpioni, La morte di Leandro, olio su tela, cm 36,5 x 48,5 (Museo d'Arte, Budapest, inv. 600). Bibl.: Katalog 1871, p. 20, n. 84 (Giulio Carpioni); Catalog 1873, p. 26, n. 49 (Giulio Carpioni); Katalog 1895, p. 139, n. 600 (Giulio Carpioni); Katalog 1967, vol. 1, p. 125 (Giulio Carpioni); Giulio Carpioni, Bachanale mit Satyren, olio su tela, cm 36,5 x 49 (Museo d'Arte, Budapest, inv. 602). Bibl.: Katalog 1871, p. 20, n. 85 (Giulio Carpioni); Catalog 1873, p. 26, n. 50 (Giulio Carpioni); Katalog 1895, p. 140, n. 602 (Giulio Carpioni); Katalog 1967, vol. 1, p. 125 (Giulio Carpioni); Domenico Maggiotto, Contadinello (oggi nel Museo d'Arte di Timişoara). Bibl.: Katalog 1871, p. 28, n. 79 (Domenico Maggiotto); Giovanni Domenico Tiepolo, Visione di San Gerolamo, olio su tela, cm 29,5 x 22 (Museo d'Arte, Budapest, inv. 666). Bibl.: Katalog 1895, p. 153, n. 666 (Giandomenico Tiepolo); Katalog 1967,  vol. 1, p. 236 (Francesco Fontebasso); maniera di Salvator Rosa, Die Versuchung Christi, olio su tela, cm 62,6 x 47 (Museo d'Arte, Budapesta, inv. 3152). Bibl.: Katalog 1967, vol. 1, p. 334 (scuola italiana, XVII secolo); Ignoto, Paesaggio italiano con una chiesa (Museo d'Arte, Budapest). Bibl.: Katalog 1885, p. 32, n. 291 (ignoto); Katalog 1892, p. 33, n. 282 (ignoto); Paris Bordone, Salvator Mundi (oggi nel Museo d'Arte di Timişoara). Bibl.: Katalog 1871, p. 15, n. 47 (scuola di Paris Bordone); Szamossy  Elek, Madonna. Bibl.: Katalog 1871, p. 7, nr. 27 (Szamossy Alex). Katalog 1885, p. 22, n. 109 (Alex Szamossy); Katalog 1892, p. 8, n. 23 (Alex Szamossy).
16. Adolf Friedrich Graf von Schack, Meine Gemmäldesammlungenm Verlag der J. G. Cotta’schen Buchhandlung, Stuttgart 1881, VII+338 pp. 
17. Dipinti (12) acquistati dall’antiquario Feretti a Venezia il 30 luglio, il 1 e il 2 agosto 1857, l’8 febbraio 1859: Pietro Liberi, La Circoncisione del bambino Gesù; Lazzaro Baldi, Il ritratto di Leonardo Fioravanti; Luca Giordano, Alessandro Magno rifiuta l’acqua ed Alessandro Magno e il nodo gordiano; maniera di Giuseppe Porta Salviati, Volto femminile; scuola di Guido Reni, Santa Elisabetta; scuola di Tiziano, Madonna col Bambino e San Rocco; Ignoto, secolo XVII, Madonna col Bambino e San Rocco; Giorgione, Il Sacrifizio di Ifigenia; Donato Veneziano (secolo XV), San Francesco e San Gerolamo; Domenico Maggiotto, Contadinello.
18. Un dipinto comprato dalla collezione della famiglia Martinengo a Venezia nel novembre del 1858 come «scuola bolognese», Davide con la testa di Golia, ulteriormente attribuito da Ormós a Girolamo Pompeo Batoni.
19. Un dipinto acquistato dalla collezione Da Mosto a Venezia nel 28 novembre 1858: Gregorio Lazzarini, Artemisia.
20. 3 dipinti acquistati dal lascito del pittore accademico Amadeo Lorenzi a Venezia nel 26 e 28 febbraio 1859: Andrea Meldolla Schiavone, Il Rato di Europa; maniera di Giorgione, Il Giudizio di Paride; Paris Bordone, Salvator Mundi. Sul pittore Amadeo Lorenzi si veda Franca Lugato, in Venezia Quarantotto. Episodi, luoghi e protagonisti di una rivoluzione 1848-1849, catalogo della mostra, a cura di G. Romanelli, M. Gottardi, F. Lugato, C. Tonini, Milano 1998, p. 214; Eadem, voce Amadeo (Amadio) Lorenzi, in La pittura nel Veneto. L’Ottocento. Tomo secondo, Milano: «Pittore attivo a Venezia e documentato negli anni trenta-cinquanta dell’Ottocento. Figlio del pittore Giuseppe Gallo Lorenzi, consigliere ordinario dell’Accademia di Belle Arti, imitatore di opere antiche sopratutto del Rinascimento nonché restauratore di quest’ultime, compie gli studi all’Accademia negli anni trenta per poi completare le sua formazione nell’orbita paterna attraverso la pratica della copia dai pittori del Cinquecento veneto, in particolare Bonifacio, Tiziano, Tintoretto e Veronese».
21. Dalla collezione Montini di Verona battuta all’asta a Venezia, un dipinto acquistato nel 1857: Giovanni Battista Pittoni, Atalanta e i suoi maritatori. In precedenza il quadro si trovava nella raccolta del dottor Gregorio Avesani di Verona (Casa del Civico Spedale, Via SS. Apostoli n. 3027), il quale viene menzionato in G.M. Rossi, Nuova guida di Verona e della sua provincia, Verona 1854, p. 49; L. Franzoni, Il collezionismo dal Cinquecento all’Ottocento in Cultura e vita civile a Verona: Uomini e istituzioni dall’epoca carolingia al Risorgimento, ed. G.P. Marchini, Verona, 1979, p. 636; Elisabeth E. Gardner, A Bibliographical Repertory of Italian Private Collections, volume I (Abaco-Cutolo), Vicenza 1998, p. 54.
22. 11 dipinti acquistati dalla collezione del «pittore accademico» Agostino TemPestai a Firenze il 20 e il 24 ottobre 1872: Francesco Gessi, Santa Caterina; copia da Raffaello, Madonna del Cardellino; copia da Raffaello, Autoritratto; Agostino Carracci, Ercole; copia da Corregio, Madonna col Bambino; Carlo Marata, Madonna col Bambino e San Domenico; Giovanni Battista Piazzetta, Fanciulla con la gabbia; copia da Guido Reni, Beatrice Cenci; scuola di Andrea del Sarto, Gesù morto sorretto da Giuseppe d’Arimatea; scuola di Andrea del Sarto, L’angelo della sofferenza; Cosimo Ulivelli, Madonna.
23. 21 dipinti acquistati sul mercato antiquario di Venezia nel 1857 (30, 31 luglio, agosto) 1858 (ottobre, novembre, dicembre), 1859 (aprile) e nel 1862: Carlo Caliari, Gentiluomo veneziano; Felice Damiani da Gubbio, La Natività; Pietro Rotari, Allegoria della Pittura; Pietro Rotari, Allegoria della Poesia; Ignoto, Maddalena penitente; Francesco Fontebasso, Giacobbe benedice i figli di Giuseppe; Marcantonio Franceschini, Allegoria della Forza e della Passione; Sigismundo Migali, secolo XVIII, Trompe-l’oeil; Paris Bordone, La Natività; Pietro Vecchia, San Pietro; Marco Palmezzano, Il mistico sposalizio di Santa Caterina; scuola veneta, Aurora; copia da Tiziano, San Giovanni Battista; maniera di Leandro Bassano, La Deposizione; Ignoto, Ercole; scuola di Pietro da Cortona, Il Martirio di Santa Martina; Polidoro Lanzani, Il sposalizio mistico di Santa Caterina; maniera di Eustache Lesueur, San Giovannino; Andrea Meldolla Schiavone, Maddalena nel deserto; attribuito a Cima da Conegliano, Santa Famiglia; Giovanni Bellini, Madonna col Bambino. Nel febbraio del 1859 un altro acquisto dalla raccolta di un francese a Venezia: Chiara Varotari, Allegoria della Giustizia.
24. Un dipinto acquistato nel 1858 «alla maniera di Perugino», Madonna col Bambino.
25. Un dipinto acquistato dall'antiquario Josef Anmüller a settembre del 1860 come ignoto, Il ritratto di giovane seminarista  Wilhelm Zeno Erthal.
26. Jan Fyt, Philips Wouwerman, alla maniera di Rembrandt, Frans Pourbus il Giovane, copia da Anthon van Dyck, Jan Le Ducq.
27. Scuola di Lucas Cranach il Vecchio, scuola di Albrecht Dürer, Asam Cosma Damian, Maximilian Schmaedel, Ludwig Thiersch.
28. Johann Kupetzky, Anton Ignaz Hamilton.
29. Johann Donat, Fialla Antal, Ede Komlossy, Ligeti Antal, Marastoni József, Márko Károly il Giovane.
30. Maniera di Eustache Le Sueur.


Bibliografia in forma abbreviata

Katalog 1871 - Katalog der Bilder-Gallerie des National-Museums. Hrsg. von Anton Ligeti, Custos der Bilder-Gallerie des Nat.-Museums. Pesta, 1871. Druck von A. v. Rudnyánszky, 30 p.
Catalog 1873 - Catalog der Landes-Gemälde-Gallerie im Academie-Gebäude, Pesta, Gebrüder Légrády, 1873, 30 p.
Katalog 1885 - Katalog der Bildergalerie im National-Museum, BudaPesta 1885, Buchdruckerei des Athenaeum, 32 p.
Katalog 1892 - Katalog der Bildergalerie im National-Museum, BudaPesta 1892, Buchdruckerei des Emerich Bartatits, 39 p.
Katalog 1895 - Katalog der National-Gallerie in BudaPesta, 1895
Katalog 1967 - Katalog der Galerie Alter Meister. Museum der Bildenden Künste,  BudaPesta, 1967, 2 Bd., bearbeitet von Andor Pigler