RACCOLTA DI INTERVISTE A CURA DI AFRODITA CARMEN CIONCHIN


Claudio Magris: «Il viaggio è la più grande metafora della vita»

«Ognuno di noi ama la propria particolarità, ma sa o almeno dovrebbe sapere che essa non è ancora un valore, è la premessa del valore e non nega l’appartenenza ad altri contesti più vasti». Dopo l’uscita dell’edizione romena de L’infinito viaggiare (Călătorie nesfârşită, RAO, 2010, trad. di Afrodita Cionchin), proponiamo un dialogo con il noto scrittore Claudio Magris sul significato del viaggio nella sua vita e scrittura. Magris si sofferma anche sul suo incontro con l'universo culturale romeno, sul rapporto tra cultura italiana e cultura romena, tra mitteleuropeismo e romenità.



Una vita di studi per la Romania: Lorenzo Renzi

Lorenzo Renzi è uno dei più autorevoli romanisti e romenisti d’Italia. La sua attività costituisce un capitolo importante della storia dell’insegnamento di Romeno all’Università di Padova. Questo ampio colloquio ripercorre, tra l’altro, alcuni momenti salienti del suo itinerario di vita legato alla Romania. «Se la mia attività scientifica – confessa il professore – si è centrata soprattutto sui canti popolari e poi su alcuni studi di linguistica romena, in realtà ho cercato sempre di occuparmi di un po’ di tutto ciò che riguardava la lingua e la letteratura romena». A cura di Afrodita Cionchin.



Mario Andrea Rigoni: «Delizioso e sorprendente, così era Cioran»

«Delizioso e sorprendente, aperto con chiunque, salvo che con gli indiscreti o gli imbecilli». Mario Andrea Rigoni, colui che ha diretto per l'editore Adelphi la traduzione italiana degli scritti di Emil Cioran, così ricorda l’incontro e la frequentazione con il grande pensatore romeno. Studioso di Leopardi, Rigoni segnala anche l’influsso avuto da Cioran sul suo lavoro. «L’amicizia di Cioran e la conoscenza dei suoi libri hanno indubbiamente salato il mio sangue letterario. Mi hanno aiutato a liberarmi dalle tracce di erudizione e di accademia che, per il mio mestiere, non potevo non avere».



«Quel profumo di caffè e Mitteleuropa». Riccardo Illy, storia di famiglia

Ci sono storie e uomini che sembrano custodire nel loro patrimonio genetico una costitutiva vocazione all'interculturalità, irresistibilmente aperti ad ampi orizzonti. È il caso della famiglia Illy, cognome che è anche un rinomato brand internazionale. Ce ne racconta la storia Riccardo Illy, noto anche per il suo impegno politico, in un viaggio di generazioni che parte da Timişoara, col nonno ungherese Francesco, e arriva a Trieste, città multiculturale. Una storia mitteleuropea, non solo di caffè ma anche di idee: «Ogni impresa – dice Illy – deve impegnarsi a sostenere la cultura».



Smaranda Elian: «Tradurre, necessità e diletto del dialogo tra le culture»

Coordinatrice della prestigiosa collana bilingue Biblioteca Italiana dell'editrice Humanitas di Bucarest, traduttrice di prim’ordine dall’italiano al romeno, Smaranda Bratu Elian è stata insignita del Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Repubblica Italiana per il 2012. «La traduzione letteraria è per me un lusso e un diletto e le traduzioni fanno parte del dialogo vivo tra le culture», racconta nell'intervista a cura di Afrodita Cionchin, dove affronta le problematiche della traduzione letteraria e la presenza della letteratura italiana in Romania.



Bruno Mazzoni: «Tanti titoli di scrittori romeni, un dato ormai acquisito»

All'insigne romenista Bruno Mazzoni, con alle spalle già quattro lustri spesi, in qualità di ammirato e instancabile traduttore, per la diffusione della letteratura romena in italiano, è stato conferito nell’ambito del Pisa Book Festival 2021 il Premio alla Carriera per la sua trentennale attività accademica all’Ateneo di Pisa e per il suo impegno traduttivo. Nel dialogo con Afrodita Cionchin, direttore della nostra rivista, il professore si sofferma, tra i vari argomenti, sulle sue traduzioni in uscita nel 2022 e sulla presenza di autori romeni, classici e contemporanei, nell’editoria italiana.



Mauro Barindi: Che significa, per il traduttore, «vivere» un autore?

Il direttore della nostra rivista, Afrodita Cionchin, dialoga con il collega Mauro Barindi, traduttore editoriale dal romeno dal 2008, che parla delle sue traduzioni, del rapporto e del contatto che si creano con le autrici/gli autori dei libri tradotti, delle dinamiche traduttive tra romeno e italiano, del suo approccio al testo da volgere in italiano e di altri temi attinenti allo spazio che negli ultimi decenni la letteratura romena si è creata/conquistata in Italia grazie alle traduzioni. Nelle sue parole emerge un punto di vista personale da mettere a confronto con altre/i traduttrici e traduttori dal romeno.



Traduzioni e scrittura migrante. In dialogo con Irina Țurcanu

Afrodita Cionchin conversa con Irina Țurcanu, traduttrice e scrittrice, nata in Romania, che vive in Italia dove si è laureata in Filosofia presso l’Università di Milano, e dove ha svolto una vasta attività come pubblicista ed editor per alcune case editrici. Curatrice di antologie di racconti e autrice a sua volta di quattro romanzi, si presenta di nuovo alla sfida come traduttrice volgendo in italiano un classico romeno, Il mulino fortunato,di Ioan Slavici (Rediviva, 2021). Fra gli altri temi toccati, la letteratura e la scrittura migrante romena in Italia e i progetti in cantiere.



Con Horia Corneliu Cicortaș sui filosofi romeni tradotti in italiano

Quando si parla degli autori romeni tradotti in italiano si pensa in primis ai «rappresentanti» della letteratura romena: narratori, drammaturghi, poeti. Al pari degli scrittori di origine romena che hanno scritto in altre lingue, esistono diversi filosofi o studiosi di discipline filosofiche e affini, che non pubblicano le loro opere in romeno né sono «importati» direttamente dalla Romania. Ne abbiamo parlato con Horia Corneliu Cicortaș, studioso di Mircea Eliade, che dall’ottobre 2021 cura la sezione «Orizzonti filosofici» della nostra rivista. Intervista realizzata da Afrodita Cionchin.



Nadia Terranova: «La scrittura, espressione di una libertà assoluta»

Afrodita Cionchin dialoga con la scrittrice Nadia Terranova in margine al colloquio tenutosi il 18 gennaio 2022 tra lei e lo scrittore Claudiu M. Florian per «Incontri tra scrittori italiani e romeni» organizzati dall’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Al centro del confronto, moderato dal prof. Roberto Merlo, i rispettivi romanzi, Addio fantasmi (Einaudi, 2018), finalista Premio Strega 2019, e Le età dei giochi (Voland, 2019), vincitore Premio Europeo per la Letteratura 2016. L’autrice parla di sé, di scrittura e biografia e del suo prossimo romanzo.



Mario Sesti: «Il pubblico romeno ha visto la forza del cinema italiano»

«Credo che gli spettatori di Bucarest abbiano potuto toccare con mano la forza di un cinema dotato di un pluralismo di voci rigoglioso». E, in questi giorni così difficili di guerra, «vedere il pubblico romeno ridere ed emozionarsi per film in lingua italiana mi ha ricordato che c’è un modo del tutto diverso di avere relazioni e confronti tra popoli e nazioni diverse». Così il critico e regista Mario Sesti, a Bucarest in veste di consulente artistico e curatore degli incontri e degli eventi speciali del Festival «Nuovo Cinema Italiano in Romania». Intervista a cura di Afrodita Cionchin.



Kristina Cepraga: «Come madrina del festival mi sono sentita a casa»

Madrina e consulente artistico del Festival «Nuovo Cinema Italiano in Romania» è stata Kristina Cepraga, nota attrice la cui carriera si divide tra i due paesi, Romania e Italia. Abbiamo parlato con lei di come è stata accolta dal pubblico la prima edizione del Festival, nonché dei momenti memorabili delle cinque serate di proiezioni, incontri ed eventi speciali, dall'omaggio alla grande attrice Monica Vitti in apertura della kermesse  alla masterclass che ha visto protagonista il regista Daniele Luchetti, ospite d'onore del Festival. Intervista a cura di Afrodita Cionchin.



«Interminati spazi. Leopardi e L’infinito». In dialogo con Alberto Folin

L'intervista al prof. Alberto Folin, massimo studioso di Leopardi, verte su Interminati spazi. Leopardi e L’infinito (Donzelli, 2021), volume da lui curato con scritti di grandi specialisti delle più svariate discipline (dalla letteratura alla filosofia, dall’antropologia all’astrofisica, dall’orientalistica alla teologia, dalla matematica alla musicologia), in cui fanno sentire la loro voce sulla celeberrima lirica del Recanatese che, perpetuando il suo fascino, «si presta a scavi semantici estremamente diversi sia sotto il profilo. A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.



Con Luigi Capitano su Leopardi, Cioran e i significati del nichilismo

Luigi Capitano è insegnante, saggista e studioso di Leopardi. Sul grande poeta è incentrata, all’interno dei rapporti tra filosofia e letteratura, la sua ultima vasta monografia Leopardi. L’alba del nichilismo (Orthotes, 2016, prefazione di A. Folin, pp. 982), in cui scandaglia il pensiero leopardiano all’interno del nichilismo europeo visto nell’ottica della «crisi dei valori della metafisica, a partire dal concetto stesso di verità» Leopardi, ammirato da Cioran, preannuncia, ben prima di Nietzsche, il fenomeno nichilista con tragico disincanto.  A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.



Valeria Meazza: «In auge lo studio del fenomeno del narrare»

Laureata in filosofia all’Università di Genova, la vogherese Valeria Meazza, docente e ricercatrice indipendente, nel suo libro Il labirinto narrativo. Teoria ed etica del raccontare l’identità (Primiceri Editore, 2019) indaga la problematizzazione della moralità messa in atto dal narrare. La studiosa cerca di proporre diverse definizioni alla luce degli studi narratologici e letterari, filosofici, psicologici, sociologici e antropologici della narrazione, che è una delle chiavi per capire gli effetti dell’interazione tra gli esseri umani. A cura di Giusy Capore e Afrodita Cionchin.



Michela Panichi, vincitrice del Premio Campiello Giovani 2020

Michela Panichi è la vincitrice del Premio Campiello Giovani 2020 con il «racconto di formazione» Meduse, in cui sonda i legami famigliari di una madre, cameriera in un bar che rimane incinta di una bimba con un turista tedesco, e il suo rapporto complesso con i figli adolescenti, Tommaso e Bruno, posti di fronte a questo evento per loro inatteso. Nel dialogo con Afrodita Cionchin e Giusy Capone, l’autrice afferma di aver scelto «una storia di gelosia e crescita» in cui i lettori si sarebbero riconosciuti, perché il dramma famigliare è «specchio di situazioni banali ma fortissime».



Valentina Ippolito, «sguardo dialogico» sul cinema italiano e romeno

Registi italiani e romeni hanno realizzato film i cui protagonisti sono figure di migranti alla ricerca di una ‘alternativa esistenziale’. Valentina Ippolito, docente alla Bristol University, propone nella sua monografia Lo sguardo dialogico. Il viaggio migratorio in Italia nel cinema contemporaneo italiano e romeno (Edizioni Joker, 2021) un paradigma originale: un «meccanismo di dialogo» tra migranti e autoctoni. Il 20 novembre scorso, la nostra rivista è stata media partner dell'evento di presentazione del volume al Salone della Cultura di Milano. Intervista di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.



Chi è «La donna capovolta»? In dialogo con Titti Marrone

La donna capovolta (Iacobelli, 2019) è il romanzo al centro del dialogo curato da Afrodita Cionchin e Giusy Capone con l’autrice Titti Marrone, napoletana, che in questa storia «di stringente attualità relativa alla complessità dell’accoglienza» è narrato il difficile rapporto tra due donne, Eleonora e Alina, la badante moldava che lavora da lei per accudire la madre Erminia. Entrambe dalla forte personalità e con una solida cultura, aspetto che contrasta in Alina, afflitta dallo stereotipo della donna dell’Est incolta e povera, si guatano ‘capovolte’ nelle loro diversità e delusioni.



Con Giuseppe Reale su Vlad Țepeș a Napoli. Una storia da scoprire

Un sottile filo sembrerebbe unire Napoli al mito letterario e storico romeno per antonomasia, Dracula. Lo scopriremo nel dialogo a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone con il prof. Giuseppe Reale, direttore del Complesso Monumentale di S. Maria La Nova di Napoli e presidente del Centro culturale Oltre il Chiostro, il quale, alla luce di recenti studi e restauri, ci spiega che nella suddetta chiesa, presso il sepolcro dei nobili Ferrillo, vi è la tomba, ornata da un bassorilievo raffigurante l’Ordine del Drago, che conterrebbe appunto le spoglie di Vlad III di Valacchia, L’Impalatore.



Michela Scolari e il suo documentario sui «bambini delle fogne»

È sulla vita e il riscatto dei «bambini delle fogne» che verte il dialogo tra Afrodita C. Cionchin e Michela Scolari, sceneggiatrice e produttrice del documentario The Sewer Kids (in romeno: Copiii din canale), girato da poco a Bucarest e in uscita prossimamente, in collaborazione con la Fondazione Parada, che si cura dei bambini cresciuti ai margini della società, vittime di abusi e violenze, costretti a vivere nelle insalubri viscere delle città. Protagonisti sono ragazzi che hanno vissuto questa esperienza e le loro storie non mancheranno di avere un forte impatto sul pubblico.



«Fare qualcosa per gli altri». Trent’anni di «Scuola di Pace»

Afrodita Cionchin e Giusy Capone dialogano con Corrado Maffia, presidente della Scuola di Pace, un’associazione sorta nel 1989, come movimento laico-ecumenico, formato da varie comunità e realtà di ispirazione cristiana, unitesi per protestare contro il progetto di ampliazione della base della marina statunitense presso Napoli. Da allora sono passati 30 anni in cui l’associazione è cresciuta più forte, rivolta «alla formazione di una coscienza critica e nonviolenta», consapevole di far parte di un «“universo fondamentalmente partecipativo”», a favore dei diritti umani.



Con Rosanna Morabito, uno sguardo verso le lingue e le culture slave

Rosanna Morabito è docente di Lingua e Letteratura serbo-croata all’Università Orientale di Napoli. Proiettando lo sguardo sull’orizzonte d’attrattiva per lo studio delle lingue slave in Italia, abbiamo discorso su quali siano le precipue giustificazioni addotte dagli studenti a cui offre l’insegnamento. Le parole della professoressa ci inducono a considerare che la presenza sincrona di culture diverse deve rappresentare un’ingente dote, laddove il loro incontro viene interpretato come sorgente di vicendevole arricchimento. A cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone.



«Dikotomika. Scarpe rosse per non dimenticare»

Nell’ambito della nostra collaborazione con «Spazi Culturali», il periodico di Guida Editori di Napoli che dedica alla Romania un ampio inserto a cura di Afrodita Cionchin e Giusy Capone, segnaliamo Dikotomika. Scarpe rosse per non dimenticare, un volume collettivo di 11 racconti, a cura di Valeria Frontone, dove musica e scrittura si fondono arricchendosi a vicenda. Vi sono protagoniste le donne che «mettono a nudo una parte di sé, ma più di tutto che soffrono, vittime di un virus antico quasi quanto l'umanità, quello della violenza perpetrata dagli uomini».



Camil Mihăescu: Bianco-nero-dorato, la cromatica del nostro mondo

Camil Mihăescu, preside della Facoltà di Arte e Design dell’Università dell’Ovest di Timiṣoara, ci parla della sua creazione e attività didattica e degli artisti visuali nella Romania di oggi e della realtà artistica di Timiṣoara. Membro dell’Unione degli Artisti Plastici della Romania, filiale di Timiṣoara, sezione Grafica, ha già al suo attivo 15 mostre personali e oltre 40 collettive. Dal 14 maggio al 18 giugno 2021, la galleria Park dell’Unione degli Artisti Plastici Filiale di Timișoara ospita la sua mostra personale Revelatio, la comprensione della spirale. Intervista a cura di Afrodita Cionchin.



Adriana Lucaciu tra attività creatrice e formazione di nuovi artisti

Afrodita Carmen Cionchin in questa ampia intervista, corredata da suggestive fotografie, pone in risalto da un lato la storia professionale di Adriana Lucaciu, artista visiva e professoressa presso la Facoltà di Arti e Design dell’Università dell’Ovest di Timișoara, e dall’altro la sua quasi trentennale ‘missione’ pedagogica come formatrice di nuove generazioni di artisti, ora esponenti della scena artistica della città. Adriana Lucaciu, figlia del pittore Simion Lucaciu, è un pezzo di storia dell’istruzione superiore d’arte a Timişoara di cui ricorrono i 30 anni dalla sua rifondazione.



«Roma, ebbrezza e incanto della creatività». Intervista a Claudia Mandi

«Mi chiedo sempre che cosa sia la creatività, che arriva quando qualcosa di più forte di me mi porta su altre strade, diverse da quelle che ho intravisto in partenza». L’arte e la sua ispirazione, l’Italia e in particolare Roma sono alcuni temi dell’intervista a Claudia Mandi, artista plastico, curatore presso il Museo d’Arte di Craiova e coordinatrice della sezione Orizzonti d’arte della nostra rivista. Con un attivo di numerose mostre personali a Roma, Napoli e in Sardegna, Claudia Mandi presenta in questa intervista la sua esperienza umana e professionale. A cura di Afrodita Cionchin.



Dan Ciobotaru: Timişoara, tra scoperte archeologiche e futuro europeo

I lavori in corso per il recupero del centro storico a Timişoara sono stati occasione per la recente scoperta di reperti archeologici di grande interesse, come le fondamenta della chiesa medievale di Piazza San Giorgio e le fondamenta del bagno turco in piazza della Libertà. Un'intervista con Dan Leopold Ciobotaru, direttore del Museo del Banato, offre l'occasione non solo per una valutazione di tali scoperte, ma anche per approfondire il profilo che sviluppo e promozione culturale della città dovrebbero avere, in vista della sua candidatura a Capitale Europea della cultura nel 2021.



Simona Neumann: «Come costruire una Capitale Europea della Cultura»

«Prepararsi a diventare Capitale Europea della Cultura è un’opportunità per la città candidata di svilupparsi a livello sociale, economico e turistico, è un processo che contribuisce allo sviluppo urbano, dell’industria creativa, dell’immagine della città a livello nazionale e internazionale. Lo status di Capitale Europea della Cultura innesca centinaia di lavori di ricostruzione, innumerevoli eventi culturali, e la città entra a far parte del top delle mete turistiche». Lo afferma Simona Neumann, direttore esecutivo dell’Associazione Timişoara Capitale Europea della Cultura 2021.



«Riviviscenze di lacerti». La pittura di Marco Paladini a Timişoara

Segnaliamo la mostra «Riviviscenze di lacerti» di Marco Paladini, artista che vive da alcuni anni a Timişoara: «Per il mio lavoro, la contemplazione della bellezza e la sua relativa fruizione sono sempre stati motore energetico della mia creatività, ci dice. Da questo punto di vista credo di essere femmina che riceve la propria ingravidazione attraverso gli occhi. Il giorno in cui mi resi conto che in Italia questa realtà mi si sarebbe viepiù pregiudicata per ragioni socio-economiche ed etniche, incominciai a seguire un amico che da tempo frequentava la Romania». A cura di Afrodita Cionchin.



George Teseleanu: «Romeni in Italia, usciamo dall’individualismo»

«La comunità romena in Italia sta affrontando la perdita della propria identità culturale, spirituale e linguistica, mentre la propensione all'individualismo tipica del popolo romeno è difficile da sradicare». George Teseleanu, già Console onorario di Romania ad Ancona, è convinto che solo una comunità unita può promuovere efficacemente i propri valori. I numeri ci sono tutti: oltre un milione di romeni presenti in Italia, protagonisti di un apporto all'economia Italiana pari al 1,2% del Pil. Non è più tempo di badare al cerchio ristretto dei propri interessi: occorre unirsi e promuovere cultura.



Lavinia Simion: «La cultura, motore del rinnovamento di Timişoara»

«Timişoara è l’unica città europea ad avere tre teatri nelle tre lingue nazionali - romeno, ungherese e tedesco - che condividono lo stesso edificio, il Palazzo della Cultura. Questo, insieme agli oltre mille primati in diversi ambiti, costituisce il background per la candidatura a Capitale Europea della Cultura nel 2021». Lavinia Simion, consigliere della Direzione per la Comunicazione del Comune di Timişoara, illustra il profilo culturale che caratterizza il passato e il presente della città, insieme alle iniziative programmate per sostenerne la candidatura al prestigioso titolo europeo.



Chiese romene in Italia, più vicine ai nostri immigrati

Il 16 marzo 2013 è stato presentato a Padova il libro Catene e terrore di Ioan Ploscaru, su iniziativa di P. Vasile Alexandru Barbolovici. L'evento offre l'occasione per un dialogo sull'attuale situazione della Chiesa greco-cattolica romena: «La Chiesa romano-cattolica italiana ha messo a disposizione degli immigrati romeni greco-cattolici e ortodossi molti luoghi di culto, esempio concreto di carità verso chi ha deciso di crearsi in Italia un futuro migliore. Noi pastori dobbiamo cercare di stare vicini ai nostri emigrati in ogni aspetto della vita». A cura di Afrodita Cionchin.



E lo spirito italiano risuona all'Opera di Timişoara. Parla Corneliu Murgu

Da dodici anni Corneliu Murgu dirige l'Opera Romena di Timişoara. Strettamente legato all'Italia per il suo articolato percorso umano e professionale, il maestro Murgu delinea l'attività di questa prestigiosa istituzione, presentandone i successi e illustrando anche la nuova stagione, ricca di manifestazioni speciali per festeggiare i sessantacinque anni di attività artistica dell'Opera. Di un fatto il maestro Murgu è convinto, con aperta soddisfazione: «Abbiamo portato qualcosa dello spirito e della mentalità italiana nel nostro teatro». A cura di Afrodita Cionchin.



Adela Greceanu: «La poesia, al passo con la freschezza del mondo»

«Credo che la poesia abbia un legame con un forte sentimento dell’inedito. Con la sensazione che tutto sia continuamente nuovo e di un rigore impeccabile. E che io sia contemporanea a tutto ciò e che debba essere lì esattamente dove sono. Sembra una cosa semplice, ma in realtà non lo è». Sono alcuni passaggi della riflessione sul ruolo e sulla posizione della poesia nella vita sviluppata nell'intervista con la poetessa Adela Greceanu, a cura di Afrodita Cionchin. Il dialogo è accompagnato da un saggio della sua produzione poetica, nella traduzione di Serafina Pastore.



L'italianistica a Timişoara. In dialogo con Viorica Bălteanu

L’italianistica a Timişoara, l'attività del locale Comitato della Società Dante Alighieri e i legami con la comunità imprenditoriale italiana più importante della Romania. E ancora, il significato dell’atto traduttivo e l'attuale presenza della letteratura italiana in Romania. Sono alcuni dei temi affrontati nell’intervista con Viorica Bălteanu, docente dell’Università dell’Ovest di Timişoara. Per il suo instancabile sostegno alla promozione dei rapporti culturali italo-romeni, le è stata conferita nel 2004 l’onorificenza di «Cavaliere della Repubblica Italiana al merito culturale». A cura di Afrodita Cionchin.



Emil Petru Raţiu: «Aiutiamo gli istroromeni!»

Emil Petru Raţiu, medico-scrittore stabilitosi in Italia dal 1969, intellettuale militante, ha fondato nel 1994 a Trieste l’Associazione per la cultura istroromena «Andrei Glavina» e la rivista Scrisore catre frat rumeri (Lettera ai fratelli romeni) per salvare questo dialetto dalla scomparsa. Il colloquio con il dottor Raţiu è una toccante testimonianza di un impegno generoso per una pagina significativa e relativamente poco conosciuta di una delle tante espressioni della cultura romena. A cura di Afrodita Cionchin.




SPECIALE «ROMANIA, PAESE OSPITE AL SALONE DI TORINO 2012»

Monica Joiţa: «Un evento radicale per un grande progetto»

«Un momento radicale per la presenza e la promozione della cultura e della letteratura romena in Italia». Ecco la sintesi delle valutazioni e delle aspettative che Monica Joiţa, vicedirettore dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, delinea sul grande evento torinese. Joiţa è tra coloro che più hanno lavorato per la partecipazione della Romania al Salone come Paese ospite. In questa intervista, concessa in esclusiva alla nostra rivista, ricostruisce scenari, motivazioni e obiettivi di un progetto culturale di ampio respiro legato a questa prestigiosa kermesse. A cura di Afrodita Cionchin.



Ana Blandiana: Vero cambiamento d'immagine. Ma la Romania lo sa?

«La partecipazione della Romania al Salone di Torino è stata una delle più prestigiose operazioni – sia per i progetti, sia per i risultati – condotte all’estero dal nostro Paese, attraverso l’Istituto Culturale Romeno». Ana Blandiana ne è entusiasta ma, in questa intervista esclusiva, esprime anche la sua delusione per il fatto che la stampa romena, «occupata con scandali di corruzione, campagne elettorali, partite di pugilato non abbia avuto la curiosità e l’interesse anche per il grande successo del cambiamento d’immagine della Romania all'estero grazie alla cultura».



Di Leo: «Io, editore, e la Romania ante ’89. Perché i giovani ricordino»

«La mia editrice ha deciso di mantenere vivo il ricordo del periodo oscuro antecedente all'89 attraverso le storie di grandi autori, perché si possa capire e far capire alle generazioni nate nel periodo post-comunista che la libertà è un bene irrinunciabile». Mauro Di Leo, direttore di Atmosphere libri, presenta la sua esperienza di piccolo editore che ha in catalogo opere di autori romeni. «La Romania, più di altri Paesi dell'Europa dell'Est, ha deciso di investire nella propria cultura. Non c'è modo migliore di far conoscere un popolo agli stranieri». Tutto ciò va sostenuto.



Gavioli: «Diamo voce a parole bisbigliate, ma mai messe a tacere»

«La Romania è capace di una scrittura profonda e tormentata, sensibile e spregiudicata, specchio di lunghi anni di parole bisbigliate ma che non sono mai state messe a tacere. La letteratura romena vale la pena di essere conosciuta di più, perché portatrice di un vissuto e di un sostrato culturale forte ed empatico». Presta attenzione alle sfumature che fanno la differenza Gabriella Gavioli, direttore editoriale delle Edizioni Saecula, che in catalogo hanno il volume di Ana Blandiana Il mondo sillaba per sillaba. Pronunciato l'interesse per la storia.



Merlo e Pop: «Una grande opportunità. Ma il futuro è tutto da scrivere»

Una grande kermesse con appuntamenti di qualità. Una formidabile opportunità per accendere i riflettori dell’attenzione sulla cultura romena. Ma anche una sfida, e dunque un impegno, ad aprire vie nuove per la promozione e la circolazione in Italia delle migliori voci della letteratura romena. Diverse sono le prospettive indicate da questa “intervista doppia” a Roberto Merlo e Ileana Pop, che non trascurano puntuali annotazioni sulle preferenze e sulle miopie dell'editoria del Belpaese. E la constatazione di una necessità: elaborare un progetto culturale ed editoriale organico per il futuro.




«Un piccolo miracolo che ogni tanto accade». Parla Mauro Barindi

Mauro Barindi, redattore della nostra rivista, è uno dei traduttori letterari che da tre anni rappresenta la Romania al Salone di Torino. In questa edizione, porta Ana Blandiana con il suo libro di letteratura di viaggio, Il mondo sillaba per sillaba (postfazione di Lorenzo Renzi, Saecula Edizioni), e il romanzo di Florina Ilis, Cinque nuvole colorate nel cielo d’oriente (Atmosphere Libri). Con appassionato acume, Barindi ci racconta la sua esperienza di traduttore dal romeno, l'attitudine dell'editoria italiana verso la cultura romena, la delicata opera di mediazione tra i due Paesi. A cura di Afrodita Cionchin.



Ioan-Aurel Pop: «I Romeni in Italia? Diversi, dispersi e sconosciuti»

«La comunità romena in Italia è in questo momento solamente una nozione. Esiste solo al livello della coscienza collettiva italiana ed è percepita, in generale, negativamente». Una lettura del profilo socio-culturale della presenza romena in Italia, come pure della ricezione della cultura romena nella Penisola, è il tema dell'intervista con Ioan-Aurel Pop, storico e direttore dell’Istituto Romeno di Cultura di Venezia dal 2003 al 2007. L’intervista a cura di Afrodita Cionchin analizza anche l'attività di promozione culturale da parte romena in Italia, sul piano sia della divulgazione sia specialistico.



Architettura a Timişoara. «Una città di contrasti, che cerca di imparare»

Un gioco di contrasti tra il cromatismo e il decorativismo delle facciate degli edifici storici, e l’assenza di colore e di cura delle costruzioni più recenti. Così si presenta Timişoara all’architetto Giuseppe Grieco, assistente alla cattedra di «Laboratorio di Restauro dell’Architettura» dell’Università «Sapienza» di Roma. L’architetto Grieco analizza la configurazione urbanistica e architettonica del capoluogo del Banato, sottolineando tra l’altro l’importanza di un sapiente recupero della specifica eredità architettonica della città. A cura di Afrodita Cionchin.



Architettura a Timişoara. «Asburgica e disinvolta, sa essere originale»

«Mi sembra che a Timişoara si sia molto disinvolti nell'utilizzo di un linguaggio attuale nella progettazione e costruzione del nuovo, ma anche che il restauro venga considerato una cosa a sé, distinta dal progetto totale». È una delle valutazioni che l’architetto Serena Volterra esprime sulla tessitura architettonica complessiva della città, ribadendo la necessità di instaurare un buon rapporto fra preesistenza e contemporaneità. Puntuali osservazioni anche sull’intreccio tra edilizia imperniata sul modello austriaco e tipologie legate alla tradizione locale. A cura di Afrodita Cionchin.



Aniello Desiderio al Festival Internazionale della Chitarra di Timişoara

La quarta edizione del Festival Internazionale della Chitarra di Timişoara, svoltosi dal 1° all’8 marzo 2019, di cui la nostra associazione si onora di essere partner, ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale della chitarra classica come Aniello Desiderio, Thomas Muller Pering, Amadeus Guitar Duo, Antal Pusztai, David Pavlovits, Bojan Ivanovski, Duo Kitharsis. Un concerto straordinario è stato tenuto da uno dei più famosi chitarristi al mondo, un nome di risonanza mondiale per gli intenditori del genere, Aniello Desiderio, intervistato da Afrodita Cionchin.



Giovanni Ruggeri: Turismo italiano in Romania, tra chances e pregiudizi

Lo straordinario patrimonio turistico della Romania è raramente oggetto di pubblica comunicazione: le autorità romene fanno poco per promuoverlo in Italia, mentre gli italiani mostrano atteggiamenti ambivalenti al riguardo. Eppure le bellezze paesaggistiche e culturali della Romania possiedono una intensa forza di attrazione e possono costituire una formidabile occasione di prima conoscenza del Paese per il pubblico italiano. Ne è convinto Giovanni Ruggeri, giornalista e scrittore, che in questa intervista racconta la propria esperienza professionale e umana. A cura di Afrodita Cionchin.



Bruno Mazzoni: «Un nuovo interesse in Italia per la letteratura romena»

Noto come uno dei più attivi romenisti d’Italia, il professor Bruno Mazzoni dell'Università di Pisa segnala una nuova tendenza nel mondo culturale italiano: «Il muro di disinteresse verso i valori della cultura romena in Italia comincia a mostrare positive crepe». Traduttore di prestigiosi protagonisti della letteratura romena contemporanea, come Ana Blandiana e Mircea Cărtărescu, il professor Mazzoni analizza vari aspetti della circolazione della letteratura romena nella Penisola, incluso un rinnovato interesse degli editori italiani a tradurre opere romene.



Pierpaolo Trillini: «Tradurre Friedgard Thoma, più difficile che Cioran»

Il filosofo nichilista che si innamora della giovane professoressa tedesca. Zucchero per chi è a caccia di sensazionalismo. Non per chi ne ha tradotto in italiano la storia. «Tradurre Friedgard Thoma è stato un vero “bagno di sangue”. Donna di una sensibilità profonda e ricercatrice spasmodica dell’artifizio letterario, mi ha messo in seria difficoltà nonostante non fosse la prima volta che traducevo dal tedesco». Lo racconta Pierpaolo Trillini, traduttore del libro Per nulla al mondo. Un amore di Cioran (Edizioni L’Orecchio di Van Gogh,2010). Intervista a cura di Afrodita Cionchin.



Riri Sylvia Manor in viaggio tra poesia e scienza

Riri Sylvia Manor ha ricevuto la Medaglia «Dr. Alexandru Safran» 2011, prestigioso riconoscimento assegnato dalla Federazione delle comunità ebree di Romania. Nata in Romania e stabilitasi in Israele dal 1960, la poetessa Riri Sylvia Manor, medico oftalmologo di professione, scrive in romeno e in ebraico. Nell'intervista a cura di Afrodita Cionchin, ci parla della passione per la poesia, del modo in cui la medicina e la letteratura l'hanno accompagnata nella vita e anche della sua scrittura tra lingua ebraica e lingua romena, nonché della traduzione quale «atto di generosità».



Alberto Basciani sul docufilm «Ştefan Delureanu, una storia, la Storia»

Il 7 ottobre 2011, all'Istituto Italiano di Cultura «Vito Grasso» di Bucarest si è tenuta la presentazione in anteprima del documentario Ştefan Delureanu, una storia, la Storia di Edoardo Inglese, da un’idea di Alberto Basciani. Afrodita Cionchin ha intervistato Alberto Basciani, che ci parla della realizzazione del film e dei suoi legami con lo storico Delureanu, con la Romania e la cultura romena, nonché della ricezione della storiografia romena in Italia. «Ciò che emerge dal documentario è il ritratto di un uomo coerente divenuto suo malgrado uno straordinario testimone del Novecento».







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dall’Associazione Orizzonti Culturali Italo-Romeni.

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