ITALIANISTI E TRADUTTORI TRA ROMANIA E ITALIA


CARMELO ALBERTI

Quando in Transilvania si recitava Goldoni. Intervista a Carmelo Alberti

La fortuna del teatro di Carlo Goldoni, grande commediografo del Settecento, ha letteralmente attraversato terre e tempi lontani: ancora vivente, le sue opere andavano in scena ad esempio anche in Transilvania. A una rilettura del teatro del grande veneziano è dedicata l'intervista di Smaranda Bratu Elian a Carmelo Alberti, professore di teoria e storia del teatro e dello spettacolo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, nonché autore di fondamentali studi sul teatro veneziano e in particolare su Carlo Goldoni (la cui opera, ricordiamo, è pubblicata anche in Romania).




ALEXANDRU BALACI

Alexandru Balaci, il Professore che iniziava la giornata leggendo Dante

Smaranda Bratu Elian evoca il suo Professore, Alexandru Balaci (1916-2022), illustre italianista, accademico e critico letterario, per il quale essere studioso ed essere docente erano due cose inseparabili. Ciò spiega come mai, avendo avuto tanti altri importanti incarichi, Balaci abbia insegnato letteratura italiana all’Università di Bucarest per 50 anni (e spiega forse anche il fatto che dopo l’89, rifiutato dalla sua università per ragioni politiche, ha accettato, anche se molto anziano, di insegnare presso le nuove università private). La sua ingente opera annovera più di 3000 titoli:




VIORICA BĂLTEANU

L'italianistica a Timişoara. In dialogo con Viorica Bălteanu

L’italianistica a Timişoara, l'attività del locale Comitato della Società Dante Alighieri e i legami con la comunità imprenditoriale italiana più importante della Romania. E ancora, il significato dell’atto traduttivo e l'attuale presenza della letteratura italiana in Romania. Sono alcuni dei temi affrontati nell’intervista con Viorica Bălteanu, docente dell’Università dell’Ovest di Timişoara. Per il suo instancabile sostegno alla promozione dei rapporti culturali italo-romeni, le è stata conferita nel 2004 l’onorificenza di «Cavaliere della Repubblica Italiana al merito culturale». A cura di Afrodita Cionchin.




NOVELLA BELLUCCI

Reggere il disincanto. Novella Bellucci rilegge le «Operette» di Leopardi

«Leopardi insegna a pensare criticamente, a fare del dubbio uno strumento conoscitivo indispensabile. Le sue Operette sono essenzialmente morali perché indicano modi per sostenere il peso del disincantamento moderno». Questa e altre prospettive ermeneutiche sostanziano l’intervista-dialogo che Smaranda Bratu Elian intrattiene con Novella Bellucci, docente di letteratura italiana alla «Sapienza» di Roma e illustre specialista dell’opera di Giacomo Leopardi. Sua, tra l'altro, l'introduzione alla recente traduzione in romeno delle Operette morali per i tipi di Humanitas.




SMARANDA BRATU ELIAN

Smaranda Elian: «Tradurre, necessità e diletto del dialogo tra le culture»

Coordinatrice della prestigiosa collana bilingue Biblioteca Italiana dell'editrice Humanitas di Bucarest, traduttrice di prim’ordine dall’italiano al romeno, Smaranda Bratu Elian è stata insignita del Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Repubblica Italiana per il 2012. «La traduzione letteraria è per me un lusso e un diletto e le traduzioni fanno parte del dialogo vivo tra le culture», racconta nell'intervista a cura di Afrodita Cionchin, dove affronta le problematiche della traduzione letteraria e la presenza della letteratura italiana in Romania.





ALBERTO CASADEI

Per una poetica dello stile: dare corpo ai segni. Parla Alberto Casadei

«Lo stile non è un elemento formale, un’aggiunta esteriore a un contenuto già costituito, e nemmeno lo scarto rispetto a una norma in qualche modo fissata; si tratta invece dell’interfaccia fra biologia dell’autore, dunque la sua esistenza vista in modo unitario, e mondo esterno». Così Alberto Casadei, ordinario di letteratura italiana all'Università di Pisa, critico e teorico della letteratura, narratore e poeta. Ospite questo mese de «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian», nel dialogo che pubblichiamo delinea suggestive proposte per una critica letteraria basata sulle recenti scienze cognitive.




ONOFRIO CERBONE

In memoriam Onofrio Cerbone (1950-2016)

iL 9 febbraio 2016 si è spento improvvisamente il professor Onofrio Cerbone. Nato il 24 maggio 1950, il professor Cerbone si laureò in Filosofia presso l’Università di Napoli, diventando lettore di lingua e letteratura italiana presso le Università di Iaşi, Groningen e Bucarest. Iniziatore e coordinatore del Master in studi Italo-Iberici della Cattedra di italiano dell’Università di Bucarest, ha dedicato i suoi studi recenti alla scuola di sociologia romena di Dimitrie Gusti. Lo ricordiamo con una presentazione della figlia, Giuseppina Cerbone, e un intervento di Florin Galiş, suo ex allievo e amico.




TULLIO DE MAURO

In memoriam Tullio De Mauro (1932-2017)

Il 5 gennaio 2017 si è spento a Roma, all’età di 84 anni, il professor Tullio De Mauro. La notizia ha provocato grande dolore non soltanto nella comunità linguistica e culturale italiana, ma anche tra gli italianisti del mondo, che vedevano nella personalità del grande linguista, docente universitario, saggista, politico e manager culturale, un attento studioso dell’italiano nella sua dinamica, un analista disincantato delle trasformazioni nella cultura degli italiani, un sostenitore entusiasta delle più moderne tecniche digitali di insegnamento alle giovani generazioni. Di Oana Boşca-Mălin.




LUCIO FELICI

Il buon critico lavora di umiltà e di ascolto. Intervista a Lucio Felici

Ci sono esperienze professionali più uniche che rare. È il caso di Lucio Felici, saggista e critico letterario, già direttore di colossi come Garzanti, Giunti, Newton Compton. Alla scuola di maestri indiscussi quali Mario Luzi, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Paolo Volponi, e una ancora lunga lista di grandi nomi, medesima la lezione appresa: «Il critico – segnala Felici – deve mettersi in umile ascolto dell’autore e tentare con lui un dialogo fraterno. Se manca il rapporto empatico, la filologia e qualsiasi altro metodo d’interpretazione diventano autoreferenziali». Intervista di Smaranda Bratu Elian.




FRANCESCO FURLAN

Escono in romeno «I libri della famiglia» di Leon Battista Alberti

È in uscita, per la prima volta in romeno, presso la casa editrice Humanitas di Bucarest, l'edizione bilingue di un testo fondamentale del Quattrocento, I libri della famiglia (De familia libri IV) di Leon Battista Alberti (Genova, 1404-Roma, 1472), nell’ormai nota collana bilingue Biblioteca italiana. A questa importante opera, «vero e proprio manifesto della civiltà umanistica», e al suo famoso autore è dedicata l'intervista al professor Francesco Furlan, prefatore del volume e specialista del Rinascimento e in modo particolare dell’Alberti. A cura di Smaranda Bratu Elian.




SILVIO GUARNIERI

SPECIALE SILVIO GUARNIERI

Nel 2022, a 30 anni dalla scomparsa, la nostra rivista inaugura uno Speciale dedicato a Silvio Guarnieri (Feltre, 5 aprile 1910 - Treviso, 28 giugno 1992), uomo di lettere, docente universitario, scrittore, critico letterario e d’arte che diede un notevole contributo alla vita intellettuale del Novecento, dall'esordio presso la fiorentina «Solaria» al decennio trascorso in Romania quale direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Timisoara (dal 1938 al 1948), fino alle ultime opere pubblicate. Fu attivo studioso di cultura romena e un instancabile divulgatore di quella italiana in Romania.




GEORGE LĂZĂRESCU

George Lăzărescu, illustre italianista romeno

Nel centenario dalla nascita e a sedici anni dalla scomparsa del prof. George Lăzărescu (1922-2006), l’illustre e stimato esponente di primissimo piano dell’italianistica romena per le sue profonde ed erudite conoscenze della cultura italiana, la prof.ssa Otilia Doroteea Borcia, che è stata sua allieva, come pure di un’intera generazione di altri italianisti romeni, ripercorre in questo sentito e denso saggio le tappe della formazione e del percorso del docente e uomo di scienza, tanto umano quanto rigoroso, ricco di una bibliografia e di un’attività culturale di stupefacente vastità.




DANIELA MARCHESCHI

Daniela Marcheschi: «La letteratura, specchio dell’identità italiana»

«La nostra letteratura, ancora tipicamente multilingue (si pensi al fenomeno della poesia dialettale), è lo specchio della multiculturalità costitutiva dell’identità italiana. Ogni italiano ha una identità nazionale, una regionale o delle città/stato di un tempo e, in certi casi, anche di più. Penso ad esempio a uno scrittore come Carmine Abate: italiano, calabrese e di cultura e lingua anche arbëreshë, perché discendente degli Albanesi che si sono stanziati nel sud Italia fra il XV e il XVIII secolo». Così Daniela Marcheschi, critico dagli orizzonti interdisciplinari e di fama internazionale.




ALEXANDRU MARCU

L'italianistica a Bucarest: Alexandru Marcu, sulle orme di Ramiro Ortiz

Alexandru Marcu è uno dei più grandi e poliedrici italianisti romeni. Si è affermato tanto nel campo della storia della letteratura, quanto in quello letterario per le numerose traduzioni dall'italiano in romeno e viceversa. Grazie alle cariche istituzionali, tra cui quella di ministro della Propaganda Nazionale negli anni 1941-1944, è stato uno dei più assidui propagatori della cultura italiana in Romania. Veronica Turcuş presenta il suo contributo allo sviluppo della cattedra di lingua e letteratura italiana dell'Università di Bucarest, come degno continuatore di Ramiro Ortiz




RAMIRO ORTIZ

Un’altra biografia di Ramiro Ortiz (parte prima)

In collaborazione con Doina Condrea Derer, rinomata italianista dell'Università di Bucarest, pubblichiamo un interessantissimo inedito su Ramiro Ortiz, il cui autore è il prof. Riccardo La Rovere, ex insegnante del Ginnasio 'Ramiro Ortiz' di Chieti, cittadina dove è nato il fondatore del Seminario d'Italiano di Bucarest, della rivista «Roma», dell'Istituto Italiano di Cultura in Bucarest, studioso e traduttore dal romeno. La monografia che ci propone ricostruisce per la primissima volta l'albero genealogico degli Ortiz ponendo l'accento sui legami del Nostro con il suo natio Abruzzo.



Un’altra biografia di Ramiro Ortiz (parte seconda)

In collaborazione con Doina Condrea Derer, rinomata italianista dell'Università di Bucarest, pubblichiamo la seconda parte dell’inedito su Ramiro Ortiz a cura del prof. Riccardo La Rovere, ex insegnante del Ginnasio «Ramiro Ortiz» di Chieti, cittadina dove è nato il fondatore del Seminario d'Italiano di Bucarest, della rivista «Roma», dell'Istituto Italiano di Cultura in Bucarest, studioso e traduttore dal romeno. La monografia ricostruisce per la primissima volta l'albero genealogico degli Ortiz e pone l'accento sui legami del Nostro con il suo natio Abruzzo.




NUCCIO ORDINE

«L’utilità dell’inutile». Nuccio Ordine e il suo bestseller «eretico»

«L’utilità dell’inutile» è il titolo di un fortunato bestseller, pubblicato in francese nel 2013 e tradotto in numerose lingue – incluso, in prossima edizione, il romeno – di Nuccio Ordine, illustre specialista di studi sul Rinascimento e direttore, insieme a Smaranda Bratu Elian, della «Biblioteca Italiana» edita da Humanitas. Le discipline umanistiche, ritenute «inutili» nella logica mercantilistica della nostra società, sono invece indispensabili per il miglioramento di sé e la crescita dell’umanità. Questi alcuni degli assunti espressi e approfonditi nell’intervista realizzata da Smaranda Bratu Elian.




MARIAN PAPAHAGI

SPAZIO MARIAN PAPAHAGI, dedicato all’illustre italianista romeno

Lo spazio Marian Papahagi (1948-1999) raccoglie i contributi del numero omaggiale che la nostra rivista gli ha dedicato a vent’anni dalla sua fulminea scomparsa. Gli interventi dei numerosi studiosi italiani e romeni rievocano una personalità di vaglia della Romania del secondo Novecento,  in un interessante percorso di lettura da cui emerge la luminosa figura di un autentico Magister, dell’insigne critico letterario, dell’esimio traduttore, del versatile manager culturale, di un uomo dal multiforme ingegno, raffinato e affascinante. A cura di Afrodita Cionchin e Monica Fekete.



ELENA PÎRVU

Convegno Internazionale di Italianistica, Craiova, X edizione: un bilancio

Si è conclusa di recente la decima edizione, con il tema Lingua e letteratura italiana nel presente e nella storia, del Convegno Internazionale di Italianistica, organizzato dalla sua infaticabile anima e coordinatrice, la professoressa Elena Pîrvu, docente di italiano presso l’ateneo di Craiova, dove si svolge puntualmente uno degli appuntamenti più importanti a livello accademico per gli studi di italianistica in Romania. Nell’intervista raccolta dalla professoressa Smaranda Bratu Elian, Elena Pîrvu ne traccia, guardando anche alle edizioni passate, un bilancio incoraggiante.




GEORGE POPESCU

«Antidoto a un mondo in deriva». In dialogo con George Popescu

Antidoto a un mondo in deriva. Sette poeti italiani novecenteschi (Fermenti editore, Roma, 2021, testo a fronte, nota introduttiva di Marcello Carlino, in collaborazione con la Fondazione Marino Piazzolla), è l’antologia poetica (versi di Dario Bellezza, Mario Lunetta, Francesco Muzzioli, Marino Piazzola, Antonia Pozzi, Vittorio Sereni e Andrea Zanzotto) curata e tradotta in romeno da George Popescu, poeta, italianista, fine studioso ed esegeta di letteratura italiana, già docente all’Università di Craiova, con cui dialoga qui Velio Carratoni, direttore editoriale di Fermenti editore.




GIANCARLO REPETTO

Giancarlo Repetto: «Bucarest, dove le storie ti vengono a cercare»

«Bucarest mi ha fatto ritrovare la voglia e il piacere di scrivere: è una città strana e affascinante nella quale le storie mi vengono a cercare». Dal 2008 Giancarlo Repetto insegna al Liceo bilingue «Dante Alighieri» di Bucarest e nel 2012 ha istituito, insieme a Smaranda Bratu Elian e Oana Bosca-Malin, il «Festival di lettura giovane». Autore di un romanzo e della recente raccolta di racconti Ventotto tagli di luna (Neos Edizioni, Torino 2013), il professor Repetto propone alcune considerazioni sulla società romena e sulla sua esperienza umana e professionale a Bucarest.




MARCO SANTAGATA

Canto d’addio per Marco Santagata

La pandemia ha commesso un altro sacrilegio portandoci via il 9 novembre il prof. Marco Santagata dell’Università di Pisa, scrittore, insigne studioso di Dante e Petrarca, critico acuto e sensibile di lirica ottocentesca e letteratura italiana. In questo commosso ricordo dell’autore, tradotto anche in romeno con il romanzo Il copista (Humanitas 2008) e la prefazione alla nuova edizione romena del Canzoniere petrarchesco (sempre per Humanitas), Smaranda Bratu Elian rievoca qui un episodio tanto curioso quanto inatteso della sua biografia legato al cantante rock Vasco Rossi.




GIANDOMENICO SERRA

100 anni di italianistica all’Università di Cluj. Gli inizi

Nel centenario dei corsi alla Cattedra di lingua e letteratura italiana dell’Università di Cluj, Otilia Ștefania Damian ne fa la cronistoria ricordando la ricca attività del primo lettore di italiano, Giovanni Domenico Serra (1885-1958), in carica dal 1° dicembre 1920, come riportato nell’Annuario dell’università per gli anni 1919-1943, e poi titolare della cattedra stessa, assunto tramite contratto, dall’anno accademico 1924-1925. Ne sarà a capo per lunghi lustri, affiancato da illustri lettori d’italiano, fino al 1939, anno in cui ritorna in Italia lasciando un ricordo indelebile.




GIORGIO STABILE

Giorgio Stabile: Leopardi e Galilei, la modernità tra natura e disincanto

Ospite de «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian» è il professor Giorgio Stabile, i cui interessi di studio comprendono filosofia, scienza, religione, arti, dall'antichità al XVII secolo. L'intervista affronta aspetti di acuta modernità che accomunano i due grandi, ossia Leopardi e Galilei. «Leopardi, nello Zibaldone, chiama Galilei “primo riformatore della filosofia e dello spirito umano” – segnala Stabile –, con perfetta coscienza che Galilei aveva aperto una nuova epoca e strada alla filosofia europea sradicando dalle fondamenta l’edificio dottrinale aristotelico-scolastico».




LUIGI TASSONI

Luigi Tassoni: ricerca e creazione, il ruolo di letteratura e università

Ospite questo mese de «Gli invitati di Smaranda Bratu Elian» è Luigi Tassoni, critico, semiologo, storico della letteratura, ordinario di letteratura italiana all’Università di Pécs (Ungheria) e dal 1994 direttore del Dipartimento di Italianistica della stessa Università e dell’Istituto di Romanistica. In questa articolata intervista si attua, tra l'altro, un interessante confronto sui metodi e sui risultati dell’insegnamento dell’italianistica, della sperimentazione didattica e della ricerca scientifica nelle università romene e ungheresi, comprese le nuove sfide che attendono studenti e professori.




CARLO VAROTTI

Carlo Varotti: «Letteratura, quelle domande che ci mantengono liberi»

«Che lo studio della letteratura abbia perso ovunque terreno è sotto gli occhi di tutti. Eppure si parla continuamente di primarietà della ‘narrazione’: ebbene, se la letteratura è per eccellenza il luogo della rielaborazione narrativa del mondo, allora essa è ineludibile, pur sotto altre forme». È una riflessione a tutto campo sul ruolo e sulle attuali possibilità della letteratura quella che Carlo Varotti, professore all’Università di Parma e specialista del pensiero politico del Rinascimento, sviluppa sollecitato dalle domande di Smaranda Bratu Elian nell’intervista che pubblichiamo.





SERGIO ZATTI

Escono in romeno le «Lettere dal manicomio» di Torquato Tasso

È in uscita presso l'editrice Humanitas di Bucarest l'edizione bilingue delle Lettere dal manicomio di Torquato Tasso, selezione dell’enorme epistolario che lo scrittore produsse nel periodo tra il 1579 e il 1586, durante i sette anni di reclusione nell’ospedale-carcere Sant’Anna di Ferrara. Alla modernità di Tasso, che nelle lettere parla di sé ma indirettamente rivela aspetti essenziali della sua epoca, è dedicata l'intervista a Sergio Zatti, dell'Università di Pisa, prefatore del volume e specialista dell’epica cavalleresca del Cinquecento italiano. A cura di Smaranda Bratu Elian.








Rivista online edita
dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

Promuove
il dialogo interculturale,
con particolare interesse
verso la traduzione letteraria come opera di mediazione.