ORIZZONTI DONNA


Orizzonti Donna si apre ad altre culture: un invito

Orizzonti Donna, a cura di Afrodita Carmen Cionchin, si apre alle tematiche femminili di altre culture. Invitiamo perciò i colleghi italianisti e romenisti, nonché i colleghi specializzati in altre culture, a inviarci proposte di articoli sulla figura femminile nelle sue più diverse sfaccettature: in letteratura, arte, scienza, ecc. Una direzione di interesse rimane quella degli incontri con autrici italiane, accanto a quella delle scrittrici migranti che abbiamo presentato in entrambe le edizioni linguistiche, tra le quali si annoverano: Irina Ţurcanu, Ingrid Beatrice Coman, Ana Danca, Cristina Mărginean Cociș.




LE NOSTRE SEZIONI

FEMMINILE PLURALE: Donne scrittrici che raccontano le donne

Nella serie Femminile plurale, a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone, dialoghiamo con le scrittrici sulle molteplici sfaccettature delle tematiche muliebri affrontate nei loro libri usciti negli anni 2020. Sfilano qui, con le protagoniste dei loro romanzi e saggi, Giulia Caminito, Carola Carulli, Emanuela Chiriacò, Barbara Costa, Gianpaola Costabile, Eliana Di Caro, Cristina Di Stefano, Noemi Ghetti, Lisa Ginzburg, Titti Marrone, Daniela Musini, Marilù Oliva, Arianna Ninchi e Silvia Siravo, Michela Panichi, Isabella Pinto, Orsola Severini, Tiziana Francesca Vaccaro, Elena Vesnaver.



INCHIESTA ESCLUSIVA DONNA ARTISTA: finora 66 testimonianze

La nostra rivista ha avviato un’inchiesta esclusiva sull’attuale condizione dell'artista donna in Italia e in Romania, che raccoglie le testimonianze di decine di artiste, curatrici, galleriste, storiche, critiche d’arte, collezioniste, appartenenti a generazioni diverse e provenienti da differenti centri culturali e accademici della Penisola. Il progetto andrà avanti nei prossimi numeri, continuando ad arricchire la nostra rete per il dialogo interculturale. Tutti i contributi sono riuniti nello spazio appositamente dedicato al progetto, Inchiesta esclusiva donna artista, a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.




I NOSTRI APPROFONDIMENTI


Nadia Terranova: «La scrittura, espressione di una libertà assoluta»

Afrodita Cionchin dialoga con la scrittrice Nadia Terranova in margine al colloquio tenutosi il 18 gennaio 2022 tra lei e lo scrittore Claudiu M. Florian per «Incontri tra scrittori italiani e romeni» organizzati dall’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Al centro del confronto, moderato dal prof. Roberto Merlo, i rispettivi romanzi, Addio fantasmi (Einaudi, 2018), finalista Premio Strega 2019, e Le età dei giochi (Voland, 2019), vincitore Premio Europeo per la Letteratura 2016. L’autrice parla di sé, di scrittura e biografia e del suo prossimo romanzo.



Traduzioni e scrittura migrante. In dialogo con Irina Țurcanu

Afrodita Cionchin conversa con Irina Țurcanu, traduttrice e scrittrice, nata in Romania, che vive in Italia dove si è laureata in Filosofia presso l’Università di Milano, e dove ha svolto una vasta attività come pubblicista ed editor per alcune case editrici. Curatrice di antologie di racconti e autrice a sua volta di quattro romanzi, si presenta di nuovo alla sfida come traduttrice volgendo in italiano un classico romeno, Il mulino fortunato,di Ioan Slavici (Rediviva, 2021). Fra gli altri temi toccati, la letteratura e la scrittura migrante romena in Italia e i progetti in cantiere.



Valeria Meazza: «In auge lo studio del fenomeno del narrare»

Laureata in filosofia all’Università di Genova, la vogherese Valeria Meazza, docente e ricercatrice indipendente, nel suo libro Il labirinto narrativo. Teoria ed etica del raccontare l’identità (Primiceri Editore, 2019) indaga la problematizzazione della moralità messa in atto dal narrare. La studiosa cerca di proporre diverse definizioni alla luce degli studi narratologici e letterari, filosofici, psicologici, sociologici e antropologici della narrazione, che è una delle chiavi per capire gli effetti dell’interazione tra gli esseri umani. A cura di Giusy Capore e Afrodita Cionchin.



Il primo Premio Pavese per la poesia: Antonella Anedda Angioy

L’edizione 2021 del Premio Pavese ha inaugurato una sezione specificamente dedicata alla poesia e il primo premio è stato assegnato ad Antonella Anedda Angioy, affermata poetessa italiana, nota anche al pubblico romeno grazie all’antologia Poesia presente / Poezia italiană de astăzi (ed. Humanitas). Smaranda Bratu Elian riflette qui sull’importanza socio-culturale dei premi letterari in Italia, soffermandosi in particolare sull’evoluzione e la struttura del Premio Cesare Pavese, e ci offre una breve ma convinta presentazione della poetessa Antonella Anedda Angioy.



Il cinema per e con Valia Santella

Valia Santella è regista e sceneggiatrice partenopea che ha firmato film come Mia madre e Tre piani diretti da Nanni Moretti e Fai bei sogni e Il traditore di Marco Bellocchio. È stata vincitrice del David di Donatello nel 2020 e del Nastro d’argento nel 2019 e attualmente, tra i suoi numerosi impegni, conduce con Bruno Oliviero un laboratorio di scrittura cinematografica promosso dalla Fondazione Fare Cinema rivolto ad aspiranti sceneggiatori per il cinema. Nel dialogo con Irina Țurcanu ci parla della sua missione, dei segreti per una buona sceneggiatura e del cinema italiano odierno.



«Dikotomika. Scarpe rosse per non dimenticare»

Segnaliamo Dikotomika. Scarpe rosse per non dimenticare (Guida Editori, 2021). Un volume collettivo di 11 racconti, a cura di Valeria Frontone, dove musica e scrittura si fondono arricchendosi a vicenda. Vi sono protagoniste le donne che mettono a nudo una parte di sé, ma più di tutto che soffrono, vittime di un virus antico quasi quanto l'umanità, quello della violenza perpetrata dagli uomini. E ognuna di loro ha il suo modo per metabolizzare e combattere quella violenza. Finali dolceamari, vittorie e sconfitte, le gioie e i dolori, l'amore e l'odio. A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.




Con Carola Carulli su «Tutto il bene, tutto il male»

Carola Carulli, romana, è giornalista televisiva del Tg2 Cultura molto nota che da qualche anno ha scelto di affrontare con passione anche la scrittura (il suo primo romanzo, Bambole di carta, è del 1998), tracciando un percorso d’autrice sensibile che l’ha portata al suo secondo libro, Tutto il bene, tutto il male (Salani, 2021), tema del dialogo con Giusy Capone. Dietro il titolo, con «le luci e le ombre che attraversano le nostre vite», si cela una storia che demolisce vecchi schemi mentali incardinata attorno alla famiglia, alla maternità e agli stereotipi sull’amicizia fra donne.



Michela Panichi, vincitrice del Premio Campiello Giovani 2020

Michela Panichi è la vincitrice del Premio Campiello Giovani 2020 con il «racconto di formazione» Meduse, in cui sonda i legami famigliari di una madre, cameriera in un bar che rimane incinta di una bimba con un turista tedesco, e il suo rapporto complesso con i figli adolescenti, Tommaso e Bruno, posti di fronte a questo evento per loro inatteso. Nel dialogo con Giusy Capone e Afrodita Cionchin l’autrice afferma di aver scelto «una storia di gelosia e crescita» in cui i lettori si sarebbero riconosciuti, perché il dramma famigliare è «specchio di situazioni banali ma fortissime».



Chi è «La donna capovolta»? In dialogo con Titti Marrone

La donna capovolta (Iacobelli, 2019) è il romanzo al centro del dialogo curato da Giusy Capone e Afrodita Cionchin con l’autrice Titti Marrone, napoletana, che in questa storia «di stringente attualità relativa alla complessità dell’accoglienza» è narrato il difficile rapporto tra due donne, Eleonora e Alina, la badante moldava che lavora da lei per accudire la madre Erminia. Entrambe dalla forte personalità e con una solida cultura, aspetto che contrasta in Alina, afflitta dallo stereotipo della donna dell’Est incolta e povera, si guatano ‘capovolte’ nelle loro diversità e delusioni.



In dialogo con Marilù Oliva su «Biancaneve nel Novecento»

Biancaneve nel Novecento (Solferino, 2021) è l’ultimo romanzo di Marilù Oliva, vincitore del «Premio Libri a 180 Gradi - Città di Sant’Elpidio a Mare», nell’ambito del festival letterario in programma dal 2 al 10 ottobre 2021, libro già candidato per lo Strega di quest’anno. Nel dialogo con Irina Ţurcanu, l’autrice ci introduce alla storia, a cui fanno da sfondo gli anni ’80, che sonda il complesso rapporto tra la bambina Bianca e un padre ‘autobiografico’ e una madre ‘matrigna’. Tra di loro si inserisce la ‘lontana’ figura di Lili con il suo carico umano di tragedia e di vita vissuta.



Con Giulia Caminito su «L'acqua del lago non è mai dolce»

Giusy Capone dialoga con Giulia Caminito attorno al suo romanzo L'acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, 2021), vincitore del «Premio Strega Off» della celebre rassegna letteraria estiva. In questo suo terzo libro, l’autrice «guarda dentro e fuori di sé per raccontarci in prima persona cosa ha significato il passaggio a questo nuovo secolo» per coloro che, come lei, oggi, nati e cresciuti in periferia, hanno trent'anni. Protagonista è Gaia, adolescente alle prese con le asperità della vita, educata dalla madre Antonia, «onestissima e feroce», «a non aspettarsi nulla dagli altri».



Con Lisa Ginzburg su «Cara pace»

Cara pace (Ponte alle Grazie, 2020) è il romanzo attorno cui ruota il dialogo tra l’autrice Lisa Ginzburg, figlia dello storico Carlo Ginzburg, e Giusy Capone. Libro finalista al Premio Strega 2021, narra la vicenda di due sorelle, Maddalena e Nina, che «hanno costruito la loro infanzia e adolescenza intorno a un grande vuoto, un'assenza difficile da accettare» e che tentano di colmare ora lontane, ora nella casa di Roma, «dove la loro strana vita, simbiotica e selvatica, ha preso forma». Una trama che sul gioco di parole ‘cara pace/carapace’ cuce insieme una storia di sorellanza.



«Sindrome Italia». Dialogo con Tiziana Francesca Vaccaro

Nel dialogo con la scrittrice e attrice catanese Tiziana Francesca Vaccaro, prendendo spunto dal suo recente graphic novel Sindrome Italia (BeccoGiallo, Padova), ci si interroga chi fossero prima e chi siano quelle figure di donne dell’Est in Italia provenienti da Romania, Ucraina, Polonia ecc, definite sbrigativamente badanti, che emigrano dai loro paesi alla ricerca di un futuro migliore, ma che cadono vittime tornate in patria della cosiddetta «Sindrome Italia», un disturbo mentale traumatizzante che gli studi di psichiatria hanno riconosciuto come tale in questi anni. A cura di Giusy Capone.



Dialogo con Kristina Cepraga, attrice e autrice di cinema tra due culture

Serafina Pastore dialoga con Kristina Cepraga, attrice italo-romena, formatasi in Romania, laurea in Arte drammatica presso l’Accademia di Teatro e Cinema di Bucarest, e maturata professionalmente in Italia, dove ha avuto modo di eccellere in altre sue qualità artistiche, cimentandosi tanto in tv come sui set cinematografici pure in qualità di regista e autrice di testi, nonché di produttrice, espresse nei cortometraggi Tamara, Echelon (2015) e Destino (2018) con cui ha vinto il premio «Afrodite Shorts 2019» come miglior interpretazione femminile ex aequo con Valentina Lodovini.



La Danza della Coscienza: dialogo con Valentina De Piante

Valentina De Piante, friulana trapiantata a Bucarest da venti anni, è coreografa, docente universitaria all’U.N.A.T.C. «I.L. Caragiale», addottorata in arti performative, coordinatrice di progetti e performer che pratica il metodo Feldenkrais®. Nel dialogo con Serafina Pastore scopriamo che la coreografa ha conosciuto l’amore per la danza fin dall’infanzia, una passione cresciuta costantemente in lei quasi fosse una missione tracciatale dal destino. Col tempo il suo tragitto artistico si è arricchito di esperienze e conoscenze sulla danza, in «un processo continuo di approfondimento».



Nadia Comăneci, la ginnasta che saltò le frontiere

Aggiungiamo, nella nostra antologia di prosa romena inedita in italiano, un nuovo capitolo del volume Nu se poate evada din istoria noastră di Adrian Cioroianu, storico, giornalista, politico, professore presso la Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest, attuale Ambasciatore della Romania presso l’UNESCO. Si tratta di La ginnasta che saltò le frontiere. Fuga all’estero di Nadia Comăneci (novembre 1989), che ricostruisce i retroscena di una evasione presaga, settimane dopo, della caduta di Ceaușescu. Traduzione a cura di Ida Libera Valicenti.



In dialogo con Arianna Ninchi e Silvia Siravo su «Musa e getta»

Nel volume dall’ispiratissimo titolo Musa e getta (Ponte alle Grazie, 2021), sedici grandi autrici italiane si mettono nei panni di altrettante grandi «muse» femminili – dalle pop Kate Moss e Amanda Lear, alla ‘rivoluzionaria’ Nadia Krupskaja passando per Maria Callas e Rosalind Franklin - donne che per convenzione maschilista sono state ‘appendici’ dei loro mecenati o pigmalioni per compiacenza all’inelegante detto «dietro ogni grande uomo c’è una grande donna»: più che dietro, o davanti, erano sopra… Su ciò, nel dialogo di Giusy Capone con le curatrici, Arianna Ninchi e Silvia Siravo.    



Galleria Orizzonti d’Arte: «La lettrice» nella pittura italiana e romena

A marzo dedichiamo alle nostre lettrici una speciale edizione in rosa, a cominciare dalla ricca Galleria tematica «Donna che legge» nella pittura italiana, rispettivamente «Femeie citind» nella pittura romena, con 60 opere rappresentative. «La lettrice» è raffigurata da esponenti di varie correnti artistiche italiane, dai Macchiaioli alla Scapigliatura e al futurismo. «Femeia citind» è a sua volta raffigurata da nomi di spicco, da Nicolae Grigorescu, Theodor Pallady e Ipolit Strâmbu ad Alexandru Ciucurencu, Corneliu Baba e Gheorghe Vânătoru. A cura di Afrodita Carmen Cionchin.



Strumento, nemico, tentatrice, im-perfezione: declinazione femminile

Irina Francesconi Turcanu sceglie quattro parole, quattro «simboli essenziali» – strumento, nemico, tentazione, im-perfezione – quattro angolazioni particolari fra le tante altre possibili da cui getta lo sguardo sull’universo femminile. Sono quattro prismi attraversati da raggi di luce di un’intensità che ci fa parare le mani davanti per schermircene vuoi per il fastidio che ci arreca agli occhi vuoi per quello che nascondono e su cui ci si sofferma poco a riflettere. Un invito, quindi, con un bell'argomentare, in immaginative e comuni «nuove geografie identitarie».



La riscoperta di una grande pianista romena: la principessa Bibescu

Partendo dalla monumentale monografia pubblicata a Bucarest nel 2008 presso l’editrice Vitruviu, e curata da un grande intellettuale, raffinato e poliedrico, quale è stato C.D. Zeletin, Smaranda Bratu Elian ricorda una grande figura femminile della storia culturale e musicale della Romania del XX secolo, la pianista, e principessa, Elena Bibescu (1855-1902). Circondata nel suo salotto parigino da celebri musicisti e scrittori, intima della famiglia regale romena e grande mecenate, Elena Bibescu fu una delle grandi protagoniste della fascinosa e indimenticabile Belle Époque europea.



Un’eroina romena: Ecaterina Teodoroiu (1894-1917)

Dal primo volume di Nu se poate evada din istoria noastră, facente parte della serie Cea mai frumoasă poveste (Curtea Veche, 2013), di Adrian Cioroianu, storico, giornalista, politico e saggista, professore presso la Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest, attuale Ambasciatore della Romania presso l’UNESCO, Ida Libera Valicenti, ricercatrice in Storia della Romania, traduce in esclusiva il capitolo dedicato all’eroica figura di Ecaterina Teodoroiu (1894-1917), l’infermiera-soldato che si sacrificò con fierezza per difendere le sorti della Romania durante la Prima guerra mondiale.



Maurizio Vitiello: Appunti sull’artista Luminiţa Țăranu

Luminița Țăranu (n. 1960) è tra le poche artiste romene a essersi affermate in Italia. Laureatasi all'Accademia Nazionale di Belle Arti «N. Grigorescu» di Bucarest sotto la guida del prof. Octav Grigorescu, nel 1987, anno in cui si è trasferita nella Penisola, vince la Borsa Nazionale dell'Unione degli Artisti Plastici della Romania per il disegno e l’incisione. Vive e lavora a Monte Porzio Catone (Roma). Notevole per concezione e dimensioni la personale, «Columna mutãtio – LA SPIRALE», esposta ai Mercati di Traiano-Museo dei Fori Imperiali a Roma (2017-2018). Di Maurizio Vitiello.



Francesca Recchia Luciani: Simone Weil e la filosofia della resistenza

Antigone, Elettra e Filottete sono le eroine protagoniste delle omonime tragedie di Sofocle, tre figure femminili di resilienza al centro del saggio del 1936 di Simone Weil, Filosofia della resistenza. Antigone, Elettra e Filottete, uscito nel 2020 per il melangolo, curato da Francesca Recchia Luciani, docente di Filosofie contemporanee e saperi di genere dell’Università di Bari Aldo Moro, e argomento del dialogo a cura di Giusy Capone, in cui la professoressa sottolinea, come esse valgano ancora come modello «a chi rischia di soccombere alle forme di sopraffazione».



Il simbolismo mistico di Evelyn Underhill

Evelyn Underhill (1875-1941) è figura di grande rilievo nell’ambito del revival mistico di area anglofona all’inizio del ‘900, tanto che Mircea Eliade ha ritenuto opportuno dedicarle uno spazio nella sua monumentale Enciclopedia delle religioni. Partita da posizioni teiste, si è poi avvicinata al misticismo cristiano cattolico, pur essendo lei anglicana, e per tale ragione è annoverata tra gli esponenti del cosiddetto anglo-cattolicesimo. Ben nota è inoltre l’impronta lasciata dalle sue teorie su Nae Ionescu e sul suo corso di Metafisica all’Università di Bucarest. A cura di Igor Tavilla.



Manlio Santanelli, «Regina Madre» e Olga Tudorache

L’attrice Olga Tudorache (1919-2017), una delle grandi stelle del teatro e del cinema romeni, è ricordata con ammirazione per un ruolo che sembrava essere tagliato su misura per lei, quello della protagonista di Regina Madre, opera del 1984 del napoletano Manlio Santanelli, uno dei più insigni drammaturghi italiani del XX secolo, spesso allestita all’estero come molte sue altre pièce. In Regina Madre risalta l’«iconico» ruolo femminile in cui l’attrice romena ha dato magnifica prova della sua arte, come sottolineato con entusiasmo dalla critica romena. Di Armando Rotondi.



Veronica Lazar, attrice tra Romania e Italia

Armando Rotondi ricorda l’attrice di origine romena Veronica Lazar (1938-2014). Cresciuta artisticamente in Italia, paese in cui si era trasferita negli anni ’60, vi intraprese una lunga e ricca carriera. Malgrado sia poco nota al grande pubblico, l’attrice collaborò con mostri sacri del cinema italiano (Bernardo Bertolucci, Michelangelo Antonioni, Dario Argento). Alexandra e Leonardo, i figli avuti dal matrimonio con l’attore Adolfo Celi, le hanno reso un affettuoso omaggio in un documentario Le molte vite di Veronica Lazar presentato alla Festa del Cinema di Roma del 2020.



Lo sguardo femminile di Anite di Tegea. In dialogo con Ugo Pontiggia

L’argomento del dialogo di Giusy Capone con Ugo Pontiggia verte attorno agli Epigrammi della poetessa greca Ànite di Tegea (IV-III sec. a.C.), che l’interlocutore, professore di greco, ha tradotto e commentato nel volume edito nel 2018 per l’editrice La Finestra. Definita la ‘Omero donna’, Ànite di Tegea è «nel mondo ellenistico poetessa dell'Arcadia, [che] si distingue per la delicatezza e la profonda partecipazione emotiva». Nota soprattutto per alcuni «epicedi», epigrammi dedicati alla morte di animali, centrale è lo sguardo rivolto al mondo femminile con un tocco poetico distintivo.



Elena Vesnaver: «Le irriverenti. I volti femminili delle grandi rivoluzioni»

È da poco uscito per l’editrice Liscianilibri (2021) Le irriverenti. I volti femminili delle grandi rivoluzioni di Elena Vesnaver. Nel dialogo di Giusy Capone con l’autrice scopriamo che il libro è una carrellata lungo la storia su trentadue donne «rivoluzionarie» tutte accomunate e mosse dallo spirito di libertà e dal bisogno di scrollarsi di dosso stereotipi e secoli di patriarcato. Determinate a prendere in mano la propria vita «senza dipendere da nessuno», le donne devono vigilare sulle conquiste ottenute perché non possono essere date per scontate in eterno.



La signora Ceaușescu

I coniugi Ceaușescu furono condannati a morte, freddati dalle pallottole sparate da un macabro plotone d’esecuzione dopo un sommario processo farsa, così come era una farsa la realtà parallela in cui viveva ormai da anni la coppia di dittatori. Ciò che colpiva in quelle ultime drammatiche scene era la protervia e la voce stridula di Elena Ceaușescu, una maschera del male, quel male che lei stessa, «Madre della Patria», aveva inflitto alle donne romene tramite gli assurdi, sadici provvedimenti che miravano a controllare i loro corpi calpestando ogni dignità umana. Di Valentina Elia.




«Il bambino è il maestro». Cristina De Stefano su Maria Montessori

È emblematico come da bambina Maria Montessori (1870-1952) detestasse la scuola, eppure è proprio facendo tesoro dei ‘traumi’ scolastici che la grande educatrice, il cui metodo è riconosciuto in tutto il mondo, ha rivoluzionato la pedagogia moderna. Da questa considerazione, che riecheggia nell’incipit de Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori (2020), Giusy Capone dialoga con l'autrice, Cristina Di Stefano, che, attraverso testimonianze dirette e carteggi inediti, ci svela una Montessori sorprendente e poco conosciuta, fra ombre e luci, ma sempre geniale.



Con Barbara Costa, un «viaggio nei segreti del sesso contemporaneo»

Che cos’è il sesso, oggi? Cos’è la libertà? Adulti che si eccitano pagando per essere trattati come bambini, ultrasettantenni infoiati, maschi che si trasfigurano in drag queen. Sono alcuni dei tanti argomenti che ruotano attorno al saggio Pornage. Viaggio nei segreti e nelle ossessioni del sesso contemporaneo (Il Saggiatore, 2018) e all’intervista rilasciata dall’autrice, Barbara Costa, a cura di Giusy Capano, in cui ci vengono spalancate le porte del mondo del sesso e della sessualità di oggi fatto di passioni, di segreti inconfessabili e di perversioni al di là di ogni immaginazione.



«Le magnifiche». In dialogo con Daniela Musini

Le magnifiche. 33 vite di donne che hanno fatto la storia d'Italia (Edizioni Piemme, Milano, 2020) di Daniela Musini: L'autrice ci racconta le vite fiammeggianti di trentatré donne emblematiche. Da Messalina a Grazia Deledda, dalla regina Margherita di Savoia a Wanda Osiris, passando per colei che ispirò il Manzoni per la monaca di Monza, trentatré donne, diversissime tra loro ma accomunate dalla grandezza del proprio operato. Dal canto alla scienza, dal cinematografo alla guida di uno stato, ognuna di loro ha lasciato il segno nella nostra storia. Intervista di Giusy Capone.



«Le imperfette». In dialogo con Emanuela Chiriacò

Le Imperfette. Storie di donne nell’Inghilterra vittoriana e post vittoriana (Primiceri Editore, Padova, 2020) a cura di Emanuela Chiriacò, è una raccolta di dieci racconti inglesi, nove dei quali mai tradotti prima in italiano, pubblicati tra il 1880 e il 1923; un quarantennio durante il quale si assiste al superamento dello stereotipo vittoriano femminile e all’affermazione della New Woman. In ambito letterario, un passaggio che coincide con la rottura dalla tradizione letteraria vittoriana e la nascita del modernismo. Un'ntervista di Giusy Capone.



L’editor che sussurra agli scrittori. Dialogo con Maria Cristina Olati

«I libri non sono uno sforzo solitario». La nascita di un libro nasconde ciò che la copertina ci illustra senza farcelo vedere, un’illusione che il lettore può forse solo tentare di immaginare. È questo il filo conduttore nell’intervista a Maria Cristina Olati, editor e scopritrice di talenti letterari, a cura di Irina Turcanu Francesconi, dialogo in cui scopriamo qual è il ruolo dell’editor, personaggio un po’ misterioso, dietro cui non c’è «un lettore che violenta l’autore, ma «l’altra voce dell’autore», con una riflessione sulle difficoltà dei librai indipendenti in tempi così difficili.



Con Anna Maria Panzera su «Femm[E]. Arte [eventualmente] femminile»

Giusy Capone ci introduce al tema dell’arte coniugata al femminile dialogando con Anna Maria Panzera che ha curato insieme all’artista Veronica Montanino il libro, nato come progetto, Femm[E]. Arte [eventualmente] femminile (Bordeaux Edizioni, 2019). In esso hanno riunito i contributi critici di 15 fra studiose e studiosi di discipline che vanno dalla storia dell’arte alla sociologia fino all’antropologia e alla psicologia al fine di fornire una «ricerca sulla specificità (eventuale) dell’arte femminile», e al contempo di mappare la presenza delle artiste attive sul territorio romano.



Maria Giuseppina Pacilli: «Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità»

Il tema scottante del sessismo e della discriminazione di genere è spesso affrontato da un punto di vista femminile. Questa prospettiva è più che legittima, ma risulta, soprattutto oggi, parziale. Nel volume Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità (il Mulino, 2020) di Maria Giuseppina Pacilli ci viene dato un punto di vista originale e complementare: vivere in una società patriarcale e sessista può essere svantaggioso e dannoso anche per gli uomini, sebbene in modo diverso rispetto a quanto avviene per le donne. Intervista di Giusy Capone.



Chiara Valerio: La matematica è politica, ma anche vita

Chiara Valerio, matematica, saggista, scrittrice, responsabile della narrativa italiana per Marsilio, è autrice del saggio di successo La matematica è politica (Einaudi, 2020), un distillato di riflessioni che sfata miti e leggende. A uno sguardo attento, si coglie che la matematica non è solo politica, ma anche filosofia, un modo di vedere la vita, una ginnastica per la mente. Di questo e di altro ha dialogato nell’intervista a cura di Irina Turcanu Francesconi in cui fanno capolino temi come il suo rapporto con la letteratura romena e l’essere donna in un mondo principalmente maschile.



«Il medesimo mondo». In dialogo con Sabrina Ragucci

A ottobre è uscito il romanzo Il medesimo mondo (Bollati Boringhieri) di Sabrina Ragucci. È un destino implacabile quello che segna la famiglia Mogliano, a partire dal capostipite Pietro, ricco proprietario di terre andato in rovina durante il fascismo, fino ad Angelo e sua moglie Teresa, emigrati in Germania negli anni del boom, e alla loro figlia, Roberta. Anche lei vive sospesa tra due epoche e due nazioni che, nonostante le differenze, spingono i personaggi a vivere dentro gli stessi meccanismi di sopraffazione e sopravvivenza: il medesimo mondo, appunto. Intervista di Giusy Capone.



Un progetto dedicato a Trotula De Ruggiero, pioniera nel campo medico

Trotula de Ruggiero (1050-1097), di nobili origini normanne, fu pioniera della medicina, una delle più note mulieres Salernitanae appartenenti alla cerchia di studiose che nell’XI secolo erano attive presso la celebre Scuola medica salernitana. Considerata l’antesignana dell’ostetricia e della ginecologia, è autrice, anche se ancora sub iudice, di trattati medici. Un gruppo di professioniste si è ispirato a lei per un progetto culturale con l’intento di divulgarne, tra fiaba e racconto storico, i valori. Giusy Capone ne parla dialogando con la portavoce, Roberta Pastore.



Isabella Pinto: «Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività»

All’incrocio tra critica letteraria e filosofia, il volume Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività (Mimesis Edizioni, 2020) di Isabella Pinto, esplora la scrittura di Elena Ferrante ed il rapporto tra soggettività e narrazione, individuando tre diverse partizioni. Il volume rende così visibile come Elena Ferrante - voce femminile e, al contempo, affermativamente depersonalizzata - si inserisca in un «multiverso temporale transfemminista», dove solo le soggettività impreviste e postumane sono in grado di trasformare il potere dello storytelling in potenza poethica. Intervista di Giusy Capone.



Claudia Mandi: Volti/Immaginazioni della romanità antica

L’incontro con la recente tappa creativa dell’artista oltena Claudia Mandi negli spazi allestiti per la sua personale intitolata, in italiano, Antichità immaginata, offre l’occasione di accostarsi a un evento che è tanto ispirato dal punto di vista tematico quanto rilevante nella sua dimensione che denota un’armonia artistica allo zenit della maturità dell’espositrice. Il concetto di corporalità (degli antichi) viene così restituita, così pare, alla nostra memoria sempre più aliena alle sparse radici ma rinvenibili nell’ambito tanto vasto dell’arte. A cura di George Popescu.



Con Anna Paolini su Artemisia Gentileschi e le donne nell’arte

Giusy Capone dialoga con Anna Paolini, illustratrice e scrittrice bolognese, su una delle più grandi pittrici italiane del ’600, Artemisia Gentileschi, cui ha dedicato un libro con pregevoli illustrazioni e testi, uscito fresco di stampa dalle edizioni Logos di Modena, volume che intende essere un intimo e sentito omaggio alla sua figura di artista, maestra nell’uso della luce di chiara ma personalissima influenza caravaggesca, e però anche di donna, per le sofferenze e lo stupro che subì da parte del suo insegnante, il pittore Agostino Tassi, un evento traumatico che ha segnato la sua vita.



Sofonisba Anguissola, la modernità di una pittrice del Rinascimento

Sofonisba Anguissola è la prima pittrice italiana a riscuotere fama internazionale nel corso della sua lunga e avventurosa vita (morì ultranovantenne). Figura di grande talento artistico e intellettuale, dalle profonde qualità umane, è stata la geniale «ritrattista di anime» ammirata in tutta Europa. Chiamata alla corte spagnola, fu dama di compagnia e maestra di pittura della regina Isabella, consorte di re Filippo II. Pur essendole preclusa l’attività di ritrattista di corte, realizzò comunque parecchi ritratti, purtroppo non firmati, rivalorizzati oggi grazie a mostre e ricerche. Di Irina Niculescu.



«Premi Sofia Nădejde» per celebrare la scrittura delle donne

Intitolati a un’autrice (1856-1946) progressista e femminista, i Premi Sofia Nădejde, alla loro terza edizione e il cui gala si è tenuto a Bucarest il 24 settembre 2020, promuovono la letteratura scritta dalle donne. Quest’anno i premi sono andati a: Deniz Otay (per il debutto in poesia) – Fotocrom Paradise (Ed. OMG, 2020), Ema Stere (per il debutto in prosa) – I figli di Marcel (Polirom, 2020), Gabriella Eftimie (categoria poesia) – Sputnik in giardino (Ed. OMG, 2020), Lavinia Braniște (categoria prosa) – Sonia alza la mano (Polirom, 2019). A cura e traduzione di Clara Mitola.



«Gramsci e le donne». In dialogo con Noemi Ghetti

Dimensione politica e vita privata, affetti familiari e relazioni sentimentali s’intrecciano nella vicenda umana di Antonio Gramsci, convinto, intimamente e spontaneamente, incrollabilmente certo della sostanziale uguaglianza di tutti gli esseri umani: bambini, proletari e donne incluse. Un’attenta ricostruzione del ruolo storico che Gramsci attribuisce alle donne negli ininterrotti processi di liberazione, nel libro di Noemi Ghetti  Gramsci e le donne. Gli affetti, gli amori, le idee (Donzelli 2020). Intervista di Giusy Cappone.



Con Laura Paganini su «Il cosmo. Vita, morte e miracoli dell'Universo»

Il cosmo. Vita, morte e miracoli dell'Universo è il titolo del libro di Laura Paganini pubblicato di recente da Hoepli nella collana Microscopi. La metafora della vita è il fil rouge che ricorre per tutto il testo. L'evoluzione del Cosmo è spiegata attraverso numerosi parallelismi con le fasi della vita dell'uomo e con esempi tratti dal nostro quotidiano. Il percorso termina con un focus sull'uomo, dove l'autrice mostra come gli atomi di cui siamo fatti provengano dalle stelle e come il nostro stile di vita possa avere un impatto rilevante sul pianeta Terra. Intervista di Giusy Cappone.



«Non sono sessista, ma...». In dialogo con Lorenzo Gasparrini

Non sono sessista, ma... Il sessismo nel linguaggio contemporaneo (TLON, 2019). Genere linguistico, biologico e sociale dimostrano quanto la dimensione linguistica emani riecheggiamenti nella maniera in cui si avverte la realtà, si erige l’identità e si calcificano i preconcetti. L’autore del libro, Lorenzo Gasparrini, si dedica alla diffusione e divulgazione di argomenti riguardo agli studi di genere, soprattutto rivolti a un pubblico maschile: NO. Del rifiuto e del suo essere un problema maschile (Effequ) e Diventare uomini. Relazioni maschili senza oppressioni (Settenove).Intervista di Giusy Cappone.



Il mito della pittrice Elisabetta Sirani. Un'artista da conoscere

Irina Niculescu ci invita a scoprire una figura importante della pittura femminile italiana del ‘600, la «felsina» Elisabetta Sirani (1638-1665), morta giovanissima, soprannominata «il miglior pennello di Bologna», «Maestra», virtuosa della tavolozza, iniziatrice di fatto di questa professione, e fondatrice nel 1660 della prima Accademia di Disegno per donne fuori da un convento. A lei sono state dedicate nel 2012 la mostra presso gli Uffizi a Firenze e, prima, fra il 2004 e il 2005, quella del Museo Civico Archeologico di Bologna, una prima antologica con 80 opere esposte.



Gianpaola Costabile: «Donne - Madonne. Memorie al femminile»

Donne - Madonne. Memorie al femminile è il libro di Gianpaola Costabile pubblicato da Edizioni Scientifiche Italiane nel 2019: dodici ritratti di donne, differente per età, condizione, funzione sociale ma accomunate dalla abilità, tutta muliebre, di salpare dalla propria storia personale per dedurne cognizione di vita universale. Madri che nel riesaminare il proprio ruolo di figlie non sciolgono giammai il laccio con la donna per antonomasia, la Madonna. Sulla loro spiritualità, che è il focus del libro, verte l'intervista di Giusy Capone all'autrice del libro.



I sentieri delle Ninfe. In dialogo con Fabrizio Coscia

La Ninfa. Il dispiegarsi del sentiero del discorso amoroso attraverso l'evoluzione di un archetipo della perdita e dell'assenza, rintracciato nella letteratura, nell'arte, nella filosofia, nella musica, nella fotografia e nel cinema. È questo il filo conduttore del libro I sentieri delle Ninfe nei dintorni del discorso amoroso (Exòrma Edizioni, 2019) di Fabrizio Coscia, critico letterario e teatrale, collaboratore del quotidiano «Il Mattino». Nel dialogo con Giusy Capone che qui pubblichiamo, Fabrizio Coscia ci parla delle varie sfaccettature assunte dalle ninfe nel suo saggio.



Anna de Noailles, la fascinosa aristocratica scrittrice franco-romena

Alina-Monica Turlea ci invita a scoprire la fascinosa figura dell’aristocratica scrittrice franco-romena Anna de Noailles (1876-1933), nata principessa Bibescu-Basarab Brâncoveanu, che sposò il conte Mathieu de Noailles, rampollo di una delle più importanti famiglie nobili francesi. Diva dei salotti parigini e amica intima di romanzieri come Maurice Barrès e Marcel Proust (con cui ha intrattenuto un lungo rapporto epistolare), Anna de Noailles ha lasciato una vasta e variegata opera letteraria che, pur riflettendo il gusto dell’epoca, merita di essere riscoperta e rivalutata.



A Roma e Firenze, per celebrare Dora d’Istria (principessa Elena Ghica)

Dora d’Istria, pseudonimo della principessa Elena Ghica (1828-1888), rientra nel novero delle grandi donne intellettuali dell’Ottocento europeo. A rievocarne la personalità e la storia si è cimentata con rigore la professoressa Roberta Fidanzia nel libro Dora d’Istria. Uno sguardo femminile sull’Ottocento (Aracne, Roma, 2013). Curatrice della traduzione romena, pubblicata quest’anno dalla casa editrice Drengo di Roma, è la professoressa Viorica Bălteanu, che ci informa anche sul doppio evento celebrativo, romano e fiorentino, tenuto in suo onore.



Liliana Nechita e il suo omaggio alla civiltà contadina romena

Il nuovo progetto «I Mercoledì Letterari», inaugurato dall’Accademia di Romania in Roma il 19 settembre 2018 e curato dalla professoressa Oana Boșca-Mălin, è l’indovinatissima formula per far accostare il pubblico italiano alle opere di scrittori romeni in traduzione. Il primo appuntamento, con la presenza della scrittrice Liliana Nechita e della sua traduttrice, Elena di Lernia, è stato dedicato alla presentazione dei romanzi Ciliegie amare (Laterza 2017) e Împărăteasa (Humanitas 2017), in corso di traduzione, di cui pubblichiamo alcuni brani in anteprima italiana.



«Come vuole la vita» di Ana Danca: «Il passato, la mia ricchezza d’oggi»

Continua la serie de «I Mercoledì Letterari» all’Accademia di Romania in Roma, che nell’ultimo incontro, quello del 26 settembre scorso, ha visto come protagonista Ana Danca, autrice del romanzo autobiografico Come vuole la vita (Il Rio Edizioni, 2016). L’autrice narra le amare vicissitudini della propria vita dal piccolo villaggio natale in Moldavia all’Italia, cui è approdata venti anni fa. Una vita dura, ma che, come donna, non le ha mai tolto la volontà di affrontarla con dignità e determinatezza. Presentazione a cura di Michela Scomazzon Galdi.



«Sindrome italiana»: chi bada alle badanti?

Nel suo articolo Armando Santarelli ci porta a conoscenza di un risvolto drammatico della vita delle badanti dall’Est Europa che, per ragioni economiche, lasciano i figli e la famiglia per trasferirsi in Occidente in cerca di lavoro: il senso di abbandono e di perdita di identità, uniti al senso di colpa, le portano a volte a sviluppare una serie di patologie psichiche, note come la «Sindrome italiana». L’autore squarcia il silenzio su un fenomeno sociale praticamente sconosciuto da noi di devastante impatto sull’esistenza e la salute mentale di queste donne.



Lo zero che sconfigge il nulla: il romanzo di Cristina Mărginean Cociș

Romanzo e storia vissuta si intrecciano indissolubilmente in Zero Positivo, romanzo in cui Cristina Mărginean Cociș racconta la sua sfida con il cancro. Stabilitasi da anni a Udine, l’autrice deve affrontare una prova «grave e fulminante» mentre è in attesa del suo secondo figlio. Una via della croce che si trasforma in via dell'amore. Il romanzo le canta entrambe, con la corposità vera e convincente di una storia vissuta che si fa anche pedagogia della fede: la croce, simbolo di memoria e rinascita corporale e spirituale, è presente in tutto il racconto. Recensione di Carolina Montuori.




L'esodo delle madri: quando il romanzo urla la tragedia di chi emigra

Storie di esilio e di separazione, dove la povertà totale diventa preferibile all’assenza della madre. È uno dei tanti volti, troppo poco conosciuti, dell’emigrazione delle madri, storie di dolore che toccano molte donne romene emigrate in Italia e altrettanti figlie di famiglie che restano in Romania. Ce lo raccontano, con la forza della denuncia e della testimonianza in prima persona, due romanzi di Liliana Nechita e Dan Lungu, presentati da Smaranda Bratu Elian. Storie dove l’emigrazione è vissuta come un fallimento, per quelli che partono e per quelli che restano a casa.



Centenario Natalia Ginzburg. Un teatro per la donna protagonista

In occasione del centenario della nascita di Natalia Ginzburg (nata Levi, 14 luglio 1916), pubblichiamo un'analisi dedicata alla polimorfa immagine della donna, quale traspare dalle opere teatrali della scrittrice, dove le donne hanno il ruolo di protagonista, benché ancora non in chiave classicamente femminista. Varie sono state le circostanze che hanno spinto la Ginzburg a mettere al centro del suo teatro la donna piuttosto giovane della sua contemporaneità, ad iniziare dal contesto socio-culturale, segnato da rapidi cambiamenti. Di Roxana Utale.



Letteratura migrante: Irina Ţurcanu e «Alia su un sentiero diverso»

Con questo numero iniziamo la pubblicazione di interventi dedicati ai libri più rappresentativi della cosiddetta letteratura romena migrante, cioè prodotta in lingua italiana da autori romeni italofoni che vivono e operano in Italia. Apre la serie il romanzo d’esordio di Irina Ţurcanu, Alia su un sentiero diverso (Edizioni Seneca 2008). Temi centrali del libro sono lo sradicamento e la perdita dell’orizzonte, ma anche la ricerca di una terra fertile dove poter reimpiantare le proprie radici. Un altro luogo per declinare la propria identità. Recensione di Ana Maria Tomaziu Patraşcu.



Magda Cârneci, «FEM»: un tributo al mondo femminile

Libro-confessione, biografia spiritual-sentimentale, libro di ricordi, diario intimo, libro epistolare, poema in prosa: tutte queste pur significative definizioni del romanzo FEM di Magda Cârneci (Cartea Românească, 2011) risultano insufficienti e limitative, incapaci di rendere l’idea di fondo di questa prima incursione nella prosa che scandaglia l’intimo universo della scrittrice, un universo che vola da episodi legati all’infanzia a quelli della donna adulta, alla sua (fallita) storia d’amore, ai fantasmi femminili che popolano, si potrebbe dire fellinianamente, il suo vissuto. A cura di Mauro Barindi.



Un libro al femminile: Adriana Bittel e il suo «Appuntamento a Parigi»

Un’altra scrittrice romena si affaccia sul panorama editoriale italiano. Si tratta di Adriana Bittel con Appuntamento a Parigi, recentemente pubblicato dalla casa editrice Aracne, nella traduzione di Raffaella Tuan. Il libro contiene 11 racconti, ognuno dei quali svela un personaggio femminile. L’autrice racconta storie, amori non corrisposti con una spiccata capacità di esplorare l’animo umano e analizzare le donne e le loro reazioni nel quotidiano, nelle banalità della vita reale. Qualcuno osserva che la prosa di Adriana Bittel ricorda per l’amarezza, la tristezza e la fantasia, i film di Fellini.



Ingrid Beatrice Coman e la sua scrittura migrante: «Pegno per mamme»

Il volume bilingue Satul fără mămici/ Il villaggio senza madri (Rediviva Edizioni, 2012) di Ingrid Beatrice Coman dà voce a «dieci bambini che avevano qualcosa da dire. Io non ho fatto molto – afferma l’autrice –. Mi sono soltanto messa in ascolto, in rispettoso silenzio, in quei momenti sacri della giornata in cui tutto tace, tutto dorme, e allora si può sentire, appena sussurrata, la voce nascosta e misteriosa di chi non parla mai, ma manda fuori nel mondo le vibrazioni del proprio cuore, affinché qualcuno possa raccoglierle e raccontarle». Pubblichiamo qui Pegno per mamme.



Donna-sfinge o donna fatale? Il femminile e «La noia» di Moravia

Laura Stefania Mara ci dischiude l’universo femminile de La noia di Alberto Moravia a partire dai quattro tipi di donne nella letteratura, identificati dal critico Corina Ciocârlie nel suo Fals tratat de disperare (Falso trattato di disperazione): la sfinge oppure la moglie dominante; la bisbetica oppure la moglie detestata; il diavolo oppure la donna fatale; Vidma oppure la donna malata. Nei personaggi-donna di Moravia - la madre di Dino, Cecilia e sua madre - questi tipi non sono mai troppo nettamente delimitati, ma si intersecano tra loro in modo molto interessante.



Dora d’Istria fra Oriente europeo e Belpaese

Un ritratto di Dora d’Istria, pseudonimo letterario della nota principessa Elena Ghica, nata a Bucarest nel 1828 da una delle più importanti famiglie aristocratiche del tempo. Lo firma Antonio D’Alessandri, autore di un'importante opera su questa figura, di cui vengono riprese le tre questioni maggiori che l'hanno interessata: la dialettica fra religione e politica nei mutamenti che, dopo la Rivoluzione francese, stavano investendo radicalmente la società europea; le questioni nazionali delle popolazioni del Sud-est europeo e la condizione femminile in Europa orientale e occidentale.



Claudia Mandi - Rosso Pompeiano
- Che guardi? Guardo il rosso. Che cos’è il rosso? Il maestoso Rosso Pompeiano.







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dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

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il dialogo interculturale,
con particolare interesse
verso la traduzione letteraria come opera di mediazione.