FOCUS SCRITTRICI ROMENE


Ana Blandiana, l'incessante tempo della poesia: «L'orologio senza ore»

Esponente di spicco della generazione di poeti degli anni '60, Ana Blandiana (n. 1942) ha saputo recuperare la tradizione della lirica romena novecentesca. Il pubblico italiano ha potuto apprezzare la sensibilità della sua scrittura a partire dalla antologia Un tempo gli alberi avevano occhi (Donzelli, 2004), a cura di Biancamaria Frabotta, scomparsa di recente, e Bruno Mazzoni, seguita da La mia Patria A4 (Aracne, 2015) curato da Mauro Barindi. Pubblichiamo, per gentile concessione dell'editore, una selezione di versi da L'orologio senza ore (Elliot, 2018). A cura di Bruno Mazzoni.



Herta Müller e la minoranza tedesca in Romania: viaggio nel passato

Il tema che Donato Cerbasi analizza nel suo contributo è la forza identitaria della lingua e l’idea di un’altra lingua diversa dalla propria osservabili o testimoniate in determinate situazioni tragiche o di sofferenza. Lo spunto da cui prende le mosse per la sua interessante disamina sono due celebri romanzi della scrittrice premio Nobel Herta Müller, L’altalena del respiro e Il paese delle prugne verdi, nei quali l’artificio narrativo giocato fra lingue nazionali e lingue minoritarie viene colto in un triplice intreccio: storico, letterario e socio-linguistico.



Gabriela Adameșteanu e i suoi romanzi. Il dolore, le parole e il silenzio

La vedova e la donna tradita, il lutto di una sorella e di una nipote, il dolore dell’esule. Donato Cerbasi analizza i tre romanzi tradotti in italiano della scrittrice Gabriela Adameşteanu (n. 1942), Una mattinata persa, Verrà il giorno e L’incontro, offrendo uno spunto «in chiave più generalmente semiologica», ovvero «l’essere umano di fronte all’esperienza del dolore estremo e l’impossibilità di esprimere verbalmente tale dolore», un tema che permea le trame di queste prove massime della prosa romena moderna, con riflessioni di estremo interesse e di acribiosa analisi.



Denisa Comănescu e la sua creazione poetica: «Ritorno dall’esilio»

Denisa Comănescu (n. 1954) è una delle più importanti poetesse romene viventi. È stata editore e direttore editoriale di due grandi case editrici in Romania, dal 2007 ricopre la carica di direttore generale della casa editrice Humanitas Fiction. Nel 2006 vi ha avviato la collana di libri personalizzata «Raftul Denisei», dedicata alla narrativa straniera. Le sue poesie sono state pubblicate in oltre 15 paesi. Qui pubblichiamo una selezione di versi estratti dall’antologia poetica Ritorno dall’esilio, traduzione di Bruno Mazzoni e Mihail Banciu, Transeuropa Edizioni, 2015.



Ioana Pârvulescu e il suo romanzo «La vita comincia venerdì»

Le storie che raccontano situazioni ambientate all’indietro o in avanti nel tempo rispetto a quello presente hanno sempre una grande presa sul pubblico per l’effetto sorpresa, la curiosità di immaginare qualcosa che sulla carta (o sullo schermo) è magicamente possibile. È ciò che ha fatto Ioana Pârvulescu (n. 1960) in La vita comincia venerdì (Voland, 2020) calando questo artificio in un’epoca e in un paese lontani dove ci si potrà smarrire grazie alla «Stupefacente macchina del tempo», una «A thing of beauty», sintetizzate da Bruno Mazzoni e Mircea Cărtărescu nelle loro mirabili postfazioni.



Marta Petreu sulle malattie del filosofo Cioran

Il saggio di Marta Petreu (n. 1955), Sulle malattie dei filosofi: Cioran, traduzione e cura di Mattia Luigi Pozzi e Giovanni Rotiroti, introduzione di M.L. Pozzi, postfazione di G. Rotiroti (Criterion Editrice, Milano 2019), apre la collana «Studi di cultura romena» della giovane casa editrice milanese. Nei 21 brevi capitoli, la studiosa, docente di storia della filosofia presso l’Università di Cluj, si addentra in un «tour virtuale tra le malattie vissute e i mali pensati da Cioran» in un approccio rigoroso e di «profonda familiarità con l’universo cioraniano». Di Horia Corneliu Cicortaș.



Doina Ruşti e la sua narrativa: «L’omino rosso»

Doina Ruşti (n. 1957) è una delle scrittrici romene contemporanee più celebrate dalla critica e dai lettori per la forza epica e l’originalità della narrazione. Nel 2021 è uscita, per i tipi della Sandro Teti Editore di Roma, una nuova edizione del suo romanzo L’omino rosso, traduzione di Roberto Merlo. La prima edizione italiana è stata pubblicata nel 2012 da Nikita Editore, Firenze. Il romanzo è uno spaccato della vita romena nei primi anni 2000, vista da una grande città dell'Est Europa, Bucarest. Qui gli spunti di lettura dello scrittore Diego Zandel.



Ruxandra Cesereanu e la sua poesia: «Sophia Romania»

Giovanni Magliocco, docente di romeno all’Università di Bari, presenta in traduzione alcune poesie della silloge Sophia Romania (Max Blecher, 2021) di Ruxandra Cesereanu (n. 1963), scrittrice, poetessa e professoressa di Letteratura comparata all’Università di Cluj. Sono «ballate postumane» che «attraverso un immaginario cibernetico e un linguaggio techno» riprendono suggestioni contenute in sue raccolte precedenti, e dove, «come in un upgrade», viene usato un linguaggio «costellato di anglicismi, di termini tecnologici e scientifici».



Tatiana Niculescu con il romanzo «Bambine sfregiate». Anteprima

Riproponiamo il brano estratto dal romanzo di Tatiana Niculescu, În Ţara lui Dumnezeu, uscito nel 2012 per l’editrice Polirom di Iași, che è stato poi riedito nel 2018 per Humanitas di Bucarest con un titolo nuovo, Tăierea fecioarelor (Bambine sfregiate). Aggiorniamo così i dati di questo volume di un’autrice di prim’ordine, augurandoci che in un futuro non lontano possa figurare anch’esso accanto agli altri suoi due libri già tradotti in italiano, il romanzo Confessione a Tanacu (Hacca, 2013) e la biografia Nae Ionescu. Il seduttore di una generazione (Castelvecchi). A cura di Mauro Barindi.



Daniela Zeca-Buzura, «Storia romanzata di un safari». Un'anteprima

Daniela Zeca-Buzura (n. 1966) pubblica un romanzo che è la storia di un amore impossibile o destinato a un ineludibile fallimento tra una donna europea e un uomo nord-africano. Incontro di due mondi, di due sensibilità, di due mentalità che si offrono in tal modo come metafora dell’«incontro-scontro» di due civiltà, quella europea, occidentale, e quella araba. Il romanzo è un viaggio – ed è un’altra angolazione offerta al lettore, dentro la personale ricerca dell’amore della protagonista –, che si tramuta anche e soprattutto in una ricerca di sé stessa. A cura di Mauro Barindi.



Magda Cârneci, «FEM»: un tributo al mondo femminile

Libro-confessione, biografia spiritual-sentimentale, libro di ricordi, diario intimo, libro epistolare, poema in prosa: tutte queste pur significative definizioni del romanzo FEM (Cartea Românească, 2011) di Magda Cârneci (n. 1955) risultano limitative, incapaci di rendere l’idea di fondo di questa prima incursione nella prosa che scandaglia l’intimo universo della scrittrice, un universo che vola da episodi legati all’infanzia a quelli della donna adulta, alla sua (fallita) storia d’amore, ai fantasmi femminili che popolano, si potrebbe dire fellinianamente, il suo vissuto. A cura di Mauro Barindi.



Floarea Țuțuianu e i suoi versi: «Non voglio invecchiare nel sonno»

Floarea Țuțuianu (n. 1953) è artista visuale di arte grafica e arte digitale, diplomatasi all’Istituto di Arti Plastiche «Nicolae Grigorescu» di Bucarest. Oltre alla sua attività nel campo artistico (negli anni 1994-2012 è stata anche grafica per l’Istituto Culturale Romeno), Floarea Țuțuianu è nota altresì per essere poetessa sensibile, autrice già di sette sillogi poetiche illustrate da lei stessa. Una di queste è stata tradotta anche in italiano a cura della prof.ssa Angela Tarantino: si tratta di Non voglio invecchiare nel sonno (Mobydick, Faenza, 2012), di cui pubblichiamo alcune poesie.








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dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

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